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AUTOIMPRESA AL FEMMINILE: IL MICROCREDITO PER LE DONNE IN BANGLADESH E ITALIA IERI E OGGI
In questo articolo, ci proponiamo di esaminare le similitudini e le differenze tra i modelli di microcredito sviluppati nel corso del tempo in due contesti distinti: Bangladesh e Italia. Questo strumento di welfare ha preso forma grazie al sostegno, in Bangladesh della Grameen Bank e in Italia grazie al supporto dell’allora Comitato Nazionale per il Microcredito divenuto poi Ente Nazionale per il Microcredito. Due realtà, caratterizzate da storie ed economie differenti, unite da un’iniziativa di microfinanza focalizzata sugli esclusi. Di seguito, presenteremo un’analisi di queste due esperienze, mettendo in luce il grande ruolo che gioca il microcredito come strumento di emancipazione sociale ed economico delle donne.
Il ruolo del microcredito come strumento di emancipazione nei paesi in via di sviluppo
Keywords: empowerment femminile, microcredito,
inclusion finanziaria, Grameen Bank, loan officer
La parola empowerment, entrata ormai nel vocabolario comune, significa letteralmente potenziamento ed emancipazione. Diversi studiosi hanno offerto varie definizioni del termine: secondo Alsop et al. (2006), l’empowerment è la capacità di prendere decisioni efficaci e trasformarle in azioni e risultati desiderati, mentre secondo Mason & Smith (2003) è la misura in cui le persone possono controllare la propria vita. In generale, l’empowerment si esplica nel diritto di determinare le proprie scelte e il potere di influenzare la direzione del cambiamento, ottenendo il controllo su risorse materiali e non1.
Negli ultimi decenni, l’emancipazione femminile e la riduzione del divario di genere sono diventati obiettivi chiave dello sviluppo internazionale. Le donne, in particolare, già dagli anni ‘80, rappresentavano il target privilegiato per i programmi di microcredito. Tuttavia, coinvolgere quasi esclusivamente le donne, ha rappresentato una grande sfida per le istituzioni di microfinanza (IMF) soprattutto in contesti come il Bangladesh, dove le IMF si sono dovute scontrare con numerose norme culturali, come il purdah, pratica che vieta agli uomini di vedere le donne, relegandole a una posizione marginale.
Nonostante ciò, la scelta delle IMF di rivolgersi alle categorie escluse dal sistema finanziario, come le donne, è stata vincente. Fin da subito, le donne si sono dimostrate più affidabili degli uomini nella restituzione dei prestiti: nella Grameen Bank (GB) il 97% dei clienti sono donne e la banca ha un tasso di recupero prestiti che oscilla tra il 98 e 99%2.
- Risultati del Microfinance Index 2024: Empowerment, Consapevolezza e Successo del Prestito di Gruppo
I dati del Microfinance Index per il 2024 (MFI 24), sulla base di un campione di 126 IMF, situate in 45 Paesi diversi e 36.000 clienti intervistati3, hanno confermato il trend costante secondo cui i due terzi dei clienti degli istituti di microfinanza, oggetto dello studio, continuano ad essere donne e che i clienti che non rispettano i pagamenti entro i 30 giorni, rappresentano solo l’8%4.
Da un punto di vista sociale e reputazionale, i risultati evidenziano il forte legame tra la consapevolezza dei diritti da parte dei clienti e il miglioramento delle loro finanze, famiglia e autonomia. I dati suggeriscono che nel momento in cui il cliente comprende chiaramente i termini del proprio prestito e impara a segnalare molestie o trattamenti ingiusti, tende a ottenere risultati finanziari migliori e una maggiore soddisfazione complessiva. Tale consapevolezza porta a una gestione più efficace delle finanze, con aumenti del reddito e dei risparmi, una miglior capacità di prendere decisioni finanziarie e di conseguenza un rafforzamento dell’empowerment5. Da ultimo, il prestito di gruppo si è rivelato molto efficace nel migliorare la qualità della vita, reputazione sociale e capacità di decision-making6 di chi lo sperimenta.
