INDICE DI DIGITALIZZAZIONE DELL'ECONOMIA E DELLA SOCIETA' (DEsI1) RELAZIONE NAZIONALE SULL'ITALIA PER IL 2018

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La relazione DESI, che rileva i progressi compiuti dagli Stati membri in termini di digitalizzazione, è strutturata
in cinque capitoli:

1 Connettività Reti fisse a banda larga, reti mobili a banda larga e relativi prezzi
2 Capitale umano Uso di Internet, competenze digitali di base e avanzate
3 Uso dei servizi Internet Uso di contenuti, canali di comunicazione e transazioni online da parte dei cittadini
4 Integrazione delle tecnologie digitali Digitalizzazione delle imprese e e-commerce
5 Servizi pubblici digitali eGovernment e sanità digitale

Il DESI per gli anni passati è stato ricalcolato per tutti i Paesi in esame, al fine di rispecchiare lievi modifiche nella
scelta degli indicatori e correzioni agli indicatori sottostanti. Di conseguenza, è possibile che i punteggi e le
posizioni in classifica dei vari Paesi presentino alcune variazioni
rispetto alla pubblicazione precedente.

Per ulteriori informazioni si prega di consultare la nota metodologica DESI1.
L'Italia si posiziona al 25° posto fra i 28 Stati membri dell'UE.
Nel corso dell'ultimo anno ha fatto registrare nel complesso un miglioramento, pur se la sua posizione nella classifica DESI è rimasta invariata. L'integrazione
delle tecnologie digitali e i servizi pubblici digitali rappresentano i principali catalizzatori del progresso digitale a livello nazionale.

Un altro segnale positivo è offerto dalle prestazioni in termini di copertura
delle reti NGA, che appaiono in fase di recupero (dal 23ºposto del 2016 al 13º del 2017).

Come negli anni precedenti, la sfida principale è rappresentata dalla carenza di competenze digitali: benché il Governo italiano abbia adottato alcuni provvedimenti al riguardo, si tratta di
misure che appaiono ancora insufficienti. Le conseguenze risultano penalizzanti per la performance degli indicatori DESI sotto tutti e cinque gli aspetti considerati: diffusione della banda larga mobile, numero di utenti Internet, utilizzo di servizi online, attività di vendita online da parte delle PMI e numero di utenti eGovernment.
Le prestazioni dell'Italia si collocano all'interno del gruppo di paesi dai risultati inferiori alla media2.
A livello nazionale, l'Italia ha adottato la Strategia per la crescita digitale 2014-20203 e la Strategia per la Banda Ultralarga4 nel marzo 2015.

1 connettività

Con un punteggio complessivo in termini di connettività pari a 52,8, l'Italia si piazza al 26º posto fra gli Stati membri dell'UE, retrocedendo di un posto rispetto al 2017.

Benché la percentuale di copertura fissa sia rimasta invariata attestandosi a quota 99%, un valore
leggermente superiore alla media UE (97%), l'Italia ha visto un ulteriore significativo incremento della copertura della banda larga veloce (NGA), che è passata dal 72 all'87%, superando dunque la media UE (80%).

