ECONOMIA E LAVORO. L’ENCICLICA FRATELLI TUTTI E NON SOLO …!

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ECONOMIA E LAVORO. L’ENCICLICA FRATELLI TUTTI E NON SOLO …!

Mario Baccini - Presidente ENM

La pubblicazione, due anni or sono, dell’Enciclica “Fratelli tutti” ha rappresentato un’occasione preziosa per riflettere a fondo sul senso dell’economia e del lavoro nella società contemporanea.

Per l’Ente Nazionale per il Microcredito, che ho l’onore di presiedere, ha costituito uno stimolo a riflettere sul nostro mandato istituzionale, volto a promuovere una visione etica e inclusiva, in una parola, una visione “democratica” e a portata di tutti della finanza.

La prima declinazione di questa visione etica dell’economia è il diritto a un lavoro dignitoso per tutti.

Come sapete, di pari passo con l’Enciclica, è nato in questi anni un movimento informale e internazionale, “The Economy of Francesco”, facendo scaturire iniziative concrete per “dare un’anima” all’economia di domani e aprire contestualmente un dialogo con le istituzioni politiche, le cancellerie diplomatiche il mondo imprenditoriale, i centri della finanza.

Di questo dialogo istituzionale, internazionale, l’Ente Nazionale per il Microcredito ha voluto essere da subito parte attiva e propositiva, promuovendo tre incontri sull’Enciclica: il 16 febbraio in Senato, con Monsignor Nunzio Galantino; il 14 giugno alla Camera, con il Cardinale Mauro Gambetti, e oggi presso il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, ancora con Monsignor Galantino, Presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.

Estratto del discorso del Presidente Baccini al CNEL:

Siamo grati a Lei, Eccellenza, di questa rinnovata, preziosa presenza e a Lei, Presidente Treu dell’accoglienza pronta e generosa nel Parlamentino del CNEL e nella sede prestigiosa di Villa Lubin.

Ringrazio gli esponenti apicali del mondo dell’economia e del lavoro, i membri del Governo e del Parlamento, i giudici costituzionali e alti magistrati, Grand Commis dello Stato e presidenti di Enti Pubblici, accademici e diplomatici dei cinque continenti, che hanno risposto all’invito dell’Ente.

La stretta relazione, sollecitata dal Papa, tra etica ed economia è alla base di quella “economia sociale di mercato” che ha ispirato la “via italiana al microcredito”: un’esperienza ormai consolidata, che l’Ente ha promosso e portato avanti con determinazione, a partire dall’appello lanciato nel 2005 dall’allora Segretario Generale dell’ONU Kofi Annan, al fine di combattere la povertà e l’esclusione sociale e finanziaria.

Consideriamo infatti l’accesso al credito un diritto della persona, al pari di altri diritti fondamentali: il diritto di fondare una famiglia, di avere un’abitazione e un lavoro dignitoso, il diritto alla sicurezza sociale, alla salute, al benessere, all’istruzione.

Grazie al ruolo fondamentale dei nostri servizi di tutoraggio e accompagnamento, abbiamo prodotto importanti risultati tanto sul piano economico quanto su quello sociale ed occupazionale:

  • facilitando l’accesso ad un credito sano per quei soggetti normalmente definiti come “non bancabili”;
  • favorendo l’avvio e lo sviluppo di attività imprenditoriali e professionali, con la creazione di nuovi posti di lavoro;
  • sostenendo persone e famiglie che si trovano in situazioni di vulnerabilità sociale e finanziaria.

Gli accordi stipulati con 39 intermediari finanziari, a cui fanno capo oltre 3 mila filiali, ci hanno consentito di essere presenti sull’intero territorio nazionale e di supportare finanziariamente i piccoli operatori economici, favorendone l’accesso al credito senza richiesta di garanzie reali, grazie alla garanzia pubblica fornita dall’apposita Sezione speciale di Microcredito del Fondo per le piccole e medie imprese.

Le aziende create (circa 19.000 solo negli ultimi tre anni) sono sostenute da 120 Sportelli territoriali e assistite da fondamentali servizi di tutoraggio e monitoraggio, prestati da una rete capillare di circa 580 Tutor, alcuni dei quali sono presenti stamani, formati e contrattualizzati dall’Ente. Sono loro a fare la differenza, non solo quantitativa, ma qualitativa, poiché senza di loro, e senza il loro accompagnamento, un piccolo prestito non può essere definito microcredito.

