Microcredito e intelligenza artificiale verso Expo 2025: innovazione sociale per un mondo più inclusivo

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di Irene Bertucci

In un contesto globale caratterizzato da trasformazioni economiche, sociali e tecnologiche sempre più rapide, emergono nuove traiettorie di sviluppo che richiedono un ripensamento delle politiche di inclusione e innovazione. In tale scenario, tre ambiti distinti ma interconnessi assumono particolare rilevanza strategica: il microcredito sociale come strumento di emancipazione economica, l’Expo 2025 di Osaka quale piattaforma di cooperazione internazionale e promozione dell’innovazione sociale, e l’intelligenza artificiale applicata ai processi di accesso al credito.

Pur operando in contesti diversi, tali elementi condividono un obiettivo comune: promuovere modelli di sviluppo più equi e sostenibili, capaci di valorizzare la centralità della persona e di ridurre le disuguaglianze strutturali.

Le origini storiche del microcredito: emancipazione e inclusione

Il microcredito nasce come strumento di emancipazione sociale, figlio dell’esperienza pionieristica di Muhammad Yunus e della Grameen Bank in Bangladesh. Questo modello, premiato con il Nobel per la Pace nel 2006, ha dimostrato come prestiti di piccola entità possano trasformare la vita di milioni di persone, soprattutto donne, permettendo loro di avviare attività imprenditoriali e uscire dalla povertà.

L’Italia, pur avendo introdotto il microcredito con un certo ritardo rispetto ad altri Paesi europei, può oggi vantare un primato unico: è l’unica Nazione del continente ad aver istituito, con una norma di legge specifica, un ente nazionale preposto al coordinamento e alla promozione del microcredito.

L’Ente Nazionale per il Microcredito (ENM), opera come ente pubblico non economico con compiti di promozione, indirizzo, agevolazione, valutazione e monitoraggio degli strumenti microfinanziari promossi dall’Unione Europea e delle attività realizzate con fondi comunitari. L’Ente, che dispone di una rete capillare su tutto il territorio e di una chiara cornice normativa, rappresenta un modello istituzionale inedito in Europa. In altri Paesi, infatti, il microcredito è spesso gestito da soggetti privati, ONG o enti pubblici locali, senza una disciplina centralizzata.

L’ENM collabora strettamente con la Banca d’Italia e coordina una rete di tutor e intermediari finanziari, assicurando supporto tecnico e accompagnamento ai beneficiari. Dal 2015 a oggi, l’ENM ha erogato oltre 431 milioni di euro, sostenendo circa 45.000 unità lavorative attraverso più di 18.000 operazioni. Il trend è in crescita: nel solo 2023 sono state garantite circa 3.200 operazioni per un valore complessivo superiore a 90 milioni di euro. L’importo medio dei finanziamenti è aumentato da 24.500 euro nel 2020 a 34.000 euro nel 2023, anche grazie alla revisione dell’importo massimo concedibile. L’età media dei beneficiari è di 37 anni: il 60% ha tra i 30 e i 50 anni, il 29% meno di 30 anni e l’11% oltre i 50.

Expo Giappone: innovazione sociale, cooperazione internazionale e arte

L’Expo di Osaka 2025, intitolato “Designing Future Society for Our Lives”, ha dato nuovo slancio alla riflessione globale sul ruolo della finanza sociale. Tra i protagonisti di questa riflessione vi è la Nippon Foundation, che ha messo in luce il potenziale dei Social Impact Bond (SIB), strumenti finanziari innovativi introdotti in Vietnam già nel 2016 in collaborazione con la Vietnam Bank for Social Policy. I SIB, che coinvolgono attori pubblici e privati, hanno mostrato come sostenibilità, replicabilità e impatto sociale possano coesistere in un’unica strategia.

