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d iTIZIANA LANG Ricercatrice ANPAL, esperta di politiche del mercato del lavoro

Abstract Employment policies, youth, COVID-19 crisis, youth guarantee, NRRP, cohesion policy 2021-2027. The article presents the serious situation of young people affected by the COVID-19 crisis, and the interventions implemented by the European Union and individual member States to support the most affected target groups among the youth. It illustrates youth employment policies at EU level and in Italy as well as policies to tackle young NEETs inactivity, with reference to the reinforced Youth Guarantee, the National Recovery and Resilience Plan and the Cohesion Policy programming period 2021-2027.

KeY WorDs: politicHe per i giovani, pnrr, programmazione 2021-2027, coesione territoriale, inclusione, autoimpiego.

Sommario: 1. La condizione dei giovani nella crisi pandemica 2. Le politiche dell’UE per i giovani 2.1. Garanzia Giovani: risultati e prospettive future 2.2. Un ponte verso il lavoro: la nuova garanzia per i giovani 3. I giovani al centro del PNRR e della politica di coesione 3.1 Le misure per i giovani nel PNRR 3.2 I giovani nella programmazione dei fondi SIE 2021-2027

1. la condizione dei giovani nella crisi pandemica I giovani sono uno dei gruppi più colpiti dal deterioramento del mercato del lavoro causato dalla crisi economica derivata dalla pandemia da COVID-19, anche se con grandi differenze tra gli Stati membri. Il Joint Employment Report 20211 , pubblicato ad aprile 2021 dalla Commissione Europea, dedica un ampio approfondimento all’occupazione giovanile. L’OCSE nel 2021 rinnova il suo Piano d’azione per la gioventù e coinvolge i giovani della società civile, per prendere il via dalle loro preoccupazioni, affinché la ripresa possa essere realmente trasformativa delle economie e delle società rendendole più resilienti, verdi e inclusive2 . Nel Joint Employment Report si evidenzia come a una riduzione continua della disoccupazione tra i giovani (15-24 anni) nel 2019, sia seguito un aumento repentino tra marzo 2020, quando era al livello minimo del 15,1% nell’UE, e novembre 2020 quando ha raggiunto il 17,5%. Da notare che la disoccupazione giovanile è aumentata in modo più marcato rispetto alla disoccupazione delle altre coorti di età. Nei primi due trimestri del 2020 sono aumentati anche i giovani che non lavorano, non studiano e non sono inseriti in percorsi formativi (NEET) fino a raggiungere un tasso dell’11,6% nell’Unione. Nel terzo trimestre 2020, i giovani disoccupati sono 3,1 milioni (5 milioni se sommati anche ai giovani NEET). Tra i giovani NEET la maggioranza è rappresentata dai giovani con un retroterra migratorio (nel 2019 la percentuale di giovani NEET tra questi ultimi era pari al 17,1% rispetto al 9,9% dei nativi UE). Da evidenziare che, prima della crisi, il tasso di NEET era diminuito di oltre 3,3 punti percentuali, passando dal 13,1% di giugno 2013 al 9,8% dello stesso periodo del 2019. La nuova crisi ha interrotto questa tendenza causando un aumento di 1,8 p.p. tra giugno 2019 e giugno 2020 e riportando il tasso di NEET nell’UE al di sopra dell’11,5%. Questo è poi diminuito lievemente fino al 10,8% nel terzo trimestre dell’anno. Un ulteriore caratteristica della componente giovani NEET è data dalla loro composizione, che differisce a seconda del paese membro. Nel grafico a pag. 15 (fonte JER, 2021), si distingue l’Italia con un bacino di NEET caratterizzato da una forte prevalenza di inattivi sui disoccupati; mentre in altri Paesi sempre dell’area mediterranea sono i disoccupati a prevalere sugli inattivi (cfr. Grecia, Spagna e Portogallo). Come osservato dal JER 2021, nel periodo precedente la crisi da COVID-19 alla diminuzione della disoccupazione dei giovani corrispondeva un aumento dell’inattività tra i NEET (nel 2019 gli inattivi erano il 59% dei NEET); sarebbe pertanto da attendersi che, con la ripresa, il tasso di disoccupazione tra i NEET diminuisca e riprenda ad aumentare il tasso di inattività. Gli ultimi dati disponibili sulla disoccupazione giovanile nell’UE sono quelli del “Monitoring Report on the Employment and Social Situation in the EU Following the Outbreak of the COVID-19 Pandemic” della primavera 2021. Secondo questo rapporto, a febbraio 