invitalia: finanziare attività per sostenere la crescita Del paese
di EMMA EVANGELISTA
Invitalia è l’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo, di proprietà del Ministero dell’Economia. Dà impulso alla crescita economica del Paese, punta sui settori strategici per lo sviluppo e l’occupazione, è impegnata nel rilancio delle aree di crisi e opera soprattutto nel Mezzogiorno. Gestisce tutti gli incentivi nazionali che favoriscono la nascita di nuove imprese e le startup innovative. Finanzia i progetti grandi e piccoli, rivolgendosi agli imprenditori con concreti piani di sviluppo, soprattutto nei settori innovativi e ad alto valore aggiunto. Offre servizi alla Pubblica Amministrazione per accelerare la spesa dei fondi comunitari e nazionali e per la valorizzazione dei beni culturali. È Centrale di Committenza e Stazione Appaltante per la realizzazione di interventi strategici sul territorio. Invitalia è l’organismo che si occupa dell’erogazione dei fondi del progetto SelFiemployment, che nella nuova progettualità operativa dal 22 febbraio 2021, finanzia con prestiti a tasso zero fino a 50.000 euro l’avvio di piccole iniziative imprenditoriali, promosse da NEET, donne inattive e disoccupati di lungo periodo, su tutto il territorio nazionale. L’incentivo è gestito da Invitalia nell’ambito del Programma Garanzia Giovani, sotto la supervisione dell’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro (ANPAL) e con il concorso tecnico dell’Ente Nazionale per il Microcredito. Microfinanza ha intervistato Daniela Patuzzi, responsabile service unit occupazione1 area incentivi e innovazione, per avere novità sul progetto.Dottoressa Patuzzi, noi come Ente Nazionale per il Microcredito siamo orgogliosi di aver potuto prender parte a questo grande progetto di Selfiemployment, un progetto che nasce nell’alveo di Garanzia Giovani che viene gestito in parte da Anpal e che utilizza Invitalia come strumento operativo e concreto per realizzare grandi progetti. Volevamo fare il punto su questo progetto Selfiemployment che ha visto la sua nascita nel 2016 e che oggi ha subito anche una trasformazione. Intanto raccontiamo un po’ di questo progetto e dei dati che lo hanno portato a diventare best practices Europea. Il vecchio avviso Selfiemployment che nasce nel 2016 e si conclude a febbraio di quest’anno ha visto una grossa partecipazione di giovani Neet, sono arrivate infatti 4578 domande. Se consideriamo che il target Neet è un target debole per definizione è chiaro che possiamo essere ben contenti. Abbiamo finanziato 1260 imprese circa, da questo si evince che il tasso di ammissione non è stato eccezionale perché chiaramente la qualità delle proposte progettuali non è sempre stata brillante, però ripeto abbiamo a che fare con un target giovane e particolarmente debole, quindi questi risultati vanno letti in questa chiave. Se poi pensiamo che abbiamo attivato 42 milioni di investimenti, abbiamo già erogato 30/31 milioni di finanziamenti e che ci attendiamo un’occupazione stimata a regime di 1800 persone, direi che i risultati sono notevoli. I dati sono quindi molto confortanti per quello che riguarda il vecchio progetto Selfiemployment, adesso questo progetto nella nuova call ha subito una nuova trasformazione che include anche donne e disoccupati di lungo corso, perché l’Europa continua a chiedere all’Italia più occupazione. Come cambierà questo progetto? A febbraio 2021 abbiamo pubblicato questo nuovo avviso decisamente migliorativo rispetto al precedente, non solo per l’ampliamento del target, infatti pur mantenendo il target Neet fino ai 29 anni di età, abbiamo ampliato anche alle donne inattive e ai disoccupati di lunga durata senza limiti di età. Il nuovo avviso è migliorativo anche in altri sensi, abbiamo migliorato, snellito l’iter, inserito il colloquio di valutazione, abbiamo allungato il periodo di grazia per l’avvio del piano di ammortamento, sono migliorate anche le condizioni di erogazione per la formula con i prestiti, insomma ci sono sostanziali miglioramenti. E devo dire che la risposta che stiamo avendo in termini di domande ricevute nei primi tre mesi, ci fa credere che siamo sulla strada giusta, infatti abbiamo già ricevuto circa 500 domande, quindi abbiamo raddoppiato più o meno il tiraggio rispetto al vecchio avviso Selfiemployment. Con un riscontro eccezionale sul fronte delle donne inattive che rappresentano circa il 52% delle domande pervenute. Se consideriamo che già nel precedente avviso avevamo un 42% di donne Neet e aggiungiamo quindi alle donne inattive la percentuale di Neet donne e la percentuale di disoccupati donne, ormai i 2/3 dei proponenti Selfiemployment è donna e quindi siamo riusciti a intercettare evidentemente una domanda di autoimprenditorialità che non trovava risposte altrove ed essendo anch’io donna sono molto contenta. Diciamo che è uno strumento validissimo e soprattutto in questo periodo in cui si parla di gender gap e sostenzialmente di uguaglianza di retribuzione, il poter dare l’opportunità a delle donne di “auto impiegarsi” e quindi di essere libere nello scegliere la propria professione e di portarla avanti è importantissimo, soprattutto è uno strumento che in questo momento può essere utile non solo a livello economico sostanziale ma anche promozionale. Questo ci chiedono tutti, questo ci chiede l’Europa, ma non solo a chiacchiere e soprattutto durante il periodo pandemico noi abbiamo visto una forte contrazione del lavoro femminile. Ma ci racconti come può fare una donna