Per un'economia più giusta e inclusiva: da dove nasce il piccolo festival della microfinanza

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Focus

Per un’economia più giusta e inclusiva: da dove nasce il Piccolo Festival della Microfinanza

Katia Stancato
Tutor ENM

“Siamo vittime del senso comune secondo cui una alternativa non c’è”. Così Fabrizio Barca, economista e Coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità, ha aperto il proprio intervento al Piccolo Festival della Microfinanza durante la sessione di riflessione congiunta con l’Ente Nazionale per il Microcredito.

Una frase simbolo, bandiera di una scuola di pensiero orientata a smantellare con una limpida presa di coscienza la cultura diffusa del “there is no alternative” che da un certo punto in poi della storia economica, giungendo al suo apice con le parole di Margaret Thatcher, ha lasciato le sorti del mondo nelle mani del mercato. Oggi, di fronte all’impatto straordinario del Covid19 e alle porte di una nuova normalità che tutti coinvolge, abbiamo non solo il compito intellettuale ma il dovere morale di ripensare la società e di tracciare una alternativa non soltanto possibile, ma percorribile e operativa segnata dal binomio, individuato con un approccio controcorrente da Robert J. Shiller, finanza e società giusta. Una strada, è la tesi proposta, resa concreta proprio dalla diffusione capillare e dall’impatto nel post-pandemia della microfinanza.

Il Piccolo Festival è partito da qui: sul piano ideale dall’esigenza di tracciare in modo collettivo e condiviso un percorso di trasformazione sociale ed economica, e sul piano operativo dall’esperienza maturata nel settore e negli anni dall’Istituto Ermanno Gorrieri, promotore dell’iniziativa, da MicreoHub, società di consulenza per la finanza agevolata e partner operativo, e dai main partner della manifestazione, l’Ente Nazionale per il Microcredito, coinvolto già in fase progettuale e presente con una delegazione apicale con il Presidente Mario Baccini, il Segretario Generale Riccardo Graziano, il Vice Segretario Giovanni Nicola Pes e il Direttore della rivista Microfinanza Emma Evangelista, la Fondazione Carical e la BCC Mediocrati. A fare da sintesi e ponte tra le diverse anime, una consapevolezza diffusa e ormai matura: per pensare una ripartenza più inclusiva e giusta dobbiamo invertire lo sguardo e partire dai piccoli. Con un aggettivo, la riflessione ha provato ad abbracciare un universo ampio e molteplice: piccoli come i piccoli imprenditori emergenti, le cui idee spesso sono volano di profondo cambiamento sul piano dei destini individuali e delle comunità, e piccoli come i piccoli luoghi, dove la nascita e l’affermarsi di nuova attività economica possono significare efficace contrasto allo spopolamento e all’abbandono e modalità per tornare ad abitare borghi e Paesi delle aree interne.

Ecco, quindi, lo sguardo con cui è nato il Piccolo Festival della Microfinanza: capovolto. Non più proiettato dai centri tradizionali, le capitali della cultura e dell’economia, ai luoghi marginali ma orientato all’inverso, con la volontà di rendere i territori non solo destinatari di una proposta tradizionalmente pensata e elaborata altrove ma veri produttori di un modello culturale e ideale alternativo, capace di mettere in crisi lo standard e di pensare la molteplicità. A guidare la progettazione dell’iniziativa, alla sua prima edizione nel borgo di Fiumefreddo Bruzio, Cosenza, è stata infatti l’irriverenza, intesa come assenza di timore reverenziale verso l’intelligenza novecentesca, come volontà di abbandonare l’armamentario del pensiero tradizionale per provare a immaginare un modo diverso di fare economia e di agire nel mondo. Come ha scritto Alessandro Baricco in “Mai Più”, approfondimento nel quale l’autore si domanda se esistano oggi luoghi di produzione di una intelligenza inedita, lo sguardo non si posi più sul singolo albero, ma contempli la foresta. Non pensare l’unico, quindi, ma focalizzare il sistema e le relazioni tra le diversità. Un approccio fisiologico per i tutor dell’Ente Nazionale per il Microcredito la cui prossimità operativa accanto ai piccoli imprenditori emergenti è concreto strumento di valorizzazione delle diversità e delle unicità di ciascuno in un costante lavoro di diffusione della microfinanza nei territori, con l’effetto di sostenere le comunità in un processo teso a riabitare l’Italia, in ogni dove, anche - e soprattutto - ai margini.