L’esperienza moderna del microcredito e il protagonismo delle donne nel microcredito si consolida a partire dal 1976, con la fondazione della Grameen Bank in Bangladesh da parte di Muhammad Yunus, che ha rivoluzionato la pratica bancaria convenzionale rimuovendo la necessità di garanzie, creando un sistema bancario basato sulla fiducia, responsabilità e partecipazione reciproca. L’esperienza della GB ha reso evidente come l’accesso ai servizi finanziari per i più poveri, funga da catalizzatore nello sviluppo complessivo delle condizioni socioeconomiche dei ceti più poveri, agendo come potente strumento contro la povertà.
- La figura del loan officer
Sebbene la modalità del prestito di gruppo sia la più praticata dalle IMF è altrettanto cruciale evidenziare il ruolo del prestito individuale. In particolare, per i Paesi in via di sviluppo, questo tipo di prestito coinvolge la figura del “loan officer”, che ha la responsabilità di gestire l’intero processo creditizio, dall’acquisizione dei clienti alla restituzione del prestito, fino alla gestione delle situazioni di insolvenza.
Si analizzano di seguito le principali caratteristiche e responsabilità della figura del loan officer.
Nel contesto delle istituzioni di microfinanza, come nella Grameen Bank, il lavoro sul campo è fondamentale: lo staff della banca cerca attivamente i potenziali clienti, a differenza delle banche tradizionali dove sono i clienti a cercare l’istituto. Il loan officer è direttamente coinvolto nelle comunità per identificare chi non ha accesso al credito, offrendo supporto nella richiesta del prestito e valutando l’affidabilità del cliente. Nella Grameen Bank, il loan officer, oltre a valutare il credito individuale, fornisce supporto all’interno dei gruppi e si concentra sull’emancipazione femminile, cercando di migliorare le condizioni socioeconomiche delle famiglie, attraverso il prestito alle donne.
La valutazione dell’attività per cui è richiesto il prestito avviene tramite un’attività informale che può essere lunga e complessa, richiedendo visite direttamente al domicilio e all’attività del cliente.
I loan officer agiscono anche come educatori, aiutando i clienti a comprendere la loro situazione finanziaria e a migliorare la redditività. Incrociano le informazioni fornite dai clienti per evitare frodi e identificare eventuali prestiti non dichiarati presso altre istituzioni. Anche nella Grameen Bank un ulteriore ruolo del loan officer è quello dell’educatore finanziario.
Una volta completata l’analisi dell’attività, il loan officer presenta il prestito a un comitato di credito che valuta il rischio prima dell’approvazione. Questo fornisce un ulteriore livello di gestione del rischio. Certamente anche nella Grameen Bank è previsto un processo del credito ben strutturato e definito e ciascun prestito viene sottomesso a un cosiddetto center meeting che prevede come requisito fondamentale la presenza di tutti i membri per garantire la massima trasparenza e sicurezza.
A seguito dell’approvazione da parte di un comitato dedicato, il loan officer gestisce l’amministrazione del prestito, inclusa la stesura dei contratti e la documentazione necessaria.
I loan officer hanno il compito di monitorare il processo di rimborso, visitando regolarmente i clienti per garantire che il prestito venga restituito affrontando tempestivamente eventuali problematiche. Devono essere particolarmente attenti ai segnali di sovraindebitamento, evitando che i clienti assumano prestiti che non riusciranno a restituire. Nella Grameen Bank, i rimborsi avvengono settimanalmente attraverso visite frequenti, che servono a mantenere alta la motivazione al rimborso e a prevenire il rischio di insolvenza.
