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L’integrazione Dei Migranti Quale Fattore Di Sviluppo Per Il Paese

Giovanni Nicola Pes
Vice Segretario Generale Ente Nazionale Per Il Microcredito

Le sfide del fenomeno migratorio

Il fenomeno migratorio ha determinato profondi mutamenti nella fisonomia della nostra società e delle società occidentali in generale, portando all’attenzione dei policy maker la necessità di individuare nuove strategie e nuovi strumenti per la gestione del pluralismo culturale e religioso che caratterizza i contesti di accoglienza, tanto che un’efficace governance dell’immigrazione non può prescindere da un’altrettanto efficace e attenta governance dell’integrazione.

Pur se il numero dei migranti che giungono in Italia è oggi in leggero calo1, i cittadini stranieri regolarmente presenti nel nostro Paese sono 5.035.643, pari all’8,5% della popolazione2. A queste persone lo Stato deve assicurare un’esistenza dignitosa e il riconoscimento effettivo dei diritti costituzionalmente garantiti, cui devono corrispondere specifici doveri, non ultimo quello di apprendere la lingua e partecipare alla vita economica, sociale e culturale del nostro Paese.

Allo stesso tempo le istituzioni devono avere la capacità di governare in maniera equilibrata il delicato rapporto dei territori con i migranti, non limitandosi quindi a provvedere alla prima accoglienza, ma anche sviluppando, in collaborazione con gli enti locali e con altri soggetti pubblici, privati o del terzo settore, interventi diretti a facilitare l’integrazione nella società e l’adesione ai suoi valori. Si può parlare, in questo senso, di una sorta di “patto sociale”, le cui basi poggiano sull’articolo 3 della Costituzione che, nel riconoscere la pari dignità di tutti coloro che risiedono in Italia, fa sì che l’integrazione comporti, accanto alla titolarità dei medesimi diritti, anche l’impegno all’assunzione delle medesime responsabilità.

Sulla base di queste pre-condizioni, un’efficace strategia di integrazione dovrà costruire sinergie positive, in vista dell’ideazione e della realizzazione di iniziative sostenibili che comprendano attività di informazione, di orientamento e di accompagnamento a percorsi di autoimprenditorialità, al fine di favorire l’inserimento socio-lavorativo del migrante, dal momento che è proprio il lavoro a rendere la persona parte attiva del sistema economico e sociale del Paese.

L’integrazione socio-economica dei migranti si pone, pertanto, come una delle principali sfide che l’Italia (come del resto gli altri Paesi europei) è chiamata ad affrontare per poter garantire il successo dell’intera politica migratoria. A tal fine, occorre considerare il target migranti come una vera e propria risorsa per lo sviluppo sostenibile del Paese – soprattutto delle sue aree maggiormente vulnerabili – e promuovere una cultura della legalità in grado di contrastare fenomeni purtroppo diffusi come il caporalato, lo sfruttamento o addirittura l’inserimento degli stessi migranti nei circuiti della criminalità organizzata.

L’impegno dell’ENM per l’integrazione dei migranti

L’Ente Nazionale per il Microcredito ha raccolto da tempo questa sfida, elaborando specifiche progettualità per l’inclusione socio-economica dei migranti, secondo un approccio integrato e in maniera sempre più condivisa tra i diversi livelli di governance, alla luce dell’evidente complessità della materia e della pluralità degli attori che necessariamente devono essere coinvolti.

In particolare, a favore dei migranti l’Ente definisce percorsi di formazione civica e finanziaria e percorsi di orientamento e accompagnamento alla creazione d’impresa da sostenere attraverso gli strumenti del microcredito e della microfinanza. È interessante constatare come queste linee di attività dell’Ente siano assolutamente in linea con gli obiettivi di policy individuati dal Ministero dell’Interno3, che prevedono tra l’altro:

la creazione di un’offerta formativa in grado di favorire l’accesso dei migranti alle politiche attive del lavoro sin dalla minore età;

la promozione di strumenti quali il tirocinio di formazione e orientamento e l’apprendistato, con una particolare attenzione alle categorie vulnerabili e alle donne;

la diffusione di esperienze pilota di inserimento nel mondo del lavoro;

la “promozione della capacità d’impresa, soprattutto in settori innovativi, anche tramite la diffusione di strumenti quali il credito, i bond e servizi di supporto allo start-up d’impresa, favorendo l’accesso al credito da parte dei migranti e dei beneficiari di protezione internazionale”.

