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INTERVISTA ALLA SOTTOSEGRETARIA VANNIA GAVA

ALESSANDRA PEPE Giornalista

Quando si parla di ambiente non si fa riferimento esclusivamente ai rifiuti e alla raccolta differenziata, ma anche alle ricadute economiche. Pochi sanno che esiste anche una finanza green. L’Onorevole Vannia Gava, sottosegretaria al Ministero della Transizione Ecologica, spiega le relazioni tra microcredito e ambiente e quanto può cambiare il mondo; sottolinea l’importanza dell’economia circolare e delle industrie sostenibili; illustra cosa ha stabilito il Superbonus riguarda l’efficientamento energetico; fa un bilancio sul punto in cui ci troviamo in Italia riguardo all’Agenda 2030 e quanto la microfinanza può influire sul pianeta.

Il suo curriculum parla chiaro: è legata alle tematiche ambientali da molti anni e ricoprendo diverse cariche, già prima di diventare Sottosegretaria al MiTE. A salvaguardare il nostro ecosistema non serve solo il rispetto per il pianeta, ad esempio usando meno plastica e facendo la raccolta differenziata, ma come possiamo davvero aiutare l’ambiente?

Per realizzare la transizione ecologica per tempo e non sprecare questa occasione è indispensabile una transizione burocratica che abbatta i tempi del cosiddetto “permitting” anche in campo ambientale. L’ambiente si tutela non contrastando le aziende ma, al contrario, favorendo gli investimenti e la riconversione, sostenendo dunque attraverso sistemi di incentivi le produzioni pulite e gli investimenti nelle nuove tecnologie.

Cosa cambia con il PNRR dal punto di vista dell’ambiente?

Finalmente il Paese ha una missione: non solo ripartire, ma approfittare dell’opportunità offerta dal PNRR per recuperare decenni perduti. Lavoriamo per la decarbonizzazione entro il 2050, ma, soprattutto, per rendere l’Italia più pulita ed efficiente: semplifichiamo le procedure per i permessi, le norme in materia di economia circolare. Dobbiamo puntare sulla mobilità sostenibile e per farlo è necessario che si investano risorse ingenti e siano realizzate in tempi rapidi nuove infrastrutture. Con le risorse del PNRR è possibile far fare un balzo in avanti al Paese e al nostro sistema produttivo lungo la strada delle sostenibilità, intervenendo anche su produzioni considerate fino ad oggi altamente inquinanti e quindi dannose per l’ambiente.

A suo giudizio il microcredito è una pedina importante nella battaglia per la difesa dell’ambiente?

Sicuramente può avere un ruolo significativo. A seguito di questa crisi il mondo del lavoro sta subendo dei contraccolpi di una incertezza sul futuro, quindi sostenere il microcredito vuol dire contribuire a sostenere la ripresa economica. Con il microcredito è possibile sostenere tutte le forme di sostegno alle start-up, soprattutto quelle innovative a micro imprese o aspiranti imprenditori interessati all’avvio o allo sviluppo di un’attività imprenditoriale o di lavoro autonomo.

Il microcredito può aiutare a cambiare il mondo e l’economia avviando aziende sostenibili, quanto sono importanti secondo lei?

Questa crisi ha dimostrato la fragilità del sistema economico, un sistema economico che ha portato grandissimi vantaggi ma è anche un sistema molto fragile. In questo contesto i principi dell’agenda 2030 danno una indicazione chiara: è possibile un mondo diverso in cui sostenibilità economica, sociale, ambientale e anche istituzionale, quindi la ripartenza da questa crisi è una occasione per cambiare.

Quali progetti di impresa ecosostenibili si abbracciano maggiormente con il microcredito?

Non si può parlare di progetti ma di politiche di sostegno a favore degli investimenti green delle imprese; si possono citare ad esempio gli investimenti nelle zone economiche ambientali. Si intendono finanziare anche gli investimenti green: consistono in operazioni di acquisto, di macchinari, impianti e attrezzature a basso impatto ambientale, nell’ambito di programmi finalizzati a migliorare l’ecosostenibilità dei prodotti e dei processi produttivi.

