SISTEMA IMPRESA E DECENTRAMENTO PRODUTTIVO: IL SUPPORTO DEI MICRO-OPERATORI ECONOMICI ALLE PICCOLE, MEDIE E GRANDI IMRPESE

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TITOLO DEL WORKSHOP: Sistema impresa e decentramento produttivo: il supporto dei micro-operatori economici alle piccole, medie e grandi imprese

COORDINATORE: Franco Frattini - Presidente SIOI - UN Association for Italy
RELATORI: Giuseppe Tripoli - Segretario Generale Unioncamere Francesco Lippi - Presidente FAPI - Fondo Formazione Piccole Medie Imprese Giovanni Da Pozzo - Membro Consiglio Generale Confcommercio

Sintesi

Il Presidente Frattini introduce il tema “Sistema impresa e decentramento produttivo: il supporto dei micro-operatori economici alle piccole, medie e grandi imprese” soffermandosi in particolare sul problema dell’accesso al credito, che rappresenta il “tema chiave” per grande maggioranza delle microaziende, difficilmente supportate dal sistema bancario. Al riguardo osserva come il microcredito, per la sua funzione sociale, possa rappresentare una reale alternativa a cosiddetto “microprestito”, ossia ad un credito tradizionale di piccolo importo, che le banche spesso negano ai piccoli operatori economici. Altro tema che propone all’attenzione dei relatori è quello dell’evoluzione del sistema produttivo e della specializzazione che sempre più caratterizza i piccoli operatori, oggi in grado di fornire un contributo di rilievo anche alle medie e grandi imprese. Un terzo tema che ritiene possa essere argomento di dibattito è quello della formazione continua e, a tale riguardo, dà la parola al dott. Tripoli di Unioncamere. Il dott. Tripoli riprende i tre spunti introdotti dal Presidente Frattini, sottolineando come il tema dell’accesso al credito sia cruciale per la sopravvivenza sul mercato di milioni di piccoli operatori economici. Osserva, tuttavia, che il fenomeno della cessazione dell’attività di molte aziende (drammaticamente attuale negli ultimi anni e ora in via di graduale rallentamento) non è stato dovuto unicamente alla mancanza di credito ma anche alla crisi della domanda, soprattutto per le attività legate al mercato interno. Con riferimento al sistema della garanzia, rileva come in Italia – a differenza di altri Paesi – si sia costruito un modello “duale” basato da un lato sul sistema della garanzia pubblica (il Fondo Centrale PMI) e dall’altro sul sistema privato dei confidi che, negli ultimi anni, si sono sentiti in un certo senso “spiazzati” dal forte potenziamento finanziario del Fondo centrale. Ritiene, tuttavia, che il sistema dei confidi possa ancora svolgere un ruolo importante a favore della minore imprenditoria, proprio perché mette a disposizione risorse private che possono conferire un valore aggiunto agli interventi del Fondo, a condizione, però, che cresca in efficienza. In questo senso, la nuova legge di riforma del sistema dei confidi può fornire un contributo importante. Riguardo al rapporto tra microimprese e imprese di maggior dimensione, va preso atto che un numero importante di microattività è ormati strettamente collegato ad aziende leader medie e grandi, capaci di fare innovazione e di garantire un mercato alle stesse microaziende, tanto che un quarto delle imprese che operano sull’estero ha rapporti di subfornitura con imprese sotto i 10 dipendenti. Le microimprese che operano all’interno di una filiera dovrebbero, inoltre, essere valutate più favorevolmente dalle banche perché più affidabili e, quindi, essere avvantaggiate nell’accesso al credito rispetto a quelle che non sono inserite in nessun tipo di rete. Con riferimento al microcredito ed ai suoi importanti spazi di espansione, sottolinea la necessità di affiancare al microcredito stesso un’assistenza specifica a favore di chi avvia un’attività. Il fatto che un’azienda su due cessi l’attività dopo pochi mesi dall’avvio sta proprio a significare che il neoimprenditore manca spesso dei fondamentali sulla conoscenza del mercato e del settore nel quale intende operare. Unioncamere, attraverso le Camere di Commercio, è disponibile a fornire il proprio contributo per lo sviluppo di tali servizi di assistenza. Prende quindi la parola il dott. Lippi, che sottolinea come la formazione sia uno degli strumenti fondamentali per far crescere i microimprenditori, tanto che uno degli ultimi avvisi del Fondo FAPI è rivolto orientato proprio alle microimprese. C’è la necessità di accompagnare con interventi di formazione il percorso di chi si avventura nell’avvio di un’attività, anche se questo può non essere sufficiente per diminuire il tasso di mortalità imprenditoriale qualora ci si trovi di fronte ad una diminuzione generalizzata della domanda. In questo contesto la microimpresa, che rappresenta l’indotto della piccola e media impresa, deve essere “orientata” verso il mercato, ed aiutata ad individuare quei settori che possano garantire un futuro di crescita. A tal fine, l’Ente Nazionale per il Microcredito ed il sistema camerale possono svolgere un ruolo importante. In particolare, il lavoro dell’Ente sta andando in questa direzione, anche grazie al modello di finanziamento definito dall’Ente stesso con il sistema bancario e con il supporto dei servizi di assistenza e tutoraggio.. Occorre cominciare a pensare a misure che sostengano la crescita della microimpresa, definendo un’offerta che tenga conto delle caratteristiche di specializzazione proprie delle microimprese di oggi, alle quali le imprese di più grande dimensione possono sub-appaltare una parte dei servizi di cui necessitano. Il dott. Da Pozzo ritorna sul tema dell’accesso al credito, sottolineando come anche le imprese considerate “bancabili” hanno spesso difficoltà di accesso ai finanziamenti di piccolo importo. Esiste un forte gap tra domanda ed offerta di credito per le microimprese, anche perché le banche considerano non remunerativi i prestiti di piccolo taglio, soprattutto in periodi di bassi tassi d’interesse. Quello del microcredito è un mercato potenzialmente interessante, che però deve essere sostenuto anche da parte di soggetti vigilati diversi dalle banche, che possono dare una risposta alla domanda di finanziamento delle imprese più piccole. Un altro tema fondamentale è quello della patrimonializzazione, perché le imprese devono crescere. C’è un problema tipicamente italiano: il 91% della necessità di credito del nostro sistema imprenditoriale è “bancocentrico”, cioè dipendente dal finanziamento bancario, a differenza di altri paesi europei dove sono state sviluppate altre forme di finanziamento come l’equity e, più recentemente, il crowdfunding. Questo significa che ogni volta che il sistema bancario si trova in difficoltà, questo si riversa negativamente anche sulle imprese. Il Presidente Frattini conclude i lavori del workshop affermando che non si può pretendere che il microcredito risolva tutti i problemi di finanziamento delle imprese. E’ necessario un risanamento del sistema bancario e finanziario, che deve tornare ad essere il principale strumento di sostegno alla crescita delle nostre imprese, anche di piccola dimensione, alle quali le banche devono indirizzare l’enorme flusso di risorse finanziarie che ricevono dalla BCE. Ci si attende, inoltre, la riforma del sistema dei confidi, che possono efficacemente supportare l’accesso al credito attraverso lo strumento della garanzia.

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