Sulla base di questi principi, l’Ente ha assunto importanti iniziative progettuali in ambito nazionale, in stretta sinergia con le amministrazioni pubbliche4 e con una vasta serie di stakeholders, proprio al fine di promuovere e integrare il target dei migranti, fornendo loro gli strumenti necessari per valutare la possibilità di avviare una propria attività economica di tipo microimprenditoriale o di lavoro autonomo o professionale, accompagnandoli eventualmente al possibile finanziamento bancario.

Caratteristiche della progettualità dell’Ente

Nella sua attività progettuale, l’Ente mette a disposizione del target dei migranti un ampio ventaglio di opportunità finalizzate al loro pieno inserimento nella vita sociale ed economica del Paese, che vanno dalla prima accoglienza, alla profilazione, alla formazione civica e finanziaria, all’orientamento all’attività d’impresa non solo in comparti di attività tradizionali, quali ad esempio il commercio, l’artigianato o l’agricoltura, ma anche in settori caratterizzati da forti processi di innovazione tecnologica e digitale che, qualora presentati da soggetti particolarmente meritevoli, possono essere sostenuti da veri e propri incubatori e acceleratori d’impresa come l’ “Officina dell’Innovazione” creata dallo stesso Ente.

È quindi il caso di mettere a fuoco, qui di seguito, i principali fattori che caratterizzano tutta l’attività progettuale che l’Ente sviluppa a favore del target migranti.

L’educazione finanziaria. Il primo aspetto è quello dell’educazione finanziaria, il cui obiettivo non è solo quello di trasmettere conoscenze e capacità (educazione finanziaria in senso stretto), ma anche quello di giungere a un giudizio informato per poter prendere decisioni corrette nella gestione dell’economia personale (competenza finanziaria). Ciò permette al migrante di ridurre il suo grado di esclusione finanziaria e il rischio di incorrere in fenomeni quali l’usura o il sovraindebitamento.

L’educazione all’imprenditorialità. L’altro fattore chiave sul quale l’Ente interviene è quello dell’educazione all’autoimprenditorialità, che si configura come un fattore inscindibile da quello dell’educazione finanziaria in senso stretto e consente di sviluppare attitudini, conoscenze, abilità e competenze, utili non solo per un eventuale impegno in ambito imprenditoriale, ma in ogni contesto lavorativo e in ogni esperienza di cittadinanza attiva: competenze trasversali e di competenze per la vita, per far sì che i migranti diventino cittadini attivi, creativi e dotati di spirito di iniziativa.

L’innovazione e la transizione verde e digitale. Il terzo aspetto (ma non per importanza) riguarda la particolare attenzione che l’Ente pone, nella sua attività progettuale, ai temi dell’innovazione e della transizione verde e digitale: temi che assumono un’importanza strategica interessando in modo trasversale la generalità dei settori e degli attori economici – compreso quindi il target dei migranti – e generando valore anche in termini di sostenibilità ambientale. L’Ente, in particolare, è attento all’adozione di soluzioni innovative nei processi, nei prodotti e nelle formule organizzative, alla creazione e al consolidamento di start-up innovative ad alta intensità di applicazione di conoscenza, alle iniziative di spin-off della ricerca, alla trasformazione digitale delle imprese, alla creazione di incubatori e acceleratori d’impresa. La transizione digitale, in particolare, è considerata dall’Ente un fattore importantissimo per rilanciare l’economia in ogni settore, attraverso la creazione di un ecosistema caratterizzato da centri di ricerca, spin-off, università e distretti ad alta tecnologia, capace di mobilitare competenze, innovazione e trasferimento di conoscenze verso il mondo delle imprese. Un esempio virtuoso, a questo proposito, è quello dell’ “Officina dell’Innovazione” che l’Ente ha sviluppato nell’ambito del progetto F.A.S.I. al fine di accelerare progetti di microimpresa particolarmente innovativi elaborati da migranti (si veda più avanti).

