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Educazione finanziaria quale strumento di inclusione e cittadinanza responsabile

Tiziana Lang - Ricercatrice ANPAL, esperta di politiche del mercato del lavoro

Financial education and financial skills have long been the focus of attention of both policy makers and stakeholders globally. A population with good levels of financial literacy can make sound financial choices and participate more confidently in financial markets. In fact, insufficient savings and bad financial decisions represent a major challenge for people, given both the increasing complexity of the financial world and the financial responsibility attached to certain personal choices such as, for example, retirement provision for adequate pensions in old age. The paper discusses the most recent progress for bringing financial education into school curricula in Italy as well as a few projects for financial education of small business owners and of employees in the workplace.

  1. Il quadro di riferimento

Come si è avuto modo di illustrare in più occasioni in queste pagine1, l’educazione finanziaria e le competenze finanziarie sono da tempo oggetto di attenzione sia dei decisori politici sia dei portatori di interesse a livello globale. Una popolazione dotata di buoni livelli di alfabetizzazione finanziaria è in grado di esprimere scelte finanziarie consapevoli e di partecipare con maggiore sicurezza e fiducia ai mercati finanziari. Risparmi insufficienti e decisioni finanziarie sbagliate rappresentano, infatti, una sfida importante per le persone, tenuto conto sia della complessità crescente del mondo finanziario sia della responsabilità finanziaria connessa ad alcune scelte personali quali, ad esempio, quelle previdenziali per pensioni adeguate nella vecchiaia.

Sulla spinta di quanto realizzato dall’OCSE e dalla rete internazionale sull’educazione finanziaria (INFE) costituita nel 2008 dall’organizzazione, sono state elaborate e attuate strategie nazionali per l’educazione finanziaria nonché programmi individuali di educazione finanziaria che hanno proposto metodi innovativi per migliorare i livelli di alfabetizzazione finanziaria delle popolazioni dei paesi partner.

1.1 L’educazione finanziaria a livello internazionale

“Il possesso di competenze utili a livello individuale per compiere scelte economiche in maniera responsabile e consapevole accresce il benessere economico e finanziario e la resilienza rispetto alle difficoltaà;è una condizione per l’inclusione finanziaria, ma anche per quella economica e sociale più in generale; assicura maggiore capacità di autotutela; contribuisce a una cittadinanza attiva e consapevole. Le analisi disponibili evidenziano anche effetti sui sistemi paese, in particolare sulla riduzione delle diseguaglianze e della povertà, sulla possibilità di facilitare una più efficiente allocazione del risparmio, sulla produttività delle piccole imprese, con riflessi sulla crescita aggregata.”2

A inizio 2022 la Commissione Europea e OCSE-INFE hanno pubblicato il quadro congiunto di competenze finanziarie per gli adulti3, uno degli strumenti con cui si attua una delle misure annunciate nel Piano d’azione dell’UE per l’Unione dei mercati dei capitali (2020)4 e, specificamente, l’azione 7 “responsabilizzare i cittadini attraverso l’alfabetizzazione finanziaria” al fine di rendere l’Unione un luogo ancora più sicuro, nel quale le persone possano risparmiare e investire nel lungo termine.

Il quadro propone un’analisi condivisa delle competenze finanziarie di cui gli adulti hanno bisogno per prendere decisioni oculate in materia di finanza personale. Al quadro possono ispirarsi le politiche pubbliche di settore, i programmi di alfabetizzazione finanziaria e i materiali didattici che vengono ideati e sviluppati negli Stati membri dell’Unione europea, da: istituzioni educative, industria e singoli individui. Nell’ambito del quadro congiunto è previsto il sostegno allo scambio di buone prassi all’interno dell’Unione (responsabili politici e stakeholder).

La Commissione e l’OCSE entro il 2023 si sono impegnate a pubblicare un analogo quadro di riferimento per le competenze finanziarie dei giovani nell’UE. Quest’ultimo si rende necessario alla luce del progressivo aumento dei giovani utenti di servizi finanziari digitali che si trovano ad affrontare un panorama finanziario in evoluzione e pieno di sfide dove si osservano una sempre maggiore complessità finanziaria e dei prodotti finanziari, una sempre maggiore digitalizzazione e un aggravamento delle iniquità del sistema. Un’educazione finanziaria precoce mira a favorire l’oculatezza delle scelte finanziarie, in particolare se si tiene conto degli ultimi risultati del test di alfabetizzazione finanziaria PISA dell’OCSE (2018), dove meno di un quindicenne su tre dimostra di possedere un livello di conoscenza finanziaria tale da “segnalare il tipo di conoscenze e competenze essenziali per la gestione di un conto bancario o di un’attività finanziaria di simile complessità”5. Come si evince dai grafici 1-2, inerenti all’utilizzo dei servizi finanziari da parte dei giovani, in media il 54% degli studenti che hanno partecipato all’indagine risulta essere titolare di un conto bancario, postale o simile, con percentuali che oscillano dall’89% degli studenti finlandesi al 13% dei peruviani (in Italia sono il 44%). Lievemente inferiori, pur se allineate alle precedenti, le percentuali relative alla titolarità di una carta di pagamento o di debito (cfr. grafico 2).

