MICROFINANZA 5.0 TRA REALTÀ E FUTURO LA NECESSITÀ È EDUCARE

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La realtà della microfinanza in Italia festeggia quest’anno i 20 anni di attività, due decenni sono trascorsi da quando però rispondemmo all’appello delle Nazioni Unite per l’anno internazionale del microcredito con la costituzione di un comitato di studi e supervisioni che nel tempo si è trasformato in un ente pubblico che ha contribuito a dotare il nostro Paese di una regolamentazione sulle attività microfinanziarie che hanno prodotto come effetto tangibile la creazione di oltre 26.000 imprese in Italia in soli 10 anni, la creazione di strumenti di educazione finanziaria e di promozione dell’auto impresa, la riduzione del numero dei NEET (Not [engaged] in Education, Employment or Training) e il supporto a quei target che sono ai margini della società e che comunemente vengono definiti ‘non bancabili’. Un particolare supporto è stato sviluppato per le donne vittime di violenza che possono, attraverso gli strumenti microfinanziari, riappropriarsi della propria indipendenza economica. il valore precipuo dell’educazione finanziaria nel contesto socio economico in cui viviamo diventa la variabile indipendente che può sostenere tutto il tessuto del Sistema Paese e su di essa stiamo focalizzando l’attenzione sia nei processi microcreditizi, sia attraverso le progettualità europee per compensare il gap educativo. L’educazione finanziaria è, infatti, una competenza fondamentale per chiunque desideri gestire con successo le proprie risorse economiche, ma diventa particolarmente cruciale per i giovani che vogliono avviare un’impresa e per le donne, categorie che spesso incontrano ostacoli specifici nel mondo della finanza e dell’imprenditoria. Avere una solida base di conoscenze finanziarie può fare la differenza tra il successo e il fallimento, tra l’indipendenza economica e la dipendenza da terzi.

Per i giovani imprenditori, l’educazione finanziaria rappresenta il primo passo per trasformare un’idea in un’attività sostenibile. Senza una buona conoscenza della gestione delle risorse, del flusso di cassa e delle strategie di investimento, anche il progetto più innovativo rischia di naufragare.

Un giovane che desidera avviare un’impresa deve innanzitutto comprendere alcuni concetti chiave che vengono comunemente racchiusi nella ideazione di quello che va comunemente sotto il nome di business plan che si articola in: 1. budgeting e gestione delle spese ossia, creare un piano finanziario dettagliato aiuta a evitare sprechi e a prevedere i costi necessari per avviare e mantenere l’attività; 2. fonti di finanziamento, la necessità di conoscere le diverse possibilità di finanziamento, dai prestiti bancari al crowdfunding, fino alle agevolazioni per startup, permette di scegliere la soluzione più adatta senza indebitarsi eccessivamente; 3 pianificazione fiscale, per essere consapevoli delle imposte e degli obblighi fiscali consente di evitare problemi legali e di ottimizzare le spese; 4. investimenti e reinvestimenti, per capire come allocare i profitti per far crescere l’impresa è essenziale per la sostenibilità del business nel lungo periodo; 5. gestione del rischio per sapere come proteggere l’azienda da imprevisti, tramite assicurazioni o strategie di diversificazione, riduce la vulnerabilità finanziaria. Senza queste competenze, molti giovani imprenditori si trovano a gestire in modo approssimativo il loro business, commettendo errori che potrebbero essere evitati con una formazione adeguata. Inoltre per ovviare a situazioni che nel caso di utenti di microcredito potrebbero produrre danni maggiori del semplice default di impresa, viste le svantaggiose condizioni di partenza dei soggetti, diventa fondamentale la figura del tutor, ossia del professionista in servizi ausiliari non finanziari che affianca il beneficiario da un lato per rendere sostenibile il business plan, dall’altro eventualmente per scoraggiare l’impresa di chi non ha capacità e non potrebbe essere in grado di avviare un’attività autonoma. La via italiana al microcredito basa proprio i suoi prodotti finanziari su un’attività che ha come fulcro una etica che privilegia la tutela della persona e delle sue peculiarità, seppur esistono strumenti e fondi ma il professionista si accorge che il beneficiario non ha le capacità per gestire l’impresa ha il dovere morale di indirizzarlo verso alternative diverse dall’autoimpresa, sconsigliando l’investimento.

