SORELLA ECONOMIA: IL PROFILO SOCIALE DELL’ENCICLICA “FRATELLI TUTTI”

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SORELLA ECONOMIA: IL PROFILO SOCIALE DELL’ENCICLICA “FRATELLI TUTTI”

Conferenza Di S. Em.za Il Cardinale Mauro Gambetti Sul Tema

Roma, 14 giugno 2022

INTERVENTO DEL PRESIDENTE MARIO BACCINI

Buonasera,

quando tre mesi fa, in Senato, al termine della presentazione della Enciclica Fratelli Tutti, ho annunciato che l’Ente Nazionale per il Microcredito avrebbe promosso un analogo incontro di riflessione anche alla Camera, non immaginavo che nel frattempo l’evolversi degli eventi lo rendesse così attuale.

La guerra infatti, che allora nonostante le avvisaglie sembrava impossibile oltre che impensabile, e con essa la conseguente crisi energetica, economica e oggi creditizia, fanno risuonare più che mai urgente questo binomio: “Fratelli Tutti”!

Un binomio che applicato in economia postula l’esigenza di una finanza che si fa piccola, che si fa “micro”, per rendere sempre più grande, sempre più “macro”, l’area di coloro che ne beneficiano.

Una finanza, vorrei dire, che si fa compagna di strada, che si fa “sorella” e si rende accessibile concretamente a ogni persona.

È una visione aperta e inclusiva dell’economia, che il Santo Padre, nel chirografo istitutivo della omonima fondazione, “Fratelli Tutti”, ha visualizzato e simbolizzato nell’abbraccio del colonnato di San Pietro, rivolto alle persone più fragili ed emarginate, affidando la responsabilità del progetto al Cardinale Mauro Gambetti, suo Vicario per la Città del Vaticano, Arciprete della Basilica e Presidente della Fabbrica di San Pietro.

Le siamo grati, Eminenza, di avere accolto il nostro invito.

Ringrazio il Presidente della Camera, che ci ospita nella storica cornice dell’Antico Refettorio e i due Vicepresidenti dell’Assemblea, che sono con noi questa sera.

Ringrazio il Governo, rappresentato dal Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Ringrazio i Legislatori, Capigruppo e Vicecapogruppo, deputati e senatori dell’intero arco parlamentare. Ringrazio i Giudici Costituzionali e i magistrati, gli alti funzionari dello Stato e gli alti gradi militari. Saluto i rappresentanti della Santa Sede e ambasciatori di Paesi dei cinque continenti, i Rettori e Presidi, delle Università e dei Licei romani. I Presidenti di Enti Pubblici e istituzioni scientifiche, i dirigenti delle organizzazioni imprenditoriali e sindacali.

Presentando la Fondazione “Fratelli Tutti”, Eminenza, Lei ha espresso l’auspicio che i principi della Enciclica - una Enciclica pensata e scritta per tutti, credenti e non - vengano promossi all’esterno, nella società civile, attraverso eventi e iniziative di riflessione e formazione, coinvolgendo in particolare istituzioni e imprese.

Abbiamo pertanto ritenuto che toccasse a noi, su questo versante del Tevere, assumere una iniziativa.

L’Ente per il Microcredito si colloca e opera infatti per così dire proprio a metà strada fra istituzioni e imprese: per esprimere la cultura della solidarietà, propria delle istituzioni, e imprimere la cultura d’impresa, negli ambiti dove mancano i mezzi per coltivarla.

Cultura, impresa e solidarietà, dunque.

Operiamo a partire dal basso, da quella miriade di microimprese che rappresentano la spina dorsale del nostro sistema, alle quali offriamo supporto finanziario attraverso lo strumento del microcredito, per mezzo della rete di intermediari che abbiamo convenzionato (ad oggi 38 banche con oltre 2.700 filiali, che ci consentono di essere presenti sull’intero territorio nazionale).

Soprattutto, facciamo crescere le imprese mediante un sostegno di tipo “immateriale” che si esplica in una vasta serie di servizi specialistici di formazione, trasferimento di competenze, affiancamento e tutoraggio, che responsabilizzano l’imprenditore nella sua funzione anche sociale. A questo si dedicano i nostri tutor (ad oggi oltre 500) e gli Sportelli territoriali di Microcredito (più di 130), in collaborazione con le pubbliche amministrazioni locali.

Questa visione a largo raggio ha consentito all’Ente di porre in atto un modello operativo efficace e sostenibile, caratterizzato da un forte grado di “trasversalità”, riguardo ai singoli destinatari e ai settori d’intervento, ma sempre con l’obiettivo di favorire l’inclusione e la crescita della persona.

Lavoriamo per i soggetti più deboli, esposti costantemente al rischio di esclusione finanziaria e sociale, spesso caratterizzati da un basso livello di formazione, i cosidetti non bancabili. Lavoriamo altresì, per esempio, per i giovani con un livello di formazione post universitario che necessitano di essere supportati nella creazione di aziende innovative e che, però, se non supportati nello start up dalla mano pubblica, rischiano ugualmente forme di esclusione finanziaria, rispetto ad un contesto nazionale e internazionale.

Siamo a servizio delle istituzioni centrali e locali nel disegno e nell’attuazione di politiche pubbliche d’inclusione e coesione. Altresì, supportiamo in maniera diretta le realtà imprenditoriali che vogliono crescere per meglio radicarsi in un mercato in cui dominano processi di innovazione tecnologica e digitalizzazione, fungendo da cinghia di trasmissione tra il mondo universitario e della ricerca e l’economia reale. È cosi che, solo nell’ultimo triennio, siamo riusciti a servire oltre 18.000 microimprese, operando nel cuore di una rete fatta di istituzioni pubbliche, operatori del terzo settore, banche e intermediari finanziari, tutor, università. Una rete di oltre 50 mila soggetti che lavorano giorno dopo giorno per sostenere lo sviluppo economico e sociale del Paese.

C’è una parola, Eminenza, che ricorre nei Suoi discorsi: sogno.

Anche noi ne abbiamo uno. Il sogno di offrire una opportunità agli usurati per rimettersi in gioco. A piccoli imprenditori che, caduti una volta, rischiano di pagarla per tutta la vita, trovando la porta chiusa e diventando un peso per sé stessi e per la società.

Pensiamo a un microcredito ad hoc che consenta loro di ripartire, seguiti passo passo da una rete capillare di tutor, per garantire fattibilità e legalità.

Non è un sogno, Eminenza, quanto piuttosto, per quanto ci riguarda, il tassello di un mosaico e di una “visione” più generale. Una visione che il Pontefice L’ha incaricata di divulgare e che noi oggi Le chiediamo di illustrare, in questo luogo dove si esercita la sovranità del popolo e si prendono le decisioni sul futuro.

Il Giubileo, che tra poco più di due anni La vedrà impegnato ad accogliere nell’abbraccio del colonnato autorità e gente comune proveniente da tutto il mondo, ha una origine sociale che coincide, nella Bibbia, con l’anno in cui veniva rimesso il debito e il debitore veniva reintegrato nella libertà e dignità perdute.

Crediamo che in quest’ottica, meglio, in questa visione, il Microcredito possa costituire uno strumento di diplomazia preventiva e attuazione del magistero di pace di Papa Francesco.

Una riflessione che ci proponiamo di approfondire, da qui al 2025, in un cammino parallelo, Eminenza, nel rispetto delle rispettive autonomie e, al tempo stesso, valorizzando tutte le sinergie tra le due sponde del Tevere, di fronte alla recrudescenza dei conflitti che marcano, come stigmate, la nostra epoca.

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