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INSEGNARE, SOSTENERE, REALIZZARE: L’IMPORTANZA DEI TUTOR NELLO SVILUPPO IMPRENDITORIALE
INSEGNARE, SOSTENERE, REALIZZARE: L’IMPORTANZA DEI TUTOR NELLO SVILUPPO IMPRENDITORIALE
Zaira Monti Natale
Nel percorso verso il successo imprenditoriale, le difficoltà sono spesso presenti come ombre minacciose, pronte a mettere alla prova la determinazione e la resistenza di coloro che osano intraprendere questa strada. Le sfide finanziarie, in particolare, possono apparire come rocce insormontabili sul sentiero verso la realizzazione dei sogni imprenditoriali.
È tra queste difficoltà che il tutor emerge come una figura di fondamentale importanza, in grado di offrire un sostegno prezioso, non solo dal punto di vista finanziario, ma anche emotivo.
Questi professionisti spesso condividono l’entusiasmo e la passione degli aspiranti imprenditori e si impegnano a trovare soluzioni creative per superare gli ostacoli finanziari.
Con la loro esperienza e competenza i tutor comprendono le sfide e le frustrazioni che i futuri imprenditori affrontano e sono lì per ascoltare, incoraggiare, motivare e, con la loro esperienza, sono in grado di fornire consulenze mirate sulla gestione e pianificazione del capitale.
Attraverso una combinazione di soluzioni finanziarie innovative, consulenza strategica e supporto emotivo, i tutor si pongono come alleati preziosi che accompagnano gli imprenditori lungo la strada verso la realizzazione dei propri sogni.
Nel mondo complesso degli affari, i tutor svolgono un ruolo di fondamentale importanza, dimostrando che le barriere finanziarie non devono essere un ostacolo, ma piuttosto una sfida che può essere superata con determinazione, resilienza e con l’aiuto giusto.
Ecco le loro storie!
Intervista a Raimondo Ildebrando Bruschi
Iniziamo con una piccola presentazione: come si chiama, qual è il suo background e per quale motivo ha scelto di diventare tutor dell’ENM?
Mi chiamo Raimondo Ildebrando Bruschi, i miei 62 anni e le tante ore di lavoro, quale più grande passione, nascondono tante attività e ruoli svolti, per cui sarei tentato di rispondere: quante ore ho per rispondere a questa domanda? Immagino non molto!
Per gli intuitivi e tecnologici basta richiamare i link LinkedIn, bruschi.com e whois.bruschi.com per conoscere il mio background o raimondo.bruschi.com per avere tutti i miei contatti, ma essendo costretto a dover rispondere in questa sede per tutti coloro che non vogliono visitare i link, posso dire che come bagaglio scolastico, tranne la parentesi delle superiori ad Agraria (ma solo perché era la scuola più vicina a casa e dove si stava meno in classe), ho sostenuto poi parecchi successivi esami universitari a Economia e Commercio per poi passare a Scienze dell’Informazione (ora Informatica).
Preciso senza aver orgogliosamente mai preso la laurea in ambedue, ma aver soddisfatto tanta voglia di apprendere e applicare quanto d’interessante mi insegnavano.
Diversamente, professionalmente, in tagli da 15/20 anni cadauno, come esperienze ho lavorato nei settori dell’informatica, internet, innovazione; quale imprenditore in questi settori hanno contribuito a creare un discreto bagaglio di competenze nel settore della pianificazione e gestione finanziaria.
Per quest’ultima spesso a debito sul sistema bancario da cui l’esperienza che può essere significativa nell’attività svolta come tutor. Ho anche naturalmente acquisito la capacità di fare modelli analitici e commerciale dei modelli di business, l’approccio ai mercati, analisi dei budget, aspetti normativi e fiscali, civilistico, societario.
Ho incontrato e supportato ogni tipologia di impresa, vista l’orizzontalità dell’operare come informatico e internet, che hanno contributo a formarmi in qualsiasi mercato, aspetto, problematica d’impresa (opportunità, debolezze, punti di forza, insidie proprie ed esterne).
Ho anche girato l’Italia per circa 40 sessioni di startup weekend in tre anni, per ascoltare e consigliare da 10 a 15 proposte di nuove imprese ogni fine settimana: mi ha esercitato e “drogato” ad affrontare e farmi una visione veloce e concreta di ogni tipologia di nuova impresa, per cui del come, e se possano avere successo, analizzando tutti gli aspetti caratteristici con una completa visione del campo di battaglia e del come poterlo affrontare per puntare alla vittoria.
