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Progetto PRO-CCS: Il Microcredito a sostegno del settore Culturale e Creativo Le interviste ai protagonisti
Progetto PRO-CCS: Il Microcredito a sostegno del settore Culturale e Creativo
Le interviste ai protagonisti
Di Elisa Pandolfi
L’imprenditoria nel mondo culturale e creativo è un fenomeno in costante crescita che ha rivoluzionato il modo in cui concepiamo l’arte, la cultura e la creatività stessa. In un’epoca in cui la globalizzazione, la tecnologia e la democratizzazione dell’accesso all’informazione hanno aperto nuove porte per gli aspiranti imprenditori, il settore culturale e creativo si è trasformato in un terreno fertile per l’innovazione imprenditoriale. I settori culturali e creativi, o CCS, sono settori le cui attività si basano su valori culturali o altre espressioni artistiche creative individuali o collettive e sono fondamentali per la creazione di un’identità europea condivisa. Le CCS costituiscono una delle industrie più dinamiche dell’Unione Europea e dell’economia globale. Il loro valore economico è enorme: rappresentano il 4,2% del PIL dell’Unione europea e creano 7,4 milioni di posti di lavoro, impiegando soprattutto giovani.*
L’arte e la cultura non sono più considerate solo forme di espressione, ma anche motori economici cruciali in molte società. La gestione delle risorse creative, la ricerca di finanziamenti e la promozione sono solo alcune delle competenze necessarie per avere successo in questo mondo affascinante ma competitivo. L’imprenditoria nel mondo culturale e creativo rappresenta una forza trainante di innovazione e progresso in un contesto sempre più globale e interconnesso. Nel corso degli ultimi decenni, il mondo culturale e creativo ha vissuto una profonda trasformazione, alimentata dalla tecnologia, dalla diversificazione delle fonti di finanziamento e dalla crescente domanda di contenuti e prodotti innovativi.
Un elemento fondamentale dell’imprenditoria in questo settore è la capacità di coniugare la passione per l’arte e la creatività con una visione imprenditoriale solida. Gli imprenditori culturali e creativi devono essere in grado di trasformare le loro idee e le loro opere in prodotti o servizi commerciali di successo. L’avvento delle nuove tecnologie ha rivoluzionato il modo in cui il mondo culturale e creativo opera, la digitalizzazione ha creato nuovi modelli di business, come la vendita di contenuti digitali e la creazione di piattaforme online per la fruizione di opere culturali, tutte queste trasformazioni hanno reso il settore più accessibile.
La finanziabilità delle iniziative culturali e creative è un aspetto cruciale dell’imprenditoria in questo settore. Gli imprenditori culturali spesso si trovano di fronte a sfide uniche nella ricerca di finanziamenti, in quanto il valore delle loro creazioni può essere soggettivo e difficile da quantificare.
Tuttavia, oggi esistono molte fonti di finanziamento disponibili: tra cui sovvenzioni governative, investitori privati, crowdfunding, partnership con aziende e programmi Europei, come il progetto Erasmus + “Pro-CCS: Microfunding Cultural and Creative Sectors” di cui l’Ente Nazionale per il Microcredito è in un partenariato, composto da cinque organizzazioni di quattro Paesi diversi.
Lo scopo del progetto ProCCS è quello di sostenere gli imprenditori culturali nel percorso di realizzazione delle loro idee di business, mettendo a disposizione degli aspiranti imprenditori, dei professionisti del settore, che attraverso percorsi formativi vanno a colmare il gap di competenze imprenditoriali.
