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Caritas e microcredito di libertà: investire sul progetto delle donne è l’orizzonte
Caterina Boca - Caritas Italiana
La violenza maschile contro le donne non è un fatto privato, tantomeno una questione tutta femminile, ma è un problema sociale che riguarda tutti, perché accanto al dramma delle singole vittime anche la comunità deve sentirsi indignata, ferita e subito pronta a sostenerle e intraprendere un profondo processo di cambiamento perché gli strumenti messi in campo per tutelare le donne, reprimere i reati e prevenire i comportamenti violenti siano efficaci ed effettivi.
In questo percorso che siamo chiamati a compiere insieme, si inseriscono alcuni strumenti di empowerment che possono rilevarsi preziosi per rafforzare il percorso di autonomia che la donna ha intrapreso denunciando le violenze subìte e allontanandosi dai contesti familiari o sociali nei quali le violenze si sono manifestate, e il Microcredito di Libertà può essere uno di questi.
Nell’elencare le forme di violenza, la Convenzione di Istanbul ha associato la violenza economica a quella fisica, sessuale e psicologica, perché è in grado di compromettere il benessere psicofisico della donna, ostacolando l’indipendenza economica dall’uomo e la propria capacità di autodeterminarsi. Nei casi di violenza sono frequenti il controllo delle risorse finanziarie familiari, il mancato coinvolgimento della donna nelle spese e negli investimenti o il divieto di accedere al proprio denaro, di avere una carta di credito o un bancomat, di poter esercitare un costante controllo su quanto e come si spende. Quando la donna riesce finalmente ad affrontare un percorso di allontanamento e protezione, le conseguenze delle violenze subite continuano a persistere e la precaria condizione economica già vissuta e subita spesso perdura, diventando così uno degli elementi di maggiore vulnerabilità.
Il “Microcredito di Libertà” è operativo da pochi mesi e mostra già i suoi primi risultati. Nato con lo scopo di favorire l’inclusione sociale e finanziaria delle donne vittime di violenza, riscattandole dalla sudditanza economica che hanno subito, è un valido alleato per contrastare la “violenza economica”.
Caritas Italiana a cui è stato affidato il compito di accompagnare le donne vittime di violenza per l’accesso al microcredito sociale, ha voluto attribuire al progetto esecutivo affidatole la denominazione di “Progetto Ruth –microcredito di libertà”, ritrovando nelle tante donne vittime di violenza la storia di Ruth, una figura biblica di grande valore, che non si è abbattuta davanti alle avversità della vita ma ha ripreso il proprio cammino e trovato forza e fiducia in Noemi. Un’alleanza tra donne coraggiose che hanno voluto caparbiamente riscattarsi, cercando e trovando uno spazio nuovo e un riconoscimento nella storia, pur avendo vissuto dolore e solitudine.
I Centri Antiviolenza e le Case Rifugio sono i principali alleati del progetto grazie alla consolidata esperienza e alla conoscenza delle donne e dei percorsi che hanno intrapreso. Le donne sono state già ascoltate dai CAV e prese in carico da tempo: i Punti di contatto delle Caritas Diocesane non si sovrappongono al lavoro dei CAV ma integrano il lavoro fino a quel momento compiuto con le specifiche azioni del progetto.
Ai punti di contatto delle Caritas diocesane è affidato il compito di accompagnare le donne segnalate dal CAV a partire dalla fase istruttoria della richiesta del microcredito sociale fino alla fase di rimborso del prestito. In questi primi mesi di lavoro, sono già diverse le Caritas Diocesane che si sono ritrovate a svolgere i primi accompagnamenti condividendo con i CAV il lavoro, le scelte da intraprendere, i tempi, e spesso anche i luoghi di ascolto. Ciascuno con il proprio stile ha potuto contribuire alla costruzione della prima fase che è sicuramente delicata. L’affiancamento è personalizzato, in aderenza alle esigenze di ciascuna delle donne, ed è finalizzato a bisogni materiali diversi, ma gli fa da sfondo l’obiettivo di sostenerle verso un percorso di autonomia, orientandole e accompagnandole nell’utilizzo di strumenti di emancipazione economica e sociale talvolta difficilmente accessibili, e contribuendo così a potenziarne le capacità e accrescere la fiducia in loro stesse.
L’esito di una presa in carico non è soltanto l’assistenza ma il piano di intervento. È importante, partire dal bisogno – espresso e inespresso - e confrontarsi intorno a questo ricordando l’obiettivo del progetto. Il Microcredito serve per investire sul progetto della donna e il progetto è il nostro orizzonte. In questi mesi stiamo assistendo donne che hanno avuto necessità di abbandonare la loro casa ritrovandosi senza mobili, o che hanno cambiato città ma hanno bisogno di un’auto per raggiungere il posto di lavoro ora diventato più lontano. Alcune hanno dovuto affrontare delle spese improvvise, altre chiedere dei prestiti ad amici e familiari che vogliono restituire. In alcuni casi non sono riuscite a pagare delle rate ma hanno ripreso a lavorare da poco. Sono donne che sanno di potercela fare ma hanno bisogno di qualcuno che investa su di loro che le aiuti a rimettersi in carreggiata. Non è soltanto un nome che ci viene segnalato ma il suo progetto di vita che diventa così il punto di partenza del lavoro di orientamento e di accompagnamento.
Spesso la donna ha subìto un controllo ossessivo sull’uso del denaro da parte del compagno maltrattante e in alcune storie ricorrono condizioni al limite dello sfruttamento lavorativo. Non è semplice intervenire in queste dinamiche e occorre bilanciare gli interessi, gli obiettivi, tenendo a mente le storie delle persone. La gestione del bilancio familiare costituisce uno dei presupposti del risparmio e del progetto. Se il bisogno della donna ci aiuta a visualizzare l’obiettivo, il bilancio familiare contribuisce a darci le coordinate per realizzarlo. Possiamo lavorare sulle spese, sulle entrate, su previsioni di entrata etc. Capire quali sono le fonti da cui derivano le risorse disponibili serve a verificare la reale possibilità di soddisfare determinate esigenze di spesa e di adempiere al finanziamento ricevuto e un’attenta gestione del bilancio familiare consente di identificare e ridurre eventuali sprechi, di gestire più efficacemente le risorse e di riuscire a calcolare quanto si può risparmiare e destinare all’investimento, riscoprendo così al termine del percorso di avere capacità e doti che non ci si aspettava o che si possedevano ma le condizioni di vita degli ultimi anni ne avevano ridimensionato e cancellato la portata.
Il Microcredito è una risorsa importante che può dirsi generativa perché consente anche a chi non è bancabile di essere aiutato e accompagnato verso l’accesso responsabile al credito.
È un atto comunitario, perché restituisce fiducia a chi, per ragioni diverse, si trova in difficoltà e non potrebbe accedere ad altre forme di credito con il rischio di non risolvere la propria condizione di crisi o di rivolgersi a sistemi illegali e usurai.