Print Friendly, PDF & Email

Giulia Morlupi

Psicologa

Fare educazione finanziaria

Abstract

Financial Education: A Psychopedagogical Perspective

The socio-economic difficulties that have emerged with vehemence in recent years among the Italian population have prompted the Bank of Italy, the Ministry of Education, and EduFin to incentivize projects aimed at financial literacy. Specifically, they have focused on financial education, promoting initiatives to make financial knowledge and skills accessible to Italian citizens from the early years of schooling. This paper focuses on the consequences of a lack of financial education and aims to interpret the data from a psychopedagogical perspective. This approach provides an overview that allows us to observe the economic-financial trends of our country without losing sight of the humanity of the individuals involved, who are influenced by both psychological and pedagogical factors. When these pedagogical influences are conscientiously structured, they have the potential to lay the foundations for a future different from what is currently anticipated.

Key Words: alfabetizzazione finanziaria, educazione finanziaria, consapevolezza, gestione del denaro, iniziative scolastiche

Sommario

  1. L’alfabetizzazione finanziaria
  2. Introduzione all’educazione finanziaria
  3. La situazione italiana
  4. Educare con il fare: un filo conduttore con la psicopedagogia

Conclusioni

  1. Uno sguardo all’alfabetizzazione finanziaria

Negli ultimi anni, l’attenzione verso l’alfabetizzazione finanziaria è cresciuta significativamente. L’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) definisce l’alfabetizzazione finanziaria come la combinazione tra consapevolezza, conoscenze, competenze, atteggiamenti e comportamenti necessari al fine di prendere decisioni finanziarie sagge e a raggiungere un benessere finanziario individuale1. Questa definizione evidenzia la presenza di numerose componenti all’interno di tale concetto, tra le quali spicca l’educazione finanziaria.

Ritengo fondamentale, prima di addentrarmi nel tema presentato, effettuare una riflessione in merito al rapporto tra uomo e denaro nel Terzo millennio. Ad oggi, anche grazie alla nascita di strumenti alternativi alla moneta, la gestione del denaro sembra essere molto più semplice e libera. Tuttavia, questa apparente libertà e semplicità, nasconde una contraddizione: pur conoscendo e utilizzando il denaro, spesso non adottiamo misure adeguate a proteggerci dai rischi ad esso associati. Risulta evidente, pertanto, la discrepanza tra la familiarità con il denaro e la consapevolezza relativa al suo utilizzo ed è in questo panorama che acquista importanza l’educazione finanziaria2.

Le nuove generazioni rappresentano i principali destinatari di questo processo educativo, poiché è dalla loro formazione che dipende il sistema economico del futuro. Il principale divulgatore di conoscenze e competenze in merito diviene, pertanto, il sistema scolastico: alla scuola spetta il compito di introdurre la materia agli studenti adattandola ad ogni livello di istruzione al fine di raggiungere tutte le fasce di popolazione, indipendentemente dal ceto sociale, agevolando l’avvicinamento consapevole all’economia degli adulti del futuro.

Tuttavia, l’educazione finanziaria non è riservata unicamente ai giovani: agli adulti di oggi, che rappresentano il presente e l’esempio per le future generazioni, spetta il compito di formarsi e mettere in atto strategie economicamente consapevoli al fine di fornire un ottimo esempio alle generazioni future ponendo, fin da ora, le basi per l’economia del futuro.

Un adeguato livello di alfabetizzazione finanziaria comporterebbe una riduzione delle condotte inadeguate, un aumento della stabilità economica e finanziaria degli individui e collettiva nonché una riduzione della componente ansiosa relativa alla gestione economica con conseguente miglioramento del benessere psicologico. Inoltre, promuoverebbe l’inclusione economica e contribuirebbe alla riduzione dell’indebitamento e del rischio finanziario.

Un’indagine effettuata da EduFin evidenzia, infatti, come la domanda di educazione finanziaria continui a crescere soprattutto tra gli appartenenti alle classi di reddito più alte e tra i più istruiti, i quali ne riconoscono l’utilità per il futuro. Questo sottolinea l’importanza di inserire l’educazione finanziaria all’interno delle scuole permette portando a disposizione di tutti gli elementi fondamentali per gestire i propri soldi nella maniera più corretta, indipendentemente dal background familiare. Inoltre, una corretta educazione finanziaria è fondamentale per contrastare la violenza economica e promuovere l’emancipazione, ponendo le basi per scardinare stereotipi e pregiudizi di genere3.

