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Tiziana Lang

Ricercatrice ANPAL, esperta di politiche del mercato del lavoro


The article shows the main outcomes of the report “Microfinance in the European Union: Market analysis and recommendations for delivery options in 2021-2027” recently released by the European Commission. The assessment of the microfinance situation in the EU highlights a number of similarities as well as differences amongst member States (and EFTA countries). On the one side microfinance facilities have proven their effectiveness for social inclusion and employment of vulnerable groups, on the other side, much more support for microfinance is still needed to build a really inclusive society with more and better jobs for all. Graphs and tables are taken from the original report.


Parole chiave: microfinanza, programma Occupazione e innovazione sociale (EaSI), valutazione, imprenditorialità, inclusione sociale, istituzioni di microfinanza, deficit di finanziamento, InvestEU, microimpresa, autoimpiego, sviluppo sostenibile, transizione verde.


Sommario

1. Premessa

1.1 Breve riepilogo storico

2. Il Rapporto sulla microfinanza nell’UE (2020)

2.2 La situazione della microfinanza in Europa

3. Gli strumenti finanziari dell’UE nel periodo 2014-2020 e il prossimo futuro

3.1 Il programma EaSI e gli strumenti della politica di coesione

3.2 Il futuro della microfinanza in Europa.


1. Premessa

A fine settembre è stato pubblicato dalla Commissione Europea il Rapporto “Microfinance in the European Union: Market analysis and recommendations for delivery options in 2021-2027”1 realizzato dalla Frankfurt School of Finance and Management, European Microfinance Network e Microfinance Centre. Il rapporto presenta l’analisi più aggiornata e completa dell’offerta di microfinanza nell’Unione Europea ed è un utile strumento per rileggere l’evoluzione del settore in Europa negli ultimi dieci anni. La pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto significativo sulla microfinanza, anche a causa del fatto che le imprese maggiormente colpite dal lockdown sono state le micro e piccole imprese nei settori dei servizi, del turismo, della ristorazione.

Oltre a fornire una panoramica dello stato attuale della microfinanza e della futura crescita del mercato della microfinanza e degli strumenti di finanziamento dell’Unione Europea il rapporto presenta alcune proiezioni e analizza gli strumenti di microfinanza del programma dell’UE per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI) nel contesto più ampio del mercato. Sono quindi presentate alcune raccomandazioni relative agli strumenti finanziari dell’UE nel contesto del nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027.


Microfinanza

Con il termine microfinanza si definiscono i servizi finanziari rivolti a microimprese e persone che non possono offrire garanzie collaterali e incontrano difficoltà nell’accesso al credito (“soggetti non bancabili”) per avviare o consolidare un’impresa o per far fronte a necessità personali e familiari impellenti. Nata in Bangladesh negli anni ’70 ad opera di Mohamed Yunus, al fine di sostenere l’indipendenza economica delle persone più umili, la microfinanza si è sviluppata a livello mondiale anche con il supporto delle banche di sviluppo e benefattori. Nell’ambito della microfinanza un ruolo di rilievo è svolto dai servizi microfinanziari che devono essere più inclusivi di quelli offerti dagli operatori del credito tradizionale perché rivolti a soggetti socialmente emarginati che sono accompagnati ad avviare o consolidare/sviluppare una attività in proprio e di microimpresa. Tali servizi comprendono l’erogazione di microcredito (o piccolo prestito), il supporto nella gestione dei risparmi e dei pagamenti, dei conti correnti (anche online), come pure i sistemi di micro-assicurazione. Detti servizi sono spesso uniti all’offerta di servizi non finanziari alle microimprese (coaching, formazione imprenditoriale e professionale, consulenza tecnico-gestionale).

Nel mercato europeo della microfinanza operano diverse istituzioni bancarie e non bancarie, tra le quali: unità specializzate di banche commerciali, banche cooperative, istituzioni finanziarie non bancarie (NBFI), unioni di credito o cooperative, istituzioni che concedono garanzie, banche o fondi di sostegno e sviluppo pubblico e ONG, le istituzioni di microfinanza (fornitori non bancari).

