UN LABORATORIO PER L'AI A SOSTEGNO DELLE PMI. INTERVISTA A GUIDO DI FRAIA E ALESSANDRA MASSARELLI DELLO IULM AILAB

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Nel novero delle università italiane chi si è sempre distinto per sostenere l’innovazione in ambito di comunicazione e impresa è sicuramente l’ateneo milanese IULM che nel 2018 ha dato vita a uno Spin-Off universitario, il laboratorio di Intelligenza Artificiale IULM AI Lab allo scopo di generare valore per il sistema aziendale e per il Paese, producendo cultura e idee attraverso un modello di diffusione aperta dell’innovazione legata al potenziale offerto dall’AI applicata al business. Negli anni questo laboratorio, diretto dal Prorettore Guido Di Fraia e dalla dottoressa Alessandra Massarelli, che in questa intervista doppia hanno raccontato aneddoti e progetti implementati negli anni e delle soluzioni operative proposte alle aziende che volevano razionalizzare ed efficientare la produttività con un’attenzione particolare all’implementazione di nuovi strumenti.

Intervista a Guido di Fraia e Alessandra Massarelli dello Iulm AiLab

Professore quando nasce l’idea di creare un laboratorio per l’AI, e nello specifico quando viene strutturato L’AILab Iulm?

Guido Di Fraia: “Oggi l’intelligenza artificiale è di moda, ma noi abbiamo precorso i tempi con un embrione già nel 2017. Poi nel 2018 l’università decide di investire e quindi si crea questo laboratorio, la cui sede fisica però è stata inaugurata nel 2021. Questo laboratorio nasce come un’idea anomala rispetto al posizionamento tradizionale di un’università come la nostra che è di stampo umanistico: ci occupiamo di lingue, letterature, poi anche di marketing, di comunicazione, di media e così via.

Siamo stati per certi aspetti un’anomalia, oppure, se preferite, dei pionieri rispetto al tema dell’intelligenza artificiale perché l’impressione che avevamo avuto era che si sarebbe diffusa ben più di quanto non era successo fino a quel momento, diventando uno strumento fondamentale per tutte le professioni. Il core business dello IULM e del laboratorio è sostenere il marketing, la comunicazione, i processi aziendali e le varie industrie dello spettacolo, della comunicazione, dei media, del food and beverage, su cui noi lavoriamo.

Abbiamo costituito questa SRL, uno spin off di Ateneo, e abbiamo lavorato da allora per aiutare le imprese a capire come usare l’AI. L’intelligenza artificiale è una materia vecchia che si è sempre occupata, fino al 2017, sostanzialmente di analizzare dati. Cioè quello che sapeva fare bene era analizzare dati, e quindi analizzando dati si possono fare operazioni molto utili. Si può far vincere a scacchi IBM Deep Blue contro Kasparov, insomma, si possono fare cose molto belle.

Si può, con nuovi modelli di addestramento, non più di programmazione ma di addestramento dell’intelligenza artificiale, far vincere il software AlphaGo contro il campione del gioco da tavolo “Go” (gioco strategico).

Quindi attività dove contano sostanzialmente i calcoli. Il cambiamento epocale è venuto con le intelligenze generative, che sono nate ieri.

È chiaro che quando è arrivata la AI gen siamo stati facilitati perché prima (2018/19) non era facilissimo parlare dell’intelligenza artificiale alle imprese, soprattutto alle PMI di cui è costituito il tessuto imprenditoriale italiano.

Cosa fate nel AILAB IULM?

Guido Di Fraia: facciamo formazione per le aziende e quindi formazione con progetti a vari livelli, e abbiamo trattato nel corso del tempo industrie di ogni tipo, dalla farmaceutica al consorzio della distribuzione alimentare. Non ci sono ambiti in cui l’intelligenza artificiale non si possa applicare. Poi facciamo ricerca e sviluppo di soluzioni nostre, e sosteniamo la produttività delle imprese e questo è l’aspetto che ci interessa di più. Abbiamo chiamato questo modello AlchimIA: facciamo una sorta di accompagnamento, di co-progettazione con le aziende per aiutarle a capire cosa davvero serve loro, perché l’intelligenza artificiale è talmente adatta, flessibile a poter essere impiegata per qualsiasi attività; l’idea iniziale è che se conosci bene la tua azienda, la tua realtà, la tua industry, i bisogni che possono avere i tuoi clienti interni o esterni, allora sai che cosa può fare l’intelligenza artificiale per te.