2021 il tasso di disoccupazione giovanile è al 17,2%, pari a 2,967 milioni di unità, lievemente in calo rispetto al picco raggiunto nell’estate del 2020 (18,2%), ma ancora di 2,2 punti percentuali più elevato del febbraio 2020. Rilevano le differenze di genere, poiché la disoccupazione della componente maschile passa dal 15,2% del mese di febbraio 2020 al 16,9% di febbraio 2021, mentre il tasso di disoccupazione delle giovani donne, che era inferiore a quello maschile a febbraio 2020 (14,7%), aumenta di oltre 2,7 p.p. fino a raggiungere il 17,5%. A livello globale, il 2° Policy brief dell’OIL3 (7 aprile 2020) dedicato al contrasto degli effetti del COVID19 sull’occupazione giovanile, mostra come a causa della pandemia alcuni settori siano stati particolarmente colpiti dalla riduzione di attività (ad esempio, nei servizi di ospitalità e ristorazione, nel commercio all’ingrosso e al dettaglio, nel settore manifatturiero, nel settore immobiliare e nelle altre attività commerciali) e come questo colpisca soprattutto i giovani, e le donne tra questi, considerato che prima della pandemia ammontavano a 178 milioni i giovani occupati nei citati settori (quindi più di 4 su 10), spesso purtroppo in lavori a basso salario e non protetti. 2. le politiche dell’ue per i giovani 2.1 garanzia per i giovani: risultati e prospettive future La Garanzia per i giovani, attivata dalla Commissione Europea nel 2013, oltre a creare nuove opportunità di lavoro per i giovani europei, ha favorito la messa in opera di riforme strutturali e misure innovative, in particolare, nei Paesi che non avevano intrapreso politiche specificamente dedicate all’inattività e disoccupazione giovanile. Nel 2020 sono più di 24 milioni i giovani, registrati negli schemi nazionali della garanzia giovani, che hanno ricevuto un’offerta di lavoro, formazione continua, apprendistato e tirocinio. Tale risultato potrebbe essere il risultato del miglioramento del contesto macroeconomico tuttavia, a ben guardare, i dati indicano il notevole effetto di trasformazione giocato dalla Garanzia sulle misure di policy destinate ai giovani. Infatti, prima della pandemia, le misure per i giovani erano rivolte per lo più ai gruppi più vulnerabili (drop-out, non nativi UE, disoccupati di lunga durata, etc.) e avevano avuto come conseguenza un ampliamento e miglioramento dei servizi offerti dai centri per l’impiego ai giovani. Da tale impegno è risultato una riduzione del numero di NEET nell’Unione pari a 1,7 milioni in sette anni. Purtroppo, non in tutti i casi i posti di lavoro creati per i giovani sono stati posti di qualità: nel 2019, il 14,6% dei lavoratori tra i 15 e i 24 anni aveva contratti a tempo determinato o saltuari non riuscendo a trovare un posto di lavoro a tempoindeterminato, esattamente il doppio rispetto ai lavoratori delle classi di età 25-64 anni con contratti temporanei (7,2%). Nel caso dell’Italia, della Spagna, del Portogallo e della Croazia, il rapporto tra contratti a tempo indeterminato e determinato dei giovani sotto i 24 anni era di 1 a 3. Le misure di attivazione differiscono a seconda del Paese interessato: mentre la Grecia (con l’Italia) ha spinto anche su programmi pilota di supporto all’imprenditorialità, l’Austria e la Germania hanno puntato sull’orientamento e sulla formazione, in particolare, quella professionale come previsto dal sistema duale in uso nei due Paesi nonché sull’inclusione dei beneficiari della Garanzia giovani più vulnerabili (ragazze, giovani disabili, disoccupati di lunga durata). L’esplodere della pandemia da COVID-19, come visto nel paragrafo precedente, ha colpito duramente i giovani provocando un nuovo aumento dei NEET nei diversi Paesi membri. I giovani sono divenuti un gruppo prioritario delle politiche di sostegno da realizzare in tutti gli Stati membri per una ripresa resiliente post COVID-19. Per affrontare la crisi COVID-19 e le sfide strutturali connesse, la Commissione ha proposto nel luglio 2020 di rafforzare la Garanzia per i giovani. La nuova iniziativa estende la copertura delle misure della garanziaa coloro che hanno più di 24 anni e fino a 29 (in precedenza il limite di età per accedere agli schemi nazionali era di 25 anni), mira ad essere più inclusiva nei confronti dei gruppi più vulnerabili, sostiene le competenze per le transizioni verdi e digitali, e punta al miglioramento e personalizzazione dei servizi di consulenza, orientamento e tutoraggio. 