Il mercato della microfinanza nell’UE è generalmente di livello nazionale, regionale e locale in quanto requisiti legali, limiti linguistici e piccolissime dimensioni delle imprese non consentono di erogare servizi finanziari e non finanziari in altri Paesi membri se non addirittura in diverse regioni di uno stesso Paese. I servizi finanziari disponibili si concentrano in gran parte nella concessione di crediti e fornitura di servizi non finanziari che variano da Paese a Paese e in relazione allo sviluppo del mercato della microfinanza nei diversi Stati membri.


1.1 Breve riepilogo storico

Sin dal 2010, l’UE ha introdotto strumenti finanziari innovativi per il panorama europeo2 con l’obiettivo, in primo luogo, di favorire l’inclusione sociale e lavorativa di coloro che per cause diverse si trovano in condizioni di vulnerabilità (non bancabilità, povertà, emarginazione) e, in secondo luogo, di promuovere l’imprenditorialità diffusa per recuperare il gap di imprenditori rispetto alle altre economie occidentali più sviluppate. Infine, ma non ultimo, per accrescere la capacità delle imprese di creare nuove opportunità lavorative per tutti (soprattutto le micro e piccole imprese).

Tale approccio è stato sperimentato dapprima nella programmazione 2007-2014 con lo strumento JASMINE gestito dal FEI e con lo Strumento europeo di microfinanza Progress, all’interno del programma PROGRESS (Programme for employment and social solidarity 2007-2014). Con il Progress microfinance facility, per la prima volta, la Commissione ha coinvolto le istituzioni di microfinanza europee in un modello di “quasi-mercato”, affinché svolgessero attività di outreach nei confronti dei beneficiari finali (persone in condizione di vulnerabilità) e creassero strumenti di microfinanza innovativi più rispondenti alle loro esigenze, anche ricorrendo al supporto fornito dall’UE per il tramite di BEI/FEI3 (risorse finanziarie e/o garanzie). Avviato nel 2010, lo strumento di microfinanza Progress è stato valutato al termine del periodo di programmazione e sono stati individuati alcuni punti di debolezza del modello, tra i quali: l’eterogeneità della presenza di istituzioni di microfinanza nei vari Paesi membri, il ruolo differente di banche e istituti di credito, il diverso livello di sviluppo delle pratiche di innovazione sociale all’interno dell’UE, l’assenza in alcuni casi di disposizioni nazionali sulla microfinanza, l’inesperienza “sociale” di alcune istituzioni di microfinanza e, più in generale, del sistema del credito.

Tenuto conto di tali evidenze, la Commissione ha riformulato governance e obiettivi dello strumento di microfinanza Progress facendolo evolvere nell’“Asse Microfinanza e imprenditoria sociale” del programma europeo per l’occupazione e inclusione sociale (EaSI4) nel quadro finanziario pluriennale 2014-2020. Il ruolo svolto dal nuovo Asse è duplice, da un lato, rafforza l’azione della Commissione per aumentare l’offerta di microfinanza nel territorio dell’Unione e la nascita di nuove micro- e piccole imprese, ditte individuali, attività di autoimpiego, dall’altro lato, è funzionale alla diffusione e potenziamento dell’imprenditoria sociale (profit e non profit) quale settore in grado di creare nuova occupazione e di favorire la transizione verde, come nel caso dell’economia circolare. A complemento di tale azione, il programma EaSI (per tramite dell’Asse Progress) ha finanziato una serie di interventi per il rafforzamento delle capacità istituzionali delle istituzioni di microfinanza (capacity building) affinché potessero cogliere tutte le opportunità offerte da una partecipazione piena ed efficace al programma per l’occupazione e l’inclusione sociale.