A volte le soluzioni vanno costruite e poi si scopre che è anche relativamente facile farlo, al di là della paura che le persone hanno, soprattutto gli imprenditori su cosa sia l’AI e quindi alchimIA è questo percorso di co-progettazione di soluzioni con le imprese.

Alessandra Massarelli: in questi anni abbiamo sostenuto molte asttività, potremmo raccontare degli aneddoti simpatici, perché ci sono capitati imprenditori che, iniziando a fare questo percorso, hanno capito le proprie esigenze e hanno adottato soluzioni a cui non avrebbero mai pensato. Per esempio abbiamo aiutato un’azienda che si occupa di vitivinicoltura; totalmente digiuna di tecnologia, ma che aveva l’esigenza di ripristinare il terreno originario dei propri vitigni con le erbe spontanee che li infestavano, per manentera intatte le peculiarità organolettiche del vitigno stesso. Così proponemmo di utilizzare un drone per l’analisi del terreno e dell’area; per creare una mappatura e sulla base di quella andare a ripiantare quelle erbe spontane necessarie. Il drone avrebbe prima raccolto le immagini che l’intelligenza artificiale avrebbe identificato e riconosciuto così da ricostruire il settore e valorizzare la produzione.

Qual è l’ultimo applicativo che state sperimentando?

Guido Di Fraia: Ora stiamo lavorando molto con le AIgenerative, ma soprattutto stiamo lavorando molto con questi modelli RAG (Retrieval Augmented Generation). Di qui ai prossimi mesi (e anni) sarà in assoluto quella che riuscirà a portare più valore nelle aziende.

Tecnicamente si tratta di utilizzare le intelligenze artificiali per far esplorare basi dati proprietarie. Questo detto in maniera ancor più altisonante vuol dire che l’azienda, che sia una grande impresa, l’Università, un Ministero, in teoria potrebbe avere un database di informazioni, che sono quelle che ha sempre usato e che anziché essere richiamate, andandole a cercare nei file PDF, nei regolamenti pubblicati sul sito, eccetera, si potrebbero avere queste informazioni attraverso un’interrogazione verbale. Questo è il risultato attuale delle generative, quindi ora ci stiamo lavorando molto. Oggettivamente per qualsiasi impresa, di qualsiasi dimensione, avere la possibilità di consultare cataloghi, ad esempio di bulloni, interrogando verbalbente la macchina chiedendole: “qual è il più adatto per far questo?” invece di andarli a cercare fisicamente sul sito o nel PDF, poter interrogare il database di dati o immagini o testi è una rivoluzione potentissima.

La prima volta che avete utilizzato per un’azienda tecnologia o tecnologia di alto livello, quindi intelligenza artificiale?

Alessandra Massarelli: possiamo dire che è un esperimento di marketing e comunicazione digitale che risale a qualche anno fa ed è stato abbastanza dirompente perché con l’AI abbiamo realizzato il videoclip di un successo di MINA, mentre oggi abbiamo in uscita lo spot per le barrette energetiche MATT, due esempi in continuità temporale ma con tecnologie molto più avanzate. Chiaramente la persona che ci lavora dietro ha l’idea, la creatività e tutto, però la performance della macchina e i risultati sono chiaramente di una qualità enormemente superiore.

In termini occupazionali quanto può incidere l’intelligenza artificiale o l’utilizzo dell’intelligenza artificiale? Quali figure professionali formate nei vostri corsi?

Guido Di Fraia: I nostri corsi mirano proprio a formare quella figura professionale che va a colmare il divario tra la tecnologia e chi la deve utilizzare nell’attività quotidiana, e che capisce cosa c’è bisogno di sviluppare all’interno dell’azienda: questo piuttosto che quell’altro e interviene.