Il racconto del Piccolo Festival: pensieri grandi in luoghi piccoli

Se queste sono le premesse, ambiziose, restituire l’impatto del Piccolo Festival, ancor prima del racconto, non è semplice. Il compito supera la capacità dei numeri sul monitoraggio della partecipazione, necessariamente ridotta in presenza nel rispetto delle misure di contenimento del contagio in vigore, più consistente online grazie alla versione ibrida della manifestazione, interamente trasmessa in diretta streaming sui canali ufficiali dell’iniziativa. Se l’intento, infatti, è stato portare lo sguardo ai piccoli per una economia a misura di piccoli, grande è stata la capacità di raccogliere in un luogo marginale voci centrali nel dibattito, inaugurato proprio con il messaggio dedicato del Ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, che per l’occasione ha voluto sottolineare come lo sguardo portato dai partner del Piccolo Festival sia fondamentale per affrontare le sfide della contemporaneità, soprattutto nel Meridione: “La difficoltà di accesso al credito delle pmi meridionali è uno dei principali divari a cui dobbiamo porre rimedio - ha dichiarato nella nota inviata - Da tempo, si dice che la soluzione è superare un modello troppo “bancocentrico”, per favorire la pluralizzazione di attori e di strumenti finanziari: tra questi, il microcredito rappresenta senza dubbio un asset cruciale, credibile e ormai irrinunciabile per centinaia di migliaia di operatori economici e di famiglie (...) Nel Mezzogiorno d’Italia - ha concluso - la sfida assume i contorni dell’urgenza: con questa consapevolezza stiamo lavorando, con l’obiettivo di rendere stabile e strutturale nei prossimi anni la crescita economica del 2021. È una partita che potrà essere vinta solo se il Sud Italia crescerà a ritmi sostenuti, se riporterà nel circuito del lavoro milioni di persone oggi scoraggiate o impossibilitate a lavorare, se sapremo scommettere e far crescere le piccole e buone idee di impresa, dovunque esse siano”.

Il ruolo dell’educazione finanziaria nella trasformazione della società.

E proprio alla platea di soggetti cui si è rivolta il Ministro Carfagna è stata dedicata la prima delle due giornate del Piccolo Festival, progettate per il coinvolgimento di interlocutori distinti e con l’obiettivo di un approfondimento tematico in grado di rispondere alle esigenze di divulgazione e di elaborazione di una proposte. La sessione inaugurale è stata, quindi, orientata all’educazione finanziaria con una Piccola Scuola tematica grazie alla quale la manifestazione è stata inserita tra le iniziative di qualità del Mese tematico del Comitato Edufin. Inaugurata da Annarita Trotta, ordinario di economia degli intermediari finanziari dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, la scuola è stata progettata per aprire il Piccolo Festival rivolgendosi ai beneficiari potenziali del microcredito, riconoscendo loro il ruolo di destinatari privilegiati dell’intera iniziativa. Nel concreto, Trotta ha tenuto una lezione sulla finanza per l’impatto, strumento di lotta alle povertà consolidate ed emergenti e di costruzione di una società più buona e giusta. Sulle raccolte fondi online per sostenere idee imprenditoriali si è soffermata la crowdfunding specialist Lucia Michela Daniele, mentre hanno portato esperienze concrete locali Giorgia Falco, Presidente MAG delle Calabrie, e Mario Reda, dell’Ufficio Pastorale Diocesano di Cosenza. Le Mag, mutue di autogestione del denaro, nascono per concedere prestiti a soggetti non bancabili. Dal 2018 ad oggi le Mag delle Calabrie hanno concesso 21 microcrediti per 72mila euro. A sostenere i giovani di età compresa tra i 18 e i 45 che intendono intraprendere un’iniziativa imprenditoriale c’è anche l’Arcidiocesi di Cosenza- Bisignano. Mario Reda dell’Ufficio diocesano della Pastorale sociale del Lavoro ha presentato invece il progetto “Il seminatore” realizzato insieme alla BCC Mediocrati. Grazie al progetto i ragazzi che vogliono avviare la propria attività possono restituire il prestito, fino a 15mila euro, entro 6 anni. Garantisce la Diocesi all’80 per cento. Dal 2010 sono state finanziate 93 imprese in 26 comuni della Diocesi. A chiudere la giornata formativa gli interventi di Giovanni Nicola Pes, Vicesegretario dell’Ente Nazionale per il Microcredito - “il microcredito è cambiato in meglio, è diventato sempre più ampio, uno strumento per gestire una pluralità di target, non solo quelli più svantaggiati o ai margini della società. Pensiamo a quello che stiamo facendo in materia di innovazione, il microcredito contribuisce ad avviare start up nel campo dell’innovazione e della ricerca” - e del Segretario Generale dello stesso ente, Riccardo Graziano – “abbiamo fatto microcrediti su imprese di energie rinnovabili, aziende quotate in borsa, una fabbrica che fa tamburelli siciliani. Bisogna sostenere i ragazzi perché il futuro sono loro, hanno energia e anche intuizioni”.