2. Il Rapporto sulla microfinanza nell’UE

Il Rapporto “Microfinanza nell’Unione europea” (2020), nel riconoscere il ruolo svolto dalla microfinanza per il conseguimento degli obiettivi che l’Unione europea si è posta a inizio della programmazione 2014-2020, ne evidenzia anche il contributo offerto alla transizione sostenibile. Vengono presentati una serie di dati e tabelle di utilità sia per coloro che hanno il compito di programmare le misure rivolte alla creazione di impresa, al supporto (pubblico e privato), alla ricerca e al monitoraggio degli strumenti di microfinanza nei rispettivi Paesi e a livello di Unione, sia per gli addetti ai lavori incaricati di gestire dette misure e strumenti. Il tutto con riferimento ai principali destinatari (o beneficiari finali), ossia, le microimprese5 con meno di dieci dipendenti (compresi i lavoratori autonomi, le start-up, le aziende agricole) e le persone vulnerabili nel mercato del lavoro (lavoratori anziani espulsi dal lavoro, donne, giovani neet) o a rischio di esclusione ed emarginazione sociale (immigrati, disabili, rifugiati, appartenenti a minoranze).

Nel rapporto si evidenzia come il supporto alle microimprese sia particolarmente rilevante in un territorio, come quello dell’UE, in cui la stragrande maggioranza delle imprese è di piccola o micro-dimensione (93,1% sul totale delle imprese europee) e offre lavoro al 29,4% del totale degli occupati dell’Unione. L’assenza di servizi finanziari e non finanziari specificamente dedicati alle microimprese e agli individui più svantaggiati può avere gravi conseguenze sull’inserimento sociale di questi ultimi, limitandone l’indipendenza e la capacità di provvedere alle necessità personali e dei propri nuclei familiari.

Tra i servizi non finanziari di cui, ancora nel 2020, il Rapporto raccomanda il rafforzamento troviamo: la formazione professionale (continua); il sostegno allo sviluppo di competenze nella gestione di impresa e l’educazione finanziaria. Tuttavia, proprio questi servizi risultano tra i meno richiesti dalle microimprese: meno del 50% delle microimprese dichiara di aver fruito di servizi non finanziari (mentoring, coaching, supporto tecnico-gestionale) per migliorare il livello di alfabetizzazione finanziaria, le capacità imprenditoriali, le conoscenze utili per il commercio digitale (ad es. uso della contabilità e tecnologia digitale). È significativo che nel 2017 meno del 90% della popolazione dell’UE si avvalesse di conti correnti e pagamenti digitali (v. grafico 1).

Ancor più singolare il dato sui giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni che possiedono un conto in banca (76%), a indicare la probabile esclusione finanziaria di questi soggetti, in particolare nei Paesi del sud Europa come Grecia e Italia. Secondo le risultanze del Rapporto in esame, la trasformazione digitale e l’aumento delle piattaforme di crowdfunding rappresentano delle sfide concrete per il settore bancario tradizionale e per quello della microfinanza. Per rispondere a queste sfide, è opportuno che il sostegno dell’UE sia garantito, da un lato, agli stakeholder di settore (banche, istituzioni di microfinanza, etc.) e, dall’altro lato, ai beneficiari finali, in particolare nelle zone dell’UE che presentano dati al di sotto della media dell’Unione nell’accesso ai conti bancari e nell’uso dei servizi finanziari digitali da parte della popolazione.

Nel 2020, il primo problema per le micro e piccole imprese è ancora l’accesso al credito: secondo indagini di EMN-MFC (2018)6 le microimprese risultano dipendere ancora dalle risorse proprie degli imprenditori piuttosto che da forme di credito esterne. Il 14% delle microimprese individua tra i fattori limitanti l’indisponibilità di sufficienti garanzie collaterali o garanzie; il 16% riferisce di tassi di interesse elevati e altri oneri. Il finanziamento del debito, comunque, è il servizio finanziario più richiesto (preferito allo scoperto bancario, alle linee di credito o alle garanzie bancarie). Bisogna considerare che la maggior parte delle banche offrono prestiti alle microimprese che risultano meno rischiose e, in numerosi casi, richiedono garanzie ai fini dell’erogazione dei prestiti. Ciò comporta l’esclusione delle persone svantaggiate e vulnerabili e di molte microimprese in fase di start up. I fornitori di microfinanza, invece, erogano quote maggiori di microcredito anche ai soggetti a medio rischio, ma nel complesso è possibile affermare che la maggior parte delle istituzioni che erogano microcredito si rivolge al segmento a minor rischio dei microimprenditori.

