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Impresa, Sviluppo Sostenibile e Esg:

il microcredito strumento d’indagine e sostegno alla ripresa

Riccardo Graziano Segretario Generale ENM

Lo sviluppo economico e il mercato in generale devono certamente guardare al profitto ma sempre con un’attenzione assoluta alla sostenibilità del modello di sviluppo adottato. Amo ricordare Otto Hirshman che ammoniva come per gli economisti sia presente un azzardo nel rimuovere barriere se prima di farlo non si siano raccolte le indicazioni provenienti dalla politologia e dalla sociologia. In altri termini, parafrasando in chiave moderna, sussiste un rischio nel rimuovere barriere economiche imprenditoriali e progettuali non tenendo conto di fattori e obbiettivi di sviluppo sostenibile, i cosiddetti fattori SDG. Ciò soprattutto dopo il 2020 che nella storia verrà ricordato per l’emergere della pandemia da Covid-19, la più grande crisi che il mondo abbia visto dal dopoguerra. Crisi di tipo sanitario, dove l’Italia ha pagato un prezzo altissimo di vite, ma anche economico e sociale. Crisi che ha anche prodotto una redistribuzione non virtuosa della ricchezza nel nostro sistema paese impoverendo ampi settori della così detta “classe media”. Sebbene infatti resti vero quanto Scheidel afferma, cioè che grandi catastrofi possano segnare un momento di ridistribuzione di ricchezza ed essere seguite da un’età più florida, questo è in realtà un bilancio che si può trarre nel lungo periodo. Nell’immediato il virus e la battaglia contro di esso hanno accentuato il divario sociale. Su questo fronte è necessario intervenire ricordando che in una pandemia nessuno può difendersi da solo lasciando che i più deboli siano economicamente ancor più svantaggiati. Siamo dunque in presenza di una crisi profonda, economica, sociale, sanitaria, ambientale, con radici che risalgono ben oltre il comparire di un virus devastante, una crisi che attraversa le società occidentali da tempo e che la pandemia non ha fatto altro che radicalizzare. A tal fine in un’ottica di solidarietà sociale il microcredito rappresenta uno strumento fondamentale anche per favorire gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Siamo infatti posti davanti alla necessità di adottare modelli di finanza sostenibile (ESG) (Environmental, Social and Governance). Il tema SDG affonda le sue origini negli anni novanta, ma la tappa cruciale per la definizione di tale tema avviene nel 2015 alle Nazioni Unite, quando la comunità globale ha approvato l’Agenda 2030, i cui elementi essenziali sono i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS/SDGs, Sustainable Development Goals) e i 169 sotto-obiettivi, i quali mirano a porre fine alla povertà, a lottare contro l’ineguaglianza e allo sviluppo sociale ed economico, obbiettivi da raggiungere entro l’anno 2030. Si tratta quindi della prosecuzione e dell’ampliamento di quelli che nel 2000 erano stati posti quali obbiettivi del millennio. Ora il microcredito è uno strumento fondamentale per il raggiungimento di tali obbiettivi quali, fra gli altri, lo sradicamento della povertà, la tutela della salute, l’istruzione, la promozione dell’industria, l’innovazione, l’acquisizione di un lavoro dignitoso, la promozione di housing sociale in città sostenibili. Le micro imprese che saranno create grazie agli strumenti del microcredito e all’azione di promozione svolta da parte dell’Ente Nazionale per il Microcredito dovranno rispondere nella loro grande prevalenza a criteri ESG compliant. La relazione necessaria fra criteri ESG e obbiettivi SDG appare di tutta evidenza. Non possiamo permetterci di lasciare il futuro dei nostri figli nelle mani di una finanza intenta a “rimuovere barriere” senza tener conto degli indirizzi di una sana politica attenta alla sostenibilità del modello globale di sviluppo perseguito. Ciò posto rammentiamo a noi stessi come il Rating ESG (o Rating di sostenibilità) sia un giudizio sintetico che certifica l’attenzione di una soggetto giuridico agli aspetti ambientali, sociali e di governance. Non sostituisce il Rating tradizionale ma è complementare. Spesso le decisioni di investimento dovranno basarsi non esclusivamente su parametri “finanziari”, ma dovranno tenere conto di fattori “extra-finanziari” ovvero ESG che giocano un ruolo fondamentale nel determinare la sostenibilità di un investimento nel medio-lungo periodo. In generale si può considerare sostenibile un’impresa che è in grado di avere una posizione di business competitiva con ritorni stabili nel