A tale scopo il progetto ProCCS ha organizzato un corso di formazione per Tutor di microcredito, figura fondamentale nel campo dell’assistenza finanziaria. Questo professionista svolge un ruolo chiave nell’aiutare individui e comunità a ottenere l’accesso al credito, spesso in contesti economici svantaggiati. Il tutor di microcredito offre una vasta gamma di servizi, tra cui consulenza finanziaria, supporto nella pianificazione aziendale, assistenza nella gestione finanziaria e formazione imprenditoriale. Una delle principali responsabilità del tutor di microcredito è valutare l’idoneità dei richiedenti al microcredito, considerando la loro capacità di rimborso e la sostenibilità del progetto imprenditoriale proposto. Questa valutazione accurata è fondamentale per garantire che il credito venga erogato in modo responsabile e per evitare situazioni di indebitamento eccessivo. Il tutor di microcredito offre orientamento ai clienti nel processo di richiesta di finanziamenti, aiutandoli a compilare la documentazione necessaria e a comprendere i termini e le condizioni del contratto di credito. Tutti questi aspetti contribuiscono a migliorare la trasparenza e la comprensione del processo da parte dei beneficiari del microcredito. Inoltre, il tutor di microcredito svolge un ruolo di monitoraggio e valutazione delle attività imprenditoriali sostenute dal microcredito. Questo consente di identificare le sfide emergenti e di apportare correzioni necessarie per migliorare la sostenibilità delle imprese. Nel complesso, la figura del tutor di microcredito riveste un ruolo cruciale nel facilitare l’accesso al credito per coloro che altrimenti avrebbero difficoltà a ottenere finanziamenti tradizionali. Attraverso la sua consulenza, formazione e assistenza continua, il tutor di microcredito contribuisce all’empowerment economico delle comunità e alla promozione dell’imprenditoria in contesti economici svantaggiati.
Lo sviluppo di nuove competenze è dunque fondamentale per i professionisti del settore. Al fine di approfondire meglio questo aspetto, abbiamo intervistato tre tutor di microcredito che hanno seguito il corso di formazione ProCCS. Dalle loro parole è emersa l'importanza di acquisire una preparazione specifica, il loro grado di soddisfazione in riferimento alla frequentazione del corso, le sfide, gli obiettivi e le gratificazioni che derivano da questo lavoro, e il contributo che il microcredito può dare nel favorire lo sviluppo economico e sostenibile del Paese.
* https://www.microcredito.gov.it/progetti/137-progetti/1853-proccs.html - https://pro-ccs.com/sample-page/about-us/
Maria Cicchitti
Sono una consulente aziendale e mi occupo di finanza agevolata, creazione di impresa e assistenza tecnica allo Start Up impresa. Da qualche anno opero anche come tutor di microcredito, è sicuramente un’esperienza nuova che ha un po’ arricchito e completato quella che è la mia esperienza professionale e che esercito ormai da venti anni. Il mio studio ha sede in Abruzzo a Francavilla al Mare, il territorio di riferimento è prevalentemente regionale e opero a contatto con imprese di diversi settori che affianco non solo su questi aspetti di finanza agevolata per la creazione e lo sviluppo di un’impresa ma da più di dieci anni, anche per tutto ciò che riguarda la formazione, quindi anche sviluppo di progetti formativi per rafforzare le competenze delle risorse umane interne all’azienda anche attraverso l’utilizzo dei fondi interprofessionali o comunque di risorse messe a disposizione proprio per la formazione.
Ha acquisito competenze specifiche nel corso di formazione del progetto Pro CCS che ha seguito e che ritiene siano particolarmente utili alla professione di tutor di microcredito?
Assolutamente sì, il corso è stato interessante e soprattutto utile per chi come me svolge l’attività di tutor ma anche più in generale l’attività di consulenza alla creazione allo start up di impresa. Durante il corso abbiamo sicuramente acquisito competenze tecnico professionali ma l’utilità l’ho riscontrata soprattutto nel fatto che questo corso ci ha aperto una finestra con una visuale a 360 gradi sul settore delle imprese creative e culturali.