2.2 un ponte per il lavoro: la nuova garanzia per i giovani Come ribadito nel Joint Employment Report “Le divergenze nei tassi di NEET” (tra i Paesi membri n.d.r.) “possono essere state in parte determinate dalle diverse misure di salute pubblica, che potrebbero aver influito sulla redditività dei settori con la più alta concentrazione di giovani lavoratori (ad esempio, ospitalità e vendita al dettaglio). Nel complesso, l’effetto di COVID-19 è stato senza precedenti: il primo e il secondo trimestre del 2020 hanno registrato il più grande salto trimestrale nei tassi NEET da quando Eurostat ha iniziato a raccogliere i dati nel 2006 (dal 10,4% all’11,6%). Nonostante la leggera ripresa nel terzo trimestre 2020, è fondamentale monitorare attentamente la situazione e introdurre misure mirate per i NEET, come quelle proposte nella Garanzia per i giovani rafforzata di luglio 2020 adottata in ottobre.”4 E, inoltre, aggiunge “Poiché l’aumento dei tassi NEET deriva in gran parte dal calo della domanda di lavoro, le riforme per sostenere la creazione di posti di lavoro, l’istruzione e le competenze saranno essenziali. Un’implementazione di successo della Garanzia per i giovani rafforzata, basata su servizi pubblici per l’impiego e sistemi di istruzione e formazione ben funzionanti, sarà cruciale. Per le giovani donne NEET, tra le quali l’inattività gioca un ruolo più forte che per gli uomini, le riforme dovrebbero anche includere misure per rimuovere i disincentivi fiscali al lavoro e aiutare a conciliare lavoro e responsabilità di cura”. Nel presentare la comunicazione sul sostegno dell’Unione all’occupazione giovanile5 , la presidente Ursula Von Der Leyen ha richiamato l’impegno della Commissione a investire nelle persone e a rafforzare il supporto alla prossima generazione affinché sia in grado di essere parte attiva della ripresa verde, digitalee resiliente. Nella comunicazione sono avanzate una serie di proposte da realizzare a valere sul programma Next Generation EU (cfr. nota 6) e sul bilancio pluriennale dell’UE 2021-2027, secondo le priorità di investimento che i singoli Paesi membri potranno individuare, tenuto conto della loro competenza prevalente in materia di occupazione. La schematizzazione seguente riassume le linee di azione che la Commissione ha inteso attivare per sostenere la prossima generazione. Alla Garanzia per i giovani rafforzata6 , mirante a costruire un “ponte verso il lavoro”, si affianca la politica dell’UE per l’istruzione e formazione professionale allineate alle esigenze del mercato del lavoro del futuro (digitali, verdi, sociali) e flessibili, per essere fruibili nelle transizioni professionali (scuola-lavoro, lavoro-lavoro). Infine, la politica di promozione dell’apprendistato che attraverso l’apprendimento duale favorisce l’ingresso duraturo nel lavoro dei giovani (come dimostrato dalla Garanzia per i giovani). Gli apprendistati sono stati particolarmente colpiti dalle misure di contenimento messe in atto dai vari Paesi membri per contrastare la diffusione della pandemia da COVID-19, tra le misure che potrebbero essere attivate rientrano le sovvenzioni dirette per gli apprendisti nelle PMI e bonus per il collocamento di giovani apprendisti che provengono da imprese insolventi verso altre aziende ancora attive. Tra le misure ulteriori suggerite dalla Commissione ai Paesi membri, anche la promozione e il sostegno dello spirito imprenditoriale dei giovani e del lavoro autonomo, tuttavia, la Comunicazione evidenzia che “nella maggior parte dei casi i giovani non dispongono tuttavia di reti che diano loro accesso, ad esempio, ai finanziamenti per le imprese e alle competenze imprenditoriali”. Per superare questa situazione, la Commissione chiede ai decisori politici degli Stati membri di rafforzare le reti che supportano i giovani nell’avvio di impresa, affinché possano entrare in contatto con imprese già esistenti, conoscere buone pratiche realizzate e individuare i servizi locali esistenti sul territorio per il sostegno alle start-up. Infine, la Commissione da indicazioni circa i gruppi di beneficiari che dovrebbero essere particolarmente curati dagli Stati membri, ossia, i giovani, le