UN'EUROPA PIÙ VICINA AI CITTADINI
UN'EUROPA PIÙ VICINA AI CITTADINI
< >A cura di SILVIA PODDA
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PREMESSA
Il confronto partenariale per la programmazione della politica di coesione rappresenta un momento importante per gli Stati membri1, esso è esplicitamente previsto dal Codice di condotta europeo del partenariato (ECCP) nell’ambito dei fondi strutturali e di investimento europei (SIE), introdotto dal Regolamento delegato (UE) della Commissione n. 240/2014, nella cui introduzione si legge:
“Il partenariato rappresenta un evidente valore aggiunto nel garantire l’efficacia dell’attuazione dei fondi strutturali e di investimento europei (SIE). Esso accresce l’impegno collettivo e la responsabilità delle politiche dell’Unione, aumenta le conoscenze, competenze e pareri disponibili nella programmazione e attuazione di strategie e assicura una maggiore trasparenza nei processi decisionali.”
La condivisione di idee, progetti, esperienze con gli attori istituzionali, economici e sociali che partecipano alla programmazione della politica di coesione, che è la principale politica di investimento dell’Unione Europea, appare chiaramente un arricchimento nella definizione delle strategie che si vogliono definire per la crescita del sistema Paese. Infatti, la politica di coesione (o politica regionale europea), promuove lo sviluppo equilibrato dei diversi territori dell’Unione. In particolare, essa è tesa a superare il divario tra i diversi livelli di sviluppo delle varie regioni e il ritardo delle regioni meno favorite, e ciò avviene attraverso il rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale: accrescimento della competitività tra le imprese, creazione di condizioni favorevoli alla crescita economica, creazione di nuovi posti di lavoro, in generale, miglioramento della qualità della vita dei cittadini degli Stati membri2.
La modalità attraverso cui avviene il confronto partenariale per il periodo 2021-2027, è l’istituzione di 5 Tavoli, ognuno dei quali è competente per il proprio Obiettivo di Policy (OP):
I LAVORI DEL TAVOLO 5
Il Tavolo 5 è dedicato all’Obiettivo di policy (OP) “Un’Europa più vicina ai cittadini”. Il coordinamento tecnico del Tavolo è affidato ad Amministrazioni centrali, a Regioni e a Comuni, vedi Tabella 1.
Finora, si sono svolte tre riunioni del Tavolo: il 28 maggio, il 18 giugno e il 16 luglio. Il 24 settembre e il 3 ottobre sono previste le ultime due riunioni del Tavolo, inoltre sono stati calendarizzati due ulteriori incontri in plenaria, comuni a tutti gli Obiettivi di Policy: il 15 ottobre è previsto un focus sul Mezzogiorno, e il 22 ottobre si svolgerà la plenaria conclusiva. Anche il Tavolo 5, così come previsto per gli altri Tavoli, al termine di lavori elaborerà un documento conclusivo che fornirà un utile contributo programmatico all’Accordo di Partenariato dell’Italia per il periodo 2021-2027.
L ’Obiettivo di policy 5 è finanziato dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR) ma date le sue specificità, sono in fase di definizione possibili aperture al Fondo Sociale Europeo (FSE). Tale Obiettivo di policy è declinato in due obiettivi specifici (OS) simmetrici per aree urbane e non urbane:
• promuovere lo sviluppo sociale, economico e ambientale integrato a livello locale, il patrimonio culturale, il turismo e la sicurezza nelle aree urbane;
• promuovere lo sviluppo sociale, economico e ambientale integrato a livello locale, il patrimonio culturale, il turismo e la sicurezza in territori diversi dalle aree urbane.
Nell’OP 5 rientrano tutte le tipologie di interventi di sviluppo locale che per la loro attuazione prevedono l’utilizzo di strumenti e strategie territoriali, si tratta di
una importante novità rispetto alla programmazione 2014-2020 attualmente vigente, vi è una vera e propria inversione di rotta:
“L’Italia ha un’ampia diversità geografica di “territori” (urbani, metropolitani, rurali, ma anche costieri, insulari, di montagna) con un elevato grado di complessità, potenziale e sfide. Le strategie territoriali devono essere attuate in sinergia con gli altri obiettivi politici, con il fine primario di promuovere lo sviluppo economico e sociale delle zone più colpite dalla povertà. Sono pertanto necessari investimenti a livello territoriale, in termini di aree funzionali: le aree funzionali metropolitane devono affrontare le sfide legate alla povertà, causate anche dall’effetto “agglomerazione” e dalle tendenze demografiche; le aree urbane medie devono sviluppare modalità innovative di cooperazione per migliorare il loro potenziale economico, sociale e ambientale, tenendo conto dei gruppi più vulnerabili; le zone interne che si trovano ad affrontare le sfide demografiche e la povertà devono migliorare la qualità dei servizi di interesse generale. Nel contesto delle strategie territoriali sono anche necessari investimenti per promuovere il patrimonio culturale e dare sostegno alle imprese nel settore culturale e creativo, con particolare attenzione ai sistemi di produzione locali e ai posti di lavoro radicati nel territorio, anche attraverso la cooperazione territoriale 3”
Appare evidente l’intenzione di fornire strumenti e strategie flessibili per il raggiungimento dell’obiettivo prioritario che è lo sviluppo locale. Viene riconosciuta la grande diversità geografica dei territori italiani che rappresenta, al tempo stesso, una sfida e un’opportunità. Gli strumenti messi a disposizione per la programmazione 2021-2017 sono contenuti negli artt. 22-23 della proposta di CPR 2021-2027 (Testo compromesso del Consiglio) e descritti nella tabella 2.