Un settore sicuramente importante e in crescita ma purtroppo ancora poco conosciuto e di conseguenza quello che ho riscontrato è che nella valutazione di queste iniziative imprenditoriali, il tutor ancor prima di mettere a disposizione quelle che sono le sue competenze nell’analisi di fattibilità, deve adottare un approccio diverso nella valutazione, soprattutto mettere a disposizione del proponenete, imprenditore o aspirante imprenditore quella che è la sua capacità ma anche sensibilità nel cogliere la valenza culturale e creativa dell’iniziativa. Dopodiché il supporto è proprio nel tradurre questa valenza culturale in una logica economica e di competitività che è fisica proprio dell’attività imprenditoriale.
Come intende mettere in pratica quanto appreso durante il corso e quali saranno i suoi prossimi passi?
Sicuramente le competenze acquisite verranno messe in pratica per quella che è la mia esperienza operativa, il mio contesto operativo, in tre momenti fondamentali: sicuramente nell’interazione con il cliente, proprio perché mi permette di relazionarmi con il proponente avendo una consapevolezza e una conoscenza maggiore del settore, il secondo momento è quello della valutazione di queste competenze che sicuramente permettono di approcciarsi alla fase di analisi e fattibilità proprio con una conoscenza più dettagliata delle dinamiche di settore e quindi consentono anche di cogliere quelle che sono le potenzialità sul mercato; per ultimo sicuramente la fase di monitoraggio, questo perché ci siamo soffermati durante il corso proprio sulle peculiarità e sulle criticità che queste imprese presentano e soprattutto sul fatto che necessitano di un supporto particolare in tutto ciò che comprende il processo creativo. Altresì abbiamo rilevato delle criticità proprio per quanto riguarda la gestione degli aspetti economico, finanziari, amministrativi o strategie commerciali e quindi le competenze in tal senso acquisite durante il corso, ci aiutano e supportano nell’implementare un piano di monitoraggio maggiormente corrispondente a quelle che sono le sequenze delle imprese del settore.
Ha individuato risorse o supporti aggiuntivi, come per esempio incentivi statali, programmi europei, che potrebbero essere utili nel percorso di accompagnamento all’avvio di impresa nel settore culturale e creativo?
La ricerca è la valutazione di risorse e strumenti a supporto delle imprese creative e culturali sicuramente va condotta in relazione a quella che è la fase della vita aziendale e quindi pre seed, seed, avvio, sviluppo eccetera eccetera.. Tenendo in considerazione quelli che sono gli aspetti peculiari di ciascuna fase e soprattutto gli obiettivi da raggiungere per ciascuna fase. Nelle fasi iniziali della vita imprenditoriale, quando ancora non c’è un modello di business, né un prodotto pronto da rappresentare a eventuali investitori, sicuramente l’imprenditore farà leva su quelle che sono le risorse proprie, perché sicuramente ci sarà poi un’evoluzione verso finanziamenti bancari, finanziamenti agevolati o verso formule più innovative come crowdfunding o i concorsi di idee. La microfinanza e soprattutto il microcredito ritengo che siano degli strumenti idonei a supportare questo tipo di imprese, proprio perché ci troviamo di fronte a imprese di piccolissime dimensioni, parliamo di microimprese, parliamo di imprese giovani, sia come storico ma anche perchè proposte da giovani e poco patrimonializzate, quindi rientrano pienamente in quello che è il target dei soggetti non bancabili. Di conseguenza il microcredito proprio perché supporta l’imprenditore sia nell’accesso al credito bancario ma anche con il percorso di accompagnamento, sicuramente è uno degli strumenti più utili. Per quella che è invece poi la mia esperienza diretta, operando nella regione Abruzzo e in generale un pò nelle regioni del sud, ritengo particolarmente utile anche la misura, “Resto al Sud” gestita da Invitalia, che offre la possibilità di finanziamento a imprese sia ditte individuali che forma societaria, dedicate a soggetti con età inferiore a 25 anni, e quindi con la misura “Resto al Sud” è possibile finanziare imprese nel settore culturale e creativo dando loro proprio la possibilità di una copertura del programma di investimento con il 50% di contributo a fondo perduto e il rimanente 50% con un finanziamento agevolato e assistito da garanzia. Altro strumento che può risultare utile ad esempio è anche il “TOCC” transizione ecologica per gli organismi culturali e creativi, promosso dal Ministero della Cultura ed è sempre gestito da Invitalia, per il quale lo sportello di presentazione delle domande si è concluso da poco a luglio. Anche qui c’è la possibilità di sostenere queste imprese con un finanziamento importante, fino ad un massimo dell’80% dell’investimento e fino a un massimo di 75.000€ di contributo ed è proprio a sostegno di progetti di innovazione e progetti ecosostenibili.
