MICHELA E MASSIMO UNA PIADINA PER DUE

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MICHELA E MASSIMO, UNA PIADINA PER DUE

Antonino Donati

Hanno deciso di rischiare tutto per un sogno: quello di aprirsi una attività propria e farne una catena. Per questo Michela e Massimo hanno lasciato il cosiddetto ‘posto fisso’ come amministrativi di una società e si sono avventurati nel mondo della ristorazione. “Ci siamo conosciuti nella vecchia azienda dove lavoravamo – racconta Michela – da colleghi siamo diventati compagni e oggi siamo anche soci di Piada&Food. Non eravamo contenti e conoscendoci meglio abbiamo scoperto la passione per la cucina. Ed era eccoci qua. Un azzardo? Forse sì, ma per come stanno andando le cose possiamo dire che abbiamo fatto la scelta giusta”. Massino infatti non ha dubbi nel dire: “Abbiamo deciso liberamente di andarcene e crearci qualcosa di nostro, anche perché lì non era proprio ‘rose e fiori’. Siamo giovani e abbiamo deciso di cambiato vita”. La regina Piada & Food è ovviamente la vera piadina romagnola, che si basa sulla ricetta di cervia con prodotti DOP e EGP che vengano direttamente dall’Emilia Romagna. Insomma “prodotti molto buoni che non si trovano da queste parti - spiega Massimo - La nostra idea era quella di sfruttare un settore poco attivo a Roma puntando sulla qualità”. Dopo mesi di indagini di mercato, analisi del prodotto e soprattutto del luogo, Michela e Massimo decidono di aprire il loro ristorante in via Antonio Ciamarra, zona Tor Vergata, con l’ambizione “di diventare un franchising” ammettono. Circa un anno fa infatti dopo aver scelto la zona “questa è piena di uffici – spiega Michela – quindi con gente che non dico tutti i giorni, deve mangiare a pranzo fuori”, prendono in affitto il locale e lo fanno proprio. Per completarlo, soprattutto per quanto riguarda la cucina, si rivolgono all’Ente Nazionale per il Microcredito. “Questo negozio è aperto da due mesi – aggiunge Michela – Abbiamo fatto tutto ex novo” e “il prestito, circa 25 mila euro, è servito quasi tutto per completare la cucina” con macchinari e attrezzi per fare la piadina. Per avere la somma “ci sono voluti circa quattro mesi-raccontano i due proprietari - i tassi sono molto più agevolati rispetto a un mutuo normale”. A consigliargli l’Ente è stata la banca dove sono correntisti e ora dopo qualche mese e il ristorante ben avviato posso dire che “è stata una buona scelta che va consigliata a tutti quelli che vogliono realizzare un sogno”. “Per noi – continua Michela – è stato un grande aiuto, abbiamo bypassato le garanzie di terze persone e poi aiuta realmente anche se le cifre modeste soprattutto per lo start up”. Entrambi lavorano a pieno ritmo nel fast food sia in cucina che in sala, non si risparmiano e i risultati si vedono. Tornando alla piadineria Massimo ci spiega che loro servono un prodotto “totalmente artigianale dalla stesura, alla cottura fino alla farcitura, che cambia “in base al gusto del cliente”. La risposta della zona è stata buona e i clienti cominciano a diventare “affezionati”. A pochi mesi dalla scelta di cambiare vita e “buttarsi” Michela si dice soddisfatta : “Le basi per partire erano buone, il settore ristoro è quello che ha subito meno la crisi” in fondo “il cibo va ancora e le persone mangiano”. “Siamo stati incoscienti – ammette Massimo – ma anche decisi, ci abbiamo creduto e per ora siamo contenti”.

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