La terra dei gelsomini profuma d’impresa. Il progetto YISU in Sicilia secondo l’assessore Girolamo Turano

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La terra dei gelsomini profuma d’impresa. Il progetto YISU in Sicilia secondo l’assessore Girolamo Turano

Elisa Pandolfi

La Sicilia da sempre è una terra ricca e accogliente. La sfida però è renderla attrattiva ed economicamente produttiva per i giovani.

Assessore, qual è la situazione occupazionale della regione e quali sono i progetti che state mettendo in campo per sostenere lo sviluppo imprenditoriale della Sicilia?

Dal 2019 al 2023, gli occupati sono cresciuti del 5,2%. Trainante, secondo molte analisi è il settore dell’edilizia, al quale storicamente è legata la capacità dell’isola di garantire posti. Seguono poi turismo, ristorazione e commercio. Proprio adesso stanno maturando iniziative importanti sullo sviluppo imprenditoriale rivolte alle donne e ai giovani che abbiamo pensato qualche anno fa come Regione, quando ricoprivo la carica di assessore alle Attività produttive.

Quanto conta l’educazione finanziaria per l’autoimpresa sul territorio?

L’educazione finanziaria è sempre importante, ma diventa fondamentale quando si navigano acque agitate. I temi formativi ed educativi nel senso più ampio, mi stanno particolarmente a cuore, soprattutto adesso che ricopro la carica di Assessore Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale. Noi abbiamo un territorio ricco di potenzialità ma anche di alcune difficoltà, serve tenerne conto e soprattutto serve capacità di resilienza nei momenti difficili che ultimamente sono stati tanti, dalla pandemia al difficile momento geopolitico.

Sicilia, terra ricca di tradizioni e cultura che diventano impresa. Come è la situazione della PMI oggi e quali le prospettive di sviluppo?

È una situazione estremamente dinamica e vitale, proprio determinata dal nostro territorio e dalle capacità degli imprenditori siciliani. Ho sempre detto, però, che lo sviluppo del nostro tessuto imprenditoriale passa dalla competitività. Bisogna investire su questa.

Giovani, donne, fasce sociali svantaggiate sono l’obiettivo dello strumento microfinanziario. Cosa sta facendo la Regione per sostenere queste categorie e reimmetterle nel circuito economico attivo?

Questo è un campo di riflessione e di intervento nel quale, come in pochi altri, competenze e linee d’azione si intersecano necessariamente. Ci vuole molto impegno e coesione tra assessorati, agenzie formative, istituzioni regionali per raggiungere il bersaglio da diversi punti di partenza. La Regione sta facendo molto in questa direzione. Cito, sebbene io attualmente non mi occupi più di Attività produttive ma veda maturare oggi idee e iniziative nate in quell’Assessorato quando lo reggevo, il bando Fare Impresa, che mette a disposizione in conto capitale 36 milioni di euro, in particolare 16 milioni a valere sul FSC 2021/2027 e 10 sul POC 2014/2020. Ma mi creda, è una goccia nel mare di interventi concentrici che in giunta, secondo le rispettive attribuzioni e competenze, lavoriamo quotidianamente per coordinare.

Politiche attive del lavoro e politiche giovanili: un binomio che trova convergenza in quali risorse regionali?

Anche qui, la condizione essenziale è intanto fuggire dagli errori del passato. In Sicilia - è questo il compito che mi sono intestato anche come assessore alla Formazione - va cambiata soprattutto la filosofia: va capito definitivamente che alla logica dell’offerta va sostituita quella della domanda. La Regione deve acquistare prodotti con i fondi che è in grado di impiegare, e competenze, specializzazione, avendo cura delle fasce deboli, e di quelle che si affacciano al mondo del lavoro, nel modo migliore: innanzitutto, formando con responsabilità. Il nostro recente Avviso 7 sulla Formazione professionale va in questa direzione, dal punto di vista dell’impianto procedurale, regolamentare e degli obiettivi: deve diventare il punto di partenza di una concezione nuova del lavoro e della formazione. Missione sociale, certo, ma anche e fortemente economica. Investire sul futuro significa questo, ed è la migliore maniera per raggiungere obiettivi sociali che non restino fine a se stessi.

YISU Sicilia è un esperimento regionale sulle orme dell’Europa. Ci racconti come è nata l’idea di adattare al territorio questa progettualità per potenziare la formazione all’auto impresa.

Non verrò certo a spiegare a voi che il modello Yes I Start Up, nato nel 2018 nell’ambito dell’accordo Anpal/Ente Nazionale per il Microcredito, è diventato buona prassi comunitaria, inserito dall’Ocse tra i modelli di riferimento europei sull’autoimprenditorialità. L’adeguamento alla realtà siciliana consiste nel tracciare percorsi di accompagnamento all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità da parte dell’Assessorato dell’Istruzione e Formazione professionale in accordo istituzionale con l’Ente Nazionale per il Microcredito, per i destinatari del Programma Regionale FSE + 2021/2027. Non è l’unica spinta all’auto impiego che stiamo dando: le misure in questo senso si trovano, abbondanti, nei nostri avvisi, per esempio quelli destinati alla riqualificazione e all’impiego dei docenti formatori disoccupati.

Qual è il risultato che vi attendete da questo progetto?

Ci attendiamo fatti e un’adesione convinta da parte di chi vuole investire innanzitutto su se stesso. Ma prima d’ogni altra cosa ci attendiamo il frutto più importante: la responsabilità e la cultura del lavoro utile.

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