È riuscita a identificare le sfide specifiche da affrontare nell’ambito dell’avvio di un’impresa nel settore culturale creativo? Come pensa di affrontarle?
Ogni progetto d’impresa rappresenta una sfida, è una sfida per proponente ma anche per il consulente che è chiamato ad affiancarlo, quindi sicuramente il consulente, il tutor di microcredito nel caso specifico è il soggetto che per primo deve credere nell’iziativa e certamente non lo può fare affidandosi al pathos, all’empatia, al sentimento, ma lo deve fare essendo un professionista, sulla base di un riscontro oggettivo che valuta quella che è la fattibilità tecnico economica e successivamente la sostenibilità sul mercato, e questa, a mio avviso, è la la maggiore sfida che incontrano sia l’imprenditore che il consulente.
Quali sono gli aspetti del corso che ha apprezzato di più e perché?
Ho apprezzato il corso nel suo complesso, sicuramente nella visione d’insieme che ci ha fornito su un settore così ampio e così diversificato, è la molteplicità di spunti di riflessione e anche la possibilità di interazione di confronto sia con il relatore sia con gli altri partecipanti, proprio perché in occasione dei diversi incontri poi si sono creati dei momenti di confronto e sono stati particolarmente utili. Ci siamo confrontati su aspetti specifici, su esperienze dirette vissute da ognuno di noi.
Ci sono stati degli aspetti del corso che l’hanno delusa o che ritiene possano essere migliorati? In tal caso, quali sono è perché?
Assolutamente non possiamo parlare di aspetti deludenti, il percorso è stato valido in tutti i suoi aspetti, se proprio mi devo permettere di dare un suggerimento, forse è mancato l’inserimento di casi di studio da affrontare direttamente anche con il sostegno del relatore che possono rafforzare quello che è il taglio pratico del corso.
Ha trovato i materiali didattici forniti durante il corso di formazione utili ed esaustivi per acquisire le competenze necessarie per avviare un’impresa nel settore culturale e creativo?
I materiali che ci sono stati forniti sono sicuramente esaustivi e ricchi di contenuti, certamente poi sta ad ognuno di noi in qualità di professionista del settore approfondire gli aspetti di maggiore interesse o quelli che hanno una maggiore correlazione col proprio contesto operativo o territoriale, così come è stato per ognuno di noi, seguire quella che è stata l’evoluzione del settore in tutti i suoi aspetti…
Ha trovato adeguata la struttura, i contenuti e l’organizzazione del corso di formazione?
Si, il percorso è stato certamente adeguato sia nell’architettura generale, sia nei contenuti, anche per quanto riguarda la modalità didattica in FAD, che sicuramente può essere meno coinvolgente della formazione in aula, però ha avuto il vantaggio, anzitutto di rendere gli incontri maggiormente compatibili con i nostri impegni lavorativi e ha permesso di accorciare le distanze e quindi ha consentito un’ampia partecipazione al corso.
Suggerirebbe la frequentazione del corso ad altri professionisti che vogliono intraprendere la professione di tutor di microcredito nel settore culturale e creativo?
Certamente sì, il nostro lavoro come tutor comporta un impegno costante, un impegno diretto con le aziende, quindi soprattutto al momento in cui si vuole operare in un settore nuovo in continua evoluzione, come quello culturale e creativo, occorrono delle competenze specifiche che vanno acquisite e approfondite nel tempo.
