In tutto il mondo, il mese di ottobre è dedicato alla ricerca e alla prevenzione del tumore al seno, la più diffusa tra le neoplasie femminili e attualmente tra i più delicati ed esiziali temi di salute pubblica.
Singolare coincidenza, subito dopo, dal 31 ottobre, giornata dedicata al risparmio, e per tutto il mese di novembre, si susseguono le iniziative per la promozione dell’educazione finanziaria, volte a diffondere e accrescere le conoscenze e le competenze nella gestione del denaro e delle finanze.
Invero, una tale sincronicità può anche sottendere un legame forte e, perché no, favorire una interazione virtuosa tra due ambiti – salute della donna ed educazione finanziaria - soltanto apparentemente lontani.
La duttilità, la possibilità di utilizzo su molteplici fronti e per plurime finalità di rilievo sociale è certamente il punto di forza più importante del microcredito, disciplinato dall’articolo 111 del TUB. La peculiarità del modello risiede non soltanto nell’accesso al credito – altrimenti precluso a soggetti “non bancabili”1 – bensì piuttosto nell’accompagnamento “ad personam”, attraverso “tutor”, ovvero figure professionali specializzate che offrono strumenti di educazione finanziaria e competenze gestionali.
Da ultimo, l’aspetto che suscita maggiore interesse ai fini di un proficuo impiego in concreto dell’istituto in settori nuovi e pressoché inesplorati riguarda un profilo finora non sufficientemente valorizzato del microcredito sociale.
In particolare, si tratta del comma 3 della detta disposizione, laddove si prevedono “finanziamenti anche a favore di persone fisiche in condizioni di particolare vulnerabilità economica o sociale, purché i finanziamenti concessi siano di importo massimo di euro 10.000, non siano assistiti da garanzie reali, siano accompagnati dalla prestazione di servizi ausiliari di bilancio familiare, abbiano lo scopo di consentire l’inclusione sociale e finanziaria del beneficiario e siano prestati a condizioni più favorevoli di quelle prevalenti sul mercato”.
La norma, in combinato disposto con il D.M. n. 176/2014, consente di applicare il microcredito sociale anche per sopperire a esigenze sanitarie, posto che un sopravvenuto stato di malattia può configurare il requisito normativo delle “obiettive condizioni di bisogno”, tale che il prestito può essere utilmente impiegato per le relative spese mediche.
In questa prospettiva, è evidente da un lato la piena legittimità di progetti che, anche in via sperimentale, destinino microcredito sociale per sopperire alla condizione di vulnerabilità delle donne affette da neoplasia del seno2, per consentire loro di far fronte alla cd. “tossicità economica” che sovente consegue alla diagnosi3. Difatti, anche se i costi delle cure rimangono per la più gran parte a carico del SSN, tuttavia molto spesso le donne colpite da tumore al seno si trovano a fronteggiare una duplice vulnerabilità, sia biologica che economica, e le ripercussioni sulla vita sociale, familiare e lavorativa finiscono per tradursi in un aggravio di spese, cui sovente si accompagna l’incapacità o la ridotta capacità di produrre reddito.
Una condizione di grave difficoltà che può pure produrre conseguenze estreme e denota talvolta addirittura profili criminogeni, favorendo il ricorso a mezzi di finanziamento usurari4 o comunque contra legem, come drammaticamente emerge dalle cronache5.
Stante la gravità e diffusività del problema, per la progressiva esponenziale incidenza delle patologie tumorali6, è auspicabile un adeguato approfondimento dei profili economici, in un’ottica di prevenzione e contenimento del fenomeno.
Del resto, l’attuale temperie è molto favorevole, tenuto conto dei recenti interventi del legislatore in favore di malati oncologici, dalla recente legge sull’oblio oncologico7 alle misure di tutela del lavoro, tra cui, da ultimo, la legge n. 106 del 18 luglio 20258.
Il rimedio offerto dal microcredito sociale è già immediatamente disponibile, visto che il sopravvenuto stato di malattia oncologica può configurare a pieno titolo la condizione di vulnerabilità richiesta dalla normativa, aprendo la strada a un microcredito sanitario come strumento di supporto concreto, peraltro potenzialmente estensibile a plurimi versanti di particolare complessità.
E ancora, molto di più si può fare: le potenzialità che finora sono state messe a frutto soltanto in favore delle donne vittime di violenza, con il Microcredito di Libertà, possono ben essere adeguatamente replicate su altrettanto urgenti versanti di vulnerabilità femminile, e una prima estensione analogica può essere adoperata proprio per la casistica in questione.
Un così pregnante sostegno delle donne oncologiche, con l’accompagnamento costante di un tutor, che affianchi le beneficiarie nella gestione del bilancio familiare e nel rientro dal prestito, garantirebbe non solo la copertura delle spese, ma anche un percorso “virtuoso e prezioso” di educazione finanziaria9.
Sicuramente la funzione del tutor che segue l’iniziativa fin dal suo nascere e poi, passo dopo passo, fino alla restituzione delle somme, riveste fondamentale importanza rispetto a una destinataria che si trovi in una condizione esistenziale così delicata, e va a esplicare effetti benefici anche al di là dell’operazione economica, in sé e per sé considerata.