  1. Introduzione all’educazione finanziaria

L’educazione finanziaria mira a fornire competenze e conoscenze necessarie a comprendere e gestire efficacemente le proprie risorse finanziarie all’interno di un contesto informato e responsabile. È un processo educativo che consente al fruitore di sviluppare consapevolezza in merito a concetti quali risparmio, bilancio familiare, investimenti, gestione dei debiti, pianificazione finanziaria e lungo termine, comprensione dei rischi, capacità di creare un budget, risolvere problemi, gestire gli imprevisti o pianificare il futuro4.

L’obiettivo dell’educazione finanziaria risiede nel formare cittadini informati, responsabili, attivi e consapevoli nelle scelte economiche. Cittadini che lavoreranno, risparmieranno, investiranno e parteciperanno attivamente alla vita della comunità, riuscendo a cogliere le implicazioni economiche della vita quotidiana e rafforzando le competenze collettive.

Introdurre l’educazione finanziaria fin dal primo anno di scuola primaria di primo grado, permetterebbe di creare delle solide basi per un benessere finanziario permanente instillando sane abitudini finanziarie fin dalle prime fasi di approccio all’economia. Questo approccio permetterebbe di superare la procrastinazione finanziaria relativa allo svolgimento di compiti economici come, ad esempio, la pianificazione del budget o della pensione poiché, esponendo gli studenti a tale forma mentis fin dai primi gradi di istruzione, si pongono le basi per sviluppare strategie efficienti ed efficaci al fine di abbattere la procrastinazione attraverso l’uso di misure pro-attive volte al successo finanziario come, ad esempio, mediante la definizione di obiettivi finanziari specifici, chiari e raggiungibili che permettono al soggetto di stabilire un percorso finanziario da seguire mantenendo alta la motivazione5.

Secondo la Banca d’Italia, chi sa controllare e gestire le proprie finanze mostra una maggiore propensione alla progettualità economica, essenziale per combattere l’incertezza in ambito lavorativo e relativa alla gestione degli imprevisti futuri. Conseguentemente, ciò da vita ad una riduzione dei livelli di stress, di ansia e tensione sperimentati in merito alle questioni economiche. Basti pensare a quanto accaduto durante l’emergenza SARS-CoV-2 (Covid-19): solo la fetta di popolazione composta da laureati e over 65, è stata in grado di sopperire ad una mancanza di reddito fino a sei mesi; la restante parte della popolazione italiana non disponeva di risorse sufficienti per sopperire più di due mesi alla mancanza dello stesso. Ciò, ha evidenziato come, nel nostro paese, sia fondamentale incentivare, potenziare e investire nell’educazione finanziaria poiché solo garantendo alla popolazione la possibilità di formarsi ed informarsi potremo riuscire a fare la differenza6.

  1. La situazione italiana

L’Italia, nell’ambito dell’alfabetizzazione finanziaria, risulta essere più indietro rispetto alle altre componenti dell’Unione Europea. La crisi globale del 2007-2008 aveva già evidenziato l’importanza di questo tema, ma il nostro Paese non ha implementato un adeguato potenziamento delle competenze finanziarie tra i cittadini. Come sottolineato dalla Banca d’Italia, la cultura finanziaria ad oggi, in Italia, non è diffusa in maniera uniforme tra i cittadini ma tende a variare sulla base delle diverse caratteristiche demografiche e sociali, con molti studenti italiani privi delle conoscenze minime per prendere decisioni finanziarie informate.

Per far fronte a tale lacuna, il processo di alfabetizzazione finanziaria non può che iniziare mediante l’educazione finanziaria che, a sua volta, non può che iniziare dalla scuola poiché, come ribadito precedentemente, un’insufficiente educazione finanziaria rappresenta un ostacolo per la vita dell’economia italiana e della sua società.

