Tutte le donne del microcredito

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Mario Baccini
Presidente ENM

Tutte le donne del microcredito

Lo strumento microfinanziario nasce, in epoca contemporanea, per le donne. Per la loro emancipazione, per il sostegno personale e della propria famiglia, per il progresso. Lo strumento del microcredito nasce in uno dei luoghi più poveri e disagiati della Terra e nasce a sostegno delle attività rurali che sostengono tutto il menage familiare e si basano su due fattori: la fiducia che viene concessa con il credito e la capacità di amministrarlo per portare avanti l’azienda e di restituirlo. Questi due compiti erano affidati prevalentemente alle donne che sono il pilastro di quel tipo di società.

L’interpretazione di questo progetto, e la rilettura in chiave ‘occidentale’ di questo processo ha fatto sì che anche l’Italia studiasse un suo programma. Nasce così la via italiana al microcredito e alla microfinanza, su impulso
dell’appello delle Nazioni Unite nel 2005 e della istituzione dell’Anno Internazionale del Microcredito.

Oggi, diciannove anni dopo, guardiamo alle donne in modo diverso: da un lato sosteniamo la microimpresa femminile come un normale target di riferimento e dall’altro sosteniamo anche le donne che hanno vissuto un’emarginazione peggiore che le ha costrette a dover riemergere da percorsi difficili. Dalle statistiche che l’Ente Nazionale per il Microcredito ha redatto sui dati raccolti negli ultimi nove anni di attività (quelli trascorsi dall’attivazione del fondo nazionale per la piccola e media impresa) le donne sono sempre le maggiori beneficiarie di questo strumento di autoimpresa.

Per fornire in piccolo la dimensione di quanto solo l’Ente Nazionale per il Microcredito ha realizzato in questi anni possiamo far riferimento ai numeri forniti dal Centro Studi che delimitano una fotografia precisa del fenomeno. Innanzitutto siamo orgogliosi che sono stati 5486 (il 40% delle richieste totali) i microcrediti richiesti da donne e sono stati effettivamente erogati 2.782 microcrediti (42% del totale dei finanziamenti). La percentuale di concessione del finanziamento a microimprenditrici è il 55%, contro il 52% dei microimprenditori con un importo medio finanziato a microimprenditrici pari a 26mila euro contro i 27mila dei microimprenditori. Nel 2023 l’importo medio finanziato a microimprenditrici è pari a 33 mila euro contro i 34 mila dei microimprenditori.

Per parlare di grandi numeri e addentrarci nei dati forniti dal Fondo di Microcredito Centrale (MCC) la percentuale sull’erogato rispetto agli uomini è 72,6 milioni erogati a microimprenditrici (41% del totale erogato) e la forma del 65% delle microimprese “Rosa” è ditta individuale, mentre il 27% sono società a responsabilità limitata semplificata.

L’età media delle donne che richiedono il microcredito è 37 anni, e in Italia molte di queste hanno seguito corsi di educazione finanziaria prima di poter intraprendere, la loro attività. Ad esempio sono 5 mila le donne coinvolte nei vari progetti YISU (52,1% del totale). Inoltre dai dati risulta che sono stati 294 i prestiti erogati a immigrate, pari al 10,6% delle bénéficiaire. Il geomorfismo della penisola e il livello di differente educazione finanziaria rende differente anche l’erogazione del microcredito femminile: il 31,7% delle microimprenditrici è localizzato nel centro Italia; 58,6% nel Sud; 9,7% nel Nord e il 40,1% delle microimprenditrici è di età superiore ai 40 anni.

Esistono, poi, delle forme particolari di microcredito in supporto di target specifici, come nel progetto Microcredito Roma Capitale in cui si affronta il tema del microcredito sociale. I dati di questo esperimento pilota hanno registrato che il 48,1% delle richieste proviene da donne. Nelle more degli scopi precipui perseguiti dall’Ente Nazionale per il Microcredito vi è la formazione dei tutor esperti in servizi ausiliari e della tenuta dell’Elenco Nazionale in cui ad oggi risultano 264 tutor iscritte (25% del totale).

Le potenzialità che questi dati illustrano sono la misura del gap che vogliamo contribuire a colmare per raggiungere gli obiettivi stabiliti nell’agenda 2030 e sottolineati come Millennium goal. La lotta alla discriminazione di genere, in ogni sua forma, dalla gender equality, alla parità salariale, ma soprattutto alla scolarizzazione utile alla crescita dell’individuo e al progresso sociale, passano attraverso l’educazione finanziaria e la microfinanza.

Nella stessa Agenda 2030 il microcredito è più volte citato come strumento finanziario utile al raggiungimento dei goal di sostenibilità, sviluppo e impresa che definiscono la cornice in cui implementare attività capaci di influenzare favorevolmente il cammino dello sviluppo sostenibile. Il fattore determinante per la realizzazione di imprese che sappiano valorizzare gli aspetti della finanza inclusiva e, allo stesso tempo, sappiano adeguarsi alle linee guida degli strumenti ESG che le certificano nel loro valore aggiunto per la sostenibilità è sicuramente da individuare nella realizzazione di business plan aziendali che siano conformi e strutturati in maniera adeguata.

Ritorna quindi la centralità della figura del tutor all’interno dei processi di microcredito. La valenza della formazione, dei servizi ausiliari di accompagnamento e sostegno all’impresa restano il punto focale di un processo che sostiene lo sviluppo economico e sociale del Paese. Diventa ancora più importante se il target di riferimento fa parte di quell’area grigia in cui la linea di demarcazione tra povertà, indigenza e sussistenza è molto labile. Un tessuto sociale problematico in cui il livello di scolarizzazione e formazione non permettono lo sviluppo delle capacità individuali. Lo Stato per mezzo di uno strumento come il microcredito interviene ottemperando al principio dell’articolo 4 della Costituzione (La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società).

Fondamentale è il superamento delle differenze di genere e il sostegno alle donne, alle madri e alle giovani che desiderano contribuire alla propria indipendenza economica e personale e allo sviluppo del Sistema Paese, attraverso la realizzazione di un’attività in proprio. A loro dobbiamo riservare un’attenzione particolare perché possano realizzarsi al meglio. Aborrendo l’idea di qualsiasi forma di discriminazione e violenza, altresì, il nostro compito è formare i tutor a sostenere quelle situazioni più problematiche che incontrano la necessità di un reinserimento nel sistema contributivo di donne che, più di altre, hanno precedentemente subito disagi e violenze. Per loro nasce uno strumento potente e sostenibile come il Microcredito di Libertà in cui ognuna può rendersi di nuovo protagonista del proprio futuro.

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