Diverso il discorso per quanto concerne l’impegno quotidiano dei giovani di età compresa tra i 16 e i 24 anni in attività finanziarie di base, quali il calcolo dei prezzi, costi o budget disponibile, l’effettuazione di transazioni online (acquisto e vendita, ma anche operazioni bancarie), la lettura delle bollette, fatture ed estratti conto bancari sia sul posto di lavoro sia nella vita quotidiana. Il 55% circa dei giovani finlandesi della fascia di età considerata, come pure gli statunitensi e gli australiani, sono impegnati quotidianamente in attività finanziarie di base, mentre meno del 30% di essi lo è nel corso dell’attività lavorativa (da notare che ad eccezione degli australiani e dei peruviani, in nessuno dei paesi partecipanti all’indagine la percentuale di giovani che svolgono attività finanziarie di base sul lavoro supera il 40%).

Quanto ai giovani italiani, essi risultano tra i meno performanti poiché solo poco più del 30% di coloro che hanno compilato il test dichiara di svolgere nella vita quotidiana attività finanziarie di base, e meno del 10% di effettuare acquisti e vendite o operazioni bancarie online, come pure di leggere bollette, fatture ed estratti conto o altri rendiconti finanziari. Percentuali ancora inferiori si rilevano in relazione allo svolgimento di dette azioni sul posto di lavoro, attuale o precedente.

Interessante notare come non sia sempre confermata dai risultati del test una relazione diretta tra il livello di conoscenze matematiche e il grado di alfabetizzazione finanziaria. Infatti, nel grafico 4, pur apprezzando come in diversi Paesi (in primo luogo Estonia, Finlandia, Brasile, Lituania e Stati Uniti) la performance in financial literacy degli studenti partecipanti all’indagine sia superiore a quella degli studenti con punteggi simili in matematica e lettura, tuttavia si osserva come in altrettanti paesi tale percentuale sia invece di molto inferiore (in particolare in: Italia, Serbia, Bulgaria e Slovacchia).

Sempre a livello internazionale si segnala, dall’ultimo censimento effettuato dall’OCSE/INFE, il progressivo passaggio da una fase sperimentale per l’alfabetizzazione finanziaria all’introduzione dell’educazione finanziaria come insegnamento obbligatorio nella scuola. I modelli adottati in vari Paesi OCSE sono eterogenei tra loro riflettendo differenze nel contesto istituzionale e nell’organizzazione dei sistemi scolastici in vigore. Nella maggior parte dei casi l’educazione finanziaria è inserita esplicitamente nell’educazione civica (ad esempio in Inghilterra, Portogallo e Svezia) o come insegnamento interdisciplinare (ad esempio in Australia, in alcune province del Canada e in alcuni stati USA).

1.2 L’educazione finanziaria in Italia

Sin dagli anni duemila, in Italia si è iniziato a discutere di alfabetizzazione finanziaria. Il numero e la natura dei soggetti pubblici e privati che si sono impegnati nel campo dell’educazione finanziaria è andato via via aumentando. Tra il 2017 e il 2018 il Paese si è dotato di una Strategia nazionale6 ed è stata attivata una cabina di regia, il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria (Comitato Edufin)7 incaricato dell’attuazione della promozione e del coordinamento delle iniziative attuative della strategia. L’obiettivo è di incrementare la conoscenza e le competenze finanziarie, assicurative e previdenziali delle persone e di migliorare la capacità di fare scelte coerenti con i propri obiettivi e le proprie condizioni. La creazione di un ecosistema favorevole all’efficace implementazione delle varie iniziative per l’alfabetizzazione finanziaria. Tra le iniziative promosse dal comitato Edufin anche una serie di accordi interistituzionali.