A tal proposito, dopo la creazione del liceo economico statale avvenuta tra il 2010 ed il 2011 centrato sulle discipline giuridiche, economiche e sociali e definito come il “liceo della contemporaneità”, il Ministero dell’Istruzione e la Banca d’Italia hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa per potenziare l’educazione finanziaria e per promuovere la cittadinanza sociale nelle istituzioni scolastiche con lo scopo di incrementare le conoscenze dei giovani e il loro orientamento formativo in vista dei futuro7.

Il progetto inserisce l’educazione finanziaria all’interno dell’insegnamento dell’educazione civica riconoscendola come una disciplina necessitante trasversalità e interdisciplinarità nella consapevolezza che essa non può compiersi ed esaurirsi all’interno di una disciplina singola con un singolo insegnante ma che necessita di essere osservata come il risultato di percorsi interdisciplinari coordinati tra loro costituenti gli elementi basilari per l’esercizio di una cittadinanza attiva. L’educazione finanziaria, infatti, per la complessità dei temi trattati e per la necessità di un approccio olistico nella trasmissione della materia, necessita di essere inserita all’interno della metodologia didattica mediante l’utilizzo di metodologie operative e di una didattica attiva caratterizzata da flessibilità, gradualità di applicazione e sperimentazione. Si propongono, a tal proposito, modalità laboratoriali, apprendimento centrato sull’esperienza e soluzione di problemi, utilizzo di strumenti didattici interattivi, contesti di apprendimento idonei e utilizzo di materiali e fonti specifici da selezionare in base alla complessità degli argomenti trattati come, ad esempio, i Quaderni Didattici forniti dalla Banca d’Italia a studenti e insegnanti di ogni ordine e grado di istruzione8.

Data la complessità dell’educazione finanziaria, richiedente non solo conoscenze e abilità per affrontare questioni di tale natura ma anche atteggiamenti e competenze di tipo diverso, il progetto evidenzia la possibilità di avvalersi del supporto dei docenti di diritto, economia, matematica finanziaria e, nelle situazioni in cui tali professionalità sono assenti, di un organico di potenziamento o del supporto del Comitato EduFin. Inoltre, Banca d’Italia, in quanto amministrazione pubblica riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione come emittente di corsi di formazione, ha strutturato un’offerta formativa dedicata ai docenti di tutti i livelli scolastici supportando il programma con risorse gratuite appositamente predisposte dalla stessa (come, ad esempio, i volumi Tutti per uno economia per tutti! disponibili per studenti e docenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado), garantendo il diritto all’esonero dall’attività di servizio e consegnando un attestato di partecipazione9.

Tra le competenze da sviluppare, in grado diverso a seconda dei diversi livelli di istruzione, troviamo:

  • avere consapevolezza delle diverse forme e funzioni della moneta;
  • comprendere il valore dei beni e del denaro, la variabilità del valore e il concetto di bene pubblico;
  • gestire e controllare transazioni di carattere economico-finanziario;
  • comprendere il concetto di reddito ed i fattori che lo determinano;
  • essere in grado di gestire appropriatamente le proprie risorse e di programmare, gestire e monitorare entrate e uscite;
  • gestire risparmi e investimenti;
  • essere in grado di utilizzare appropriatamente il credito, avere consapevolezza dei principali rischi con conseguenze finanziarie negative, comprendendoli e gestendoli;
  • comprendere e scegliere gli strumenti assicurativi e i rischi previdenziali;
  • salvaguardare i propri diritti e adempiere ai propri doveri in ambito economico-finanziario;
  • avere cognizione dell’ambiente economico-finanziario e consapevolezza dell’impatto socio-ambientale dei comportamenti di individui e organizzazioni10.

  1. Educare con il fare: un filo conduttore con la psicopedagogia

Come accennato precedentemente, imparare a gestire le proprie finanze non apporta miglioramenti unicamente alla situazione economica e sociale dei cittadini ma ha la potenzialità di portare significativi benefici anche nell’ambito della salute mentale: ansia, depressione, insonnia, stress, sregolatezza o eccessiva rigidità possono giovare delle conseguenze che, una buona educazione finanziaria, creerebbe. Inoltre, l’alfabetizzazione finanziaria nella sua sfaccettatura più ampia, affronta anche i fattori psicologici che vanno ad influenzare i processo decisionale finanziario poiché deve tenere in considerazioni il ruolo giocato da emozioni; influenza sociale (comprendente pressione dei pari, norme sociali o valori culturali); processi cognitivi come pensieri, credenze, pregiudizi, intuizioni, conoscenza; processi di apprendimento e comportamentali che influenzano le modalità di gestione del denaro11.