Nella tutela dell’ambiente operano centinaia di piccole aziende che sono all’avanguardia in questo settore e proprio grazie al sostegno del microcredito riescono ad operare. Pensa che in un futuro, speriamo non troppo lontano, il “matrimonio” tra ambiente e microcredito potrà contare ancora di più da parte del Governo di cui lei fa parte?

Sicuramente sì. Ad esempio la Nuova Sabatini è stata potenziata per favorire gli investimenti ecosostenibili da parte delle PMI, per fornire incentivi per le zone economiche ambientali, nonché dare contributi a fondo perduto per le nuove imprese giovanili e femminili. Questi sono alcuni degli incentivi per gli investimenti che trovano il sostegno del Governo attraverso le misure previste per il “Green new deal”.

Il Ministero della Transizione Ecologica vorrebbe facilitare forme di microcredito come fa, ad esempio, il Comune di Roma?

Non si può parlare di politiche del solo Ministero della Transizione Ecologica. Con le misure previste per il “Green new deal” tutto il governo si sta orientando a mettere in atto azioni a sostegno dell’imprenditoria green.

Gli ESG (Environmental, Social, Governance ndr) sono i 3 criteri per valutare gli investimenti responsabili nella gestione finanziaria di un’impresa ponendo l’attenzione sull’ambiente, il sociale e la governance. A che punto ci troviamo in Italia?

L’attenzione ai parametri ESG sta diventando sempre più popolare; con gli ESG si intende rappresentare e soprattutto misurare (e in futuro certificare) la capacità delle aziende di calibrare e gestire il proprio impatto in termini ambientali, sociali e di governance. Se sino a poco tempo fa l’impatto ambientale e sociale delle imprese produttrici di beni e servizi o il loro impegno sociale era importante, ma ispirava solo in modo marginale le scelte dei consumatori, negli ultimi tempi si è assistito a una crescita in contemporanea della sensibilità dei cittadini e dei consumatori e delle scelte delle imprese in merito ai temi dell’impatto ambientale. La qualità e il prezzo di un prodotto passano quasi in secondo piano rispetto alle scelte necessarie per portare sul mercato quel prodotto e al lavoro svolto dall’azienda per ridurre il proprio impatto ambientale o addirittura per portare benefici all’ambiente, ad esempio con una capacità di “riciclo” superiore a quanto viene prodotto e venduto dall’azienda stessa.

L’Agenda 2030, firmata dai Paesi membri dell’Onu, delinea una serie di obiettivi per raggiungere uno sviluppo sostenibile, quanto secondo lei la microfinanza può diventare uno strumento utile in tal proposito?

Lo sviluppo sostenibile offre opportunità di innovazione, non solo in termini di prodotto, ma anche e soprattutto in termini di processo. Un processo innovativo nell’attività imprenditoriale orientato allo sviluppo sostenibile, deve basarsi anche su una finanza capace di supportare dal punto di vista dei finanziamenti la transizione allo sviluppo sostenibile Per attivare un processo innovativo nell’imprenditorialità, le imprese devono trovare offerte di credito adeguate alla loro realizzazione. In questa direzione la finanza etica e gli strumenti dell’impact finance (ivi incluso il microcredito) possono rappresentare una soluzione innovativa, capace di armonizzare, nella chiave dello sviluppo sostenibile, il sistema finanziario e l’economia reale.

Di solito la parola “green” fa pensare solo ai rifiuti, invece esiste anche una finanza verde. Ci spiega in cosa consiste e a che punto è l’Italia?

