Microcredito e FSE+: la spinta dell’Europa alle microimprese per un’economia più inclusiva

Print Friendly, PDF & Email

Le microimprese rappresentano oggi il cuore pulsante dell’economia europea: con meno di 10 addetti e un fatturato annuo inferiore ai 2 milioni di euro, costituiscono oltre il 95% del totale delle imprese e contribuiscono in maniera decisiva alla creazione di posti di lavoro. Recenti statistiche indicano che le microimprese generano circa il 30% dell’occupazione nell’Unione Europea, con un impatto significativo su giovani, donne e categorie svantaggiate. Tuttavia, l’accesso al credito rimane una sfida significativa, specialmente nelle regioni periferiche e nelle economie in transizione, dove le microimprese guidate da donne e giovani mostrano tassi di sopravvivenza inferiori rispetto alla media. Questo evidenzia la necessità di strumenti di supporto più mirati e inclusivi.

Nel panorama delle politiche europee, il Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+) si configura come uno degli strumenti cardine per accompagnare le microimprese nella fase di rilancio. Con un budget complessivo che supera 1,5 miliardi di euro in Italia, grazie al cofinanziamento nazionale, il FSE+ sostiene l’occupazione, l’inclusione sociale, la formazione e, soprattutto, l’accesso al credito per le imprese di piccola scala, spesso escluse dai tradizionali circuiti bancari. Di recente, la commissaria Roxana Mînzatu ha annunciato un aumento del 15% dei fondi destinati al microcredito nel quadro del FSE+ per il periodo 2025-2027, con un focus su progetti green e sociali.

La Commissaria Europea Roxana Mînzatu ha sottolineato più volte il valore strategico del microcredito come leva per lo sviluppo economico e l’inclusione finanziaria. Lo strumento si rivolge a coloro che, pur avendo un’idea imprenditoriale solida, non dispongono delle garanzie richieste per accedere al credito ordinario. Tassi agevolati, procedure semplificate e assistenza personalizzata fanno del microcredito una risposta concreta a un bisogno reale.

Un’idea nata da un prestito da 27 dollari

Il concetto moderno di microcredito affonda le sue radici nel lavoro del professor Muhammad Yunus, economista bengalese e Premio Nobel per la Pace nel 2006. Negli anni Settanta, Yunus si rese conto che con prestiti di pochi dollari era possibile migliorare radicalmente la vita di piccoli artigiani e commercianti nei villaggi rurali del Bangladesh. Con un prestito iniziale di 27 dollari suddiviso tra 42 donne, dimostrò che anche le persone escluse dai circuiti bancari tradizionali potevano essere affidabili e generare sviluppo. Da quell’intuizione nacque la Grameen Bank, pioniera del microcredito moderno, che ha ispirato numerose esperienze a livello globale, inclusa l’Unione Europea.

Una risposta europea alle nuove fragilità

L’iniziativa InvestEU e la componente EaSI del FSE+ sono dedicate proprio a questo: rafforzare gli strumenti finanziari a supporto delle microimprese e dell’imprenditoria sociale. Attraverso il fondo di garanzia EaSI, l’UE ha già sostenuto numerosi fornitori di microfinanza, raggiungendo imprenditori che altrimenti non avrebbero avuto accesso a risorse essenziali per la crescita. Le opportunità offerte si moltiplicano con il sostegno all’innovazione sociale, che promuove modelli imprenditoriali sostenibili e a forte impatto locale.

In Italia, il lavoro dell’Ente Nazionale per il Microcredito (ENM) rappresenta un presidio istituzionale di fondamentale importanza. Per il triennio 2025-2027, l’ENM prevede un plafond di 250 milioni di euro per interventi di microfinanza, con una particolare attenzione alle iniziative non coperte dalla garanzia ordinaria del Fondo PMI. L’ente ha recentemente lanciato un nuovo fondo tematico per progetti di inclusione digitale, con un plafond di 50 milioni di euro per il 2025, ampliando per le microimprese.

Iniziative di formazione per microimprenditori

Per garantire un utilizzo efficace delle risorse, è fondamentale fornire adeguata formazione agli imprenditori. Il FSE+ finanzia vari programmi di formazione per microimprese, concentrandosi su competenze imprenditoriali, gestione finanziaria e innovazione digitale. Ad esempio, il progetto “SkillUp” mira a formare oltre 10.000 microimprenditori in Italia entro il 2025, offrendo corsi online e workshop pratici. Inoltre, molte associazioni locali e incubatori d’impresa collaborano con l’ENM per fornire supporto formativo personalizzato, aiutando gli imprenditori a sviluppare piani aziendali solidi e strategie di marketing efficaci.

Verso una semplificazione normativa a misura di microimpresa

Nonostante i progressi registrati, permangono ostacoli normativi che limitano la diffusione capillare del microcredito in Europa. Una maggiore semplificazione legislativa potrebbe rendere questo strumento ancora più accessibile e incisivo. In primo luogo, è necessario armonizzare la definizione di microcredito a livello europeo, per evitare disallineamenti tra le normative nazionali e favorire una base giuridica comune. Un rapporto del 2024 di European Microfinance Network (EMN) propone un quadro normativo comune per ridurre le disparità tra i Paesi membri.

In secondo luogo, sarebbe auspicabile alleggerire gli oneri amministrativi per gli intermediari finanziari autorizzati ad erogare microcredito, facilitando così la loro operatività anche nei contesti territoriali meno strutturati e a bassa densità economica. In questa direzione si muove anche la sperimentazione di sportelli unici digitali, attualmente in corso in Paesi come Spagna e Portogallo, che integrano l’accesso al credito con servizi di consulenza e accompagnamento imprenditoriale. Secondo un caso studio del 2024 della World Bank, questi strumenti hanno aumentato del 25% l’accesso effettivo al microcredito da parte delle microimprese, dimostrando l’efficacia delle soluzioni digitali a supporto dell’inclusione finanziaria.

Dalle radici etiche alla spinta per il futuro

Oggi, a quasi cinquant’anni dall’esperienza pionieristica della Grameen Bank, il microcredito ha compiuto un’evoluzione significativa. È diventato non solo uno strumento finanziario, ma un vero e proprio modello culturale ed economico, che mette al centro la persona, la fiducia e la sostenibilità. In Europa, e in particolare in Italia, questa filosofia si sta affermando anche grazie al sostegno dell’FSE+, trasformando ogni piccolo prestito in una leva di cambiamento, inclusione e crescita sociale.

Il microcredito sta inoltre evolvendo verso modelli sempre più orientati alla sostenibilità ambientale. Come evidenziato da un articolo del 2023 pubblicato sul Journal of Sustainable Finance & Investment, i prestiti green stanno diventando una componente chiave del nuovo microcredito europeo, favorendo non solo l’accesso al capitale, ma anche la transizione ecologica delle microimprese, con effetti positivi sul territorio e sulle comunità locali.

Print Friendly, PDF & Email
© 2019 Rivista Microfinanza. All Rights Reserved.