Archivio opinioni
Elisa Iacomelli
Il Gender Gap: una sfida da vincere
Abstract
In un mondo in cui l’umanità ha fatto incredibili passi avanti in campo tecnologico e scientifico, c’è una realtà che resiste ostinatamente al cambiamento: il divario di genere. Nonostante decenni di lotta per l’uguaglianza, le differenze tra uomini e donne continuano a essere evidenti in numerosi ambiti della società, dal lavoro all’istruzione, dalla rappresentanza politica alla leadership aziendale. Sull’argomento è intervenuto lo scorso mese anche l’ex presidente del consiglio mario draghi durante l’intervista rilasciata al direttore del corriere della sera nell’undicesima edizione del tempo delle donne, lanciando un grido di allarme ‘chi paga meno le donne va contro la costituzione’. In italia come in molte altre parti del mondo, purtroppo, il gender gap non è solo una questione economica ma anche un problema strutturale che mina i fondamenti stessi della democrazia basati sulla uguaglianza e dignità senza distinzioni di genere.
La conferma arriva dal global gender gap report 20241.
KEYWORDS: DIVARIO DI GENERE, DONNE, PRESIDENZA G7, GENDER GAP REPORT 2024
- Il Gender Gap nel Mondo e in Europa: un’analisi regionale
Secondo il Gender Gap Report 2024, giunto alla sua 18esima edizione, a livello mondiale il divario di genere si attesta al 68,5%, un miglioramento di appena 0,1 punti percentuali rispetto al 2023. Questo progresso, seppur positivo, è troppo lento per garantire un cambiamento significativo nel breve periodo. Il report infatti stima che, mantenendo questo ritmo, ci vorranno circa “134 anni” ovvero “circa cinque generazioni”, per colmare il gender gap a livello globale evidenziando la necessità di accelerare gli sforzi per promuovere l’uguaglianza tra uomini e donne in ogni ambito della società.
Nonostante il progresso raggiunto, il gender gap rimane una questione critica, soprattutto in alcune regioni del mondo. I Paesi nordici continuano a brillare come esempi di uguaglianza di genere, ma altre regioni, come il Medio Oriente e il Nord Africa, l’America Latina e i Caraibi, mostrano gap significativi. In questi territori, la partecipazione economica e la rappresentanza politica delle donne sono particolarmente basse, e le norme culturali e politiche restrittive ostacolano la loro piena integrazione nella forza lavoro e nella vita pubblica. Queste due aree, infatti, presentano i dati peggiori rispetto al 2023: il Medio Oriente e il Nord Africa, quest’anno chiudono al 61,7%, in calo di quasi un punto percentuale rispetto allo scorso anno, così come la zona dell’America Latina e Caraibi che dal 74,3% del 2023 passa al 74,2%. Miglioramenti si evidenziano nelle altre quattro regioni: l’Asia orientale-Pacifico è al 69,2%, contro il 68,8% del 2023; l’Asia meridionale è al 63,7%, contro il 63,4% del 2023, l’Asia centrale al 69,2%, contro il 69% del Rapporto 2023, l’Africa subsahariana chiude al 68,4% contro il 68,2% dell’anno passato.
In Europa, invece, Paesi come Islanda, Finlandia e Norvegia sono ai vertici della classifica globale, grazie a politiche inclusive e progressiste. L’Islanda, ad esempio, guida la classifica da 15 anni consecutivi con una chiusura del divario di genere del 93,5%, principalmente grazie ai progressi nella partecipazione economica e nell’empowerment politico. La Finlandia e la Norvegia seguono con punteggi elevati, sebbene la Norvegia abbia registrato lievi cali nell’empowerment politico. La Nuova Zelanda, nonostante una riduzione del punteggio a causa di un declino nella parità politica, si colloca al quarto posto, mentre la Svezia, con un punteggio dell’81,6%, è al quinto.
Le Nazioni nordiche sono pioniere nella parità di genere, con politiche avanzate in tutte le quattro categorie analizzate: partecipazione economica, istruzione, salute e potere politico. Hanno implementato politiche di parità salariale e congedi parentali estesi che contribuiscono a un equilibrio maggiore tra uomini e donne nel mondo del lavoro. In ambito educativo, le donne hanno raggiunto e, in alcuni casi, superato gli uomini nei tassi di istruzione superiore. Inoltre, le disuguaglianze di genere nella salute e nella sopravvivenza sono minimizzate grazie a robusti sistemi sanitari e politiche preventive. Tuttavia, la rappresentanza femminile nei ruoli politici è ancora insufficiente, nonostante i progressi nelle quote di genere e nelle iniziative per aumentare la partecipazione delle donne.
il report sul divario di genere
Il “Global Gender Gap Report” è un rapporto annuale pubblicato dal “World Economic Forum (WEF)”, che analizza e misura il livello di parità di genere in vari Paesi del mondo. Il rapporto, introdotto per la prima volta nel 2006, si concentra su quattro aree principali per valutare il divario di genere:
- “Partecipazione economica e opportunità”: valuta le differenze tra uomini e donne in termini di partecipazione alla forza lavoro, uguaglianza salariale per lavori simili, partecipazione a ruoli dirigenziali e professionali.