Ampio spazio viene in questo modo riservato alle iniziative locali, che saranno frutto della concertazione tra gli attori istituzionali, economici e sociali del territorio cui è diretto l’intervento.
Data la forte connotazione territoriale dell’OP 5 sarà possibile programmare interventi che attivino misure
nell’ambito dei diversi Obiettivi di Policy (OP 1, OP 2, OP , 3, OP 4) e che assicurino l’integrazione dei Fondi strutturali europei (come il FESR, FSE + per esempio), dei Fondi nazionali come il Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), e di altri Fondi europei settoriali (come per esempio il Fondo Asilo e migrazione – AMF). Viene, inoltre, lasciata aperta la possibilità di programmare e realizzare interventi in ambiti tematici non coperti dagli altri OP: patrimonio culturale, sicurezza e turismo. La finalità dell’OP 5 potrebbe riassumersi in una frase:
“fare tutto quello che serve” per lo sviluppo locale4
IL CONTRIBUTO OFFERTO DALL ’ENM AI LAVORI DEL TAVOLO 5 L ’ENM ha offerto il suo contributo tecnico al Tavolo 5, descrivendo la propria esperienza nella gestione di progetti cofinanziati dai Fondi strutturali europei, nella partecipazione ad interventi di sviluppo locale realizzati in partenariato con Regioni, Enti locali e Amministrazioni pubbliche, e mettendo in evidenza:
L ’ENM ha messo a disposizione del Tavolo la descrizione dei progetti realizzati in diversi ambiti tematici, ma che nel futuro potrebbero essere oggetto di un intervento unico integrato nelle aree urbane e non urbane, mediante le strategie di sviluppo territoriali proposte dalla programmazione della politica di coesione 20212027. Come più volte detto durante la discussione del Tavolo 5, nell’impostazione 2014 – 2020 dei fondi FESR e FSE “non esiste un obiettivo di policy interamente dedicato allo sviluppo locale economico, sociale e ambientale con esplicitazione su alcuni temi (patrimonio culturale, turismo, sicurezza) e con attuazione solo attraverso strumenti territoriali”, pertanto ha senso ragionare su interventi verticali sugli attuali Obiettivi Tematici 14-20.
Progetti realizzati dall’ENM
• L ’Housing Microfinance volto alla riqualificazione di abitazioni di soggetti vulnerabili e al recupero di spazi pubblici dismessi;
• Progetto “Capacity building sugli strumenti finanziari di microcredito: definizione e sperimentazione di nuove competenze e strumenti per la gestione efficace ed efficiente dei programmi” (2012-2014) PROGRAMMA PON GAS FSE 2007-2013;
• Strumenti di green finance, come i green bond, a disposizione di persone, imprese ed amministrazioni che vogliono avviare progetti di sostenibilità ambientale, come l’efficientamento energetico di abitazioni residenziali e non, di edifici e strutture pubbliche anche da mettere a disposizione come spazi sociali;
• Microcredito imprenditoriale, che ha la finalità sostenere l’avvio o lo sviluppo di iniziative di microimpresa o di lavoro autonomo, ovvero promuovere l’inserimento di persone fisiche nel mercato del lavoro;
• Progetto «MICROCREDITO DONNA» (20132016);
• Azioni di sensibilizzazione di stakeholders, attori istituzionali ed economici di filiera turistica delle Regioni Convergenza attraverso la promozione e diffusione della conoscenza degli strumenti di microcredito e di microfinanza (POIN 2007-2013).
Esperienze significative e modalità di intervento in specifiche aree territoriali
• Progetto “Rete microfinanziaria nazionale dei Comuni” - Protocollo d’intesa ENM-ANCI Attività: orientamento, formazione, tutoraggio dei microimprenditori; costituzione di un Fondo unico di garanzia e sviluppo. Destinato ai Comuni di tutto il territorio nazionale che decidono di aderire;
• L ’Ente ha attivato 163 Sportelli per il Microcredito attivi presso Comuni, Centri per l’impiego, Comunità montane, Università pubbliche e Camere di Commercio sull’intero territorio nazionale. Sono 245 gli operatori di sportello impegnati nelle relative attività di gestione e divulgazione, coordinati sia con incontri de visu che per il tramite della piattaforma. Gli Sportelli si configurano oggi come vere e proprie strutture del Paese e sono specializzati nell’accompagnamento all’accesso agli strumenti per l’autoimpiego e il microcredito, a valere sia su misure nazionali che su misure locali. L ’Ente cura la formazione e l’aggiornamento degli operatori territoriali, i quali sono messi in condizione di gestire l’intero flusso informativo, anche grazie alla piattaforma informatica “Rete microcredito” messa a loro disposizione. Tra l’Ente Nazionale per il Microcredito e l’istituzione pubblica presso la quale viene attivato lo Sportello per il Microcredito viene stipulato un atto di impegno che vincola le parti.
• L ’Ente ha attivato una pluralità di altri accordi con regioni ed enti locali, segnatamente ai seguenti fini: costituzione fondi di garanzia a beneficio di settori specifici o target specifici, realizzazione di attività di educazione finanziaria ed imprenditoriale, realizzazione di attività di capacity building, ingegnerizzazione di strumenti finanziari.
CONCLUSIONI
Il microcredito si configura come strumento elettivo di sviluppo locale: data la sua natura flessibile e multidisciplinare ben si presta alla realizzazione di interventi integrati finalizzati alla promozione della crescita sociale, economica e ambientale delle aree urbane e non urbane, anche attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale, del turismo e della sicurezza. E alla realizzazione di Interventi in grado di soddisfare i 4 “temi unificanti” proposti per la discussione partenariale e come guida alla programmazione.