Oltre a queste responsabilità, il loan officer affronta anche diverse sfide. Una delle principali difficoltà è bilanciare correttamente la relazione personale con il cliente e la necessità di prendere decisioni di credito oggettive, poiché una connessione troppo stretta potrebbe portare a decisioni ottimistiche e rischiose. Un altro rischio significativo riguarda la frode, in particolare la possibilità di collusione o comportamenti fraudolenti tra il loan officer e il cliente, specialmente quando gli incentivi sono legati al numero o all’importo dei prestiti concessi. Queste dinamiche potrebbero compromettere l’integrità del processo di concessione del credito e la sicurezza finanziaria dell’istituzione di microfinanza.
Per evitare comportamenti inappropriati, le istituzioni di microfinanza adottano procedure standardizzate, come processi di credito uniformi e decisioni collettive dal comitato di credito. Inoltre, monitorano gli incentivi salariali dei loan officer, per garantire che siano allineati agli obiettivi dell’istituzione, ovvero mantenere portafogli di prestiti di alta qualità e a basso rischio, prevenendo pregiudizi e pratiche non etiche.
- Considerazioni finali
In sintesi, il loan officer oltre a svolgere un ruolo complesso e fondamentale, gestendo l’intero ciclo di vita del prestito, è anche responsabile del monitoraggio delle performance finanziarie. La sostenibilità finanziaria dell’istituto dipende dal recupero dei prestiti e dal successo degli imprenditori che li hanno ricevuti. Sebbene i prestiti siano di piccolo importo, la loro capillarità e l’efficacia nel promuovere attività economiche locali sono determinanti per l’andamento dell’istituzione.
Infine, il loan officer nella Grameen Bank ha un ruolo molto più ampio rispetto a quello tradizionale di un bancario. È un facilitatore, un educatore, un supporto psicologico e, soprattutto, una figura centrale nel successo della microfinanza poiché agisce come ponte tra la banca e le comunità vulnerabili, permettendo loro di accedere a opportunità economiche che altrimenti gli sarebbero precluse.
Il ruolo del microcredito come strumento di emancipazione in italia
Keywords: empowerment femminile, microcredito, inclusion finanziaria, Ente Nazionale per il microcredito, Tutor di Microcredito
- Introduzione: Dal gender gap
all’emancipazione femminile
L’emancipazione femminile rappresenta un processo storico e culturale fondamentale per la conquista dei diritti delle donne e la loro integrazione nella società. In Italia, questo percorso ha visto significativi progressi ma ha anche rivelato l’esistenza di un persistente gender gap, ovvero una disparità di opportunità e diritti tra uomini e donne. Negli ultimi anni il microcredito ha giocato un ruolo cruciale in questo contesto, offrendo nuove opportunità di sviluppo economico e sociale e favorendo l’accesso al credito a tutte quelle categorie svantaggiate che altrimenti non avrebbero potuto fare richiesta. Quest’anno, in occasione del ventesimo anniversario del microcredito in Italia, emerge con forza il suo impatto nel rafforzare la posizione delle donne nel panorama economico nazionale.
Studi recenti evidenziano come il microcredito contribuisca a rafforzare l’emancipazione femminile7. Più precisamente, ad esso è collegato un maggior controllo da parte delle donne sulle proprie risorse finanziarie, una maggior capacità decisionale all’interno del nucleo familiare e una maggiore autostima. In aggiunta, uno studio8 sul microcredito evidenzia che al diminuire dell’importo medio del prestito erogato dalle Istituzioni finanziarie, corrisponde un maggior accesso al microcredito da parte delle donne. Questo trova giustificazione nel fatto che i prestiti di minore importo sono più facili da ottenere e da rimborsare.
Parallelamente, anche l’educazione finanziaria rappresenta una delle chiavi per l’emancipazione femminile. In Italia, infatti, il 22% delle donne vive una condizione di dipendenza economica, e il 29,4% di esse non ha alcuna fonte di reddito, rispetto al 12,1% degli uomini9. Questi dati evidenziano le maggiori difficoltà economiche che le donne devono affrontare, spesso a causa di ostacoli nella loro carriera lavorativa e di una scarsa educazione finanziaria. Pertanto, migliorare l’educazione finanziaria è cruciale per affrontare queste disuguaglianze e per ridurre l’ansia finanziaria che colpisce il 44,7% delle donne, rispetto al 28,2% degli uomini.