Del resto, muovendo dalle raccomandazioni dell’OCSE (2005) e dalle esperienze internazionali che mostrano come la scuola costituisca un canale privilegiato per veicolare iniziative, conoscenze e competenze di educazione finanziaria per l’ampia fascia di popolazione che riesce a raggiungere agevolando il processo di familiarizzazione dei consumatori di domani con i temi finanziari, già nel 2007 il Ministero dell’Istruzione e la Banca d’Italia avevano siglato un Memorandum d’intesa per l’avvio di un progetto sperimentale di formazione in materia economica e finanziaria in alcune scuole campione, con il fine ultimo di introdurre tale materia direttamente nei curricola della scuola. Negli anni successivi tale progetto si è consolidato, evoluto e rinnovato, anche per venire incontro alle esigenze della scuola e rispondere ai mutamenti del contesto economico.

Nel 2021, le due istituzioni hanno sottoscritto un nuovo protocollo con il quale concordano il potenziamento dell’educazione finanziaria e la promozione della cittadinanza sociale nelle istituzioni scolastiche, al fine di rafforzare le competenze dei giovani, il loro orientamento formativo e la loro futura occupabilità. Il progetto si ispira a una didattica per competenze e propone un approccio multidisciplinare con l’offerta di percorsi formativi dedicati ai docenti di tutti i livelli scolastici organizzati dal personale della Banca d’Italia sul territorio nazionale. Grazie a questa formazione specialistica, i docenti sono messi in condizione di affrontare con gli allievi la materia finanziaria in integrazione all’apprendimento curriculare, talvolta anche con giochi, per rendere più piacevole e diretto l’apprendimento. Un esempio di attività ricorrente promossa grazie al Comitato EduFin è il “mese dell’educazione finanziaria”8.

La partecipazione attiva della Banca d’Italia in questi progetti accordi è stata richiamata da ultimo, nel corso dell’Audizione in Commissione 7a del Senato ad aprile 2023: “Per i giovani oggi possedere competenze economiche e finanziarie è essenziale nell’immediato, perché spesso già compiono scelte finanziarie, come un pagamento online, ma anche e soprattutto per il loro benessere futuro. Questo vale oggi molto più che in passato, per numerose ragioni. Perché l’aspettativa di vita è aumentata e con sistemi pensionistici meno generosi i giovani si troveranno ad avere una responsabilità maggiore nella formazione del risparmio per l’età anziana. Perché li aspetta una vita lavorativa frammentata. Perché la digitalizzazione crescente della finanza pone tutti noi di fronte a scelte complicate ma anche a maggiori opportunità.”9

Se ne ricava che per Banca d’Italia promuovere l’educazione finanziaria è attività complementare alle misure volte a tutelare i consumatori di servizi finanziari. Una maggiore consapevolezza dei clienti rende più efficaci gli stessi strumenti di tutela pubblici e individuali.

Il rapporto “Edufin 2022”10, avente a oggetto l’educazione finanziaria quale strumento di orientamento - realizzato dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, in collaborazione con Doxa - evidenzia che tra il 2020 e il 2022 è aumentata di circa tre punti percentuali la quota di coloro che vorrebbero l’introduzione dell’educazione finanziaria nelle scuole (da 86,5 a 89,1%) e nel posto di lavoro (da 76,5 a 79,5%).

Migliorano leggermente dal 2021 al 2022 le conoscenze finanziarie effettive della popolazione, ma rimane ancora bassa la percentuale di persone che hanno un elevato grado di conoscenza finanziaria (appena il 44,3%), particolarmente tra i più giovani (solo il 30,5%). Tra le conoscenze finanziarie, è incoraggiante che circa il 67% della popolazione conosca gli effetti dell’inflazione sul potere di acquisto. In generale emerge un grande divario tra la percezione di conoscenza delle persone e le loro conoscenze effettive. Sui temi previdenziali, per esempio, più del 50% degli intervistati dichiara di conoscere approssimativamente il rischio di longevità e il funzionamento del primo pilastro della previdenza pubblica, ma la percentuale di coloro che conoscono effettivamente questi concetti e il loro funzionamento risulta molto più bassa.