Le donne affrontano sfide specifiche nell’accesso alle risorse finanziarie e nel mondo imprenditoriale. Il gender gap economico si manifesta in diversi modi: minori opportunità di finanziamento, stipendi più bassi rispetto agli uomini e una minore partecipazione ai mercati finanziari. Il microcredito però nasce proprio come strumento inclusivo per le donne in Bangladesh e in Europa risulta come uno dei più operativi a vantaggio delle giovani. L’Ente Nazioanle per il Microcredito è andato oltre sostenendo, insieme al Ministero per le Pari Opportunità, una progettualità mirata per le donne che escono da percorsi riabilitativi contro la violenza economica e di genere. Le donne, in media, hanno livelli di alfabetizzazione finanziaria inferiori rispetto agli uomini, spesso a causa di una minore esposizione a questi temi durante la crescita e la formazione. Tuttavia, quando ricevono un’adeguata istruzione finanziaria, le donne tendono a prendere decisioni più prudenti e strategiche rispetto agli uomini, aumentando così la loro sicurezza economica. In questo caso grazie ad un’adeguata formazione e al sistema di tutoraggio previsto dal microcredito si può ridurre la dipendenza economica insegnando come gestire le proprie finanze, facilitare l’accesso ai finanziamenti per l’imprenditoria femminile, favorire la pianificazione a lungo termine e rafforzare la consapevolezza economica nella famiglia. Le donne che possiedono competenze finanziarie tendono a trasmetterle ai figli, contribuendo a creare una cultura economica più solida nelle generazioni future. Programmi di mentoring (come l’azione di tutoraggio dei professionisti iscritti all’Elenco nazionale in servizi non finanziari gestito dall’Ente) come agevolazione per le donne imprenditrici rende possibile la creazione di reti di supporto e formazione dedicate che possono agevolare l’accesso alle risorse necessarie per avviare e gestire un’impresa.

Per colmare il divario nelle competenze finanziarie e promuovere l’imprenditoria giovanile e femminile, è necessario adottare strategie mirate. l’Ente Nazionale per il Microcredito promuove progettualità ad hoc che risultano efficaci anche grazie ad una formazione che vorrebbe l’introduzione dell’educazione finanziaria nelle scuole e università, già utilizza in proprio risorse e strumenti per la diffusione della cultura del microcredito e della microfinanza perché insegnare i concetti di base della finanza sin da giovani aiuta a sviluppare una mentalità imprenditoriale e consapevole. Iniziative governative ed europee ed incentivi per le startup giovanili e femminili sono politiche attive del lavoro che incentivano con agevolazioni fiscali, accesso a finanziamenti e programmi di accelerazione l’ingresso nel mondo imprenditoriale abbattendo molte barriere. In ultima analisi non si può omettere l’importanza della digitalizzazione per sostenere i processi finanziari e imprenditoriali. In un mondo che corre a due velocità dove l’uso delle nuove tecnologie è dirimente per l’accesso alla burocrazia e alle strutture bancarie e finanziarie, l’educazione digitale dei nuovi imprenditori è fondamentale. Applicazioni e piattaforme online possono rendere l’apprendimento della gestione finanziaria più accessibile e interattivo. Inoltre la tecnologia abbatte i confini del mercato entrando nella dimensione dell’e-commerce e aiuta a razionalizzare anche i costi d’impresa. Diventa imprescindibile per i neo imprenditori confrontarsi con gli strumenti del web per la creazione, la gestione e il marketing per l’impresa. L’educazione finanziaria, dunque, non è solo una competenza utile, ma una vera e propria leva di empowerment per i giovani e per le donne. Aumentare la consapevolezza economica permette di prendere decisioni migliori, di creare imprese solide e di ridurre le disuguaglianze nel mondo del lavoro e dell’imprenditoria. Investire nell’alfabetizzazione finanziaria di queste categorie significa costruire un futuro più equo, prospero e sostenibile per tutti.

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