- “Livello di istruzione”: analizza l’accesso all’istruzione primaria, secondaria e superiore, nonché i tassi di alfabetizzazione per uomini e donne.
- “Salute e sopravvivenza”: misura la speranza di vita e il rapporto tra i sessi alla nascita, considerando le disuguaglianze legate all’accesso alle cure sanitarie e alle condizioni di vita.
- “Potere politico”: valuta la rappresentanza delle donne nei parlamenti, nei governi e nelle posizioni di leadership politica.
Il rapporto classifica i Paesi in base a quanto sono vicini a colmare il divario di genere, assegnando a ciascun Paese un punteggio da 0 (totale disuguaglianza) a 100 (completa parità). L’obiettivo del Global Gender Gap Report è monitorare i progressi nel raggiungimento della parità di genere e fornire dati utili per promuovere politiche pubbliche e iniziative private volte a ridurre le disparità di genere.
–––––––––––––––––––––––
- Il Gender Gap in Italia: un’analisi critica
Come abbiamo visto, mentre in alcuni Paesi europei il divario di genere sta lentamente diminuendo, in Italia la situazione è diversa. Infatti, continua a scivolare nella classifica rispetto al 2023, occupando l’87esimo posto su 146 nazioni a livello globale e il 37esimo tra i 40 stati europei. Solo Ungheria, Repubblica Ceca e Turchia si posizionano peggio dell’Italia. L’ultima edizione del Global Gender Gap Report, ha evidenziato un regresso nella parità tra uomini e donne con prospettive per il futuro tutt’altro che positive. Con l’avvicinarsi della scadenza del raggiungimento degli obiettivi stabiliti nell’Agenda 2030, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, PNRR, creato per rilanciare l’economia italiana dopo la pandemia del 2020, sembra avere un impatto limitato nel contrastare questa tendenza che influisce su vari aspetti della vita sociale ed economica. Questo divario è evidente in numerosi ambiti, dalla partecipazione al mercato del lavoro alla retribuzione, fino alle opportunità di carriera e alla rappresentanza politica.
Nel mercato del lavoro, il tasso di occupazione femminile in Italia è il più basso tra gli Stati dell’Unione Europea. Secondo i dati pubblicati dal dossier del Servizio studi della Camera dei deputati di dicembre 20232, il 55% delle donne nella fascia 20-64 anni ha un’occupazione contro il 69,3% della media europea. Inoltre i dati, relativi al quarto trimestre del 2022, mostrano come il divario tra popolazione maschile e femminile permane ampio sia dal punto di vista occupazionale, sono 9,5 milioni le donne occupate mentre gli uomini sono 13 milioni. Questo divario è particolarmente evidente nelle regioni meridionali, dove l’occupazione femminile è ancora più bassa. Uno dei principali ostacoli alla piena partecipazione economica delle donne italiane è rappresentato dalla difficoltà di conciliare “vita lavorativa e familiare”. Nonostante l’introduzione di politiche di congedo parentale e incentivi per il ritorno al lavoro dopo la maternità, molte donne faticano a rientrare nel mondo del lavoro a causa della carenza di strutture per l’infanzia e di una cultura aziendale che non sempre promuove il lavoro flessibile. Così molte donne italiane tendono a concentrarsi in settori meno remunerativi con meno probabilità di fare carriera o in posizioni part-time. Anche il divario retributivo di genere è dunque un aspetto critico: secondo il Global Gender Gap Report, le donne italiane guadagnano in media il 14,2% in meno rispetto agli uomini per lo stesso lavoro, e questo può dipendere da diversi fattori che vanno dai persistenti stereotipi di genere che influenzano le opportunità di carriera delle donne al fenomeno del “soffitto di cristallo3” che può impedire loro di avanzare nella carriera, limitando l’accesso a ruoli ben retribuiti e influenti. Anche le aspettative sociali riguardo i ruoli di genere possono avere un impatto, con molte donne che si trovano a dover bilanciare lavoro e responsabilità familiari, il che può influenzare le loro scelte professionali e la loro capacità di negoziare stipendi più alti. Infine, è importante considerare il contesto legislativo e le politiche aziendali che possono non supportare adeguatamente la parità salariale, come l’assenza di misure di trasparenza salariale e politiche di pari opportunità. Questa situazione sottolinea la necessità di programmi di sensibilizzazione, politiche di conciliazione vita-lavoro e misure per garantire pari opportunità e retribuzione equa.
