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EDUCAZIONE FINANZIARIA A SCUOLA
EDUCAZIONE FINANZIARIA A SCUOLA
LO STATO DELL’ARTE IN ITALIA
Francesco Verbaro | Presidente FormaTemp
Il Rapporto della Federazione bancaria europea (EBF) del 2015 riporta lo stato dell’arte dell’educazione finanziaria nei diversi Paesi dell’Unione. Per l’Italia si afferma che non è ancora stata varata una strategia nazionale dedicata, ma si cita il protocollo di intesa tra MIUR e Banca d’Italia (Consorzio Patti Chiari) le cui attività sono state prese in carico dalla neonata Fondazione per l’Educazione finanziaria (fine 2014) che le promuove assieme all’Agenzia delle Entrate, la Guardia di Finanza e la Fondazione Rosselli.
Il Protocollo prevede l’inclusione dell’educazione economica e finanziaria nel piano nazionale d’istruzione (materie curricolari) e l’attuazione dei progetti di educazione finanziaria da parte di queste cinque istituzioni a stretto contatto con il MIUR. Il Rapporto evidenzia come, purtroppo, a causa dell’assenza di una strategia nazionale ufficiale, i programmi di educazione finanziaria non abbiano un percorso comune riguardo a obiettivi, schemi e formulari di valutazione. Pertanto, ciascuna istituzione può scegliere e adottare i propri contenuti, strumenti e metodologie; come pure, può decidere se monitorare i risultati e, nel caso, quali risultati monitorare. Tra le buone prassi realizzate, tuttavia, il Rapporto riporta proprio la creazione da parte del settore bancario della “Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio” partecipata da autorità nazionali, servizi finanziari, associazioni dei consumatori e formatori/ insegnanti.
La Fondazione è chiamata ad accogliere in sé enti pubblici e privati attivi nella promozione di programmi e iniziative di educazione finanziaria affinché si realizzi un coordinamento nazionale tra gli stakeholder interessati e si condividano esperienze di successo, nonché si pervenga a un uso intelligente delle risorse disponibili. In linea con le conclusioni del Rapporto europeo, la Fondazione è tra i firmatari della “Carta d’intenti per “l’Educazione economica come elemento di sviluppo e crescita sociale” sottoscritta il 10 giugno 2015 tra il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) e una serie di istituzioni pubbliche e private1. La Carta ricade tra le attività comprese dalla Riforma “La buona scuola” di cui alla legge 13 luglio 2015, n. 107 laddove quest’ultima prevede il potenziamento delle conoscenze in materia economico-finanziaria tra gli obiettivi prioritari delle iniziative di accrescimento dell'offerta formativa2. La Carta d’intenti contempla tra i propri obiettivi la definizione di una strategia di livello nazionale per migliorare la cultura finanziaria dei giovani. Educazione, sensibilizzazione, conoscenza e consapevolezza dell’agire economico sono le parole chiave dell’accordo.
1 Tra i firmatari della Carta di Intenti: Ministero dell’economia e finanze, Corte dei conti, Banca d’Italia, Consiglio di presidenza della Giustizia tributaria, Guardia di Finanza, Agenzia delle entrate, Equitalia, ABI, Unioncamere, Associazione nazionale per lo studio dei problemi del credito, Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio, Fondazione Rosselli. Per consultare l’atto v. link http://istruzioneer.it/wp-content/uplo- ads/2015/10/carta_d_intenti_legalita_economica-1.pdf . 2 cfr. art. 1 comma 7 della legge 107/2015.
Il fine ultimo è mettere i giovani nella condizione di compiere nella propria vita attuale e futura le scelte più funzionali alle esigenze della collettività. L’approccio sembra essere finalmente quello corretto se, come già si è avuto modo di osservare su queste pagine3, sono proprio i giovani e i loro docenti che devo- no avvicinarsi con sempre più slancio ed interesse agli argomenti di attualità che non possono prescindere dall’economia, tematica e problematica costantemente presente.
Inoltre, dato l’aumento della segmentazione e della complessità dei prodotti e servizi finanziari4 è necessario ideare e implementare specifici programmi di formazione per i docenti affinché i giovani vengano coinvolti in maniera pro-attiva promuovendo politiche di educazione finanziaria volte a migliorare la tute- la dei consumatori nei mercati finanziari complessi e spesso irresponsabili, poiché continuano a non fornire in maniera adeguata le informazioni circa i rischi connaturati ai prodotti offerti. La prevenzione delle sofferenze bancarie passa inoltre da una buona formazione ed educazione finanziaria, che possono rendere altresì più piacevoli gli studi della matematica.