La riflessione congiunta: proposte e temi di prospettiva

La seconda giornata di riflessione congiunta si è invece aperta con una considerazione: la Calabria è la regione con il più alto tasso di esclusione finanziaria in Italia. Non poteva, dunque, che essere il luogo in cui ospitare un dibattito per tracciare la vita italiana a una economia più giusta e inclusiva. A farlo Mario Baccini, Presidente dell’Ente Nazionale per il Microcredito, con la proposta di lanciare una banca del microcredito attraverso un azionariato diffuso e popolare i cui soci devono essere i tutor, i beneficiari e gli enti non profit. Di ampio respiro l’intervento congiunto di Fabrizio Barca, coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità, che si è soffermato sulla rimozione degli ostacoli che impediscono la piena realizzazione della persona. “Si deve intervenire nei processi di formazione della ricchezza ed è necessario rivolgere le politiche pubbliche alle persone, nei luoghi”. Uno il vocabolario individuato al tavolo come insieme di parole fondamentali per tracciare la via a una ripresa solida e giusta. Tra i termini merito, inteso come capacità di concorrere a rimuovere gli ostacoli alla piena realizzazione della persona; libertà, non solo di andare ma anche di restare nei luoghi facendo sentire la propria voce; opportunità, non solo come possibilità di colmare il divario di istruzione legato alle condizioni di origine ma come capacità di rendere le persone abili in tutte le dimensioni della vita.

A chiudere la prima edizione del Piccolo Festival è stato il talk a più voci: una tavola rotonda tematica che ha voluto restituire l’esigenza di uno sguardo molteplice sul presente con gli interventi coordinati di Federico Bria, segretario BCC Mediocrati, Bruno Cassola, Public Affairs & Sustainability ICCREA Banca, Domenico Cersosimo dell’Università della Calabria, Andrea Pastore della Fondazione di Comunità Salernitana, Piercamillo Falasca, Consigliere del Ministro per il Sud, e Benigno Imbriano, AD Permicro, una tra le più importanti società di microcredito in Italia che ha annunciato proprio durante la manifestazione l’apertura di una sede entro la fine dell’anno a Lamezia Terme.

Il PNRR: discutere la ripartenza tra i piccoli per portare la voce dei piccoli.

Un passaggio dedicato nel racconto del Piccolo Festival merita infine il dibattito conclusivo sul PNRR e i modelli di sviluppo locale: un momento significativo proprio in virtù degli obiettivi dell’iniziativa progettata per ripensare la ripartenza in luoghi di solito non deputati alla elaborazione di una proposta di rilevanza non strettamente locale. Così se tra le voci quella del Professor Domenico Cersosimo ha sottolineato l’esigenza di colmare le disuguaglianze territoriali per superare i divari di cittadinanza che ancora oggi distinguono due Italie contemporanee e non coese, l’intervento di Piercamillo Falasca, dello staff del Ministro Carfagna, ha portato l’attenzione sulle concrete linee di azione del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza sottolineando come le risorse vadano usate per generare infrastrutture e diritti, con un impatto particolare proprio per il sud. L’occasione di dibattito è stata fondamentale, infine, per accendere una luce anche sul futuro del Piccolo Festival della Microfinanza, per progettarlo compiendo un passo in più: come evento culminante di un percorso da realizzare ancora una volta nel Mezzogiorno con l’intento di eleggere il Meridione a patria di una ripartenza possibile all’insegna dell’inclusione finanziaria, sociale e della lotta alle disuguaglianze.

Il Campus della Microfinanza

Se la spinta ideale che ha generato il Piccolo Festival continua ad esercitare una forza motrice rilevante per pensare la seconda edizione, la manifestazione futura dovrà necessariamente fare tesoro delle lezioni apprese e tentare di compiere un passo operativo ulteriore verso l’elezione dei borghi a spazi di sperimentazione di un’economia più giusta e inclusiva. L’idea, nata nel dialogo e nel confronto con i relatori in vista della organizzazione di un comitato scientifico dedicato, è quella di selezionare attraverso una call pubblica un’area calabrese per individuare un circuito di piccoli Paesi dove realizzare un campus della microfinanza con attività di studio, di divulgazione e di diffusione degli strumenti del microcredito. Un vero e proprio laboratorio di inclusione sociale progettato e realizzato per produrre un impatto concreto nei territori e tra i piccoli imprenditori emergenti locali. La celebrazione del Piccolo Festival della Microfinanza, è la proposta, sarà la sessione culminante del percorso con la restituzione delle storie raccolte nel processo e dell’impatto dell’iniziativa sperimentale e la partecipazione di voci molteplici per continuare ad immaginare la via italiana a un’economia più giusta e inclusiva. Il fatto che l’iniziativa sia pensata qui, nella terra dell’esclusione finanziaria in Italia, la Calabria, rende ancora più significativa e urgente l’azione con una chiamata alla partecipazione dei soggetti attivi sul territorio e tematici sul piano nazionale.

L’economia a misura di persone potrà ripartire dalla Calabria e soprattutto dai piccoli di questa terra. L’invito, come testimoniato dai preziosi interventi raccolti nel Manifesto per Riabitare l’Italia, non è a reinterpretare un nuovo localismo: sarebbe miope. Al contrario, l’obiettivo è quello di pensare e agire dalla parte dei piccoli per aiutare le tante Italie che esistono a fare sistema, valorizzando le diversità e procedendo oltre un modello unico di sviluppo territoriale. La microfinanza in quest’ottica non solo è leva di progresso materiale e immateriale ma rappresenta la via maestra per la piena espressione di persone e comunità lungo il percorso che, insieme, vogliamo tracciare per un post-pandemia più inclusivo e per un futuro più giusto.

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