Secondo una recente indagine della Fondazione per l’educazione finanziaria e IPSOS dedicata all’educazione finanziaria nella costituzione italiana11 secondo il 50% degli italiani l’educazione finanziaria è un diritto dei cittadini, ma la familiarità con l’educazione finanziaria è ancora limitata a meno di un italiano su cinque, essendo percepita come ‘materia’ per gli addetti ai lavori o per coloro che si sono già avvicinati all’ambito finanziario. D’altra parte, è in aumento la quota di popolazione che riconosce l’importanza dell’educazione finanziaria per gestire al meglio il proprio futuro e compiere scelte consapevoli per sé e per le future generazioni, contribuendo positivamente al benessere sia individuale che collettivo. In effetti, è proprio tra coloro che dichiarano di avere familiarità con l’educazione finanziaria che si riscontrano maggiore propensione al risparmio (approccio lungimirante) e all’investimento, soprattutto per affrontare spese impreviste e garantire un reddito futuro (tra le motivazioni la volontà di garantire un futuro ai figli e la necessità di accumulare per il periodo della pensione/vecchiaia). L’indagine Feduf-Ipsos nelle conclusioni individua la necessità di prevedere un percorso scolastico obbligatorio per avvicinare l’educazione finanziaria agli altri ambiti di formazione e per maturare la consapevolezza che si tratti di un vero diritto e dovere.

1.3 Le proposte normative per l’inserimento dell’educazione finanziaria nei curricola scolastici

Nel corso della citata audizione della Banca d’Italia in Senato si evidenzia che “Nell’ordinamento scolastico italiano, l’economia non è un insegnamento obbligatorio (ad eccezione che nei licei economico-sociali e in alcuni istituti tecnici e professionali). Sebbene siano sempre più numerosi i soggetti pubblici e privati che offrono alle scuole programmi di educazione finanziaria, da inserire in maniera trasversale nelle materie obbligatorie oppure attraverso insegnamenti facoltativi che affianchino quelli obbligatori, il numero di studenti raggiunti da questi programmi continua a essere insufficiente.”

In proposito può essere utile restituire il quadro delle proposte normativa presentate nel corso della XIX legislatura per l’inserimento dell’educazione finanziaria nelle scuole primarie e secondarie12 o per la modifica dell’insegnamento dell’educazione civica ai fini dell’inclusione dell’educazione finanziaria nelle ore di insegnamento dedicate. Queste proposte sono state discusse collettivamente in Commissione 7a del Senato, competente in materia di Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport, e hanno ricevuto un’accoglienza generalmente positiva, pur lamentandosi da più parti l’assenza di risorse aggiuntive per il Ministero dell’Istruzione da destinare alla formazione dei docenti da impegnare nelle ore di educazione finanziaria.

Si segnala quanto previsto dal disegno di legge n. 158 del 13 ottobre 202213 all’articolo 1, laddove si introduce la definizione del concetto di educazione economica e finanziaria quale “processo attraverso il quale i soggetti, potenziali o attuali consumatori finanziari, acquisiscono o migliorano la propria comprensione di nozioni di economia e finanza e la propria conoscenza di prodotti finanziari, attraverso l’informazione, l’istruzione e una consulenza adeguata e oggettiva, sviluppando le capacità necessarie ad acquisire consapevolezza dei rischi e delle opportunità finanziarie e ad assumere scelte informate”. L’articolo 2 prevede quindi l’istituzione dell’insegnamento dell’educazione finanziaria nell’ambito del sistema nazionale di istruzione nelle scuole primarie e secondarie quale materia curriculare, con un monte ore minimo annuale pari a trentatré. La definizione delle modalità e dei criteri per l’utilizzo delle risorse dell’organico delle istituzioni scolastiche per questa finalità è demandata al Ministro dell’Istruzione e del Merito.

Anche il disegno di legge n. 421 del dicembre 2022 prevede l’istituzione dell’insegnamento di educazione finanziaria, muovendo dai risultati delle indagini e delle attività realizzate dall’OCSE dove l’educazione finanziaria viene considerata una competenza di base per potersi orientare nelle scelte finanziarie, anche le più semplici. In premessa si sottolinea come “la finalità dell’educazione finanziaria non è quella di formare dei tecnici della materia o di sollecitare il futuro perseguimento, a livello terziario, di studi specialistici in tali materie, bensì quella di irrobustire le capacità e le competenze di base della popolazione nel suo insieme, in sostanza dei futuri cittadini, che lavorano, risparmiano, investono e partecipano alle decisioni collettive, cogliendone le implicazioni economiche per sé stessi e per la società cui appartengono”. Rispetto al disegno di legge n.158, questa norma prevede l’adozione di un decreto ministeriale che fissi le tematiche e le ore minime da dedicare ad alcuni insegnamenti con il fine ultimo di conseguire determinati traguardi e obiettivi di apprendimento (si tratta della disciplina degli strumenti di pagamento e delle transazioni; della formazione di base in materia di pianificazione e gestione delle finanze; degli elementi fondamentali di diritto bancario; dell’educazione alla gestione dei rischi e dei rendimenti finanziari; della formazione di base in materia di ambiente finanziario).