Non sono data scientist, sono queste figure ibride, io li chiamo mediatori culturali, che si occupano di nuove tecnologie e forniscono soluzioni per ottimizzarle nelle imprese.

Credo che siamo l’unica, la prima Università che ha fatto questo. Il tasso di occupazione per ora è altissimo, i nostri giovani non finiscono gli stage aziendali che già sono molto operativi.

Quanto le aziende italiane sono pronte ad accogliere la nuova tecnologia?

Guido Di Fraia: Prima faccio una considerazione, le aziende non devono essere pronte ad accogliere la nuova tecnologia, le aziende devono essere pronte a continuare a fare quello che hanno sempre fatto.

Non è che ci siano grosse alternative, la concorrenza si baserà sempre di più quasi esclusivamente su questo tipo di tecnologia, quindi non possono né scegliere né decidere di aspettare. Quelli che pensano di farlo in realtà sono destinati a perdere competitività. Nella maggior parte dei casi per le piccole e medie imprese sono soluzioni già magari embeddate in piattaforme che loro comprano per fare altro, quindi non è un “mostro” da costruire ad hoc, in alcuni casi sì, fa parte delle cose che usi tutti i giorni, cioè quando usano Google dentro c’è l’intelligenza artificiale, se fanno annunci su Google c’è l’intelligenza artificiale, se fanno annunci su Facebook c’è l’intelligenza artificiale. Quindi cosa vuol dire poterlo usare o no? Non avrebbe senso. Importante è conoscerla e sapere quanto tutti possano trarne beneficio se sfruttata al massimo.

Voi siete uno dei 13 digital hub europei, cosa fate, qual’è il vostro target?

Guido Di Fraia: Sì, abbiamo vinto questo bando, siamo un ATS, siamo in 17, per cui ci sono altre 3 università e appunto 13 aziende, si chiama eMagister, un European Innovation Digital Hub che serve per aiutare appunto le imprese a capire l’IA con la parte di formazione e a implementarla perché poi si potrà arrivare fino al test before invest di una soluzione. Noi abbiamo in totale 5,2 milioni di budget., il nostro target è la formazione delle microimprese, le piccole e medie e la Pubblica Amministrazione, quindi su ciascuna di queste cose abbiamo dei KPI (Key Performance Indicators - indicatore chiave di prestazione) diversi, per cui sia per le dimensioni che per il tipo di attività. C’è interesse, anche perché la cosa importante è che le piccole e le medie imprese, soprattutto le PMI, possono beneficiare del 100% di sconto in fattura. Tutto è in sconto in fattura, quindi non devono anticipare nulla, questa cosa funziona, perché altrimenti prima bisognava investire e poi di solito arrivava il denaro, invece in questo caso arriva la fattura a zero e non si paga nulla ottenendo il servizio.

Quanto costa a un’azienda il percorso AlchimIA?

5 mila euro. Siamo un’università quindi facciamo attività sostanzialmente di progettazione, prendiamo in considerazione che ci possono volere da 3 a 5 giorni e poi restituiamo un progetto dove ci sono tutte le soluzioni possibili organizzate su un piano cartesiano dove individuiamo quelle che possono essere adatte a generare più valore, essere più o meno complesse e costare più o meno risorse, quindi poi alla fine l’azienda sceglie da dove partire e se facciamo il progetto insieme quei soldi li scontiamo dal progetto.

Cosa auspicherebbe per lo sviluppo e l’implementazione dell’IA?

Guido Di Fraia: Se intende cosa vorrei io, vorrei che uscissimo dal monopolio dei cinque grandi player che stanno detenendo il potere del globo.

Quindi auspicherei una politica europea e anche nazionale per costituire delle intelligenze artificiali potenti, open source.

Alessandra Massarelli: ... che sarebbero necessarie per una AI completa e migliore, che abbia anche altre visioni di mondo, perché chiaramente la visione di mondo che ci viene restituita dalle IAgen è quella di chi l’ha istruita.

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