Anche il dato sulla rappresentanza femminile nelle istituzioni politiche e nei ruoli di leadership risulta essere insufficiente. Con il 35,6% di donne alla Camera dei Deputati e il 31,4% al Senato, l’Italia si colloca al 42esimo posto su 146 paesi per la partecipazione politica femminile. Sebbene ci sia stato un progresso rispetto agli anni precedenti, la rappresentanza femminile rimane inferiore rispetto a quella maschile.
Altro aspetto critico è la “rappresentanza femminile nei ruoli dirigenziali”. Sebbene la presenza femminile nei consigli di amministrazione sia aumentata, dal 29,3% del 2018 al 40,4% del 2023, la percentuale di donne in ruoli di CEO e CFO è ancora bassa, si aggira tra il 4% e il 6%, ed è inferiore sia alla media globale, che va dal 6% al 17,6%, che a quella europea che oscilla tra il 7,3% e il 16,6%. Le leggi e la normativa italiana, come i Codici di Corporate Governance4 e la Legge Golfo-Mosca5, hanno giocato un ruolo significativo nel migliorare la rappresentanza femminile nei consigli di amministrazione. Queste normative hanno infatti imposto quote di genere negli organi di amministrazione e controllo delle società controllate dalle pubbliche amministrazioni e nelle società quotate, con modalità stabilite dal Dpr 30 novembre 2012, n. 251. Inoltre l’art. 6 della legge n. 162 del 20216 ha introdotto incentivi per le aziende che adottano politiche di parità di genere e promuovono la rappresentanza femminile nei Consigli di Amministrazione. Il Rapporto UNI/PdR 125:20217 fornisce anche linee guida per la certificazione della partita di genere nelle imprese, offrendo un quadro di riferimento per le aziende che desiderano implementare politiche di pari opportunità. Tuttavia, nonostante questi progressi, l’impatto sui ruoli di vertice aziendale è stato limitato, poiché il numero di donne in posizioni di alta responsabilità rimane ancora molto basso.
Negli ultimi anni, il governo italiano ha intrapreso diverse iniziative rilevanti per superare il divario di genere. Una di queste è il Progetto Microcredito di Libertà. Nato dal Protocollo d’Intesa tra il Dipartimento per le Pari Opportunità e la Famiglia, l’Ente Nazionale per il Microcredito, l’Associazione Bancaria Italiana (ABI), la Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo e la Caritas Italiana, il progetto è destinato alle donne vittime di violenza di genere assistite dai Centri Anti Violenza oppure ospiti delle Case Rifugio che desiderano realizzare una propria idea d’impresa o che hanno già un’attività imprenditoriale. Infatti scopo del progetto è la promozione dell’empowerment e l’inclusione sociale e finanziaria di queste donne grazie all’erogazione di microprestiti imprenditoriali per avviare o ampliare piccole attività o tramite la richiesta di microcrediti sociali, volti ad aiutarle a superare le difficoltà quotidiane.
Questo progetto è in linea con l’Obiettivo 5 dell’Agenda 20308 delle Nazioni Unite, che punta ad eliminare ogni forma di discriminazione e violenza contro le donne.
sfide e raccomandazioni
Il report del 2024 offre diverse raccomandazioni per affrontare queste sfide e promuovere una vera parità di genere:
- Politiche di Parità Salariale: è cruciale continuare a implementare e monitorare politiche che garantiscano parità salariale e opportunità di carriera. La trasparenza salariale e le azioni positive possono contribuire a ridurre il gap retributivo.
- Sostegno alle Donne nella Politica: per aumentare la rappresentanza politica delle donne, è necessario adottare misure come le quote di genere e promuovere iniziative che supportano le donne nei percorsi di carriera politica.
- Educazione e Combattimento degli Stereotipi: è essenziale continuare a lavorare per superare gli stereotipi di genere attraverso programmi educativi e iniziative che incoraggiano le giovani donne a perseguire carriere in settori dominati dagli uomini.
–––––––––––––––––––––––––––
- L’Italia e la Presidenza del G7:
Un’occasione per avanzare nella parità di genere
Nel 2024, l’Italia ha assunto un ruolo di guida internazionale attraverso la Presidenza del G7. Questa posizione di leadership offre al nostro Paese un’opportunità senza precedenti per trattare questioni globali di grande rilevanza, con una particolare attenzione alla parità di genere e all’empowerment delle donne. In un contesto globale dove le disuguaglianze di genere persistono, l’Italia ha l’occasione di guidare e modellare l’agenda internazionale attraverso strategie concrete e collaborazioni globali. Durante tutto l’anno, l’Italia si troverà a coordinare due gruppi di lavoro: il Gender Equality e il Women’s Empowerment Working Group9. Il primo ha l’obiettivo di garantire che le raccomandazioni che verranno formulate siano non solo praticabili, ma anche capaci di generare un impatto reale a livello globale. Il secondo gruppo si concentrerà sulla supervisione e sull’assicurare che le politiche non solo soddisfino i criteri di qualità, ma anche che siano adattabili ai cambiamenti e alle sfide emergenti.