Di altro tenore gli ulteriori disegni di legge che prevedono l’allargamento della materia dell’educazione civica anche all’educazione finanziaria. Il disegno di legge repertoriato al n. 155 propone l’introduzione dell’educazione finanziaria nel sistema scolastico italiano, seppur partendo dall’ampliamento delle finalità dell’educazione civica (di cui alla legge 20 agosto 2019, n. 92 di istituzione dell’insegnamento dell’educazione civica). Da punto di vista dei proponenti, mediante questo allargamento degli obiettivi dell’educazione civica le istituzioni scolastiche possono contribuire fattivamente alla formazione di cittadini responsabili e attivi in grado di partecipare pienamente e consapevolmente alla vita economica, oltre che alla vita civica, culturale e sociale delle comunità.

A seguito del dibattito creato attorno alle suddette proposte, nonché delle risultanze del rapporto Edufin 2022, cui si è accennato nel paragrafo precedente, il Governo ha deciso di includere la materia dell’educazione finanziaria nel disegno di legge sulla competitività dei capitali, approvato dal Consiglio dei Ministri dell’11 aprile 202314, e più specificamente di inserirla tra le misure di promozione dell’inclusione finanziaria, di cui al capo III della norma che all’articolo 21 introduce l’educazione finanziaria tra i principi, le competenze e gli obiettivi di apprendimento dell’educazione civica. A tal fine sono apportate modifiche alla legge n. 92/2019, in particolare agli articoli 1 e 3 che riguardano i principi ispiratori, lo sviluppo di competenze e gli obiettivi di apprendimento dell’educazione civica. L’insegnamento dell’educazione civica dovrà pertanto essere diretto anche a promuovere la partecipazione piena e consapevole dei cittadini alla vita economica della comunità; e dovrà arricchire le conoscenze dei beneficiari in relazione ai concetti di finanza personale, risparmio e investimento. Le stesse linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica dovranno comprendere obiettivi specifici di apprendimento in relazione all’educazione finanziaria. L’educazione finanziaria dovrà infine essere promossa quale insegnamento trasversale dell’educazione civica. Di particolare rilievo, il ruolo attribuito dall’esecutivo al Comitato Edufin che a decorrere dal 2023 dovrà approvare un piano triennale in coerenza con la citata strategia nazionale per l’educazione finanziaria, e tenuto conto degli specifici accordi che il Ministero dell’Istruzione e del Merito può sottoscrivere con la Banca d’Italia e la Consob, con il coinvolgimento anche delle associazioni rappresentative degli operatori e degli utenti bancari, per la promozione della cultura dell’educazione finanziaria anche mediante la predisposizione di apposite linee guida per definire le modalità d’insegnamento di questa materia nelle scuole. Un’attenzione specifica dovrà essere posta al ruolo che i rappresentanti di banche e attività finanziarie potranno avere nell’insegnamento dell’educazione finanziaria nell’ambito degli accordi di cooperazione tra soggetti istituzionali e stakeholder economici.

Tale disegno di legge vuole rendere omogeneo lo studio della materia secondo una visione per cui il futuro si inizia a costruire fin da piccoli e nella quale il denaro rappresenta uno degli aspetti di cui bisogna essere consapevoli per l’importanza del risparmio e degli investimenti nella vita di ciascuno e per i riflessi diretti che questa cittadinanza più consapevole può avere sulla vita economica del Paese.

  1. L’educazione finanziaria per le imprese e i lavoratori

Le competenze finanziarie sono divenute un elemento essenziale della managerialità di ciascun imprenditore, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda15. Esse favoriscono il dialogo con le banche e gli altri intermediari finanziari, aiutano a cogliere le opportunità derivanti dalle trasformazioni del sistema finanziario (compresa la digitalizzazione), a progettare il futuro dell’impresa e a fronteggiare i momenti di crisi aziendale.

2.1 Il programma di formazione per gli imprenditori della Banca d’Italia

La Banca d’Italia ha ideato un programma di formazione sui temi della finanza d’impresa che, grazie alla collaborazione con enti e associazioni di categoria, intende mettere a disposizione dei piccoli imprenditori sul territorio16. Il programma è frutto di un anno di sperimentazione in collaborazione con Confartigianato e CNA, che ha visto il coinvolgimento di 250 formatori delle due associazioni e circa 3.000 imprenditori. Secondo stime dei promotori del programma circa l’80% dei partecipanti ha migliorato le proprie conoscenze finanziarie, una quota che sale a circa il 90% per chi ha svolto la lezione in presenza con un docente (sono previsti corsi online interattivi e incontri dal vivo con i docenti).