Oltre ad affiancare la beneficiaria nel predisporre strategie di gestione delle risorse; pianificare le spese prioritarie; prevenire l’indebitamento patologico o l’esclusione finanziaria, la funzione del tutor non si limita a garantire il corretto utilizzo delle somme erogate ma si traduce in una presenza fiduciaria, capace di attenuare l’isolamento sociale che spesso accompagna la malattia oncologica10.
In tal senso, la concessione del finanziamento presuppone un atto di fiducia nei confronti della sovvenuta11 quanto mai confortante, poiché ella non viene intesa come un “peso sociale”, che deve essere aiutato ma - con un approccio ben diverso dalle politiche assistenzialistiche - è considerata meritevole della concessione di un credito e quindi di una visione lungimirante, che va oltre la malattia.
In questo quadro, il tutor diventa un “compagno di viaggio” che aiuta la beneficiaria a non fermarsi alla contingenza dell’emergenza clinica, ma a prefigurare la guarigione e il reinserimento sociale e professionale.
Ne consegue che, applicato alle donne oncologiche, il microcredito non si esaurisce in una misura economica, ma diventa strumento di educazione finanziaria e resilienza e il tutor assume il ruolo di facilitatore di “resilienza finanziaria”.
Parimenti, l’educazione finanziaria diventa parte integrante del percorso di cura, al pari della riabilitazione fisica e del sostegno psicologico.
E il microcredito assurge a misura non di mero e passivo assistenzialismo, bensì di welfare generativo, e riesce a esplicare al meglio la peculiare vis attuativa di valori costituzionali super-primari, per l’attitudine a realizzare finalità solidaristiche e di promozione del pieno sviluppo della persona in attuazione degli obiettivi programmatici posti dall’articolo 3 della Costituzione a fondamento del sistema12.
NOTE
1 ANDREONI A., SASSATELLI M., VICHI G., Nuovi bisogni finanziari: la risposta del microcredito, Bologna, 2013, 36 ss.
2 V. “Donne, Microcredito, tutela della Salute. È tempo di un nuovo Welfare”, su Microfinanza, n. 48/2023, XI; “Donne, tumore al seno e tossicità finanziaria: è tempo di un nuovo Welfare”, in Sanità24 – Il Sole 24 Ore, 20 marzo 2024.
3 FORTUNATO L., Tossicità economica e sociale per le donne con tumore al seno: un problema emergente, in Il Sole 24 ore – Sanità 24, 22 marzo 2023, pag. 16. Il tema della “financial toxicity” è emerso di recente negli Stati Uniti, laddove l’assenza di welfare sanitario comporta un elevatissimo rischio economico per i cittadini che incorrano nella patologia oncologica.
4 V. “La lotta all’usura passa attraverso l’inclusione. Gli strumenti microcreditizi in funzione di prevenzione e contrasto del credito illegale”, in Microfinanza, n. 27/2019, VII.
5 https://corrieredelveneto.corriere.it/notizie/venezia-mestre/cronaca/25_settembre_14/comincia-a-coltivare-marijuana-per-fare-un-po-di-soldi-la-mia-compagna-aveva-un-tumore-mi-servivano-per-pagare-le-cure-il-b5505387-de36-4585-97d2-a2c55f60fxlk.shtml
6 V. i dati riportati in “Contrasto della tossicità finanziaria e sussidi per le donne con tumore al seno”, in Microfinanza, n. 59/2025, XIII.
7 Legge 7 dicembre 2023, n. 193 “Disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche”.
8 Legge 18 luglio 2025, n. 106, recante “Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche”.
9 Amplissima la letteratura sul tema, ex plurimis, v. GUERINI C.- MASCIANDARO D., L’educazione finanziaria tra mercato e Stato: analisi economica e caso italiano, in Bancaria, 2024, 1, 2 ss.; NOVARESE M., Educazione finanziaria e regolamentazione: riflessioni di economia cognitiva, in An. Giur. Econ., 2012, 1, 97 ss.; TAGLIAVINI G. - RONCHINI B., Uno studio empirico circa il livello di educazione finanziaria in Italia (Financial education: Empirical evidence for Italy), in Banca impr. soc., 2011, 1, pp. 49-73; ZADRA G., L’educazione finanziaria come motore di sviluppo, in Bancaria, 2007,10, 18 ss.
12 V. ZADRA G., L’educazione finanziaria come motore di sviluppo, in Bancaria, 2007,10, 18 ss.
10 V. “Contrasto della tossicità finanziaria e sussidi per le donne con tumore al seno”, in Microfinanza, n. 59/2025, XIII.
11 CENCINI A.- BORGHI M., “Per un contributo allo sviluppo del microcredito”, Padova, 2010, pag. 137.
12 “Microcredito, inclusione sociale e lotta alla povertà. L’importanza di un inquadramento costituzionale”, in Microfinanza, n. 23/2018, VI.