Secondo quanto riportato nel Rapporto, la domanda dei fornitori di microfinanza non bancari rispetto agli strumenti di garanzia attualmente forniti è destinata ad aumentare, includendo il finanziamento del debito, il capitale mezzanino (quasi-equity) e il finanziamento azionario. In questo modo il settore potrebbe rafforzarsi e colmare alcune lacune del mercato. Gli stessi fornitori non bancari necessitano di una maggiore assistenza non finanziaria di tipo consultivo, per esempio, per l’accesso a nuovi mercati e/o settori di attività, o in relazione al rispetto delle regole fissate dal “Codice Europeo di buona condotta per l’erogazione di microcrediti”7 aggiornato dalla Commissione a giugno 2020.


2.1 La microfinanza in Europa

In assenza di un quadro legislativo comune sulla fornitura di microfinanza, nell’UE è stato convenuto un quadro di autoregolamentazione denominato “Codice Europeo di buona condotta per l’erogazione di microcrediti” che definisce gli standard istituzionali minimi per l’erogazione di microprestiti ed è gestito dalla Commissione e dagli stakeholder interessati. Introdotto nel mese di ottobre 2019, in meno di sei mesi il Codice ha registrato l’adesione di 40 operatori non bancari e 44 fornitori bancari8.

È utile rammentare che in diversi Paesi dell’UE non è possibile per le istituzioni di microfinanza erogare prestiti direttamente ai beneficiari finali. In Germania, ad esempio, le banche sono le uniche entità autorizzate a svolgere le attività di prestito mentre i fornitori non bancari possono agire solo come agenti. In Grecia, le banche (unici soggetti autorizzati a erogare prestiti) possono tuttavia forzare la cooperazione tra fornitori non bancari e banche. In Portogallo, dove è stata approvata una regolamentazione restrittiva (2010), non esistono istituzioni di microfinanza e le banche erogano microprestiti con l’aiuto delle organizzazioni sociali. In Irlanda, non esiste una regolamentazione generale sul microcredito e l’unico fornitore non bancario è stato autorizzato dal governo a erogare microprestiti alle microimprese.

Quanto ai numeri della microfinanza, nell’UE sono circa 450 le istituzioni che offrono o agevolano l’erogazione di microprestiti nei confronti di poco meno di un milione di clienti, per un totale di micro-prestiti pari a 3,2 miliardi di euro (lordi). Esse forniscono servizi di supporto non finanziario a più di 443mila clienti.

Tra gli operatori che erogano microprestiti, i fornitori non bancari non sempre riescono a mantenere la sostenibilità economica proprio a causa delle particolari caratteristiche dei loro clienti, persone in condizioni di vulnerabilità e microimprese con meno di tre addetti. Secondo il Rapporto, è vitale mettere in campo misure non finanziarie a sostegno della capacitazione istituzionale dei fornitori non bancari (istituzioni di microfinanza) e incoraggiare il loro finanziamento.