donne e i gruppi discriminati o vulnerabili; e sui settori da prediligere, tra i quali, l’economia digitale, quella verde e, non ultima, l’imprenditoria sociale. A questa, in particolare, potrebbero essere interessati i giovani che intendono creare attività che già in passato hanno dimostrato una maggiore resilienza, quali le cooperative e le imprese sociali garantendo un impatto positivo e significativo sulla società. Nella successiva raccomandazione del Consiglio relativa a un ponte verso il lavoro, che rafforza la garanzia per i giovani e sostituisce la raccomandazione del Consiglio del 22 aprile 2013 istitutiva della garanzia per i giovani, sono individuate le caratteristiche dei servizi che i sistemi di garanzia strutturati nei vari paesi membri dovrebbero rispettare, per agire nelle quattro fasi previste dalla raccomandazione stessa: mappatura, rafforzando le metodologie e i sistemi per la raccolta dei dati relativi ai giovani NEET iscritti alla garanzia e ai servizi offerti; coinvolgimento, favorendo una comunicazione mirata e riconoscibile, digitale e non, rivolta al gruppo bersaglio e ai loro familiari; preparazione, attraverso il miglioramento delle tecniche di profilazione dei giovani NEET e la predisposizione di piani di azione personalizzati, per la successiva erogazione di consulenza, orientamento professionale o sostegno all’imprenditorialità, e supporto al miglioramento delle competenze digitali; offerta, per allineare le offerte di lavoro ai principi di parità di trattamento, condizioni di lavoro eque, accesso alla protezione sociale e alla formazione, e per utilizzare tutti gli incentivi all’occupazione disponibili nonché l’offerta di incentivi per l’avvio di lavoro autonomo adeguatamente accompagnate da una formazione approfondita e da una consulenza imprenditoriale globale. Da non trascurare, in vista della richiesta della Commissione di integrare le politiche dedicate ai giovani anche nella programmazione 2021-2027, il richiamo della raccomandazione alla mobilitazione dei partenariati “a tutti i livelli di governo tra i prestatori di servizi nell’ambito della garanzia per i giovani e le parti interessate pertinenti, quali i datori di lavoro, gli istituti di istruzione e formazione, le parti sociali, i servizi di animazione socioeducativa, i prestatori di attività civiche e di solidarietà, le organizzazioni giovanili e altre organizzazioni della società civile; di promuovere protocolli di cooperazione tra i prestatori di servizi nell’ambito della garanzia per i giovani e altri servizi sociali, quali l’assistenza all’infanzia, l’assistenza sanitaria, la riabilitazione, l’edilizia sociale e i servizi di accessibilità” anche lo sviluppo di servizi integrati (sportelli unici, team multidisciplinari) anche in punti di contatto unici per i giovani. 3. i giovani al centro del pnrr e della politica di coesione Lo strumento Next Generation EU7 e il bilancio pluriennale dell’UE mettono a disposizione degli Stati membri, risorse significative anche per il supporto all’occupazione giovanile. Nell’ambito di Next Generation EU, nel periodo 2020-2022, l’iniziativa REACT-EU8 (Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe) destina 55 miliardi aggiuntivi alla politica di coesione, da assegnare ai Paesi membri in base a una serie di criteri, tra i quali, l’effetto della crisi da COVID-19 sull’occupazione giovanile e i livelli di disoccupazione raggiunti. In particolare, l’integrazione del Fondo Sociale Europeo deve essere utilizzata per affrontare le sfide con cui si confrontano i giovani nell’attuale crisi. come già osservate negli Stati membri. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility) 9 con una dimensione totale di 672,5 miliardi di euro, di cui 312 miliardi in sovvenzioni e 360 miliardi in prestiti a tassi agevolati, dovrà essere indirizzato dai singoli Paesi alle riforme strutturali a medio termine comprese quelle necessarie a garantire una adeguata partecipazione dei giovani al mercato del lavoro. Per accedere alle risorse del dispositivo ciascuno degli Stati membri ha predisposto un Piano per la ripresa e la resilienza (PNRR) da attuare entro il 2026, costruito su sei pilastri: transizione verde; trasformazione digitale; crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, che comprenda