È interessante notare che, sebbene l’autovalutazione della conoscenza finanziaria sia più negativa tra le donne, i test somministrati durante una ricerca11 rivelano che le donne possiedono competenze finanziarie più elevate di quanto credano. Infatti, il 38% delle donne ha un’elevata alfabetizzazione finanziaria, contro il 48,2% degli uomini. Questo suggerisce che stereotipi e convinzioni sociali possono ostacolare l’autostima finanziaria delle donne, fungendo da freno all’acquisizione di competenze.
Per affrontare queste problematiche e promuovere l’educazione finanziaria femminile, sono state avviate numerose iniziative, sia private che istituzionali. È incoraggiante notare che la domanda di educazione finanziaria è in costante crescita, in particolare tra le donne. Inoltre, il dato che il gender gap finanziario diminuisce con l’aumento del livello di istruzione dimostra come l’istruzione sia un veicolo di emancipazione.
- I dati attuali del microcredito sull’imprenditoria femminile e il progetto Microcredito di Libertà
Il microcredito in Italia nasce venti anni fa, in risposta a un appello delle Nazioni Unite per affrontare la lotta alla povertà e all’esclusione sociale e finanziaria. L’Italia fu tra i primi Paesi al mondo a raccogliere tale invito, con la costituzione del Comitato Nazionale per il microcredito diventato poi nel 2011 Ente Nazionale per il Microcredito. Nel tempo il microcredito si è affermato come uno strumento di welfare efficace per sostenere l’imprenditoria femminile in Italia. I dati indicano che le donne imprenditrici rappresentano una parte crescente del panorama economico, infatti da fonti ENM circa il 44,2% delle richieste di microcredito imprenditoriale e sociale, pervenute presso le banche convenzionate con lo stesso ENM provengono dalle donne. Ma le difficoltà di accesso al credito tradizionale continuano a limitare le loro opportunità. Il problema non è individuale ma strutturale e affonda le sue radici nella storia, nella politica e nella cultura.
In questo scenario il progetto “Microcredito di Libertà” si propone di abbattere queste barriere, offrendo educazione finanziaria e finanziamenti a condizioni favorevoli per le donne che desiderano avviare o sviluppare una propria attività. Questo strumento, risultato di un accordo tra l’Ente Nazionale per il Microcredito, il Ministero delle Pari Opportunità, ABI, Federcasse, Caritas si pone come una via di accesso concreta all’indipendenza economica per chi è più vulnerabile, come le donne vittime di violenza economica che assistite dai Centri Anti Violenza o ospiti di Case Rifugio, spesso non hanno accesso al tradizionale credito bancario. Questo è un esempio concreto di come il microcredito ha permesso alle donne di accrescere la propria indipendenza economica, aprendo la strada a nuove opportunità di crescita e di emancipazione.
- Il Tutor di Microcredito
In Italia, a differenza di altri Paesi europei, il microcredito si distingue per l’obbligo e la massima valorizzazione dei servizi ausiliari di accompagnamento quali assistenza, monitoraggio e tutoraggio somministrati ai beneficiari nelle fasi pre e post erogazione. Questi punti essenziale previsti dall’impianto normativo italiano e promossi con tenacia dall’Ente Nazionale per il Microcredito contribuisce alla realizzazione di un tasso di restituzione superiore rispetto ad altre forme di finanziamento. Dunque la politica dell’ENM valorizza i servizi ausiliari come elemento fondamentale per il successo delle piccole e medie imprese e il recupero della sostenibilità finanziaria delle famiglie. Gli operatori che offrono questi servizi si chiamano Tutor, professionisti qualificati e iscritti in un Elenco nazionale istituito dall’ENM stesso seguendo linee guida definite in collaborazione con Banca d’Italia.