Nonostante l’evoluzione registrata nel settore negli ultimi 10 anni, anche grazie al supporto offerto dai programmi dell’UE, permangono alcune sfide che possono essere affrontate solo con il supporto delle istituzioni e dei programmi comunitari e nazionali: aumento delle persone in condizioni di vulnerabilità (anche a causa della pandemia globale da Covid-19), disoccupazione giovanile elevata nelle regioni in ritardo di sviluppo (compresa l’Italia), crescente disoccupazione di lunga durata (in particolare negli over 45), trend demografico avverso con aumento delle coorti più anziane e diminuzione di quelle più giovani, pressione migratoria e suoi effetti sul mercato del lavoro. L’intensità di queste sfide varia da Paese a Paese, pertanto, gli strumenti di microfinanza, compreso il microcredito, devono dimostrare grande adattabilità per rispondere alla mutevolezza delle esigenze dei vari beneficiari finali nei diversi Paesi. A titolo esemplificativo in Italia, dove il tasso di giovani Neet è tra i più alti dell’UE e il trend demografico sta causando problemi di squilibrio generazionale, sarà opportuno avviare strumenti finanziari rivolti al lavoro autonomo e microimprenditoriale dei giovani Neet (e non) affinché possano avviare un’attività autonoma e stabilizzare le proprie scelte, anche familiari e procreative. Parimenti, nei Paesi in cui i tassi di alfabetizzazione finanziaria sono ancora bassi, le microimprese avranno bisogno di maggiore sostegno per far fronte allo sviluppo del digital banking (compresi gli strumenti finanziari destinati alla microfinanza).

La domanda di microfinanza lievita più rapidamente dell’offerta delle istituzioni finanziarie. Come riportato nel Rapporto sulla microfinanza nell’UE (2020) “Le proiezioni sul deficit di finanziamento totale per gli Stati membri è pari a 12,9 miliardi di euro all’anno (al 2019), il che implica la necessità di una maggiore offerta di prodotti di microfinanza per le microimprese e le persone vulnerabili nella popolazione. Sulla base dei prezzi e della crescita economica registrati nel 2019, le previsioni suggeriscono che il divario crescerà tra i 15,0 miliardi (scenario di crescita normale del PIL entro il 2027) e i 16,7 miliardi di euro (scenario di forte crescita del PIL entro il 2027).[…] Le previsioni suggeriscono che, indipendentemente da quanto sia ottimista lo scenario adottato, questo divario aumenterà più rapidamente del deficit complessivo di finanziamento dell’UE, principalmente perché la crescita del PIL nei Paesi candidati all’adesione sarà probabilmente superiore alla media dell’UE.”9

Da sottolineare che la domanda di microfinanza, come evidenziata nel grafico 2, risulta soddisfatta solo in minima parte (8,7%) dagli attuali strumenti finanziari dell’UE.


3. Gli strumenti finanziari dell’UE nel periodo 2014-2020 e il prossimo futuro

Il Rapporto dedica una lunga sezione ai risultati conseguiti dagli strumenti finanziari dell’UE, con un affondo sul programma EaSI e sui Fondi SIE. Come illustrato in sintesi nel paragrafo 1.1. l’Unione Europea ha assunto il ruolo di principale finanziatore di strumenti finanziari destinati dapprima alle imprese - con i fondi della politica di coesione (es. JASMINE 2007-2013) -, quindi alle microimprese con la definizione del perimetro finanziario del microcredito (crediti non superiori a 25mila euro) e la creazione di strumenti di microfinanza specificamente rivolti a finalità sociali. Infine, ha inteso favorire la strutturazione di misure di capacity building in favore delle istituzioni di microfinanza e dei fornitori di microprestiti non appartenenti al settore bancario.


3.1 Il programma EaSI e gli strumenti dei fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE)

Il programma EaSI (a gestione diretta dell’UE) si conclude il 31 dicembre 2020. Una valutazione complessiva della sua azione sarà disponibile solo nel 2022 al termine dell’incarico del valutatore indipendente selezionato dalla Commissione. Il Rapporto in esame tenta una prima valutazione dei risultati sulla base dei numeri del programma quanto a valore finanziario impegnato/erogato, numero di microimprese beneficiarie e di fornitori di microfinanza, tipologia di strumenti finanziari attivati, Paesi membri dove sono state attuati gli strumenti.