Avendone viste di tutti i colori la mia tavolozza è completa!
Ad oggi, per la serie del non farsi mancare mai nulla, oltre a fare il tutor del microcredito, partecipo e presiedo 4 aziende… e la quinta sarà una sorpresa proprio in questa specifica attività legata al microcredito.
Infine, mi tengo in esercizio sul e nel mercato, su come un imprenditore deve affrontarlo; mi sono trovato tante volte a fare nuova impresa per portarla al successo, per cui mi trovo a mio agio a fare il tutor e aiutare altri a fare impresa. La cosa mi diverte anche parecchio!
Come si svolge il suo lavoro di tutor, quali sono gli step che segue e in che modo aiuta i beneficiari a capire il processo di richiesta di microcredito?
Premettendo che opero in ogni provincia d’Italia, per cui quasi mai in presenza fisica per ogni attività (mi sarebbe impossibile diversamente).
Ma il vantaggio è che non c’è orario o fine settimana e ferie per poterci sentire: prima telefonata per definire gli ambiti e perimetro d’azione operativo, identificazione dell’istituto e agenzia a cui rivolgersi, verifica di bancabilità del contatto con invio del modulo 1.
In seguito fisso l’appuntamento in agenzia, mi consulto con il referente dello sportello e procedo a stendere il business plan e la mia relazione. Quindi seguo tutto l’iter compilando insieme al richiedente tutti i documenti da produrre, a volte facendo pure la simulazione del primo incontro in banca (stile crash test, se passano con me possono affrontare qualsiasi bancario).
Non sono pochi quelli che domandano “che cosa devo dire?” o “come devo organizzare la mia attività…è meglio fare così o meno”: per cui cerco di dar risposta anche a questi aspetti, che sono i dubbi per molti al solo pensarci, o nel provare a chiedere un finanziamento per soddisfare la propria voglia o necessità d’imprendere.
Poi ogni caso ha le sue storie e divagazioni sul tema…
Quali sono i fattori che determinano il successo di un progetto finanziato con un microcredito?
Come tutor: il mettersi nei panni del richiedente e della banca, perché siamo tutti persone con una visione soggettiva di ogni richiesta e attesa da soddisfare.
Tecnicamente sicuramente l’80% di garanzia gioca la sua parte, ma l’avere qualcuno come un tutor che ti supporti fa sicuramente la differenza.
Quali sono i successi più significativi che ha visto nel suo lavoro con i beneficiari del microcredito?
Il successo è solo il sentirsi dire: “grazie, se non ti avessi contattato non sarei mai riuscito a finanziare e ad avviare la mia impresa”.
Qual è l’azienda più interessante che ha seguito come tutor? E quale ha avuto più successo?
Nessuna impresa è più interessante che soddisfare la voglia di imprendere di chiunque lo voglia fare, per cui nessuna e tutte.
Quali sono le sfide, invece, da affrontare quando si lavora con beneficiari di diverse culture e differenti background?
Riuscire a mettersi nei panni della persona che hai di fronte, cercando di capire le sue perplessità, dubbi, domande e aspetti che non palesa. Perché ognuno di noi è unico e diverso a prescindere da dove è nato, chi sia, dove viva, che cultura o convinzioni abbia.
Personalmente divido le persone solo in due grandi tipologie: intuitivi e riflessivi, poi cerco di comprendere e adattarmi ad ogni sfumatura che ha ognuno, con lo sforzo di percepire per soddisfare.
Quali sono le 3 parole per definire il tutor?
Accompagnare, valutare i rischi, supportare (tutto e tutti).
Intervista a Rossella Angius
Come si chiama, qual è il suo background e soprattutto perché ha scelto di diventare tutor?
Sono Rossella Angius e sono una sociologa. Dopo la laurea ho fatto un master in cui c’era un approfondimento sul marketing territoriale e la valorizzazione dei territori e proprio per questo quando sono venuto a conoscenza dell’opportunità offerta dal Microcredito l’ho trovato un perfetto connubio: un’attività che andasse a sostenere e valorizzare lo sviluppo dei territori grazie a chi li vive e li abita.
Ho trovato un binomio molto rispondente alla mia formazione è stata questa la motivazione principale.