L’impegno dei firmatari è quello di condividere i programmi educativi in atto e le esperienze maturate sui temi dell’economia, della legalità, della finanza e del risparmio, al fine di favorire l’integrazione delle iniziative di educazione alla cittadinanza economica e alla legalità. Inoltre, il coordinamento dovrà offrire di anno in anno una proposta complessiva di programmi di formazione per le Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, e garantire lo sviluppo di competenze utili per i docen- ti che dovranno sviluppare i progetti formativi volti a istillare nelle nuove generazioni, una forte cultura della legalità, della cittadinanza e del bene comune. Se si può fare un appunto all’impianto della Carta è quello di non aver incluso tra gli obiettivi dell’accordo il particolare valore dell’educazione economica (e finanziaria) per la dimensione personale dell’individuo. Se, infatti, sono importanti le dimensioni dello sviluppo e della crescita sociale, non di meno lo è quello della proiezione di sé del giovane rispetto al futuro e alle sue aspettative economiche e previdenziali. Lo stesso richiamo del MIUR alla necessità di favorire nei giovani la conoscenza dei principi costituzionali attraverso idonei percorsi di formazione esclude, dagli articoli richiamati (tutti significativi quanto a principi e obiettivi), l’art. 47, dedicato al risparmio e alla sua tutela da parte dello Stato, compreso il comportamento responsabile nell’investimento in proprietà e azionariato.
Potrebbe essere utile ampliare il numero dei soggetti i firmatari, come previsto dall’art. 7 della Carta, con l’ingresso di soggetti che si occupano di previdenza pubblica e privata, dall’INPS alla COVIP, alle Associazioni delle Casse di previdenza privata, affinché i giovani possano sviluppare una capacità previsionale strategica rispetto alle condizioni del mercato del lavoro attuale e del futuro. Non possiamo, infatti, ignorare che i percorsi lavorativi e previdenziali dei giovani sono già, e saranno sempre più, contrassegnati da una forte “instabilità” e “variabilità” sia nelle esperienze lavorative sia nelle tipologie contrattuali, con l’alternanza di periodi a elevata o bassa capacità di risparmio anche, e soprattutto, “contributivo”. Nel sito web della Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio è citata la previdenza complementare, ma non ne sono sviluppati i contenuti. Cultura finanziaria e cultura previdenzia le sono due temi fortemente legati. Con una circolare inviata a inizio anno scolastico 2015/16 ai direttori e sovrintendenti degli uffici scolastici territoriali, il MIUR ha illustrato le iniziative didattiche attivate in tema di economia, finanza e legalità fiscale alle quali le scuole possono aderire5. È stata avviata in tal modo quell’attività di coordina- mento, che la Carta di Intenti affida al Ministero, sulle attività formative attivate nelle diverse scuole su que- sti temi. Gli impegni presi dal Ministero in questo senso sono così in gran parte rispettati, pur mancando le missive alle associazioni degli studenti (consulte provinciali, Forum nazionale delle associazioni studentesche) e dei genitori. Nel prossimo futuro il MIUR procederà a verificare l’efficacia dei programmi realizzati da soggetti pubblici e privati e a sostenere la programmazione nelle singole scuole di attività specifiche volte a integrare l’offerta formativa con attività su questi temi.
Certamente occorrerà prevedere forme di coinvolgimento più efficaci dei docenti e per questo un approccio multidisciplina- re che coinvolga le altre materie studiate in aula, non solo matematica, ma, ad esempio, storia o filosofia. La nota trasmessa dal MIUR agli uffici scolastici è accompagnata da alcune schede illustrative dei programmi oggetto dell’offerta formativa di specie nell’anno scolastico 2015/16. Si tratta di quattro programmi edu- cativi realizzati dalla Banca d’Italia, dalla Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio, dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia per le entrate. Il piano disegnato dalla Carta d’intenti per “l’Educazione economica come elemento di sviluppo e crescita sociale” è molto ambizioso per il Paese. Il suo successo, ossia la definizione di una strategia nazionale unitaria di “alfabetizzazione-finanziaria”, potrà essere garantito solo se saranno mantenuti gli impegni di coordinamento delle attività formative realizzate nei diversi territori, e se saranno costantemente monitorati e valutati gli esiti di tali attività. Al momento è stata condotta (giugno-agosto 2015) una rilevazione tra tutti i soggetti che hanno promosso iniziative e programmi di educazione finanziaria in Italia. La Fondazione Rosselli ha coordinato l’attività di rilevazione realizzata con Banca d’Italia, Consob, Covip, Ivass, Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio e Museo del Risparmio. Si attende la pubblicazione dei risultati dell’indagine per capire se l’insieme delle attività di educazione finanziaria previste dal piano di lavoro della Carta di intenti, e quelle che saranno altresì realizzate, sono all’altezza della sfida posta dalla Carta e oltre questa (se è vero che gli italiani mostrano comportamenti virtuosi nel risparmio e una buona padronanza dei concetti di base della finanza ma, ancora, una scarsa familiarità nel calcolo numerico, ossia l’interesse semplice, e una limitata consapevolezza del funzionamento del sistema di capitalizzazione degli interessi (Cfr. “Indice di Competenza Finanziaria”, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università degli Studi di Milano Bicocca, Invalsi, Consorzio PattiChiari).