Nella tabella 1 sono messi a confronto i dati di livello europeo e nazionale relativi agli strumenti cofinanziati da EaSI e quelli cofinanziati dai Fondi SIE a livello nazionale10. Come si vede, a dicembre 2019 lo strumento di garanzia di EaSI ha registrato sottoscrizioni per un ammontare di 176,2 milioni di euro (con un effetto leva del portafoglio di prestiti pari a 2 miliardi); le microimprese che i 68 fornitori di microcredito (39 banche, 21 istituzioni di microfinanza/fornitori non bancari, 8 altri soggetti) intendono raggiungere con la loro offerta di garanzie sono 246.107, i Paesi coperti dall’offerta sono 28 (23 Stati membri e 5 Paesi in pre-accesso).

Di gran lunga superiore l’impegno di risorse dei Fondi SIE destinate da Regioni e amministrazioni centrali dei singoli stati membri alle microimprese, con ogni probabilità più rispondenti alle esigenze rilevate nei territori di intervento. In totale, sono stati impegnati per gli strumenti finanziari del FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) circa 21,5 miliardi di euro in favore di 83mila imprese (di cui 51.343 microimprese) per prestiti a microimprese (9.469), garanzie (40.010 microimprese), equity (962 microimprese), in 24 stati membri. Altri 800 milioni del FSE (Fondo Sociale Europeo) e dell’Iniziativa per l’occupazione giovani (YEI) sono stati destinati alla creazione di strumenti finanziari per l’accesso al lavoro autonomo e alla micro-imprenditorialità delle persone espulse dal mercato del lavoro o in condizioni di vulnerabilità (giovani Neet, donne, migranti, over 45, etc.). Hanno beneficiato dei prestiti previsti 1.535 imprese (di cui 1.389 micro) in 6 stati membri, tra i quali l’Italia.

Nella valutazione intermedia del programma EaSI (periodo 2014-2016) era stato rilevato che la copertura fornita dallo strumento di garanzia del programma era stata offerta soprattutto nei Paesi dove il mercato della microfinanza era più sviluppato. Nonostante i dati della tabella 2 mostrino un significativo aumento del numero di Paesi coperti dallo strumento, tuttavia, il confronto con la distribuzione del fabbisogno di finanziamento mostra che il programma non è ancora orientato in modo ottimale verso i Paesi e i fornitori con le maggiori necessità. Secondo gli estensori del Rapporto sulla microfinanza nell’UE (2020) questo sarebbe un effetto diretto “del meccanismo di chiamata aperta” previsto dal programma che ha comportato l’assenza di richiesta di finanziamenti da parte di alcuni Paesi. Inoltre, “il limite fisso dello strumento di garanzia non appare ben concepito per le differenze nei profili di rischio per il portafoglio coperto (per diversi gruppi di clienti vulnerabili)”. Infine, secondo il Rapporto, lo strumento di garanzia EaSI sembrerebbe non adatto al coinvolgimento di fornitori innovativi (come le piattaforme) e i fornitori di tecnologia fintech.

3.2 Il futuro della microfinanza in Europa

L’analisi condotta da ENM-MFC conferma il supporto fornito dall’Unione europea allo sviluppo della microfinanza in Europa come strumento efficace a sostegno dell’inclusione sociale. Per il prossimo bilancio pluriennale dell’UE (QFP 2021-2027). La carenza di strumenti finanziari sul mercato e l’esigenza di proseguire l’azione di capacitazione istituzionale nei confronti delle istituzioni di microfinanza e dei fornitori non bancari, accentua l’urgenza di aumentare i finanziamenti e le altre misure di sostegno nella programmazione 2021-2027 a valere sulle risorse dell’Unione.