A settembre 2024, da Cagliari i Ministri del Lavoro e dell’Occupazione dei paesi del G7 hanno rilasciato una dichiarazione congiunta che sottolinea l’impegno condiviso verso la riduzione delle disparità di genere e il rafforzamento dei diritti delle donne a livello globale10. Nella dichiarazione, i Ministri hanno affermato “In qualità di leader globali, ci impegniamo a promuovere politiche e iniziative che garantiscano pari opportunità e accesso equo al mercato del lavoro per tutti i cittadini, indipendentemente dal loro genere. Riconosciamo che la parità di genere è fondamentale non solo per la giustizia sociale, ma anche per la crescita economica e la prosperità. Attraverso il Gender Equality Working Group e il Women’s Empowerment Working Group, lavoreremo insieme per sviluppare strategie efficaci, condividere best practices e monitorare i progressi. È nostro compito collettivo adottare misure concrete che superino le barriere esistenti e promuovano un futuro in cui le donne possano partecipare pienamente e ugualmente a tutte le sfere della vita.”
Cagliari settembre 2024):
Questa dichiarazione riflette l’impegno del G7 a livello internazionale e il ruolo centrale dell’Italia nel promuovere una società più equa e inclusiva, ruolo rimarcato anche dalla stessa Ministra per le Pari Opportunità e Famiglia, Roccella, durante il convegno internazionale sulla violenza di genere organizzato a ottobre a Matera, nell’ambito del G7. Le parole della Ministra hanno tracciato, infatti, una visione chiara e ambiziosa puntando su politiche che uniscano economia, sociale e ambiente e rafforzano la posizione dell’Italia come leader in iniziative che mirano a costruire un futuro migliore per tutti.
Conclusioni
Il gender gap in Italia, come nel resto del mondo, è una questione complessa e radicata, che richiede un approccio multidimensionale per essere affrontata efficacemente. Solo attraverso uno sforzo concertato tra istituzioni, aziende e società civile sarà possibile colmare le disuguaglianze di genere e garantire che tutti, indipendentemente dal sesso, abbiano le stesse opportunità di successo e realizzazione. Il cambiamento infatti richiede un impegno continuo e sistematico. Promuovere una cultura della parità di genere significa non solo implementare leggi e politiche efficaci, ma anche lavorare per modificare atteggiamenti e norme sociali. L’educazione e la sensibilizzazione sono fondamentali per sfidare gli stereotipi e incoraggiare una maggiore partecipazione delle donne in tutti i settori della società. La Presidenza italiana del G7 non solo rappresenta un’opportunità per avanzare nella lotta per la parità di genere, ma anche un momento cruciale per rafforzare gli sforzi globali verso una società più equa. Le politiche e le strategie sviluppate durante quest’anno hanno il potenziale di influenzare profondamente il panorama globale e di stabilire standard più elevati per l’uguaglianza di genere.
NOTE
1 Global Gendar Gap 2024 Insight Report June 2024 https://www3.weforum.org/docs/WEF_GGGR_2024.pdf
2 Il dossier della Camera dei Deputati è consultabile al link https://documenti.camera.it/leg19/dossier/pdf/PP004LA.pdf
3 Il Dipartimento del lavoro degli Stati Uniti d’America definisce il “soffitto di cristallo” (glass ceiling) come “le barriere invisibili, ma impenetrabili, che si frappongono tra i ruoli dirigenziali e le donne, impedendo a queste ultime di raggiungere i vertici nell’ambito del business, indipendentemente dai risultati ottenuti e dai loro meriti”
4 Consultabili al link https://www.borsaitaliana.it/comitato-corporate-governance/codice/codice.htm
5 Legge 12 luglio 2011, n. 120 https://temi.camera.it/leg19/temi/l-equilibrio-di-genere-nelle-societ-a-partecipazione-pubblica.html
6 Legge 5 novembre 2021, n.162 scaricabile https://pnrr-semplificazione.regione.veneto.it/documents/761204/873222/Legge+5+novembre+2021%2C+n.+162.pdf/fd881186-8396-55f5-8ada-80f42a9ad6a5?version=1.4&t=1695895639077&download=true
7 Consultabile sul sito https://www.uni.com/
8 https://www.istat.it/storage/rapporti-tematici/sdgs/2023/goal5.pdf
9 Vedi sito https://www.pariopportunita.gov.it/it/presidenza-del-g7-2024/g7-pari-opportunita/
10 https://www.g7italy.it/it/dichiarazione-congiunta-dei-ministri-del-lavoro-e-delloccupazione/