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Laura Camilloni
Giornalista

Intervista a Bruno Frattasi Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza

nazionale (ACN)

L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) è l’Autorità Nazionale per la Cybersicurezza a tutela degli interessi nazionali nel campo della cybersicurezza. L’Agenzia ha il compito di tutelare la sicurezza e la resilienza nello spazio cibernetico. Si occupa di prevenire e mitigare il maggior numero di attacchi cibernetici e di favorire il raggiungimento dell’autonomia tecnologica. Il Prefetto Bruno Frattasi è stato nominato il 9 marzo 2023 Direttore Generale dell’ACN su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri. In questa intervista, il Dr. Frattasi illustra le diverse attività, sfide e strategie dell’ACN, rivelando le dinamiche e gli obiettivi che guidano l’Agenzia nella protezione del cyberspazio italiano.

In che modo l’ACN sta affrontando le sfide legate alla sicurezza nazionale nel contesto attuale, considerando l’evoluzione delle minacce cibernetiche e il cambiamento dei paradigmi geopolitici?

Il contesto attuale è caratterizzato da una forte accelerazione nell’uso della tecnologia per scopi didattici, sociali, di intrattenimento, e industriali. Questo fatto comporta un aumento della superficie attaccabile dai cybercriminali e da altri attori ostili. Il nostro compito è proteggere questa superficie e lo facciamo attraverso diverse attività, che vanno dallo scrutinio tecnologico che indaga la qualità e robustezza degli strumenti digitali che ci consentono, a mero titolo di esempio, di prenotare una visita online o di fare un bonifico col telefonino, fino al ripristino dei sistemi eventualmente impattati dagli attacchi informatici.

È chiaro che attori geopolitici possano sfruttare le vulnerabilità di questi strumenti per fare propaganda, spiare processi industriali e sabotare servizi erogati attraverso internet. Per contrastare le nuove minacce lavoriamo in diverse direzioni, sviluppando la consapevolezza del problema attraverso tante iniziative pubbliche, favorendo la formazione nella cybersecurity, sviluppando politiche di sostegno al tessuto industriale e mettendoci a disposizione per mantenere un quadro normativo coerente nell’ambito cyber.

La sicurezza delle piccole e medie imprese rappresenta un pilastro fondamentale per l’ecosistema economico italiano. Quali strategie sta adottando l’ACN per supportare e proteggere queste realtà, e perché è cruciale garantire la loro sicurezza nel contesto attuale?

ACN supporta il lavoro di partenariati pubblico-privati orientati a creare un ecosistema cibernetico nazionale resiliente di fronte alle minacce. Insieme ad altri attori, come ad esempio Confindustria e Assicurazioni Generali, ACN è impegnata a rendere consapevoli della minaccia le Piccole e Medie imprese che risultano, spesso per scarsità di fondi e di competenze, più vulnerabili agli attacchi criminali, come ad esempio le estorsioni successive agli attacchi ransomware.

Un progetto molto importante per noi è quello del Cyber Innovation Network, la costruzione cioè, di una rete di stimolo e sostegno alle startup innovative che fanno ricerca e sviluppo nel campo delle tecnologie emergenti come robotica, IA, crittografia, data science e cybersecurity. A questo scopo abbiamo individuato e stretto accordi con cinque incubatori distribuiti su tutto il territorio nazionale con cui ci apprestiamo a co-finanziare lo sviluppo di nuova imprenditorialità e a supportare il potenziamento della ricerca applicata.

Quali risorse potrebbe dedicare l’ACN nell’ambito di una possibile collaborazione con la Pubblica Amministrazione e con l’Ente Nazionale per il Microcredito, e in che modo l’ACN potrebbe sostenere la PA?

Per quanto riguarda la sicurezza informatica nella PA, lo sforzo va fatto nella direzione di formare il personale, aggiornare il parco macchine, spiegare l’importanza dell’igiene digitale, cioè di tutti quei comportamenti che servono a “mantenere pulito” il computer e i telefoni da virus informatici e altri ospiti indesiderati.

La nostra Agenzia sta usando sia i fondi del PNRR che quelli ordinari per favorire la digitalizzazione sicura di enti pubblici e realtà politiche come le Regioni. Ad esempio, abbiamo messo a disposizione delle Regioni e delle province autonome 28,5 milioni di euro per dotarsi di un centro per la risposta agli incidenti informatici, un Computer Security Incident Response Team regionale, insomma.

Sono numerose le opportunità già messe a disposizione da ACN nell’ambito del PNRR 1.5 con gli Avvisi nr.1,2,3,4,6,7,8 pubblicati sul sito dell’Agenzia. Analogamente diverse Pubbliche Amministrazioni, per alcune misure di riferimento, sono state e possono essere in futuro oggetto di finanziamento con Fondi Strategia. Restano valide le possibilità di accesso ai fondi DEP e HORIZON in ambito Cyber cui le PA possono accedere rispondendo alle call anche in forma consorziata, possibilità veicolate e supportate anche tramite le funzioni svolte da ACN come NCC-IT. Infine, pur non trattandosi di finanziamenti, l’ACN con i servizi cyber nazionali (Hypersoc, ISAC, rete degli CSIRT) supporterà la PA in ambito resilienza cyber.

Considerando l’importanza sempre crescente dell’Intelligenza Artificiale nella Cybersecurity e nella Pubblica Amministrazione, quale è lo stato dell’arte in questo settore? Quali competenze e skill ritiene necessarie per garantire un efficace controllo e gestione dei processi di sicurezza informatica all’interno della PA in un contesto sempre più digitalizzato e complesso?

Sullo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale il nostro governo ci sta lavorando da tempo e lo stesso G7, durante questa presidenza italiana, ha come argomento l’IA. Il governo ha stabilito di intervenire con dei finanziamenti importanti affinché anche le realtà italiane interessate possano sfruttare al meglio i benefici di questa tecnologia. Siamo agli inizi, eppure abbiamo dalla nostra parte un regolamento europeo, l’AI ACT che ci aiuterà a indirizzare questi investimenti in un alveo di regole quanto mai necessarie.

Sappiamo che l’IA può essere usata come strumento difensivo di fronte agli attacchi informatici. Può essere usata per frodi, ad esempio, all’interno di tecniche di phishing per il furto di credenziali: può essere usata per creare deepfake e svolgere opera di disinformazione. Ma l’IA può essere usata anche per anticipare la minaccia, analizzare i flussi di rete con una velocità e una precisione impossibili per un essere umano che però se ne può avvantaggiare per predisporre le difese più adeguate.

Lo sforzo futuro sarà certamente quello di favorire percorsi formativi, universitari e post-universitari nelle discipline STEM e nell’ampio settore dell’Intelligenza artificiale, nel frattempo è importante imparare a conoscere e padroneggiare queste tecnologie che sono destinate a entrare a fare parte di tutte o quasi le nostre attività, dalla produzione al consumo, dal divertimento al mondo della Difesa e della sicurezza. Anche su questo l’ACN è impegnata con la sua struttura di missione dedicata allo sviluppo delle competenze digitali e della formazione, e ha attivato una serie di collaborazione con la Conferenza dei Rettori Universitari Italiani e con le ITS Academy, che preparano i giovani diplomati degli Istituti Tecnici a diventare dei cyberdefender.

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