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INVESTIRE SULLA FORZA DEI POVERI
INVESTIRE SULLA FORZA DEI POVERI
IL NOSTRO COMPITO É ANCHE AIUTARE I GIOVANI IN MODO CHE POSSANO INIZIARE A FARE COSE COSTRUENDO LORO STESSI IL MONDO CHE LI CIRCONDERÀ
Ainhoa Agullò
"Scrivere una legge affinché le banche aiutino i poveri.” E’ l’appello che il premio Nobel, Muhammed Yunus, ospite della Camera dei deputati, ha rivolto al parlamento italiano, il 10 luglio a Montecitorio, nel corso della lectio magistralis Social Business: una strada sostenibile per risolvere i problemi più pressanti della Società. Un breve ma intenso intervento nel quale il fondatore della Grameen Bank ha raccontato come il microcredito abbia aiutato centinaia di migliaia di persone a crearsi un lavoro e sfuggire così dalla indigenza. I primi passi in Bangladesh, paese di nascita di Yunus nel quale nel 1977 ha dato l’avvio alla sua attività di finanziamento dei poveri, fino all’apertura di filiali nel ‘ricco’ occidente, a New York e in Francia, dove gli indigenti sono sempre più numerosi. Sono i non bancabili, coloro che difficilmente possono ottenere un prestito da una banca, ma che il microcredito è pronto a finanziare con il fine di creare lavoro: in Italia, secondo alcune stime, con punte del 25% della popolazione. Ma al di là dei numeri, Yunus ha voluto sottolineare il carattere sociale della sua idea: non si tratta di prestare semplicemente del denaro ma di dare un’opportunità a coloro che la società ha emarginato. In primis donne e giovani. Le banche sono di proprietà dei ricchi racconta - ed io ho reso proprietarie della mia banca donne povere. GrameenBankLogoLa Grameen Bank pratica il microcredito senza garanzie e ha concesso prestiti, prima nel Bangladesh e poi in tanti altri Paesi, a otto milioni e mezzo di persone, molte delle quali non sapevano leggere né scrivere. I giovani di queste generazioni in tutto il mondo sono i più talentuosi che abbiamo mai avuto in tutta la nostra storia.
E’ una vergogna che questi ragazzi promettenti debbano rimanere disoccupati. E’ uno spreco di risorse umane ma la responsabilità non è loro: qualcosa li ha legati con catene invisibili e nostro compito è slegarli in modo che possano iniziare a fare cose costruendo loro stessi il mondo che li circonderà. Dobbiamo semplicemente dargli la possibilità di cercare lavoro, o forse dobbiamo fare in modo che diventino loro stessi creatori di lavoro. Per il premio Nobel, si deve fare in modo che abbiano tutti gli strumenti per diventare datori di lavoro e crearsi da soli la loro imprenditorialità. Per questo spiega - stiamo creando dei fondi per imprese sociale invitando i giovani a venire con le loro idee per fare impresa e noi diventeremo investitori nelle loro attività. Quando queste imprese avranno avuto successo, ci restituiranno i soldi che abbiamo investito e andranno avanti per la loro strada. In questo modo non devono cercare lavoro ma possono creare lavoro anche per gli altri. E l’Italia non è esclusa da questo ragionamento, anzi. L’Italia è un paese fortunato sottolinea - Non si può paragonare al Bangladesh. Eppure ovunque, anche qui, c’è una sfasatura tra l’economia di una società e l’inserimento dei giovani. Mi preoccupa la disoccupazione giovanile, in questo tempo non ha senso, di fronte ad una generazione talentuosa. Significa che stiamo sprecando le loro capacità e le risorse nazionali. YunusDonne Muhammad Yunus Nato nel 1940 a Chittagong, principale porto mercantile del Bengala. Si è laureato in Economia, ha insegnato all’Università di Boulder, Colorado, e alla Vanderbilt University di Nashville, Tennessee. Ha poi diretto il dipartimento di Economia dell’Università di Chittagong. Yunus ha ricevuto la laurea honoris causa dell’Università di Firenze nel 2004. “La povertà è la negazione di tutti i diritti umani, è una minaccia per la pace” ha detto l’economista quando nel 2006 ha ricevuto il premio Nobel per la pace.