In tal modo, abbiamo creato attorno a noi un vero e proprio ecosistema che coinvolge oltre 50mila persone, quali tutor, operatori di Sportelli di microcredito, imprenditori, rappresentanti del sistema bancario e finanziario, rappresentanti degli enti del terzo settore.

Crediamo anche, tuttavia, che accanto all’impegno capillare sul territorio, la nostra mission sia quella di promuovere una cultura istituzionale del microcredito, trasferendo ai vertici, a livello di decisori politici ed economici, la nostra esperienza virtuosa di finanza dal basso, che si fa compagna di strada o - come recitava il titolo della conferenza tenuta in Senato a febbraio da Monsignor Galantino - una finanza che si fa Sorella: Sorella Economia.

Non è utopia, poiché la presenza qui oggi di un uditorio tanto variegato e qualificato, dimostra che la Dottrina Sociale della Chiesa, e in particolare l’enciclica Fratelli Tutti, vengono percepite laicamente, trasversalmente dalle forze sociali e politiche come un punto di riferimento e una fonte a cui attingere per irrorare le proprie tradizioni ed elaborare soluzioni nuove.

La trasversalità costituisce del resto la cifra del nostro modello operativo: in termini sia di destinatari sia di settori d’intervento. L’azione dell’Ente, infatti, non è rivolta solo a persone in stato di povertà, di emarginazione o con un basso livello di istruzione, né solo a settori di attività di tipo tradizionale e a minor tasso di innovazione, comprendendo, al contrario, anche soggetti con un alto grado di formazione e specializzazione (si pensi in particolare ai giovani startupper) e comparti di attività innovativi e ad alto tasso di tecnologia, come ad esempio l’economia digitale per imprese innovative e con potenziale di crescita, o l’economia verde.

L’Italia diventerà verde e digitale, se la linfa dell’innovazione, e i finanziamenti a sostegno della transizione non si arresteranno ai rami più robusti ma pervaderanno tutte le nervature delle Piccole e Medie imprese, sino ai moltissimi casi di micro-imprenditoria individuale, quelli che hanno sofferto di più le crisi a ripetizione che si sono succedute negli ultimi tre anni, pandemica, bellica, energetica.

Il PNRR, vorrei dire con un paragone sartoriale, ha il compito di ammodernare il guardaroba. In breve, di rifare il vestito all’Italia. Il microcredito, in tale cornice, costituisce “la cucitura a mano”, quella che non si vede ma sutura le smagliature e rende il tessuto sociale resiliente e in grado di resistere agli strappi delle congiunture avverse.

Siamo consapevoli dell’accelerazione dei processi di transizione ecologica e digitalizzazione del nostro sistema economico, che innescheranno una rapida trasformazione della struttura produttiva delle imprese, la cui scarsa digitalizzazione è una delle cause della bassa produttività e della lenta crescita del sistema produttivo italiano negli ultimi anni.

A tal fine, l’Ente si è impegnato ad agire lungo tre direttrici:

  • supportare i piccoli e micro operatori economici nel percorso di innovazione;
  • superare il forte divario digitale tra le piccole e medie imprese italiane e la media delle imprese europee;
  • supportare i piccoli e micro operatori economici nel maturare una adeguata sostenibilità, non solo ambientale, ma anche economica e sociale.

In questo contesto, le banche hanno svolto e svolgono un ruolo determinante per l’avvio e l’espansione del microcredito in Italia, convenzionandosi e coordinandosi con l’Ente.

Ciò premesso, tuttavia, ritengo che oggi occorra aprire una nuova fase, che veda il microcredito diventare autonomo attraverso una maggiore operatività dei nuovi intermediari di microcredito istituiti dall’articolo 111 del Testo Unico Bancario.

Un tema nevralgico che oggi vorremmo affidare, in questa sede, alla riflessione delle parti sociali, unitamente all’esigenza di un adeguato monitoraggio del mercato microcreditizio e delle iniziative italiane di microfinanza: monitoraggio che come Ente ci candidiamo a svolgere, perché nessuno rimanga escluso e tutti possano accedere ed essere accompagnati in un percorso di “redenzione” economica e sociale.

Tutti: è la parola che risuona, programmatica, nel titolo dell’Enciclica di Francesco, rappresentando per l’economia, in generale, e la finanza in particolare un test esistenziale.

Quella che vede in essa soltanto un algoritmo e quella che la considera, con le parole della Dottrina Sociale, “amore intelligente”, moltiplicatore di energie e sinergie, per la ripresa e la resilienza dei nostri Paesi.

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