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Progetto F.A.S.I. “Formazione, Autoimprenditoria e Start-up per Immigrati regolari”.

Tra le politiche di inclusione socio-lavorativa dedicate agli immigrati regolarmente presenti nel nostro Paese, particolare importanza riveste, il progetto “F.A.S.I”, finanziato dal Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza, a valere sul Programma Operativo Legalità FESR/FSE 2014-2020, dedicato alle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Si tratta di un progetto complesso, sul quale l’Ente è impegnato con l’obiettivo di promuovere la realizzazione di percorsi formativi finalizzati a favorire lo sviluppo di autoimprenditorialità e start-up di impresa, il conseguimento di una piena autonomia occupazionale e rispondere alle esigenze di integrazione socio-economica. Di grande interesse è la creazione della “Officina dell’innovazione”, prevista dal progetto, volta a favorire ed accelerare lo sviluppo di idee imprenditoriali e start up innovative nei settori di maggior valore per l’economia territoriale, da parte di migranti in possesso di particolari requisiti di preparazione accademica o tecnica. L’Officina dell’Innovazione è l’Hub di innovazione dell’Ente, creato per stimolare l’innovazione a beneficio del territorio e conta sul supporto di una piattaforma virtuale, che ha le funzioni di co-working e spazio di lavoro virtuale condiviso, room per training e coaching a cura di mentor qualificati e canale per eventi digitali (webinar).

Progetto “Rete Sportelli AMICI”.

Il progetto “Rete Sportelli AMICI”, a titolarità del Ministero dell’Interno, Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione e finanziato a valere sul F.A.M.I., ha lo scopo di migliorare, e monitorare la gestione del fenomeno migratorio sotto l’aspetto della programmazione ed erogazione dei servizi amministrativi di natura informativa e di orientamento erogati da CPIA (Centri Provinciali Istruzione Adulti), Comuni, Università, CPI, CCIAA, dedicati ai cittadini dei Paesi terzi regolarmente residenti sul territorio nazionale. A tal fine, l’Ente ha sviluppato e messo in atto una metodologia di lavoro che prevede un mix di azioni di capacity building e di processi di riorganizzazione in rete degli sportelli e della modalità di offerta dei servizi, facendo ricorso alla metodologia già definita e ampiamente sperimentata con il modello “retemicrocredito” e per altri servizi pubblici e privati (es. autoimpresa, microcredito, servizi di politica attiva).

Progetto “S.I.M.P.I.L. Sportelli Informativi Microcredito e Percorsi Imprenditoriali per la Legalità”.

Anche S.I.M.P.I.L., al pari di “Rete Sportelli AMICI”, è un progetto a titolarità del Ministero dell’Interno, Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, finanziato a valere sul F.A.M.I., il cui beneficiario diretto è la Prefettura di Roma in partenariato con l’Ente Nazionale per il Microcredito. Il progetto si pone come obiettivo generale il rafforzamento del ruolo della Prefettura di Roma quale soggetto attivatore di virtuosi circuiti informativi e di supporto, finalizzati a favorire l’integrazione dei cittadini di Paesi terzi, attraverso la sperimentazione e la modellizzazione di percorsi di inclusione sociale e finanziaria che catalizzino le risorse pubbliche e private disponibili.

Attraverso questa impegnativa attività progettuale, l’Ente persegue obiettivi di forte valenza sociale oltre che economica, in quanto:

offre agli immigrati regolarmente residenti in Italia la possibilità di stabilizzare la propria posizione attraverso l’integrazione lavorativa;

attua il dettato costituzionale e le leggi internazionali sui diritti umani e fondamentali, in base ai quali gli Stati devono prendersi cura dei soggetti più deboli e vulnerabili, assicurando loro la dovuta protezione e gli strumenti per giungere ad una piena autonomia economica;

trasforma il disagio di persone disoccupate e spesso percettrici di misure pubbliche assistenziali in una nuova opportunità. Infatti, grazie al monitoraggio del bisogno, all’individuazione dei possibili beneficiari, all’accompagnamento fino al finanziamento e al tutoraggio, le persone diventano contribuenti attivi, consumatori e soprattutto nuovi imprenditori;

favorisce la trasformazione di una società spesso contraddistinta da situazioni di diseguaglianza in una società più equa, inclusiva e sicura.