Le competenze finanziarie dell’imprenditore tendono ad avere ricadute positive sull’azienda, in particolare nelle piccole imprese, che non avendo la possibilità di assumere personale specializzato si affidano alle capacità dell’imprenditore. In molti Paesi si osserva una quota non trascurabile di piccole e medie imprese che non domandano credito pur dichiarando di averne bisogno (in Italia, secondo l’indagine sull’accesso al credito delle imprese condotta dalla Banca Centrale Europea nel periodo ottobre 2022 marzo 2023, sono attualmente circa il 10%), quota che risulta significativamente più bassa tra i microimprenditori in possesso di maggiori competenze finanziarie. Gli studi disponibili evidenziano che l’alfabetizzazione finanziaria degli imprenditori è correlata positivamente con redditività, crescita del fatturato, qualità della reportistica, gestione del debito, accesso a finanziamenti esterni17. Ciò implica che investire nell’educazione finanziaria dei piccoli imprenditori italiani può apportare ampi benefici in termini di solidità del tessuto produttivo e di crescita economica del paese.

Il percorso proposto da Banca d’Italia prevede quattro percorsi di approfondimento:

  1. il rapporto con la banca;
  2. la gestione delle difficoltà finanziarie;

iii. centrale dei rischi, pagamenti e strumenti di tutela;

  1. la finanza per la piccola impresa.

Nel primo percorso si offre una panoramica sugli aspetti più rilevanti che un imprenditore dovrebbe considerare nella relazione con la banca, al fine di ottenere finanziamenti coerenti, per struttura e per scadenza, con le sue esigenze finanziarie. Vengono illustrate le principali norme che regolano l’attività bancaria, i criteri utilizzati dalle banche per valutare il “merito di credito” dei clienti, i principali contratti bancari utili per le aziende e le opportunità del ricorso alle garanzie prestate da Confidi e dal Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese. Tra i temi trattati: la regolamentazione bancaria, la vita di un prestito, l’istruttoria di fido, il monitoraggio della relazione creditizia, i principali contratti bancari e le garanzie sui prestiti bancari.

Il percorso dedicato alle difficoltà finanziarie descrive i segnali cui gli imprenditori devono prestare attenzione per comprendere da subito l’avvicinarsi di un momento critico per l’impresa (che potrebbe determinarne la sopravvivenza) e quelli su cui fanno normalmente affidamento le banche. Oltre a discutere le possibili conseguenze di un peggioramento delle condizioni finanziarie dell’impresa sono illustrate le modalità per rinegoziare le condizioni contrattuali con la propria banca o avviare una delle procedure previste dal nuovo codice della crisi d’impresa. Tra i temi trattati quindi: gli indicatori aziendali per il monitoraggio delle condizioni finanziarie, gli indicatori usati dalle banche per il monitoraggio delle condizioni aziendali, la classificazione in default, le sospensioni di pagamento, rinegoziazioni e le misure di ristrutturazione del debito, le procedure di soluzione delle crisi.

Il terzo percorso descrive il funzionamento della Centrale dei rischi e mostra come un imprenditore può usarla a proprio vantaggio. Vengono inoltre presentati i principali strumenti e servizi di pagamento, inclusi i meccanismi di sicurezza che li caratterizzano e i pericoli delle frodi online. Si illustrano infine i principali diritti di cui un imprenditore gode nei rapporti con la banca e gli strumenti a cui può fare ricorso in caso di problemi, come i reclami, i ricorsi all’Arbitro Bancario Finanziario e gli esposti alla Banca d’Italia.

Il quarto percorso è dedicato alle conoscenze di base per la gestione finanziaria dell’impresa, utili per la pianificazione della liquidità, per la valutazione degli investimenti e per la preparazione di un business plan. Attraverso esempi concreti vengono presentati strumenti di gestione che possono aiutare l’imprenditore a tenere sotto controllo l’andamento aziendale e a rappresentare in modo efficace condizioni e prospettive della propria azienda a finanziatori o altri soggetti. Tra i temi trattati oltre al controllo di gestione, l’equilibrio economico e patrimoniale, la valutazione degli investimenti e lo strumento del business plan.