La proposta della Commissione per gli strumenti finanziari della prossima programmazione è di riunire tutti gli strumenti della programmazione 2014-2020 sotto il nuovo “programma ombrello” InvestEU 2021-202711 (gestione diretta UE). L’Asse microfinanza e imprenditoria sociale di EaSI, pertanto, confluirà con il FEIS e con altri 12 strumenti finanziari del vecchio periodo di programmazione a sostegno gli investimenti nell’UE nel nuovo programma, che godrà di una garanzia pari a 38 miliardi di euro dal bilancio dell’UE, di cui 4 miliardi destinati al settore “Investimenti sociali e competenze”, compresa la microfinanza. InvestEU, inoltre, interverrà a sostegno del Green Deal europeo e per l’uguaglianza di genere nell’accesso alle risorse per le imprese e le attività autonome, come pure per il raggiungimento degli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Onu. Infatti, le istituzioni finanziarie nell’UE potrebbero avere la necessità di sviluppare nuovi prodotti e servizi su misura per le esigenze specifiche delle microimprese che utilizzano tecnologie più efficienti dal punto di vista energetico; oppure per esigenze connesse alla migliore inclusione delle donne nel mercato del lavoro (condizioni di prestito più flessibili a fronte di una maggiore carenza di garanzie o flussi di reddito irregolari) e per gli investimenti in aziende, organizzazioni e fondi che mirano ad avere un impatto positivo sulle donne; ma anche prodotti di prestito redditizi per migranti e rifugiati che richiedono una particolare attenzione a fronte della loro scarsa esperienza dei sistemi dell’UE.

Nella tabella 2 sono riportati i dati sull’impatto atteso dalle azioni per la microfinanza nel QFP 2021-2027: con un finanziamento complessivo disponibile di 7,39 miliardi di euro, il bilancio proposto per gli strumenti finanziari per la microfinanza è pari a 1,95 miliardi di euro in favore di poco meno di 716mila microimprese, per il 61% in strumenti finanziari per la microfinanza e per il 29% in strumenti di garanzia (più strumenti di debito e di equity entrambi per una quota pari al 5% del totale complessivo). 0,7 milioni di euro dovrebbero essere indirizzati alle microimprese e a coloro che sono più vulnerabili nel mercato del lavoro, al fine di creare o supportare il mantenimento di 1,3 milioni di posti di lavoro. Altresì, 0,93 miliardi del budget complessivo stimato per la microfinanza dovrebbe essere destinato agli strumenti finanziari rivolti alle persone più vulnerabili e ai fornitori più piccoli e innovativi con l’obiettivo di sostenere l’emersione dalla povertà e l’inclusione finanziaria di chi si trova in condizioni di esclusione o emarginazione nella società (persone con disabilità, disoccupati, giovani e anziani disoccupati, donne, immigrati, rifugiati e minoranze).

Sono inoltre previste forme di garanzia per le obbligazioni sociali (emesse da banche e dalle istituzioni di microfinanza) per finanziare i beneficiari finali più vulnerabili in linea con la tendenza della finanza a impatto sociale.

Le raccomandazioni per una microfinanza nell’Unione Europea all’altezza delle sfide future

a) Armonizzazione dei quadri legislativi per la microfinanza in Europa

b) Conferma degli strumenti finanziari esistenti e loro allineamento alle mutevoli esigenze del mercato

c) Sviluppo e attuazione di nuovi strumenti finanziari a livello di Unione europea (creando uno strumento di garanzia inclusivo che supporti l’emissione di obbligazioni sociali e assegnando le risorse dell’UE in modo più proattivo in linea con le esigenze dei Paesi)

d) Inclusione della microfinanza come parte del portafoglio basato sull’impatto di altri strumenti finanziari dell’UE (Fondi SIE della politica di coesione, Private Finance for Energy Efficiency nell’ambito del programma LIFE)

e) Rafforzamento degli intermediari finanziari di microfinanza attraverso interventi di capacity building (soprattutto nei Paesi dell’Europa meridionale e orientale)

f) Innalzamento del massimale per il microcredito a una soglia compresa tra 40 mila e 50 mila euro in ragione dei cambiamenti intervenuti nel quadro economico dell’UE dal 2003, quando fu stabilito l’attuale tetto legale a 25 mila euro