coesione economica, occupazione, produttività, competitività, ricerca, sviluppo e innovazione, e un mercato interno ben funzionante con piccole e medie imprese forti; coesione sociale e territoriale; salute e resilienza economica, sociale e istituzionale, al fine di rafforzare, tra l’altro, la capacità di preparazione e di risposta alle crisi; politiche per la prossima generazione, l’infanzia e i giovani, come l’istruzione e le competenze. Le riforme e gli investimenti rivolti alla prossima generazione, all’infanzia e ai giovani sono necessarie per promuovere l’istruzione e le competenze, comprese quelle digitali, l’aggiornamento, la riconversione e la riqualificazione professionali della forza lavoro, tese a colmare il divario generazionale in linea anche con gli obiettivi della Garanzia per i giovani. Tali azioni, secondo il regolamento del dispositivo per la ripresa e la resilienza, sono volte ad assicurare che la prossima generazione di europei non risenta in modo permanente dell’impatto della crisi da COVID-19 e a frenare l’accrescersi del divario generazionale. I piani per la ripresa e la resilienza devono affrontare le riforme prioritarie individuate nell’ambito del semestre europeo; nell’ottica della ripresa, accordare priorità all’aumento dell’occupazione giovanile e alle riforme correlate può avere un impatto duraturo sullo Stato membro interessato in termini di potenziale di crescita, creazione di posti di lavoro e resilienza sociale. Nel periodo di finanziamento 2021-2027 gli interventi dei PNRR saranno integrati dal Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+) con una dotazione di 101 miliardi di euro destinati a finanziare l’insieme delle misure in materia di occupazione, istruzione e formazione già illustrate nella proposta di una garanzia giovani rafforzata (riforme degli apprendistati, dei sistemi di istruzione e formazione professionale, dell’accompagnamento al lavoro autonomo). A tal fine, la proposta legislativa modificata relativa al Fondo Sociale Europeo Plus propone, per gli Stati membri in cui la disoccupazione giovanile è particolarmente elevata, un impegno rafforzato a destinare il 12,5% della loro dotazione a misure a favore dell’occupazione giovanile. 3.1 le misure per i giovani nel pnrr Il Piano nazionale di ripresa e resilienza dell’Italia10, prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro a valere sul dispositivo per la ripresa e resilienza delNGEU, e 30,6 miliardi di euro a valere su un fondo complementare, finanziato mediante uno scostamento di bilancio che va a complementare le risorse del fondo sviluppo e coesione, per un totale di 222 miliardi di euro. Nel PNRR italiano sono comprese numerose riforme strutturali in linea con le raccomandazioni specifiche rivolte al Paese dalla Commissione Europea nell’ambito del Semestre europeo (annualità 2019 e 2020)11. Tra quelle indirizzate al lavoro e all’inclusione sociale, nel 2019, è richiesto all’Italia di “intensificare gli sforzi per contrastare il lavoro sommerso; garantire che le politiche attive del mercato del lavoro e le politiche sociali siano efficacemente integrate e coinvolgano soprattutto i giovani e i gruppi vulnerabili”. Tra gli obiettivi del Piano, trasmesso alla Commissione Europea a fine aprile 2021, il superamento delle debolezze dell’economia del Paese e la facilitazione delle transizioni verde e digitale richieste dall’UE. Tra i principali beneficiari del Piano, come dichiarato nell’introduzione, i giovani con l’accrescimento delle loro competenze, capacità e prospettive occupazionali. Le politiche loro dedicate sono intese come priorità trasversali alle sei missioni del PNRR12, posto che i giovani sono tra i gruppi più colpiti dalle ricadute della pandemia da COVID-19. La crisi pandemica ha provocato anche nel nostro Paese un aumento dei giovani che non lavorano e non sono iscritti a nessun corso di studio o di formazione (NEET), con ben 63mila nuovi entrati nella condizione in meno di un anno (da 2.003.000 a 2.066.000). Come anticipato nei paragrafi precedenti, la problematicità e gravità della questione giovanile italiana emerge nel confronto con gli altri Paesi dell’Unione, poiché l’Italia presenta il più alto numero di NEET (27,8% rispetto a una media UE del 16,4%). Per superare tale situazione “le azioni