La “cultura digitale”, presupposto per una transizione al digitale. Le iniziative ENM per favorire il futuro

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Mario Baccini

Presidente ENM

Dagli anni ’90 del secolo scorso, la diffusione di Internet ha determinato un profondo cambiamento delle società a livello globale, dando avvio ad un nuovo tipo di cultura che possiamo definire “cultura digitale”. Volendo ricercare un precedente storico altrettanto rivoluzionario, potremmo rifarci all’avvento della stampa che, a partire dal 1500, rese possibile ad un vasto pubblico accedere alla lettura di libri e notizie, favorendo una progressiva democratizzazione del pensiero. Oggi, Internet è chiaramente l’asse portante della network society nella quale viviamo e permea l’intero sviluppo culturale della nostra società. La “cultura digitale” non può quindi essere catalogata come una disciplina a sé stante, ma rappresenta una nuova visione del mondo e un nuovo approccio alla vita e all’attività economica. La “cultura digitale” – e quindi la transizione al digitale – rappresenta anche uno degli elementi chiave per il rilancio della competitività e della produttività del sistema economico, in particolare nel nostro Paese. Come ampiamente evidenziato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), l’Italia si posiziona oggi al 25° posto in Europa come livello di digitalizzazione, a causa di vari fattori che includono sia la limitata diffusione di competenze digitali, sia la bassa adozione di tecnologie avanzate, ad esempio le tecnologie cloud. Del resto, la necessità e l’urgenza per il nostro Paese di procedere con speditezza su un cammino di transizione al digitale trova una forte motivazione negli indirizzi della Commissione Europea a guida von der Leyen che, già prima della pandemia, aveva tracciato un solco importante di cambiamento delle politiche europee per lo sviluppo e la crescita, caratterizzato da due pilastri a forte connotato innovativo, vale a dire quelli del digitale e del green.

In piena sintonia con gli indirizzi della Commissione, la progettualità dell’Ente Nazionale per il Microcredito (ENM) è sempre più caratterizzata da una forte attenzione al tema della digitalizzazione diffusa delle micro e piccole imprese. La transizione digitale, infatti, interessa in modo diretto anche le imprese di più piccola dimensione: dai più recenti dati Cerved risulta che l’88% delle microimprese italiane ha un livello di digitalizzazione molto basso (77,6%) o basso (10,2%), contro l’8,8% che esprime una moderata digital capability e solo il 3,4% un’elevata digital capability.

In tale contesto, tutta la strategia progettuale dell’ENM è oggi tesa a colmare il gap esistente tra le reali competenze digitali dei micro-operatori economici e le esigenze di digitalizzazione diffusa oggi richieste dal mercato, aiutando i microimprenditori a raggiungere quei requisiti minimi di digitalizzazione necessari per operare efficacemente sul mercato stesso.

A tal fine, l’ENM agisce lungo due direttrici: da un lato, favorendo per i piccoli e micro operatori economici lo sviluppo di una maggiore “cultura digitale”, cioè una maggiore consapevolezza sull’esigenza di introdurre innovazioni digitali affidabili e sicure e, quindi, supportandoli in tale percorso di innovazione, rendendoli capaci di operare in un contesto complesso e in continua evoluzione;

dall’altro, favorendo il superamento del digital divide con la media delle imprese europee. Al riguardo, una ricerca del 2020 dell’Osservatorio innovazione digitale nelle PMI del Politecnico di Milano ha evidenziato che il gap digitale tra le PMI italiane e la media europea si attesta al 37%, con punte che vanno dal 65% nei confronti della Germania al 20% nei confronti della Francia.

Nella strategia dell’ENM, lo sviluppo di una maggiore consapevolezza sull’esigenza di introdurre innovazioni digitali è reso possibile innanzitutto grazie ad apposite campagne di sensibilizzazione mirate al recepimento di tali esigenze da parte del target e poste in atto ai diversi livelli territoriali del Paese. A tal fine, l’ENM attiva la rete degli Sportelli Territoriali del Microcredito istituiti su tutto il territorio nazionale presso pubbliche amministrazioni ed enti privati, nonché la rete dei Tutor del Microcredito iscritti nell’apposito Elenco Nazionale tenuto dall’ stesso Ente ai sensi dell’art. 13, comma 1-bis della legge n.225/2016, dei quali l’ENM cura la formazione ed il costante aggiornamento anche sui temi specifici dell’innovazione e della digitalizzazione.

