UniGens: quando il volontariato aiuta l’impresa - Intervista al Presidente Alessandro La Porta

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UniGens: quando il volontariato aiuta l’impresa - Intervista al Presidente Alessandro La Porta

Elisa Pandolfi

Un gruppo di persone che lavorano e hanno lavorato presso Unicredit e che si sono unite in un’associazione di volontariato, una grande organizzazione, per poter sostenere le persone che operano per lo sviluppo sociale del territorio mettendo a disposizione l’esperienza e la professionalità maturate negli anni nel sistema bancario: Questo è UniGens.

Questa la descrizione riportata nella home page del sito della organizzazione. Ma UniGens è molto di più, è un valore aggiunto a quello che può essere lo sviluppo economico del sistema Paese, perché per competenza e professionalità questa organizzazione di pensionati, alla quale tuttavia aderiscono anche dipendenti bancari ancora in servizio, crea valore e si adopera per sostenere la nascita di nuove imprese. Attraverso l’Ente Nazionale per il Microcredito inoltre, porta avanti alcuni dei suoi progetti di nicchia. In questo frangente i volontari di UniGens stanno svolgendo una attività di assistenza, tutoraggio e monitoraggio delle imprese, che sono il core di quello che è il sistema di microcredito imprenditoriale e sociale previsto dalla via italiana alla microfinanza e strutturato dall’Ente Nazionale per il Microcredito.

Questo connubio tra ENM e UniGens, sta dando vita a un’attività interessante che porterà nel medio e lungo periodo allo sviluppo di nuove imprese.

In merito a tale determinazione abbiamo ascoltato il Presidente UniGens, Alessandro La Porta.
Presidente, come valuta l’esperienza di collaborazione con l’Ente Nazionale per il Microcredito?

È un’esperienza indubbiamente di valore e di qualità che ci consente di metterci in relazione, non soltanto con un’importante soggetto istituzionale, ma soprattutto con una platea allargata di potenziali destinatari dei nostri interventi. Tali destinatari possono così essere raggiunti attraverso un canale autorevole e a fronte di progetti strutturati che ci vedono spesso protagonisti o co-protagonisti con altri interlocutori, cosa che a noi “piace” molto perché può rendere più completo e supportivo il contributo fornito.

Voi vi occupate del progetto microcredito di libertà, secondo lei, quali sono le potenzialità di questo strumento?

Direi che fondamentalmente sono due, oltre ovviamente al valore di un’iniziativa rivolta ad una platea di potenziali beneficiari che possono fruire di un intervento così strutturato, che si propone giustamente obiettivi ambiziosi ma concreti. Dicevo due, perché sono due i momenti a cui noi associamo valore: uno senza dubbio è quello successivo e finale del confronto con la persona che intende avviare un’attività o intende comunque avviarsi verso un lavoro autonomo, fruendo della collaborazione, del supporto e dell’esperienza di un professionista esperto che noi mettiamo a disposizione per suggerire tutta una serie di punti di attenzione e di interesse che devono ispirare il progetto e rendere concretamente perseguibile l’obiettivo che si propone la persona. Ma prima ancora c’è un altro momento a cui attribuiamo un valore determinante che è quello della formazione. Essa si propone, attraverso due percorsi distinti, di parlare dei servizi finanziari di base e del fare impresa, con l’obiettivo di migliorare il grado di consapevolezza e di conoscenza delle persone rispetto a questi temi. Abbiamo poi messo a punto un momento di verifica con i destinatari dell’iniziativa per misurarne il valore e comprendere quanto le attività svolte possono aver generato un interesse e un contributo per le persone interessate.

Il tutoraggio è il cuore del microcredito. Secondo lei, quali sono le skills che un tutor dovrebbe avere per l’accompagnamento alla nascita di un’impresa?

Indubbiamente delle buone basi professionali che consentono di essere un interlocutore autorevole, che quindi può dare un contributo concreto e di valore ma anche, e questo è un punto altrettanto importante, una sensibilità, una qualità, e una vocazione alla relazione che devono connotare il rapporto con le persone cui sono rivolte le iniziative di tutoraggio.

A questo riguardo mi permetta di evidenziare che, nelle diverse iniziative attivate con l’Ente Nazionale per il Microcredito, alcune prevedono una forma di confronto con le persone potenzialmente destinatarie di interventi di microcredito che si identifica come una sorta di “pre-tutoraggio”: sono momenti di incontro strutturato, generalmente assai apprezzati, per consentire la migliore comprensione del progetto che si intende avviare e di che cosa comporta il “fare impresa”.

Cosa significa oggi avviare un’impresa, e cosa consiglierebbe ad un giovane che vuole avviare un’impresa oggi?

Avviare un’impresa è un fattore rilevante che comporta il dover affrontare aspetti di complessità importanti. Essi riguardano la gestione di un’impresa rispetto al suo profittevole inserimento sul mercato ed anche il dover affrontare temi legati alle diverse attività amministrative e di compliance che comporta oggi il fare impresa, dove occorre prestare attenzione anche ad ulteriori fattori determinanti per il successo quali ad esempio quelli riguardanti la digitalizzazione, la sicurezza informatica e la tutela della privacy.

Il consiglio che mi sentirei di dare ad un giovane è quello di avere una giusta consapevolezza degli aspetti trattati in precedenza ma anche di considerare quelli indubbiamente di interesse che presenta l’affrontare il mondo del lavoro da una posizione imprenditoriale rispetto ad una posizione di lavoro dipendente, soprattutto quando in presenza di una buona idea da trasformare in una potenziale impresa.

Anche a questo riguardo la nostra OdV ha collaborato a talune iniziative a favore dei giovani.

A suo avviso, cosa potrebbero fare in più gli Istituti di Credito?

Gli istituti di credito non possono evidentemente che essere soggetti molto attenti alla gestione del credito. Gli aspetti di miglioramento potrebbero ricondursi al dedicare concreta attenzione alle iniziative, quali quelle che ad esempio l’Ente Nazionale per il Microcredito supporta attraverso le forme di garanzie previste, che possono anche incidere sulla cultura e sulla sensibilità degli operatori di banca rendendoli più consapevoli e maggiormente supportivi rispetto al tema del fare credito alla platea dei soggetti che stiamo considerando. Tali aspetti di miglioramento potrebbero inoltre riguardare più semplicemente il tema della diffusione capillare verso le reti bancarie, talvolta molto articolate, delle diverse possibilità esistenti: il fatto stesso di conoscere ad esempio le forme di garanzia presenti nelle diverse iniziative dell’ Ente Nazionale per il Microcredito rappresenterebbe, di per sé, un autorevole contributo ad un favorevole confronto fra il richiedente il credito e l’operatore di banca.

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