2.2 Educazione finanziaria sul posto di lavoro

La Consob ha coordinato, organizzato e lanciato un progetto di educazione finanziaria sul posto di lavoro in collaborazione con l’Università Roma Tre18. Il progetto prevede l’erogazione di un corso di educazione finanziaria ai dipendenti dell’ateneo romano, articolato in oltre 20 video-lezioni multimediali, e la somministrazione di questionari preventivi e successivi utili a verificare l’avanzamento dell’apprendimento ad ogni step del percorso. Per fruire dei video, gli utenti avranno a disposizione una piattaforma e-learning open-source personalizzata con il supporto della Fondazione Roma Tre Education.

È la prima volta che un’Amministrazione pubblica rivolge un’attenzione così strutturata al fine di promuovere l’educazione finanziaria per i propri dipendenti. L’offerta rientra tra le opportunità di welfare aziendale di Roma Tre e mira a far acquisire nuove conoscenze utili e necessarie alla comprensione della finanza quotidiana attraverso sei percorsi tematici: pianificazione e gestione delle finanze personali; strumenti di pagamento, finanziamento e risparmio; scelte di investimento; principali strumenti e servizi finanziari e abusivismi; strumenti previdenziali e assicurativi; tutele del cliente bancario, dell’investitore e dell’assicurato sostenibilità e digitalizzazione; elementi di finanza per la piccola impresa.

Pur nascendo come una componente del piano di welfare aziendale per i dipendenti dell’Università (è dedicato ai dipendenti tecnico-amministrativi dell’Ateneo), il progetto si propone in realtà di diventare un’opportunità per tutti nel territorio in cui è insediata Roma Tre. Esso interesserà infatti platee di utenti sempre più allargate (con ben oltre 30.000 potenziali fruitori tra personale tecnico-amministrativo, personale docente, studenti), per poi aprirsi ai cittadini romani. A questo proposito, al corso di educazione finanziaria, si aggiungeranno incontri divulgativi sul tema rivolti ai cittadini, anche organizzati sul territorio in risposta alla domanda rilevata dal Rapporto Edufin 2022 secondo il quale circa l’80% degli intervistati chiede che l’educazione finanziaria sia erogata anche sul posto di lavoro.

Bibliografia essenziale

Bianco M., “Insegnamento dell’educazione economica e finanziaria”, Audizione della Banca d’Italia in Commissione 7a Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport del Senato, Roma 4 aprile 2023.

Bianco M., Marconi D., Romagnoli A., Stacchini M., Challenges for financial inclusion: the role for financial education and new directions, Banca d’Italia, in Questioni di Economia e Finanza (Occasional Papers), n. 723, ottobre 2022.

COM (2020) 590 final, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni “Un’Unione dei mercati dei capitali per le persone e le imprese: nuovo piano di azione”, 24.09.2020, Bruxelles.

Comitato Edufin, “Rapporto Edufin 2022. Educazione finanziaria: strumento d’orientamento in tempo d’incertezza”, in collaborazione con Doxa, 2022.

De Bonis, R., Guida, M., Romagnoli, A., Staderini A., Educazione finanziaria: presupposti, politiche ed esperienza della Banca d’Italia, Banca d’Italia, in Quaderni di economia e finanza (Occasional Papers), n. 726, ottobre 2022

European Union/OECD (2022), Financial competence framework for adults in the European Union”, 2022 https://www.oecd.org/finance/financial-competence-framework-for-adults-in-the-European-Union.htm

Lang, T., Gli ultimi sviluppi in tema di educazione finanziaria a livello internazionale, in Microfinanza anno IV, n, 13, 2016 https://rivista.microcredito.gov.it/images/13/8.pdf

Lang, T., L’indagine OCSE PISA e il rapporto dei giovani con il denaro, in Microfinanza anno VIII, n. 30, 2020 http://rivista.microcredito.gov.it/images/n30/MF_30web.pdf

Lang, T., L’educazione finanziaria digitale quale opportunità di trasformazione digitale, in Microfinanza anno X, n. 39, 2022 https://rivista.microcredito.gov.it/images/n39/MF_39_3-2022.pdf

Lang, T., Competenze finanziarie e digitali per la resilienza d’impresa, in Microfinanza anno XI, n. 43, 2023

Invalsi, OCSE PISA 2018 Financial literacy, grafici interattivi https://www.invalsi.it/invalsi/ri/pisa2018.php?page=pisa2018_it_08

Invalsi, Rapporto Invalsi 2023, Roma, 2023 https://invalsi-areaprove.cineca.it/docs/2023/Rilevazioni_Nazionali/Rapporto/Rapporto%20Prove%20INVALSI%202023.pdf

OECD/INFE, Toolkit for Measuring Financial Literacy and Financial Inclusion 2022, OECD, 2022, www.oecd.org/financial/education/2022-INFE-Toolkit-Measuring-Finlit-Financial-Inclusion.pdf

OECD, Evaluation of National Strategies for Financial Literacy, OECD, 2022 https://www.oecd.org/financial/education/evaluation-of-national-strategies-for-financial-literacy.htm

NOTE

1 Cfr. Bibliografia essenziale del presente articolo.

2 Bianco M., “Insegnamento dell’educazione economica e finanziaria”, Audizione della Banca d’Italia in Commissione 7a Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport del Senato, Roma 4 aprile 2023.