Il green finance comprende un gruppo, piuttosto eterogeneo, di investimenti che coinvolgono progetti e prodotti finanziari che incoraggiano lo sviluppo di un’economia sostenibile. Gli investimenti sostenibili sono in forte crescita. Sono una necessità (per il pianeta) ma anche un’opportunità: si punta su settori in espansione. La finanza verde comprende un gruppo, piuttosto eterogeneo, di investimenti che coinvolgono progetti e prodotti finanziari che incoraggiano lo sviluppo di un’economia sostenibile cioè di un sistema finanziario focalizzato sul supporto verso investimenti e politiche che mirano alla difesa dell’ambiente e del clima. Tale sistema non comprende solo il finanziamento di specifici progetti di natura pubblica o privata ma comprende anche il supporto a politiche pubbliche a vantaggio dell’ambiente. Tra le questioni al centro dell’interesse degli investitori verdi ci sono le energie pulite, la protezione della biodiversità, l’efficienza energetica, i trasporti sostenibili, la gestione idrica, le azioni di adattamento e mitigazione degli effetti climatici.

Se le dico “economia circolare”, cosa pensa?

Penso al futuro e a un modello di società in cui i nostri figli potranno crescere più felici perché consapevoli del valore delle risorse naturali. In effetti dobbiamo lavorare per favorire il prima possibile la transizione verso il modello “circolare”. L’economia circolare rappresenta anche un nuovo spazio di mercato e di impresa che dobbiamo quanto prima occupare e sostenere per diventare leader nei prossimi anni di modelli di sviluppo sostenibili.

La Capitale di Italia ha dei seri problemi con lo smaltimento dei rifiuti. Cosa si dovrebbe fare?

La priorità sicuramente è quella di prevenire la formazione dei rifiuti e imparare a raccoglierli in maniera differenziata. Al netto di questa attività prioritarie però si dovrà puntare su una rete impiantistica integrata e all’avanguardia capace di riciclare i materiali per reimmetterli nel mercato. Fondamentale inoltre è promuovere una giusta informazione che renda consapevoli tutti i cittadini dell’importanza delle risorse e della loro corretta gestione attraverso un’impiantistica sicura e moderna in maniera tale da ridurre al minimo il ricorso alla discarica.

Cosa ha stabilito il Superbonus riguardo all’efficientamento energetico?

Il superbonus è una forma di finanziamento e incentivazione dell’efficientamento energetico del patrimonio pubblico e privato nazionale. Stiamo lavorando per semplificare gli adempimenti, allargare la platea dei beneficiari e prorogare al 2023 la misura.

VANNIA GAVA: Nata a Sacile, in provincia di Pordenone, ha iniziato la militanza politica da giovanissima: nel 1994 ha aderito alla Lega Nord e l’anno successivo, a soli 21 anni, viene eletta segretario politico della sua città. La sua passione e il suo impegno politico la portano in breve tempo a ricoprire la sua prima carica istituzionale: nel 2009 viene eletta Consigliere comunale a Sacile e successivamente Assessore alle Politiche Agricole, all’Ambiente e alla Manutenzione del verde. Nel 2014 diventa vice sindaco di Sacile con delega alle Politiche Ambientali, alla Cura e alla Manutenzione del verde, continuando così il suo lavoro e il suo impegno verso le tematiche ambientali. Nelle elezioni politiche del 4 marzo 2018 viene eletta parlamentare alla Camera dei Deputati nella Lista Lega – Salvini Premier e viene nominata nel 2019 Capo Dipartimento Ambiente del partito. A Giugno 2018 diventa Sottosegretario di Stato per l’Ambiente, per la Tutela del Territorio e del Mare nel Governo Conte I. Termina il suo mandato il 5 settembre 2019. È membro della Commissione Bilancio Tesoro e Programmazione della Camera dei Deputati e della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali. Il 1 marzo giura come Sottosegretario di Stato al Ministero della Transizione Ecologica nel Governo guidato da Mario Draghi. Si è sempre occupata della tutela ambientale senza mai ritenere la necessaria tutela della natura come un ostacolo allo sviluppo che dovrà essere sempre più sostenibile. Tra i temi sui quali ha concentrato la sua azione amministrativa lo sviluppo dell’economia circolare e del ciclo dei rifiuti, il sostegno alle iniziative contro il dissesto idrogeologico e per la riqualificazione urbana. È fortemente impegnata a promuovere l’uso e la produzione delle energie rinnovabili e la transizione ambientale delle industrie. È al lavoro per introdurre nuove semplificazioni nei processi di “permitting”.

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