del Piano sono volte a recuperare il potenziale delle nuove generazioni e a costruire un ambiente istituzionale e di impresa in grado di favorire il loro sviluppo e il loro protagonismo all’interno della società”13, anche mediante gli interventi che saranno realizzati in quattro delle sei missioni del Piano. Nella Missione 1, gli interventi sulla digitalizzazione nelle scuole (connettività) avranno come beneficiari indiretti i giovani studenti; alla creazione di nuove opportunità di lavoro per i giovani sono attesi contribuire gli investimenti per la transizione ecologica della Missione 2, tenuto conto che riguarderanno diversi settori (energie verdi, reti di trasmissione e distribuzione, filiera dell’idrogeno). La Missione 4 dedicata all’istruzione e ricerca orienta i propri investimenti negli ambiti formativi dei settori ad alta intensità di conoscenza, prevedendo borse di studio e di ricerca per gli universitari, ma non tralasciando le competenze di base e l’azione contro l’abbandono scolastico, e la riforma e sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria (ITS) per facilitare le transizioni scuola-lavoro. Infine, nella Missione 5 gli interventi del PNRR mirano a migliorare l’integrazione tra politiche attive del lavoro e politiche sociali con investimenti nell’apprendistato duale e il potenziamento del servizio civile universale. I giovani del Mezzogiorno saranno interessati da misure tese a ridurre l’emigrazione verso le aree più ricche del Paese e verso l’estero, causata dal permanere di forti divari territoriali. Infine, il Piano prevede l’introduzione di previsioni specifiche per le imprese che, a diverso titolo, parteciperanno ai progetti finanziati a valere sulle risorse dello strumento per la ripresa e la resilienza, il REACT-EU e il Fondo Complementare Nazionale, al fine di condizionare l’affidamento/esecuzione dei progetti messi a bando, all’assunzione di giovani e donne, anche attraverso contratti di formazione/specializzazione da attivare prima dell’avvio dei medesimi progetti. In proposito, il decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, recante la governance del Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure, all’articolo 47 prevede che le stazioni appaltanti (amministrazioni pubbliche) attribuiscano punteggi aggiuntivi alle aziende che, tra le altre cose, si impegnino ad assumere donne e giovani sotto i 35 anni e che nell’ultimo triennio abbiano rispettato i principi di parità di genere e adottato misure per promuovere pari opportunità per i giovani e le donne nelle assunzioni, nei livelli retributivi e degli incarichi apicali. 3.2 i giovani nella programmazione della politica di coesione 2021-2027 Il disegno della politica coesione per il periodo 2021- 2027, individua all’articolo 5 del Regolamento recante disposizioni comuni, cinque grandi obiettivi politici (v. box 2). Inoltre, è previso un obiettivo specifico (OS) per il Fondo per la transizione giusta. I regolamenti dei singoli fondi (FESR, FSE+, etc.) declinano all’internodegli obiettivi di policy, degli obiettivi specifici più dettagliati. Nell’ambito dell’obiettivo di policy d) un’Europa più sociale sono definiti gli obiettivi specifici del FSE+. Per contribuire all’Obiettivo di una “Europa più sociale ed inclusiva” e attuare i principi del Pilastro europeo dei diritti sociali, l’Italia deve affrontare molteplici sfide che investono direttamente benessere e opportunità per una piena partecipazione alla vita sociale delle persone, soprattutto le più vulnerabili. Le sfide più urgenti, per il Paese, ma in particolare per il mezzogiorno, riguardano la partecipazione al mercato del lavoro di giovani e donne, nonché la qualità e capacità di inclusione dei percorsi di istruzione e formazione al fine di prevenire l’abbandono scolastico e per contrastarlo. Inoltre, il FSE+ mira a innalzare il livello di istruzione terziaria in Italia, e a rafforzare le competenze digitali. Alla politica dell’UE per l’occupazione giovanile contribuisce pertanto, con importanti risorse, il FSE+ che sostiene prioritariamente i venti principi del Pilastro europeo dei diritti sociali investendo, ad esempio, nella creazione di posti di lavoro, nell’istruzione e nella formazione, nonché nell’inclusione sociale, nell’accesso all’assistenza sanitaria