ad accedere a Selfiemployment. Innanzitutto bisogna tener conto che Selfiemployment di fatto finanzia tutti i settori compreso il commercio e le attività in franchising. Il commercio di solito non è contemplato dalle misure agevolative quindi diciamo è un plus sostanziale per il target femminile, non finanzia agricoltura, allevamento, lotterie e case da gioco ma insomma più o meno sono ammessi quasi tutti i settori, offre quindi un ampio bacino di possibilità. E offre un mutuo a tasso zero senza garanzie, rimborsabile in 7 anni, finanziando l’intero programma di spesa che deve essere autoconsistente. Quindi gli investimenti, il capitale circolante, anche in minima parte le ristrutturazioni. Quindi una donna che ha un’idea imprenditoriale può di fatto presentare domanda per il suo progetto attraverso la piattaforma on-line dedicata, sul portale Invitalia. La documentazione da presentare è molto semplice e molto snella così come l’intera procedura di valutazione e anche la fase attuativa. Ovviamente l’altro valore aggiunto di questa misura agevolativa sono i servizi che accompagnano i beneficiari in tutto il processo, nella fase precedente alla presentazione della domanda, grazie all’Ente Nazionale per il Microcredito e quindi ad un supporto per la presentazione della domanda e poi una volta che si viene ammessi all’agevolazione, Invitalia offre sempre gratuitamente un servizio di tutoring che supporta lo Start Up per i primi 2 anni dall’ammissione alle agevolazioni. Il percorso Yes Start Up è un percorso facoltativo ma io lo consiglio vivamente perché oltre a essere molto utile perché oggettivamente si riceve un aiuto sostanziale nella predisposizione della domanda di ammissione alle agevolazioni, consente anche di avere una premialità nell’attribuzione dei punteggi della valutazione. Questo progetto è di facile utilizzo per riuscire a concretizzare la propria idea, secondo Lei, ci ha facilitati in qualche modo nella produzione, nella realizzazione di imprese, nonostante il crollo economico dovuto alla pandemia? Sicuramente abbiamo vissuto un momento molto difficile in cui ci siamo dovuti tutti un po’ reinventare nel modo di lavorare e non tutte le attività sono riuscite ad essere resilienti e a trovare una via per continuare a lavorare in questa situazione pandemica. Tuttavia la pandemia ci ha insegnato la resilienza e ci ha insegnato anche ad ottimizzare l’utilizzo di tecnologie che erano già disponibili, pensiamo ad esempio al servizio di tutoraggio che grazie alle piattaforme online, tipo skype, ha potuto essere addirittura rafforzato in questa fase e ciò che abbiamo imparato a fare in questa fase di pandemia, rimarrà un patrimonio da qui in poi. Inoltre voglio dire una cosa è evidente che siamo alla vigilia di un boom economico post pandemico, esattamente come il dopoguerra. Quindi io sono convinta che ci sarà una forte domanda di autoimprenditorialità e le aziende potranno godere di un momento particolarmente felice. Inoltre voglio aggiungere che le nostre procedure sono talmente snelle che nel giro di un paio di mesi, ma anche meno, riusciremo a dare l’esito della valutazione, che se positiva consente di avere l’erogazione direttamente sul conto corrente in un tempo rapidissimo, un mese, un mese e mezzo, quindi è tutto molto snello e consente di cogliere anche l’attimo sicuramente felice che ci attende. Io la ringrazio per questa ventata di ottimismo che è molto importante perché proviene direttamente da una persona che si occupa cocretamente di quello che è il finanziamento all’impresa. Ci ha prospettato un futuro roseo soprattutto per coloro che vogliono accedere al finanziamento e ci ha spiegato anche che i tempi sono molto limitati per l’accesso ai fondi e questo ci dà l’idea di una possibilità di una ripresa a breve termine. Per focalizzare l’attenzione soprattutto sulle attività di tutoraggio posteriori alla creazione dell’impresa che è un servizio che Invitalia offre gratuitamente e che soprattutto penso sia molto agevolante per coloro che investono. In effetti, noi italiani abbiamo una passione per la burocrazia e di certo la burocrazia non aiuta un’impresa in start up se poi consideriamo che Selfiempolyment gestisce Fondi Comunitari dobbiamo sottostare anche a tutta una serie di procedure. Ora queste non devono spaventare proprio perché c’è un tutor che aiuta a districarsi nella produzione della documentazione per ottenere nel miglior modo possibile, nel modo più rapido possibile, le erogazioni e concretizzare lo Start Up. A suo avviso cosa nella collaborazione con l’Ente Nazionale per il Microcredito è stato più utile in questo progetto di Anpal e Invitalia? L’Ente è stato un fondamentale collettore di domanda ed è un punto di riferimento per noi solido, sicuramente abbiamo imparato a lavorare insieme, condividendo le informazioni in modo da poter allineare l’offerta di formazione e di supporto dell’Ente Nazionale per il Microcredito a quelli che sono i nostri criteri di valutazione. Per cui secondo me abbiamo fatto veramente un bel percorso insieme e mi attendo moltissimo da questa nuova fase, perchè abbiamo potuto fare un bel rodaggio con il vecchio avviso e sono certa che con il nuovo andremo ancora meglio, non solo consolidando il ruolo dell’Ente come collettore di domanda ma anche funzionalmente a migliorare la qualità della progettualità che viene espressa e quindi chiaramente aumentare il tasso di ammissione che mi piacerebbe fosse il 100% per i progetti che arrivano attraverso Yes I Start Up.