3 European Union/OECD (2022), Financial competence framework for adults in the European Union”, 2022.

4 COM (2020) 590 final, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni “Un’Unione dei mercati dei capitali per le persone e le imprese: nuovo piano di azione”, 24.09.2020, Bruxelles.

5 Nel 2018 circa 117.000 studenti hanno partecipato alla rilevazione di financial literacy, rappresentativi di circa 13 milioni e mezzo di quindicenni nelle scuole dei venti paesi ed economie OCSE che hanno partecipato alla rilevazione (tra i quali l’Italia) per maggiorni dettagli si veda: https://www.invalsi.it//invalsi/ri/pisa2018.php?page=pisa2018_it_08

6 La Strategia nazionale per l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale è stata adottata con decreto interministeriale del Ministro dell’economia e delle finanze e del Ministro dell’istruzione del 15 febbraio 2018.

7 Il Comitato Edufin è stato istituito con decreto interministeriale del Ministro dell’economia e delle finanze di concerto con il Ministro dell’Istruzione e il Ministro dello sviluppo economico del 3 agosto 2017. Del Comitato fanno parte, oltre ai dicasteri interessati (Economia e finanze, Istruzione, Lavoro, Sviluppo economico), anche Banca d’Italia, Consob, IVASS, Covip, Adusbef, OIV consulenti finanziari.

8 Maggiori informazioni possono essere raccolte al seguente link: https://www.quellocheconta.gov.it/it/news-eventi/mese_educazione_finanziaria/intro_2023.html

9 ibid.

10 Rapporto Edufin 2022. Educazione finanziaria: strumento di orientamento in un tempo di incertezza,

11 Feduf-Ipsos, L’educazione finanziaria nella costituzione italiana, Roma, 2023.

12 Si tratta del disegno di legge n. 155 “Modifiche alla legge 20 agosto 2019, n. 92, concernenti l’introduzione

dell’educazione finanziaria nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica” del 13 ottobre 2022; del disegno di legge n.158 recante disposizioni per l’introduzione dell’insegnamento dell’educazione finanziaria nelle scuole primarie e secondarie del 13 ottobre 2022; del disegno di legge n. 288 recante modifiche alla legge 20 agosto 2019, n. 92, concernenti l’introduzione dell’educazione finanziaria nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica del 4 novembre 2022; e del disegno di legge n. 421 “Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione finanziaria” del 19 dicembre 2022.

13 Disegno di legge n. 158 XIX legislatura “Disposizioni per l’introduzione dell’insegnamento di educazione finanziaria nelle scuole primarie e secondarie, comunicato alla presidenza del Senato il 13 ottobre 2022.

14 Disegno di legge n. 674 presentato dal Ministro dell’economia e delle finanze recante “Interventi a sostegno della competitività dei capitali”, 21 aprile 2023.

15 Si veda in proposito Lang T., Competenze finanziarie e digitali per la resilienza d’impresa, in Microfinanza n. 43, 2023, dove si analizzano gli effetti della crisi Covid-19 sulle micro e piccole imprese in relazione alla capacità di resilienza delle stesse imprese.

16 La presentazione ufficiale del programma è avvenuta nel corso dell’evento “Piccole imprese, scelte grandi. Percorsi di educazione finanziaria della Banca d’Italia” tenutosi il 3 luglio 2023.

17 Si vedano Bianco M., Marconi D., Romagnoli A., Stacchini M., Challenges for financial inclusion: the role for financial education and new directions, Banca d’Italia, in Questioni di Economia e Finanza (Occasional Papers), n. 723, ottobre 2022; De Bonis, R., Guida, M., Romagnoli, A., Staderini A., Educazione finanziaria: presupposti, politiche ed esperienza della Banca d’Italia, Banca d’Italia, in Quaderni di economia e finanza (Occasional Papers), n. 726, ottobre 2022.

18 Il progetto Edufin-Roma Tre è stato presentato a novembre 2022 e ha preso avvio nella primavera successiva.

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