Risorse finanziarie attivabili

Per il sostegno finanziario agli interventi finalizzati ai percorsi d’inclusione sociale e finanziaria dei migranti, l’Ente Nazionale per il Microcredito sia avvale principalmente dei fondi europei finalizzati a superare la condizione di svantaggio e vulnerabilità che caratterizza i migranti e i titolari di protezione internazionale. La programmazione di tali fondi per il periodo 2014-2020 (i cosiddetti fondi SIE - Fondi strutturali e d’investimento europei) ha previsto diversi strumenti finanziari che possono supportare il processo di integrazione:

il Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (FAMI), gestito dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, che dà la possibilità di costruire percorsi di integrazione che possono partire dalla formazione linguistica – base essenziale d’accesso all’effettiva partecipazione alla vita pubblica – all’inserimento socio-lavorativo, che assume un rilievo centrale quale componente del processo di integrazione e realizzazione personale, con servizi di orientamento e accompagnamento all’inserimento stesso;

il Fondo Sociale Europeo (FSE) e il Fondo per lo Sviluppo Regionale (FESR), gestiti a livello nazionale attraverso i Programmi Operativi nazionali e regionali (PON e POR). Per quanto di specifico interesse:

  • il PON “Legalità” 2014-2020, gestito dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, prevede interventi per promuovere l’inclusione sociale ed economica nelle regioni meno sviluppate, compreso il rafforzamento dei processi di integrazione nel tessuto sociale delle fasce marginalizzate degli immigrati regolari;
  • il PON “Inclusione” e il PON “Sistemi di politiche attive per l’occupazione”, gestiti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, prevedono l’implementazione di politiche attive per l’integrazione nel mercato del lavoro dei beneficiari di protezione internazionale e dei minori non accompagnati;
  • il PON “Per la Scuola”, gestito dal Ministero dell’Istruzione, prevede azioni per l’innalzamento del livello di istruzione della popolazione adulta, ivi compresi corsi di alfabetizzazione per stranieri.

Prospettive per il periodo di programmazione 2021-2027

Per il periodo di programmazione 2021-2027, l’Accordo di Partenariato attualmente in fase di definizione prevede, per i cittadini di Paesi terzi, interventi integrati tra le varie fonti di finanziamento (FSE Plus, FESR e FAMI) per l’inserimento socio-lavorativo e l’inclusione sociale, che facilitino l’accesso a un’ampia gamma di servizi, in un’ottica di emersione del lavoro sommerso e contrasto allo sfruttamento lavorativo, nonché in favore di minori e vittime di tratta.

L’ampiezza delle problematiche che i cittadini dei Paesi terzi si trovano ad affrontare, messe in risalto anche dal rapporto Paese 2020 della Commissione Europea, richiede interventi ad ampio spettro che vanno dalle misure di prima accoglienza ad azioni di integrazione socio-economica con impatto di più lungo termine volte a contenere il più elevato rischio di povertà ed esclusione e di povertà lavorativa, dovuto anche ai più bassi tassi di istruzione e formazione che i cittadini dei Paesi terzi si trovano ad affrontare rispetto alla popolazione italiana.

In questa ottica, l’Accordo di Partenariato prevede un’azione sinergica e complementare dei Fondi FAMI e FSE Plus: il primo sarà chiamato a intervenire nei primi stadi dell’integrazione con misure di integrazione legate alle fasi di accoglienza (es. primi corsi di lingua, servizi di assistenza all’autonomia abitativa, di assistenza sanitaria e psicologica, di dialogo tra le comunità); il secondo sarà, invece, indirizzato alla formazione linguistica legata all’inserimento lavorativo, alla formazione professionale, al reskilling, alla presa in carico personalizzata per favorire l’accesso al lavoro, a misure di potenziamento dei percorsi di istruzione e di prevenzione dell’abbandono scolastico. Per entrambi i fondi, agli interventi diretti potranno accompagnarsi interventi di dimensione sistemica, tra cui il rafforzamento delle capacità degli organismi del Terzo settore e delle associazioni impegnate sul tema dei migranti e dell’anti-discriminazione. Complementarietà e sinergie tra i Fondi sono previste anche per la promozione della conoscenza e dell’innovazione nel settore agricolo e nelle aree rurali, per migliorare l’occupazione giovanile, l’integrazione dei migranti, l’innovazione sociale e l’inclusione.