e nelle misure volte all’eliminazione della povertà. Nel FSE+ sono confluiti, come noto, il Fondo sociale europeo, l’Iniziativa per l’occupazione giovanile (IOG), il Fondo per gli aiuti europei agli indigenti (FEAD) e il programma europeo per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI) della precedente programmazione pluriennale (2014-2020). Con l’avvento della pandemia da COVID-19 e l’esplodere della crisi economica e sociale, le misure del FSE+ sono state rafforzate. In particolare, il FSE+ investirà nei giovani, e tra questi con particolare riguardo ai giovani NEET inattivi e disoccupati di lunga durata, ai quali i Paesi membri che presentano percentuali di NEET superiori alla media UE devono destinare almeno il 12,5% delle risorse attribuite, per la realizzazione di azioni concrete finalizzate all’occupazione o al conseguimento di una qualifica. Ogni Stato membro, è comunque tenuto ad attribuire una quota adeguata di risorse alle azioni che sostengono l’innalzamento dei livelli occupazionali dei giovani, anche attraverso l’attuazione di schemi di garanzia per i giovani integrati pienamente nel FSE+. Sono previsti percorsi personalizzati, specifiche azioni destinate al raggiungimento dei NEET più distanti dal mercato del lavoro e la valorizzazione del Servizio Civile Universale. Gli incentivi occupazionali, gestiti a livello centrale, sono indirizzati specificamente a giovani, donne e lavoratori che risiedono nel Mezzogiorno. Il FSE+ interviene, inoltre, intensificando la promozione di lavoro autonomo e autoimpiego, con apposite misure dedicate all’avvio di impresa, con attività di accompagnamento e strumenti finanziari di supporto allo start up. Infine, è possibile immaginare di intervenire con più fondi in sinergia, per esempio FESR e FSE+, per sostenere iniziative di tipo culturale e creativo che siano finalizzate all’inclusione e innovazione sociale, in grado di intervenire sui luoghi della cultura, sottoutilizzati, in degrado o abbandono, per rigenerarli con il FESR e rivitalizzarli con il FSE+ (patrimonio culturale, spazi pubblici o ad uso pubblico), soprattutto, quelli che si trovano in contesti caratterizzati da fragilità, disagio, marginalità sociali e territoriali. Sia le amministrazioni referenti per la programmazione e l’attuazione dei fondi della politica di coesione, stanno attualmente lavorando alla predisposizione dell’Accordo di partenariato e i programmi regionali e nazionali che implementeranno le politiche sopra citate. Per quanto concerne i giovani, una delle novità di rilievo è la scelta di non riproporre un programma dedicato all’occupazione giovanile separatamente dal programma del Fondo Sociale Europeo, ma di fare della priorità “giovani” un asse portante del prossimo programma nazionale del FSE+, che dovrebbe essere denominato “Giovani, Donne e Lavoro 2021-2027”. La proposta è di realizzare un’azione significativa per l’occupazione e l’occupabilità di livello nazionale conparticolare riferimento al target giovani (compresi i NEET), alle donne, ai sistemi e standard unificanti di interventi per l’occupazione, nell’ottica della qualità del lavoro e della valorizzazione delle competenze nel sistema produttivo. Nel futuro Programma per la parte Giovani si dovrebbero pertanto proseguire le azioni di successo attuate con l’iniziativa occupazione giovani nella precedente programmazione (2014-2020), quali: la formazione mirata all’inserimento lavorativo, l’apprendistato, l’inclusione nei percorsi di formazione e istruzione per la qualifica, gli incentivi occupazionali, la promozione del lavoro autonomo e la creazione di impresa, con una maggiore attenzione ai sistemi di profilazione. Tra le azioni innovative che il programma si candida a portare avanti, l’introduzione del “workers buyout” nonché il sostegno al lavoro autonomoe all’imprenditorialità (confermando le misure già esistenti e proponendone alcune nuove allineate con le priorità e gli investimenti del PNRR e di REACT-EU), per il quale è prevista la costruzione di una rete stabile (volontaria) di confronto tra i titolari e promotori delle iniziative, che possa essere di riferimento per tutti i soggetti pubblici e privati che operano con obiettivi comuni su target diversi e in diversi contesti.