Le emozioni, ad esempio, possono avere un impatto significativo sui processi decisionali, tanto in termini di risparmio quanto in termini di sregolatezza economica. Essere consapevoli delle proprie emozioni ed essere in grado di gestirle e regolarle efficacemente ci consente di prendere decisioni finanziarie più informate e razionali e ci consente di raggiungere gli obiettivi prefissati12.

Anche l’influenza sociale, a sua volta, comporta un significativo impatto sulle decisioni finanziarie degli individui. Secondo la teoria del confronto sociale, infatti, è proprio attraverso le interazioni sociali con famiglia, amici, scuola e società che le persone apprendono comportamenti e atteggiamenti finanziari ed è sempre attraverso il confronto con gli altri che viene effettuata una parte della valutazione del proprio benessere economico, influenzando le decisioni economiche di ognuno di noi. Vivere in un contesto che incoraggia abitudini finanziarie responsabili e che fornisce assistenza al fine di supportare e incentivare il raggiungimento di obiettivi finanziari funzionali ai bisogni del singolo permette a colui che vi è immerso di sviluppare, con il tempo, una consapevolezza economico-finanziaria con delle basi solide che gli garantirà un futuro che non ostacoli la sua crescita economica13.

Proprio per questo, un’educazione economica composta solo da concetti e non messa in atto mediante atti pratici comporta una minore percentuale di efficacia. Risulta, infatti, di fondamentale importanza iniziare, anche in casa, da piccoli passi come, ad esempio:

  • affrontando il tema del denaro anche con i più piccoli, prestando attenzione al linguaggio utilizzato come, ad esempio, affermando “ora non possiamo comprarlo ma possiamo cercare di capire come risparmiare per venirlo a prendere appena possiamo” invece di “non possiamo permettercelo” al fine di favorire un’educazione consapevole, un approccio corretto con il denaro e di incentivare il risparmio e la pianificazione delle spese;
  • fornendo un piccolo budget simbolico per incentivare la capacità di gestione dei propri soldi e delle proprie spese;
  • sviluppando, insieme ai bambini, un piano di spesa riflettendo insieme sugli aspetti importanti da raggiungere e favorendo l’emergere della consapevolezza economica e della limitatezza delle risorse rendendo concreto il concetto di “risparmio” e di gestione del denaro attraverso, ad esempio, l’utilizzo di diversi barattoli che consentono al bambino di discernere le diverse categorie scelte (“cose da comprare”, “risparmi per…”, “doni per i miei cari”, ecc..) visualizzando così l’accumulo dei risparmi nel tempo ed imparando, materialmente, a gestire le entrate e le uscite14.

Proprio mediante l’utilizzo di un apprendimento di tipo esperienziale, essendo maggiore il grado di coinvolgimento del soggetto, le iniziative presentate hanno la potenzialità di risultare più efficaci poiché in grado di permettere al cervello di trattenere l’informazione ricevuta all’interno della memoria a lungo termine riuscendo così, mediante un processo strutturato nel tempo, a costruire abitudini finanziarie sane che consentano agli individui di prendersi efficacemente cura del proprio futuro economico15.

Conclusioni

Nella nostra realtà, in cui l’economia e la finanza hanno un grande impatto sulla qualità della vita di ogni singolo individuo e sul benessere futuro, rivolgere lo sguardo verso l’alfabetizzazione finanziaria e, nello specifico, investire nell’educazione finanziaria risulta cruciale.

Investire in un’educazione finanziaria accessibile, volta a donare alle persone gli strumenti necessari per affrontare, responsabilmente e consapevolmente, le sfide finanziarie quotidiane con i relativi imprevisti, che aiuti tanto i giovani quanto gli adulti al fine di garantire una maggiore stabilità economica personale e contribuendo, così, al benessere psicologico dei cittadini, risulta essere un passo significativo in grado di fornire una garanzia di un futuro economico più consapevole e florido.

