NON DAC DONORS. PROBLEMA TRASPARENZA

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NON DAC DONORS. PROBLEMA TRASPARENZA

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< >Obiettivo di questo articolo è analizzare la questione riguardante la disponibilità di informazioni nell’ambito dell’aiuto NON-DAC,

<>in altri termini cercheremo di far luce sulle modalità di trasmissione delle informazioni da parte dei principali donatori non occidentali cercando di capire se negli ultimi anni si stiano compiendo dei progressi in merito.
<>Senza l’accesso a dettagliate, trasparenti e tempestive informazioni è impossibile riportare l’esatta dimensione dell’aiuto, da quale parte proviene, dove sia diretta e in quali tempi. L’incapacità di rispondere a queste semplici domande tende a limitare la capacità di valutare l’impatto degli aiuti. Tra le iniziative a favore dello sviluppo di una perfetta informazione è opportuno sottolineare la presenza dell’International Aid Trasparency Initiative (IATI)1.
<>Generalmente, i dati relativi all’azione dei NON-DAC donors sono considerati limitati e di difficile accesso, in quanto non soggetti agli stessi obblighi riguardo l’elaborazione delle informazioni che ricadono, invece, sui membri del DAC. Nonostante ciò, nel corso degli anni, molti donatori non occidentali si rivolgono alle banche dati OCSE/DAC per riportare i propri dati. A tal proposito i passi più importanti sono stati fatti dagli Emirati Arabi Uniti che nel 2010 hanno visto riportare i loro dati separatamente rispetto al database generale dei donatori arabi. Gli Emirati Arabi Uniti hanno compiuto sforzi significativi per rendere gli aiuti più visibili. Nel 2008 è stato istituito l’ “Office for the Coordination of Foreign Aid” (OCFA) un organismo indipendente per sostenere la realizzazione e l’attuazione dello sviluppo degli aiuti umanitari e di sviluppo degli Emirati Arabi Uniti2, anche retroattivamente, per analizzare e segnalare ogni flusso di aiuto proveniente dagli Emirati Arabi Uniti dal 1971.3
<>D’altra parte, non è possibile ottenere una cifra precisa riguardo i flussi di aiuti allo sviluppo dei donatori NON-DAC, mentre ancora più difficile risulta essere l’elaborazione dei dati riguardo gli aiuti umanitari. Per colmare tali lacune occorre far riferimento ai dati riportati dall’Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (OCHA) delle Nazioni Unite e del già citato Financial Tracking Service (FTS) che nel 2009 raccoglieva informazioni direttamente da 90 donatori NON-DAC. Nonostante questi notevoli sforzi, il FTS non può intercettare tutti i flussi di aiuto in quanto basato essenzialmente su relazioni volontarie fatte dai donatori stessi. Si ritiene, infatti, che i contributi di aiuto di alcuni donatori non-DAC siano in realtà di gran lunga superiori ai livelli segnalati.4
<>Recentemente, sono stati intrapresi notevoli sforzi per il raggiungimento di una sempre più completa informazione sui flussi di aiuti umanitari e di assistenza allo sviluppo anche da parte dei canali ufficiali OCSE/DAC.5
<>Negli ultimi anni risulta importante l’impegno per il raggiungimento di una sempre maggiore trasparenza sia da parte dei donatori non occidentali stessi che da parte delle organizzazioni occidentali governative e non per fronteggiare questa problematica cruciale. A riguardo il programma del Global Humanitarian Assistance (GHA) identifica in tre livelli disposti in ordine piramidale/gerarchico i tre modi possibili di relazionare i dati relativi ai flussi di aiuto umanitario e di assistenza allo sviluppo da parte dei donatori NON-DAC. Questa iniziativa mira a rendere quanto più graduale l’avvicinamento di questi donatori verso forme più complete di trasparenza. Alla base della piramide abbiamo rapporti annuali da pubblicare in qualsiasi formato sia esso un rapporto annuale cartaceo, in pdf oppure su un sito ufficiale; il passo successivo sarebbe quello di fornire rapporti annuali ben catalogati ed elaborati in fogli Excel mentre in cima alla piramide si potrà raggiungere l’obiettivo finale di raccogliere tutti i dati dei flussi di aiuti umanitari e di assistenza allo sviluppo mediante un modello di riferimento cui attenersi in nome di uno standard comunemente accettato e condiviso.
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Note
< >1 L’International Aid Trasparency Initiative è stata lanciata nel settembre 2008 ad Accra, Ghana. Si tratta di un’iniziativa multi-stakeholder, che ha riunito i donatori, i governi dei paesi in via di sviluppo, la società civile ed esperti di aid information per concordare un aperto e comune standard internazionale per la pubblicazione di maggiori, e qualitativamente migliori, informazioni sugli aiuti. Lo standard è stato approvato nel febbraio 2011, e una varietà di organizzazioni hanno iniziato la pubblicazione dei dati relativi ai loro progetti in linea con lo standard IATI. (iatistandard.org)
< >2 Nel 2009 gli Emirati Arabi Uniti hanno stanziato 138.9 milioni di dollari in aiuti umanitari bilaterali, attestandosi al 15° posto nella classifica dei più grandi donatori governativi che hanno fatto rapporto al DAC in quell’anno. I primi cinque beneficiari degli aiuti umanitari degli Emirati Arabi Uniti nel 2009, sono apparsi anche tra i primi dieci destinatari per ODA. Nel 2009, il Pakistan ha ricevuto la più alta percentuale, il 67% (89,5 milioni dollari), seguita dalla Palestina/OPT, con il 20% (27,2 milioni dollari) e Yemen, 4% (5,2 milioni). Questi dati sullo stanziamento di aiuti umanitari degli Emirati Arabi Uniti dimostra ancora una volta il sostegno rivolto ai paesi arabi - sei dei primi dieci beneficiari. (globalhumanitarianassistance.org)
< >3 Kerry Smith, The United Arab Emirates reports to the DAC: one step closer to better aid information?, Global Humanitarian Assistance, 2010
< >4 Kerry Smith, Non-DAC donors and the transparency of aid information, Global Humanitarian Assistance, 2011
< >5 Per approfondire: Improving DAC transparency: Progress to date and possible future directions, Development Assistance Committee, Meeting 3, Dicembre 2013

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