3 F. Verbaro, Educare alla Finanza. Una sfida per le istituzioni, un dovere verso le nuove generazioni , in “Microfinanza”, Anno 3, numero 10, 2015. 5 Si tratta della nota prot. 6014 del 5 ottobre 2015 a firma del Direttore generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione del 4 Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, v. link http://www.istruzione.it/allegati/2015/prot6014_15.pdf. All’interno Conto Corrente, Bancomat, Carta di Credito, Mutuo, Prestito Personale, RC Auto, RC Capofamiglia, Polizza vita e infortuni, Polizza malattia, Rispar- mio/Investimento, ecc. della nota la descrizione sintetica dei programmi educativi proposti per l’AS 2015/2016 e, in allegato, la scheda descrittiva di dettaglio e le modalità di adesione.
I PROGRAMMI EDUCATIVI DELL’AS 2015/2016
"Educazione finanziaria nelle scuole" - Progetto promosso da Banca d'Italia, ispirato a una didattica per competenze e orientato allo sviluppo di abilità comportamentali degli studenti per compiere consapevolmente scelte finanziarie quotidiane e di più lungo periodo. I programmi formativi rivolti alle scuole di ogni ordine e grado riguardano: moneta e strumenti di pagamento, stabilità dei prezzi, sistema finanziario e, per le sole scuole secondarie di secondo grado, la responsabilità civile da circolazione stradale.
L'offerta formativa è integrata da ulteriori iniziative di sensibilizzazione e ludiche, in particolare in materia di circolazione monetaria e politica monetaria, che da alcuni anni costituiscono una componente importante della collaborazione nel campo della cultura finanziaria tra il MIUR e la Banca d'Italia (scheda descrittiva - alI. 1). "Economi@scuola" - A cura della Fondazione per l'Educazione Finanziaria e al Risparmio il progetto è incentrato sull'uso consapevole del denaro e sulla cittadinanza economica e si basa su una metodologia didattica innovativa e su un approccio valoriale al tema dell'economia e della finanza (scheda descrittiva - alI. 2). "Fisco a scuola" - Progetto a cura dell'Agenzia delle Entrate diretto a migliorare la cultura contributiva, promuo- vere la legalità fiscale e sensibilizzare i contribuenti di domani sull'importanza di un comportamento fiscalmente corretto quale modalità di partecipazione dei cittadini alla realizzazione e al funzionamento dei servizi pubblici (scheda descrittiva - alI.4).
A queste iniziative si accompagnano le attività degli altri soggetti firmatari della Carta che operano nell’ambi- to della didattica connessa ai temi dell’economia finanziaria e della legalità in alcuni casi rivolte solo ad alcuni territori. In breve: l’ANSPC6 in Calabria realizza negli Istituti superiori un progetto sulla cultura finanziaria come base dell’educazione civica; il Consiglio di Presidenza della Giustizia tributaria e l’Università di Torino attuano in Piemonte, Emilia Romagna e Toscana un’azione sull’educazione alla legalità fiscale; la Fondazione Rosselli svolge in Piemonte una ricerca-azione per lo sviluppo del curriculum di cittadinanza economica; Equitalia si rivolge al mondo accademico con un progetto sullo sviluppo della legalità fiscale. Unioncamere si orienta all’educazione degli studenti delle scuole superiori con attività di formazione all’impren- ditorialità e alla legalità nella gestione delle nuove imprese; la Corte dei Conti realizza un progetto nella scuola primaria e secondaria sulla tutela che parte dall’Unione europea sulle frodi; l’Albo dei promotori finanziari che coinvolge gli allievi della scuola primaria con un progetto sul risparmio consapevole (vedi allegato 5 della nota del MIUR).
6 Associazione nazionale per lo studio dei problemi del credito.