La figura professionale del Tutor che accompagna le beneficiarie nel loro percorso imprenditoriale è un elemento fondamentale nel processo di richiesta del microcredito. Il tutor non solo fornisce assistenza tecnica e analisi di sostenibilità dei progetti, ma svolge anche un ruolo motivazionale, aiutando le donne a superare le difficoltà che possono sorgere lungo il loro cammino imprenditoriale. Attraverso incontri regolari, il tutor le aiuta a definire obiettivi chiari e a pianificare strategie per il successo delle loro iniziative. Dunque si viene a creare un rapporto con le beneficiarie fondato sulla fiducia così che non si sentono più sole nel loro cammino, perché possono contare su un alleato che le guida e le orienta verso il successo. Il tutor diventa, così, non solo un facilitatore di opportunità finanziarie ma anche un catalizzatore di crescita personale e professionale. In sintesi il legame speciale che si crea tra il tutor e le beneficiarie rappresenta una pietra miliare nel processo del microcredito trasformando un semplice rapporto professionale in un’opportunità di sviluppo umano e sociale.
- Considerazioni finali
L’Ente Nazionale per il Microcredito ha svolto un ruolo pionieristico nel promuovere questa forma di sostegno, aumentando l’accesso al credito attraverso il rafforzamento e la valorizzazione della figura del tutor. L’impegno continuo dell’Ente e il supporto di tutor qualificati, stanno tracciando la via per una società più inclusiva, in cui le donne possano essere protagoniste attive e consapevoli del proprio sviluppo economico. Promuovere il microcredito significa, dunque, investire nel potenziale femminile, contribuendo a creare un ambiente in cui le donne possano realizzare le proprie aspirazioni.
NOTE
1 S. Ibrahim and S. Alkire, Agency and Empowerment: A Proposal for Internationally Comparable Indicators, in Oxford Development Studies, n. 4, 2007, p. 45 - 53.
2 Grameen Bank Archives, Monthly Report in USD (December’24), 2025
3 A. Baqueiro Fuentes, N. Menon, K. Reberg, S. Dichter, S. Nair, V. Thirima, 60 Decibels Microfinance Index 2024, 2024, p. 10
4 A. Baqueiro Fuentes, N. Menon, K. Reberg, S. Dichter, S. Nair, V. Thirima, op. cit., p. 14
5 A. Baqueiro Fuentes, N. Menon, K. Reberg, S. Dichter, S. Nair, V. Thirima, op. cit., p. 31
6 A. Baqueiro Fuentes, N. Menon, K. Reberg, S. Dichter, S. Nair, V. Thirima, op. cit., p. 33
7 Cheston, S. Kuhn & L. 2002. Empowering Women through Microfinance. UNIFEM, New York, NY.; Kato, M. P., & Kratzer, J. (2013). Empowering women through microfinance: Evidence from Tanzania, ACRN Journal of Entrepreneurship Perspectives, 2 (1), pp. 31-59.
8 Bezboruah, Karabi & Pillai, Vijay., 2017. Microcredit and development: a multilevel examination of women’s participation in microfinance institutions, Development in Practice, 27(3), pp. 328-339.
9 Questi dati sono emersi durante la conferenza “Le sfide dell’empowerment finanziario femminile” tenutasi a Roma ed evidenziano la necessità di interventi mirati
10 Rapporto Edufin 2022 https://www.quellocheconta.gov.it/export/sites/sitopef/modules/quaderni_ricerca/Rapporto-Comitato-Edufin-2022-finale-nov-2022.pdf
11 https://www.quellocheconta.gov.it/export/sites/sitopef/modules/
quaderni_ricerca/Rapporto-Comitato-Edufin-2022-finale-nov-2022.pdf