A ciò può seguire – quale significativo valore aggiunto fornito dall’ENM – un’offerta calibrata di strumenti finanziari e di tutoraggio per l’avvio o lo sviluppo di attività innovative e digitali, grazie alla dotazione di prodotti e servizi per l’impresa governati dall’Ente stesso.

L’ENM inoltre, attraverso un’azione sistemica, ha avviato in questi anni una serie di iniziative volte a consentire alla micro e piccola impresa di poter operare efficacemente in un mercato che, anche a causa della crisi provocata dalla pandemia, rende urgente ridefinire modelli di business in senso innovativo, digitale e sostenibile. Oltretutto, l’Ente ritiene che le aziende in possesso di una formazione digitale si muovano più rapidamente di quelle tradizionali, riuscendo a velocizzare il processo decisionale e a favorire un rapido adattamento alle esigenze dei clienti e la possibilità di cogliere le diverse opportunità di business.

Tra tali iniziative, assume particolare importanza l’accordo con il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), stipulato il 14 luglio 2020, finalizzato alla realizzazione di un’azione strutturata per la valorizzazione economica della conoscenza, nel cui ambito l’ENM assume il ruolo di cinghia di trasmissione tra il mondo della ricerca e quello dell’economia reale, segnatamente ai fini del trasferimento tecnologico, per favorire un’innovazione diffusa, rivolta non solo a coloro che operano in comparti innovativi, ma anche a coloro che operano in comparti economici di tipo «tradizionale», non sempre consapevoli della necessità di innovare e di digitalizzarsi, necessità resa ancor più urgente dalla pandemia Covid-19.

Un’altra iniziativa di particolare rilevanza è la partecipazione dell’ENM al progetto “Ecosistema dell’Innovazione Tech4You - Technologies for climate change adaptation and quality of life improvement”. Gli Ecosistemi dell’Innovazione sono grandi progetti di Ricerca & Sviluppo e di trasferimento tecnologico, finanziati dal PNRR. L’ENM fa parte del progetto Tech4You sia in qualità di fondatore dell’hub, sia in qualità di soggetto attuatore di attività relative alla trasformazione digitale e al trasferimento tecnologico alle imprese attive nelle regioni target del progetto, ovvero Calabria e Basilicata.

L’ENM è inoltre capofila di un partenariato pubblico-privato per la costituzione di un European Digital Innovation Hub (EDIH), denominato MicroCyber. Il Polo MicroCyber ha come focus tecnologico lo sviluppo e la diffusione di competenze digitali innovative, in particolare quelle inerenti alla Cybersecurity (CS), presso il target delle micro e piccole imprese e dei professionisti nelle regioni Calabria, Sicilia, Puglia, Basilicata, Sardegna, Molise e Campania. L’obiettivo è rendere il livello di digitalizzazione del target sicuro e compatibile con un ambiente economico e imprenditoriale che è stato profondamente impattato dalla pandemia Covid-19, attraverso un’offerta di servizi integrati (di natura logistico-organizzativa, consulenziale, tecnologica e di tutoraggio a supporto della crescita del business) e di strumenti finanziari.

In questo senso, Microcyber supporta le imprese italiane nello sviluppo di una “cultura della sicurezza”, che rappresenta un vero e proprio pre-requisito per la digitalizzazione delle stesse.

L’obiettivo dell’ENM, in definitiva, è quello di realizzare un ecosistema nazionale che favorisca lo sviluppo di competenze innovative, valorizzando il know how proprio della finanza etica volta a sostenere la diffusione dell’innovazione presso il target di riferimento, muovendo in direzione dello sviluppo tecnologico, della crescita sostenibile e della diffusione di una nuova cultura imprenditoriale, più vicina al mondo della ricerca e dell’università e maggiormente disposta ad aprirsi ai flussi internazionali di capitale umano e finanziario.

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