Ulteriori risorse finalizzate all’integrazione dei migranti potranno essere individuate nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con particolare riferimento alla “Missione 1: Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo” e alla “Missione 5: Inclusione e coesione”.

I progetti dell’Ente a favore dei migranti

Si fornisce di seguito una rassegna sintetica, dei progetti in fase di realizzazione, elaborati dall’Ente Nazionale per il Microcredito in sinergia con il Ministero dell’Interno, a favore dell’integrazione sociale e lavorativa dei migranti. Per un approfondimento su tali progetti si rimanda agli altri articoli pubblicati su questo numero della Rivista.

Quali prospettive per i prossimi anni?

Il “Piano d’azione per l’integrazione e l’inclusione 2021-2027” pubblicato dalla Commissione Europea alla fine dello scorso anno definisce una vasta serie di misure per mezzo delle quali l’UE e gli Stati membri potranno intensificare le azioni e riunire gli attori a tutti i livelli per raggiungere l’integrazione e l’inclusione dei cittadini di Paesi terzi. Le azioni proposte si basano su ampie consultazioni che la Commissione ha condotto tra giugno e ottobre 2020 con gli Stati membri, gli enti locali e regionali, le parti sociali ed economiche, i datori di lavoro, le organizzazioni della società civile, le fondazioni e le organizzazioni dei migranti, compresi i rifugiati.

In estrema sintesi la Commissione individua, tra l’altro, i seguenti obiettivi che gli Stati membri dovranno perseguire nel periodo 2021-2027:

maggiore partecipazione dei migranti a programmi completi di formazione linguistica ed educazione civica, dal momento del loro arrivo e per tutta la durata del percorso di integrazione;

maggiore sostegno agli imprenditori migranti, compresi gli imprenditori sociali, attraverso un più facile accesso ai finanziamenti, alla formazione, al tutoraggio e alla consulenza, includendo l’imprenditorialità nei programmi di integrazione;

accesso a un alloggio adeguato e a prezzi accessibili, come fattore chiave per il successo dell’integrazione, tenuto conto che le condizioni abitative hanno un forte impatto sulle opportunità di lavoro e di istruzione e sulle interazioni tra i migranti e le comunità di accoglienza.

Nel ribadire l’importanza di sfruttare al massimo le risorse offerte dai nuovi fondi europei nel periodo 2021-2027, la Commissione invita altresì gli Stati membri a potenziare l’utilizzo delle nuove tecnologie e degli strumenti digitali per l’integrazione e l’inclusione, promuovendo e finanziando progetti finalizzati a migliorare le competenze digitali tra i migranti e i cittadini dell’UE provenienti da un contesto migratorio e sviluppando corsi di alfabetizzazione digitale per i migranti, anche utilizzando i fondi dell’UE a disposizione.

NOTE

1 Il fenomeno segue l’andamento demografico della stessa popolazione italiana, diminuita nell’ultimo anno di oltre il 6%.

2 Dati al 1° gennaio 2021 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, XI Rapporto annuale “Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia”.

3 Si veda, tra l’altro, il Piano nazionale d’integrazione dei titolari di protezione internazionale, pubblicato dal Ministero dell’Interno, Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione.

4 In quanto rientrante nel novero delle pubbliche amministrazioni, l’Ente, ai sensi dell’art. 15 della Legge 7 agosto 1990, n. 241, può stipulare (e stipula) accordi diretti con altre amministrazioni, quali in particolare Ministeri, Regioni e Comuni, su materie di interesse comune, qual è appunto quella dell’inclusione sociale e finanziaria dei migranti.

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