Per quanto riguarda invece la banda larga ultraveloce (100 Mbps e oltre) l'Italia
appare ancora in ritardo (con una percentuale pari ad appena il 22% in confronto a una media UE del 58%) piazzandosi al 27º posto, in prossimità del fondo classifica. Per quanto riguarda le percentuali di utilizzo, con 86 abbonamenti ogni 100 persone la banda larga mobile si piazza leggermente al di
sotto della media UE (90), mentre la banda larga fissa ha registrato un lieve incremento: tuttavia sotto questo
aspetto l'Italia è ancora in ritardo e si piazza al 28º posto fra i paesi UE. Inoltre, mentre le reti NGA
rappresentano una relativa novità in gran parte del paese e la percentuale degli abbonamenti alla banda larga
veloce ha evidenziato lo scorso anno un netto incremento, passando dal 7% del 2016 al 12% del 2017, quella di
utilizzo di Internet veloce rimane ridotta in termini assoluti e relativi e l'Italia si riconferma al 26º posto nell'UE.
Il 2017 ha segnato l'inizio della fase di attuazione della Strategia nazionale per la banda ultra-larga5. I primi due
appalti sono stati assegnati a Open Fiber (il primo contratto è stato sottoscritto nel giugno 2017 e il secondo nel
novembre 2017)6 e l'apertura dei primi cantieri risale a dicembre 2017. I preparativi per il terzo e ultimo appalto,
riguardante Sardegna, Puglia e Calabria, si sono svolti alla fine del 2017: in particolare, il mese di ottobre 2017 ha
visto il lancio di una nuova consultazione pubblica in merito al piano di investimenti per la diffusione della banda
ultra-larga in aree bianche delle tre Regioni in questione, al fine di individuare le aree ancora bisognose di interventi pubblici. Il terzo appalto è previsto per i primi mesi del 2018. Il 7 agosto 2017, il CIPE (Comitato interministeriale
per la programmazione economica) ha completato la distribuzione delle risorse per il Piano per la
banda ultra-larga, devolvendo un importo aggiuntivo di € 1,3 miliardi al Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC).
L'importo complessivo delle risorse distribuite ammonta a € 3,6 miliardi, che verranno utilizzati per l'attuazione
della seconda fase del Piano per la banda ultra-larga, in cui sono previsti interventi infrastrutturali nelle aree grigie
e la distribuzione di buoni-acquisto per stimolare la domanda.
Grazie a un crescente livello di concorrenza a livello infrastrutturale e a una combinazione di investimenti a
carattere sia privato che pubblico, l'Italia sta registrando un significativo miglioramento sul fronte dell'installazione
di reti di accesso in fibra ottica di nuova generazione (NGA), in conformità agli obiettivi previsti dall'Agenda
Digitale della Commissione Europea. Si tratta inoltre di un fattore che ha sicuramente avuto ripercussioni
positive sulla domanda, che sta evidenziando una crescita parallela, anche se a un ritmo più lento. Per quanto
riguarda il vectoring multioperatore (MOV), un comitato tecnico di operatori promosso dall'AGCOM ha
formulato, nel giugno 2015, una serie di orientamenti in merito alle caratteristiche tecniche dei sistemi MOV cui
Telecom Italia e gli operatori interessati all'uso di sistemi di trasmissione vectoring devono conformarsi, come
stabilito da una misura regolamentare del 20157. Nonostante lo svolgimento di vari trial basati sul dato del 2015,
non si è ancora provveduto al lancio di un modello di business MOV.
D'altro canto, l'Autorità nazionale garante della concorrenza ha espresso il sospetto che vari fattori, fra cui il
ricorso a tattiche dilatorie da parte dell'operatore storico, abbiano inciso negativamente sul processo di attuazione
della Strategia nazionale per la banda ultra-larga.
Relativamente all'attuazione della direttiva sulla riduzione dei costi della banda larga, l'Italia è stata il primo Stato
membro a recepire integralmente la legislazione, ma nel 2017 lo sportello unico telematico (SINFI) non risultava
ancora pienamente operativo8. Si prevede che le persistenti problematiche dovute a ritardi nel rilascio di
autorizzazioni/permessi locali verranno risolte mediante la negoziazione di accordi comunitari preliminari.
L'Italia si colloca tra i pionieri della tecnologia mobile 5G, grazie alle iniziative di test intraprese in varie città sia
dal Governo sia, a livello privato, dagli operatori. In particolare, il piano governativo “5G in 5 città” ha visto, nel
settembre 2017, l'assegnazione di 100 MHz nella porzione di spettro 3,6-3,8 GHz9.

2 capitale umano

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