TAVOLO 10 - INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE MICRO E PICCOLE IMPRESE ITALIANE

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< >TAVOLO 10 - INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE MICRO E PICCOLE IMPRESE ITALIANE

< >Irene Pivetti < >Discussant | Presidente
Fabio Desideri | Federazione Confimprese World,
< >Elisabetta Kustermann | SIOI,
Katiusha Muscas | Progetika,
Serena Strianese | AFN,
Giuseppe Tripoli | MISE | Concept note


Come la Microfinanza può agevolare i processi di Internazionalizzazione delle Micro e Piccole Imprese italiane?
La crescita e lo sviluppo dei più piccoli operatori economici è legata
- alla possibilità di innovare e accedere al credito a medio termine;
- alla capacità di “fare rete”, cioè di attivare aggregazioni e collaborazioni strutturate. In particolare per le micro e piccole imprese, data la nota difficoltà di apportare significative innovazioni all’interno dei propri processi produttivi, in un contesto di eccessiva parcellizzazione dell’apparato produttivo, emerge l’esigenza di crescere sotto il profilo dimensionale non solo sotto l’aspetto quantitativo, ma anche perseguendo un approccio qualitativo-relazionale attraverso l’attivazione di relazioni funzionali con altre piccole imprese ed operatori economici.
Il Legislatore ha saputo recepire alcuni dei mutamenti che si sono sviluppati negli ultimi 15/20 anni formalizzando, attraverso il “contratto di rete” introdotto nel luglio del 2009, questa nuova modalità di aggregazione, sviluppatasi spesso su base “spontanea”.
Il “contratto di rete” - istituito dalla Legge n. 33/2009 e perfezionato con la Legge Sviluppo del luglio 2009 (Legge n. 99/2009) - tende a formalizzare un’innovativa modalità di aggregazione, in grado di superare alcuni nodi strutturali del nostro sistema produttivo, imputabili prevalentemente alle modeste dimensioni aziendali.
Recentemente, la promozione dell’aggregazione tra imprese è stata posta tra i principi ispiratori della Legge n. 180/2011 ”Norme per la tutela della libertà d’impresa. Statuto delle imprese”, che definisce lo statuto giuridico delle imprese.
Con l’articolo 42 del Decreto sviluppo n. 83/2012 viene inoltre estesa alle micro e PMI che sottoscrivono un “contratto di rete” la possibilità di beneficiare, per la realizzazione di un progetto di internazionalizzazione, dei contributi assegnati ai “consorzi per l’internazionalizzazione”, indipendentemente dalla loro iscrizione al consorzio stesso.
Inoltre, è del 4 maggio 2010 la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri, che da attuazione della Comunicazione della Commissione U.E. del 25 giugno 2008, intitolata: “ «Pensare anzitutto in Piccolo», uno «Small Business Act» per l’Europa”; finalizzata, tra l’altro, ad “... agevolare l’accesso al credito delle micro e PMI... e sviluppare il microcredito, anche prevedendo una sezione dedicata in seno al fondo di garanzia per le PMI, nonché forme di tutoring, onde contrastare l’esclusione finanziaria, favorendo interventi di finanza etica... ”.
Le policies adottate sia a livello nazionale che locale per le attività di sostegno e promozione riguardano le PMI in modo generico o sono mirate al mondo della grande impresa.
Occorre pertanto sviluppare politiche di sostegno mirate, capaci di cogliere le necessità più specifiche della microimpresa, trasformando le enormi potenzialità che il settore esprime in occasioni di crescita e promozione del prodotto italiano all’estero, puntando soprattutto ai nuovi mercati quali la Cina e la Russia.
Perseguire lo sviluppo della microimprenditorialità deve comprendere non solo creare start up (tema oggi quanto mai attuale), ma anche, immancabilmente, garantire quel sostegno necessario affinché la nuova impresa non soffochi nelle logiche di vicinato dei mercati nazionali, ma abbia modo di crescere e rafforzarsi.
Nel caso delle microimprese, infatti, la mancanza di know e l’assenza di figure professionali altamente ma, anche, specificatamente qualificate capaci di trovare le giuste vie per proporsi ai mercati esteri con prodotti di qualità è un problema importante quanto e non meno dell’accesso al credito, insieme alle questioni che riguardano la semplificazione normativa e burocratica.
Com’è noto, esiste un rapporto particolarmente virtuoso tra la microimpresa e media e grande impresa, capace di apportare un beneficio reciproco ad entrambe le realtà. Soprattutto in una congiuntura particolarmente difficile come quella che stiamo attraversando, tale rapporto dovrebbe essere rafforzato.
Occorre pertanto rafforzare il modello di “sistema impresa”, in cui operano insieme di imprese tra loro complementari e specializzate per fasi di processo o per tipo di prodotto, creando occasioni di nuovi partenariati e rapporti di interdipendenza, caratterizzati da un certo grado di stabilità e di continuità nel tempo.
La microimpresa offre, in tale contesto, un servizio di grande utilità alla grande impresa, che deve necessariamente operare secondo logiche e modelli di decentramento strategico che possono aver luogo in tutte le fasi della catena del valore aggiunto, per ragioni di (i) specializzazione, (ii) efficienza e (iii) flessibilità.
Tale collaborazione si sostanzia, per esempio
- in sistemi di indotto con rapporti di subfornitura a grandi imprese che per ragioni strategiche recidono parte della loro catena produttiva,
- in modelli di “service”, con accordi di collaborazione che possono prevedere la microimpresa impegnata, a titolo esemplificativo, nell’offerta di servizi di promozione delle attività della grande impresa. D’altra parte, la microimpresa trova in tali modelli spazi vitali di mercato, in rapporti che consentono alla stessa di operare anche in settori in cui è elevata l’influenza del fattore competitivo relativo alla dimensione.
In sintesi, dal quadro delineato emerge che:
- Esiste una potenzialità inespressa della microimpresa in un’ottica di internazionalizzazione
- Esiste un rapporto particolarmente virtuoso tra microimpresa e grande impresa. Rapporto è utile alla microimpresa, perché crea per la stessa degli spazi di mercato. Rapporto altresì utile alla grande impresa, che in logiche di indotto trova conveniente operare per ragioni di (i) specializzazione, (ii) efficienza e (iii) flessibilità
- In tale prospettiva, la nuova programmazione europea 2014-2020 offre opportunità di rilievo
- Risulta tuttavia necessario il sostegno dei Governi e delle Regioni, affinché attraverso lo strumento del microcredito si possa trasformare la precarietà dell’attuale momento di crisi congiunturale, in un’occasione per rafforzare preziosi rapporti di sistema tra la microimpresa e la macroimpresa
- Tale obiettivo può essere raggiunto, sostanzialmente, attraverso (i) l’agevolazione dell’accesso al credito (segnatamente con la costituzione di fondi di garanzia dedicati e nuovi fondi di investimento), nonché (ii) con la predisposizione di servizi di supporto tesi a facilitare i partenariati. Premessa e contesto (ambito nazionale, internazionale, europeo, pvs,...)
Presentazione Concept