tempo. Che cioè crea valore condiviso con tutti gli stakeholder in modo duraturo nel tempo; misura le decisioni di business analizzando tutti gli impatti (economici e non) che esse determinano; comunica gli impatti di sostenibilità delle decisioni per ciascun fattore ESG. L’impresa sostenibile è attenta a tre fattori: - Fattore Ambientale (Environmental): che considera i rischi legati ai cambiamenti climatici e quindi attenta alla riduzione delle emissioni di CO2, all’efficienza energetica, all’efficienza nell’utilizzo delle risorse naturali (es. acqua), che adotta politiche contrastanti all’inquinamento dell’aria e dell’acqua e allo spreco delle risorse naturali e alla deforestazione. - Fattore Sociale (Social): che include politiche qualitative per l’ambiente di lavoro, le relazioni sindacali, il controllo della catena di fornitura, oltre che attenta alle diversità di sesso, abilità ed età, agli standard lavorativi, alle condizioni di sicurezza sul posto di lavoro, al rispetto dei diritti umani e ad una assunzione di responsabilità sociale a tutto tondo. - Fattore di Governo Societario (Governance): che riguarda l’etica e la trasparenza del governo societario, la presenza di piani e obiettivi di sostenibilità legati alla remunerazione e più in generale ai comportamenti dei vertici e dell’azienda in termini di etica e compliance. In questo quadro, la finanza in generale e il microcredito in particolare rappresentano un canale fondamentale per indirizzare il sistema produttivo verso un modello sostenibile. A marzo 2018, la Commissione ha quindi lanciato il Piano d’Azione sulla finanza sostenibile, con l’obiettivo di incrementare gli investimenti in progetti sostenibili e di promuovere l’integrazione dei criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) nella gestione dei rischi e nell’orizzonte temporale degli operatori finanziari. All’interno dell’Action Plan sono previste dieci azioni per far intraprendere all’economia europea la via verso la sostenibilità. • Introduzione di una tassonomia UE per la finanza sostenibile. Si intende un sistema condiviso di classificazione e definizione dei prodotti e servizi considerati sostenibili • Creazione di standard e certificazioni di qualità UE per i green bonds (obbligazioni verdi). • Aumento degli investimenti in infrastrutture sostenibili. • Modifica delle direttive MIFID II e IDD, nonché delle linee guida ESMA (sulla valutazione e adeguatezza dei prodotti finanziari) nel segno della sostenibilità. • Miglioramento della trasparenza nella costruzione di benchmark (prodotti leader di riferimento per ogni categoria) di sostenibilità. • Incentivo all’adozione dei criteri ESG da parte delle società di raccolta di capitale e di ricerca di mercato. • Proposta di una legge che includa i criteri di sostenibilità nella definizione di “dovere fiduciario”, al fine di vincolare gli investitori ad agire nel massimo interesse dei beneficiari. • Possibilità di introdurre delle riduzioni dei requisiti patrimoniali minimi sugli investimenti sostenibili. • Migliorare qualità e trasparenza della rendicontazione extra-finanziaria delle imprese, tenendo conto delle raccomandazioni della Task Force on climate-related Financial Disclosure del Financial Stability Board. • Integrare i criteri ESG e l’approccio di lungo periodo nelle decisioni delle aziende. L’Ente Nazionale per il Microcredito promuoverà azioni di sensibilizzazione nei confronti sia dei “tutor” (operatori in servizi accessori obbligatori al microcredito) che dei microimprenditori in relazione ai vantaggi per un’azienda nel seguire criteri anche di Rating ESG. In particolare dovranno rispondere anche a criteri ESG: - misurazione delle performance di sostenibilità; - miglioramento del posizionamento e della leva commerciale; - contenimento del rischio reputazionale; - monitoraggio di parametri di efficienza e produttività; - incremento delle opportunità di investimento; - possibile miglioramento dei costi di finanziamento. Sono confortanti i dati che ci riferisce l’OECD che riportiamo nella prima parte della relazione “Italy is making progress in implementing the Sustainable Development Goals (SDGs) but important challenges remain to consolidate progresses on single SDGs as well as to move towards a whole encompassing implementation of the Agenda 2030”. In un tale contesto l’Ente svolgerà il suo compito di indirizzo e sviluppo del microcredito in Italia secondo criteri SDG favorendo la creazione di microimprese ESG compliant.

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