Il suo lavoro di tutor come si svolge, quali sono gli step che segue per aiutare i beneficiari a ottenere il microcredito?
Innanzitutto, faccio un incontro di persona e cerco di capire bene chi ho davanti: la cosa principale è comprendere anche la consapevolezza che ha di quello che un impegno, perché il microcredito è un sostegno, ma anche un impegno.
Cerco di far capire bene tutte le opportunità del microcredito e il tipo di impegno c’è dietro e poi con loro cerco di comprendere qual è la loro idea e se in qualche modo è rispondente agli standard che sono quelli imposti principalmente dal sistema bancario.
Poi vedo con loro tutte le parti economiche e cerco di comprendere che tipo di rete ha intorno l’imprenditore, quindi che tipo di competenza ha, e cerco di sostenerli per fargli comprendere, per esempio, che è sempre utile fare il controllo della concorrenza, capire cosa c’è intorno, soprattutto quando si vanno a scegliere zone nuove per fare avvio di impresa.
Quali sono i fattori che determinano il successo di un progetto finanziato con il microcredito?
Consapevolezza dell’impegno, della concorrenza e, per quanto possibile, di come si muove il mercato. A volte sembra molto difficile andare a reperire queste informazioni, ma in realtà oggi con il web possiamo accedere a tantissime informazioni!
Spingo sempre gli imprenditori o i nuovi imprenditori a confrontarsi con quello che c’è intorno, a confrontarsi con il territorio in cui ci si muove e a fidarsi di noi tutor, perché così di solito il progetto riesce.
E infine capisco se c’è intorno una rete di sostegno, la famiglia, gli amici e potenziali supporti e clienti.
Quali sono i successi più significativi che ha visto nel suo lavoro come tutor?
Ogni progetto riuscito di microcredito è un grande successo perché spesso si va proprio a intervenire laddove ci sono difficoltà per queste persone di recarsi in banca autonomamente.
Quando si ha la possibilità di finanziare progetti interessanti, ma anche piccole cose, c’è veramente un grande successo!
Ho visto diversi giovani partire e quelli che all’inizio sembravano proprio sogni e invece poi trasformarli in realtà, anche con fatica e impegno: niente è scontato, però con impegno e con consapevolezza e con una rete che può essere quella familiare, amicale o relazionale i successi arrivano.
C’è un’azienda più interessante che ha seguito come tutor o un’azienda che magari ha avuto più successo?
Sono stata molto colpita dal lavoro che ha fatto una ragazza che aveva un’azienda di moda: era una realtà già esistente, ha chiesto il microcredito per fare delle sistemazioni e per migliorare un po’ la sua offerta di modelli. È riuscita a riallestire, a fare dei piccoli aggiustamenti, ma è riuscita a trovare dei fondi per cui una volta l’anno organizza un evento benefico di raccolta fondi e fa sfilare con i propri capi tutte le proprie clienti: è diventata il centro di tutta un’operazione di zona culturale, di felicità per le donne, le quali hanno questo appuntamento annuale e vanno a sfilare per la persona che realizza loro gli abiti. Si è creato proprio un legame con il territorio, con tutti questi clienti che sono diventati dei veri e propri supporter dell’azione di questa donna ed è stata una cosa molto bella!
Ovviamente ci ha messo molto del suo, però è stata sostenuta anche dall’opportunità che ha avuto grazie al microcredito.
Quali sono le sfide da affrontare quando si lavora con background differenti e con culture diverse dalla propria?
La cosa più difficile è far comprendere il nostro sistema burocratico e credo che sia una difficoltà un po’ per tutti!
Il lavoro che riusciamo a fare noi è sulla fiducia: spesso alcune persone arrivano un po’ sfiduciate, hanno paura che questa cosa non sia così reale o che sia troppo complessa o che noi possiamo chiedere cose strane.
La trasparenza dell’Ente e la visibilità ci permette di lavorare veramente bene sulla fiducia che sembra la maggior difficoltà!
Tre parole per definire il tutor?
Riferimento: perché noi dobbiamo diventare il riferimento per queste persone, sia nella fase iniziale che in tutta la fase del dopo, nei primi mesi;
mente aperta: perché dobbiamo cercare davvero di avere una mente molto aperta per sostenere anche i sogni;
concretezza: perché dobbiamo riportare sempre con i piedi per terra, permettendo loro di trasformare i loro sogni in qualcosa di reale.