Quali conoscenze condividerà con i suoi colleghi e altri professionisti del suo settore?
Con i colleghi certamente non mancheranno occasioni di confronto soprattutto su casi pratici e questo ci permetterà di mettere in atto quella che è la formazione informale, che costruiamo ogni giorno attraverso questo scambio reciproco di informazioni, di conoscenze e di competenze. Nello specifico caso del settore in questione, quello che mi sentirei maggiormente di condividere è proprio la conoscenza che ho avuto durante il corso del ruolo che il settore culturale e creativo ricopre nell’ambito dell’economia del nostro Paese e soprattutto per le potenzialità che il settore ha, anche in rapporto allo sviluppo di altri settori, siamo in primis al turismo, poi in un Paese come l’Italia che è la culla dell’arte e della cultura per antonomasia, certamente approfondire questi elementi è di fondamentale importanza, il patrimonio in cui il nostro Paese dispone, il patrimonio artistico, musicale, letterario, eccetera rappresenta sicuramente il substrato fertile per queste nuove iniziative, di conseguenza occorre un impegno da parte degli operatori affinché si sia in grado di favorire la nascita di queste imprese e poi di sostenerle nel tempo.
Come si aggiornerà sulle ultime tendenze e gli sviluppi nel suo settore?
Personalmente investito molto nella formazione, perché credo nel suo valore come leva strategica per la crescita professionale e per la crescita competitiva, non solo del singolo ma anche del singolo peso come soggetto attivo di un settore o di un contesto territoriale. Poi devo dire che oggi siamo fortunati perché le occasioni di formazione non mancano, si può spaziare da quelli che sono gli eventi seminariali, i percorsi professionalizzanti alla formazione online, alle cosiddette pillole informative, alle quali possiamo accedere molto spesso gratuitamente e quindi le occasioni ci sono, l’importante è individuare i propri obiettivi e cercare di costruire quel percorso formativo più idoneo al raggiungimento di questi obiettivi.
Fabio D'Amora
Mi chiamo Fabio D’Amora e sono un tutor dell’Ente Nazionale per il Microcredito, ricopro questo ruolo ormai da cinque anni, nel corso dei quali ho visto nascere, grazie al microcredito, molte attività. Ad oggi più del 90% delle attività nate sono ancora operative e molte delle quali hanno creato opportunità di lavoro anche per altre persone.
Quali sono gli aspetti del corso ProCCS che hai apprezzato di più e quali hai apprezzato meno.
Il corso è stato strutturato bene e lo consiglio vivamente anche ad altri tutor perché dà l’opportunità di conoscere le caratteristiche di un settore che molti tutor come me non conoscono perchè più che altro hanno una preparazione dal punto di vista economico, venendo da una laurea in Economia e Commercio; ho avuto modo di conoscere, attraverso il corso, una realtà nuova. Sono stati trattati argomenti in modo semplice e lineare dando quindi la possibilità, anche a chi come me che non aveva conoscenze di base nel settore, di capire e apprendere le nozioni. Alla fine del corso c’è stata data la possibilità di esprimere la nostra opinione sul settore e sulle attività, creando così un momento di confronto e interazione, non solo con il docente ma anche con gli stessi colleghi.
Ci sono stati degli aspetti del corso che ti hanno deluso o che ritieni possano essere migliorati? In tal caso, quali e perché?
Secondo me è stato strutturato ed è troppo proiettato sull’ambito teorico, cioè non ci sono stati casi pratici da analizzare e vedere. Il mio consiglio per i prossimi corsi di integrare con la pratica, coinvolgendo magari anche le banche convenzionate dando loro l’opportunità di sapere che esistono anche imprese del settore creativo e culturale che possono accedere al microcredito. Questa secondo me è stata la vera criticità che deve essere superata, e si può facilmente superare, come dicevo, coinvolgendo le banche nel corso di formazione, creando magari una giornata ad hoc per loro.
Come intendi mettere in pratica quanto appreso durante il corso? Quali saranno i tuoi prossimi passi?