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE AAVV (a cura di), Governance for Youth, Trust and Intergenerational Justice., OECD, Paris, 2020. AAVV (a cura di), What have countries done to support young people in the COVID-19 crisis?, OECD, Paris, 2021. COM (2020) 276 final, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni del 1° luglio 2020, Sostegno all’occupazione giovanile: un ponte verso il lavoro per la prossima generazione. European Commission, Joint Employment Report 2021, Bruxelles, 2021. European Commission, Monitoring Report on the Employment and Social Situation in the EU, following the Outbreak of the COVID-19 Pandemic. Spring 2021 report, Bruxelles, 2021. ILO, Preventing exclusion from the labour market: Tackling COVID-19 youth employment crisis, Policy Brief, 2020. T. Lang, Il Recovery Plan per la microfinanza, in Microfinanza n. 30, anno VIII, 2020. Piano nazionale di ripresa e resilienza, Next Generation Italia, aprile 2021. Raccomandazione del Consiglio del 30 ottobre 2020 relativa a un ponte verso il lavoro, che rafforza la garanzia per i giovani e sostituisce la raccomandazione del Consiglio del 22 aprile 2013 sull’istituzione di una garanzia per i giovani (2020/C 372/01). Regolamento (UE) 2020/2221 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 dicembre 2020 che modifica il regolamento (UE) n. 1303/2013 per quanto riguarda le risorse aggiuntive e le modalità di attuazione per fornire assistenza allo scopo di promuovere il superamento degli effetti della crisi nel contesto della pandemia di COVID-19 e delle sue conseguenze sociali e preparare una ripresa verde, digitale e resiliente dell’economia (REACT-EU). Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2021 che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza

NOTE 1 European Commission, Joint Employment Report 2021, Bruxelles, aprile 2021. 2 Per maggiori dettagli cfr. https://www.oecd.org/about/civilsociety/youth/ 3 ILO, Preventing exclusion from the labour market: Tackling COVID-19 youth employment crisis, Policy Brief, May 2020. 4 Ibid. p. 60. Traduzione a cura dell’autrice. 5 COM (2020) 276 final, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni del 1° luglio 2020 Sostegno all’occupazione giovanile: un ponte verso il lavoro per la prossima generazione. 6 Raccomandazione del Consiglio del 30 ottobre 2020 relativa a un ponte verso il lavoro, che rafforza la garanzia per i giovani e sostituisce la raccomandazione del Consiglio del 22 aprile 2013 sull’istituzione di una garanzia per i giovani (2020/C 372/01). 7 NextGenerationEU (NGEU) è lo strumento temporaneo per la ripresa, del valore complessivo di 750 miliardi di euro, proposto dalla Commissione europea a maggio 2020 e approvato da Consiglio e Parlamento il 10 novembre 2020. NGEU è finalizzato a superare i danni economici e sociali ausati dalla pandemia di coronavirus per creare un’Europa post COVID19 più verde, digitale, resiliente e adeguata alle sfide presenti e future. In proposito, si veda anche T. Lang, “Il Recovery Plan per la microfinanza”, in Microfinanza n. 30, anno VIII, 2020. 8 Regolamento (UE) 2020/2221 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 dicembre 2020 che modifica il regolamento (UE) n. 1303/2013 per quanto riguarda le risorse aggiuntive e le modalità di attuazione per fornire assistenza allo scopo di promuovere il superamento degli effetti della crisi nel contesto della pandemia di COVID-19 e delle sue conseguenze sociali e preparare una ripresa verde, digitale e resiliente dell’economia (REACT-EU). 9 Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2021 che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza. 10 Piano nazionale di ripresa e resilienza, Next Generation Italia, aprile 2021. Disponibile online al seguente link: https://www.governo.it/sites/governo.it/files/PNRR_3.pdf 11 Tra le riforme previste dal PNRR: pubblica amministrazione, giustizia, semplificazione normativa, concorrenza. 12 Il PNRR è organizzato in sei missioni: Missione 1: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; Missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica; Missione 3: infrastrutture per una mobilità sostenibile; Missione 4: Istruzione e ricerca; Missione 5: Coesione e inclusione; Missione 6: Salute. 13 Ibid. p. 3

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