Un elemento simbolico significativo sarà la presenza della Santa Sede nel Padiglione Italia, che per la prima volta nella storia degli Expo ospiterà uno spazio dedicato al Vaticano. Qui sarà esposto un capolavoro selezionato personalmente da Papa Francesco: secondo fonti ufficiali, si tratterà della Deposizione di Cristo di Caravaggio. Il progetto, intitolato “La bellezza porta speranza”, è concepito come un ponte tra spiritualità cristiana e cultura giapponese, volto a trasmettere un messaggio universale di inclusione e armonia. La bellezza, in questo contesto, diventa non solo espressione artistica, ma anche leva per l’innovazione sociale.

L’esperienza giapponese è stata oggetto di studio anche in ambito accademico: Takashi Kubota e colleghi (2019) hanno evidenziato l’importanza di creare partenariati internazionali per sviluppare forme di microcredito capaci di adattarsi ai contesti locali. L’esempio della Nippon Foundation mostra come l’Asia possa ispirare nuovi modelli di cooperazione anche in Europa, suggerendo percorsi innovativi nel segno dell’inclusione.

Intelligenza artificiale: nuova frontiera per il microcredito

L’evoluzione tecnologica ha aperto nuove prospettive per il settore del microcredito. Secondo un rapporto della Banca d’Italia (2022), il 68% degli intermediari finanziari italiani utilizza già algoritmi di machine learning per la valutazione del merito creditizio. Queste tecniche consentono di ridurre i tempi di analisi, migliorare la precisione e personalizzare l’offerta in base a dati non convenzionali, come i comportamenti digitali o le spese ricorrenti.

L’intelligenza artificiale (IA), quindi, rappresenta una risorsa strategica per supportare le microimprese che spesso non soddisfano i criteri richiesti dal credito tradizionale. Tuttavia, l’adozione dell’IA porta con sé anche potenziali criticità, esiste il rischio che gli algoritmi, se non progettati con criteri etici rigorosi, perpetuino bias sistemici, penalizzando inconsapevolmente le fasce più vulnerabili della popolazione. Tali distorsioni possono derivare dalla qualità dei dati utilizzati per l’addestramento e dalla mancanza di trasparenza nei modelli decisionali.

Per evitare queste derive, è essenziale che le istituzioni finanziarie adottino principi etici condivisi, garantendo trasparenza, responsabilità e inclusività nei processi decisionali. In questo senso, l’ENM potrebbe giocare un ruolo guida nel promuovere l’uso etico dell’IA all’interno dell’ecosistema microfinanziario italiano.

Sfide e prospettive: verso un microcredito inclusivo e innovativo

Guardando al futuro, il microcredito dovrà affrontare sfide cruciali. Da un lato, occorre rafforzare la cooperazione internazionale per definire standard etici comuni sull’uso dell’intelligenza artificiale. Dall’altro, è urgente investire nell’educazione finanziaria e digitale per colmare il divario tecnologico e rendere l’innovazione accessibile a tutti.

Secondo l’ISTAT, il 23% delle microimprese italiane resta tuttora escluso dal credito tradizionale. L’integrazione tra modelli come i Social Impact Bond e le potenzialità dell’IA potrebbe rappresentare una svolta decisiva per rispondere a questa esigenza. In questo contesto, la condivisione di buone pratiche a livello internazionale – come quelle promosse dalla Nippon Foundation – può aiutare a costruire strumenti più equi ed efficaci.

Conclusione: il microcredito tra memoria storica e sfida del futuro

Nato per rispondere a esigenze di giustizia sociale, il microcredito oggi si trova a un bivio. Dalle campagne del Bangladesh all’Expo di Osaka, passando per le esperienze italiane, il filo rosso che collega queste tappe è la tensione verso un’economia più inclusiva, sostenibile e umana.

L’intelligenza artificiale, se utilizzata con consapevolezza e responsabilità, può diventare un potente alleato per estendere l’accesso al credito e moltiplicarne l’impatto sociale. Ma la vera sfida sarà preservare l’anima sociale di questo strumento, coniugando innovazione e giustizia.

Come ricordava lo stesso Yunus, “il credito è un diritto umano”. Il microcredito del futuro sarà tanto più efficace quanto più saprà restare fedele a questa visione, portando opportunità reali dove prima c’era esclusione.

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