g) Adozione delle definizioni di microimpresa e microfinanza che vengono introdotte nei regolamenti del Fondo sociale europeo Plus (FSE +)13 e di InvestEU, laddove con “microfinanza” si intendono anche le garanzie, il microcredito, il capitale proprio e quasi azionario, l’attività di accompagnamento allo sviluppo di servizi nella forma di consulenza individuale, la formazione e il mentoring, estesi a persone e microimprese che incontrano difficoltà di accesso al credito per finalità professionali e/o che favoriscono la generazione di reddito; e con “microimpresa” si definisce un’impresa con meno di 10 dipendenti e un fatturato o un bilancio annuo inferiore a 2 milioni di euro.


1 AAVV, Microfinance in the European Union: Market analysis and recommendations for delivery options in 2021-2027. Final Report, European Commission, Brussels, 2020. Il rapporto è stato chiuso alla data del 1° maggio 2020, pertanto i dati si riferiscono al periodo precedente alle proposte della Commissione del 27 maggio 2020 relative al “piano per la ripresa” (Recovery Plan poi evoluto in Next Generation EU - NGEU) e all’aggiornamento del bilancio dell’UE per il prossimo quadro finanziario pluriennale 2021-2027, che sono stati definiti il 16 dicembre 2020 in esito al trilogo tra Consiglio e Parlamento europeo.

2 La microfinanza nasce nei Paesi in via di sviluppo negli anni ‘70 per sostenere microimprese e persone povere (es. Grameen Bank in Bangladesh).

3 BEI Banca europea per gli investimenti, FEI Fondo europeo d’investimento.

4 L’acronimo EaSI sta per Employment and Social Inclusion il programma a gestione diretta dell’UE del periodo 2014-2020 destinato all’inclusione occupazionale e sociale delle persone svantaggiate.

5 Si definisce convenzionalmente microimpresa l’azienda con meno di 10 dipendenti, fatturato annuo o bilancio annuo pari o inferiore a due milioni di Euro.

6 Diriker, D, Landoni, P., Benaglio, N., Microfinance in Europe: survey report 2016-2017, ENM-MFC, 2018

7 “European Code of Good Conduct for Microcredit”, aggiornato dalla Commissione europea a giugno 2020 al fine di riflettere i cambiamenti intervenuti nel mercato del microcredito e la grande varietà di istituzioni di microfinanza che operano nell’UE. Il Codice entrerà in vigore il 1 gennaio 2021.

8 L’adesione al “codice” è una condizione preliminare per accedere alle forme di sostegno dell’UE per la microfinanza (in particolare quelle previste dal programma EaSI).

9 Cit. p.6. Il grafico include i divari di mercato attuali e previsti per ciascuno Stato membro dell’UE.

10 FEI, Supporting document. Report Semiannual EaSI Guarantee Fund, 31.12.2019, 2020.

11 COM (2018) 439 final, Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce il Programma InvestEU, del 6.6.2018.

12 Parlamento europeo (2018): Valutazione dell’impatto: che accompagna la proposta di documento di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul Fondo sociale europeo Plus (FSE +), pag. 26


Bibliografia essenziale

OECD-European Commission, The Missing Entrepreneurs. Policies for Inclusive Entrepreneurship, 2019.

Diriker, D, Landoni, P., Benaglio, N., Microfinance in Europe: survey report 2016-2017, ENM-MFC, 2018

European Commission, Mid-term evaluation of the EU programme for employment and social innovation-EaSI, 2019

EIF, European Small Business Finance Outlook. Working paper 2019/57, 2019.

EIGE, Gender statistics database, 2019.

European Commission, FinTech Action plan: for a more competitive and innovative European financial sector, 2018

Global Entrepreneurship Monitor, GEM 2018-2019 global report, 2019.

AAVV, Sustainable Development Report 2019, Bertelsmann Stiftung, 2019

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