Rendere l’educazione finanziaria disponibile a tutti e integrarla all’interno di vari aspetti del sistema educativo, può creare un circuito virtuoso, efficace ed efficiente in grado di accendere la luce su un ambito ancora insufficientemente illuminato.

NOTE

1 OCSE, Improving financial literacy – Analysis of issues and policies, 2005; Recommendation of the council, Recommendation on Principles and Good Practices for Financial Education and Awareness, in Principles 1, 2005.

2 M. Rafaniello, L’educazione finanziaria come sfida e obiettivo del nuovo millennio. Il caso italiano, in Innovazione Diritto, n. 5, 2019

3 A. Lusardi, Come insegnare l’ABC della finanza, in LaVoce.info, 2010; EDUFIN, Rapporto EDUFIN 2023. Educazione finanziaria: iniziamo dalla scuola, BVADOXA, 2023; G. Gomel, F. Bernasconi, M. L. Cartechini, V. Fucile, R. Settimo e R. Staiano, Inclusione finanziaria le iniziative del G20 e il ruolo della Banca d’Italia, in Questioni di Economia e Finanza (Occasional Papers), n. 96, 2011; G. Nicolini, Le metodologie di valutazione dell’alfabetizzazione finanziaria, Quaderni di finanza. Le sfide dell’educazione finanziaria: la rilevazione di conoscenze e bisogni formativi, l’individuazione dei destinatari delle iniziative, la definizione di una comunicazione efficace, (a cura di) N. Linciano e P. Soccorso, 2017, Roma.; Ministero dell’Istruzione, Scuola, l’Educazione finanziaria sarà insegnata nell’ambito dell’Educazione civica, Comunicato dell’11 aprile 2023

4 EDUFIN, op. cit.; Reccomendation of the council, op. cit.; M. Rafaniello, L’educazione finanziaria come sfida e obiettivo del nuovo millennio. Il caso italiano, in InnovazioneDiritto, n. 5, 2019

5 G. Chionsini, M.Trifilidis, Educazione finanziaria: l’utilità di una strategia unitaria, in Banche e Banchieri, n. 5, 2010; Banca d’Italia, Educazione finanziaria nelle scuole, L’economia per tutti. Banca d’Italia per la cultura finanziaria; Banca d’Italia. Eurosistema, Progetto educazione finanziaria nelle scuole a.s. 2023/2024

6 Banca d’Italia, op. cit.; Ministero dell’Istruzione, op. cit.; M. Rafaniello, op.cit.

7 Ministero dell’Istruzione, Banca d’Italia, Protocollo d’intesa, 2021

8 G. Chionsini, M. Trifilids, op.cit.; Banca d’Italia, op. cit.; Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, Linee guida per lo sviluppo delle competenze di educazione finanziaria nella scuola per il I e II ciclo di istruzione; Ministero dell’Istruzione, op.cit.

9 Banca d’Italia, op.cit.; Ministero dell’Istruzione, op.cit.

10 Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, op. cit.

11 I. Graziato, La psicologia economica: che cos’è e a che cosa serve?, in RPStrategy©, 2023; V. Brini, Educazione finanziaria e benessere mentale: «Meno ansia e stress con scelte economiche consapevoli», in StartupItalia, 2023.

12 V. Brini, op.cit

13 Financial Psychology: How to Understand and Influence Financial Psychology, in Faster Capitals, 2024

14 V. Brini, op.cit.; U. Rigoni, G. Gardenal, Finanza comportamentale e gestione del risparmio, G. Giappicheli Editore, 2016, Torino

15 D. Martelli, Aumentare l’alfabetizzazione finanziaria grazie alle neuroscienze e all’apprendimento esperienziale. Capire il funzionamento del cervello per fornire soluzioni più efficaci, Quaderni di finanza. Le sfide dell’educazione finanziaria: la rilevazione di conoscenze e bisogni formativi, l’individuazione dei destinatari delle iniziative, la definizione di una comunicazione efficace, (a cura di) N. Linciano e P. Soccorso, 2017, Roma; G. Nicolini, op.cit.

Print Friendly, PDF & Email
© 2019 Rivista Microfinanza. All Rights Reserved.