Note
:
- Riferimenti legislativi italiani/Europei
- Importanza della rete
- Paesi target PRCina e Russia (a cui è stata aggiunta l’India)
- Distinguo fra PMI, che si rivolgono a mercato EU ed extraEU


Criticità
Non propriamente consona ai fabbisogni PMI “gestione legislativa/operativa” per i Contratti di Rete
Necessità di una figura di “accompagno” (Tutor/Angel/Formatore e/o similare), che possa essere valido aiuto nel non disperdere le risorse ottenute con MC Soluzioni/proposte
(distinte tra: strumenti finanziari, attività tecniche, normativa/regolamentazione, proposte progettuali, fondi di finanziamento, altro)
Attività tecniche, utilizzo MC per:
1 costo Temporary Export Manager, come da proposta MISE
2 fase prototipale
3 movimentazione campionari/primo invio merce all’estero
4 supporto nelle Gare di Appalto EU
5 studio/progettazione un format di Franchising “new style” (edutainment, personal care, etc.) sempre MadeinItaly tarato secondo mercato estero Normativa/Regolamentazione
rivedere Contratto di Rete per poterne fare un miglior uso anche in vista di una richiesta “globale” per MC Proposte Progettuali
1 Minor burocrazia e minor tempistica per startup nell’accedere al MC
2 Inserire, per accedere al MC, uno schema di valutazione impatto innovazione, che possa essere quantizzato non solo in termini di ROI, ma anche con sistemi qualitativi innovativi come per esempio la GMA (General Morphological Analysis) per azioni di inclusione. Fondi di finanziamento:
Europei, in cui si possa coprire eventuali fidejussioni attraverso MC

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