Ho avuto la percezione che questa può essere una opportunità da affiancare a investimenti messi in atto dalla Comunità Europea; attualmente ci sono diverse misure e bandi a fondo perduto e il microcredito potrebbe essere una opportunità per chi con quel determinato bando o misura di finanza agevolata non riesce a coprire l’investimento mentre con il microcredito si. Quello che ho avuto modo di vedere è che questo è un settore ricco dal punto di vista della finanza agevolata a fondo perduto e quindi è un’opportunità che va potenziata.
Suggeriresti questo corso a chi volesse intraprendere la professione di tutor di Microcredito in questo settore?
Si, perchè come dicevo in precedenza è un vero e proprio momento di condivisione dove esprimere e mettere insieme le proprie opinioni e dove si da la possibilità di creare squadra, quindi lo consiglio vivamente.
Come pensi di aggiornarti sulle ultime tendenze e sviluppi nel settore?
Nelle ultime settimane ho dato uno sguardo alle misure in atto e nello specifico in questo settore bisogna cercare di trovare coloro che vogliono andare ad avviare attività in campo culturale e creativo. La base di partenza è sempre quella del forum dei tutor, da cui si attinge materiale, la strategia dunque da adottare è capire attraverso i vari forum se c’è qualche giovane che ha intenzione di investire in questi settori. Vorrei aggiungere che il settore creativo può sembrare, a un primo impatto, astratto, in quanto lontano dalla realtà del quotidiano, perché siamo abituati ad avere richieste di microcredito per l’apertura di macellerie, bar, ristoranti e pizzerie, però penso che, questo invece sia un settore ricco di potenzialità e chi si rivolge a questo settore ha una grande passione e volontà di mettersi in gioco ed è disposto a impegnarsi realmente, credo inoltre che queste attività andranno avanti per la passione e l’amore che le alimentano.
Giancarlo Zecchini
Mi chiamo Giancarlo Zecchini e sono Dottore Commercialista, ho uno studio a Milano e sono anche tutor dell’Ente Nazionale per il Microcredito e ho un rapporto abbastanza consolidata con le banche del territorio ed è un’attività che prosegue con significativa soddisfazione.
Durante il corso ha acquisito competenze specifiche che ritiene siano particolarmente utili nella sua professione di Tutor di Microcredito?
Certamente si, il corso è stato strutturato e ideato in maniera da spaziare a tutto campo, parte da un quadro generale poi entra nel particolare mondo del settore creativo e culturale in modo progressivo.
Da una visione quindi attuale e anche in un’ottica futura di questo settore, mette in evidenza che lavorare sulla cultura, è guardare al futuro, la cultura è un po’ come la reazione chimica che si porta dietro i processi e l’uomo è dentro questi processi. Quindi direi che a mio giudizio più che di competenze specifiche da acquisire, il corso ha avuto il vantaggio e la capacità di affrontare l’argomento da diverse angolazioni.
Intanto come già detto, quello di accrescere la conoscenza del settore culturale e creativo, diviene parte integrante della politica del nostro Paese.
Passando alla seconda parte della domanda che mi ha fatto prima, una delle evidenze che sono state segnalate, è che il settore culturale e creativo ha una capacità moltiplicativa, per un euro prodotto, se ne generano 1,8 per il resto dell’economia, che sale addirittura a 2,2 per le industrie creative e artistiche.
L’intera filiera è creativa in senso lato ed è arrivata a generare un valore aggiunto di 252 miliardi di euro, quindi l’incidenza nel settore nell’intera economia passa da 5,6 a 5,8 questi sono numeri importanti.
Il primo punto da affrontare è esattamente quello che è stato evidenziato nel corso; ossia che l’accesso ai servizi finanziari è un requisito indispensabile, ma vi sono da abbattere quelle che sono state definite “le barriere alla finanza” che sono il cuore del tema. Alcune di queste precludono o limitano sostanzialmente l’accesso ai servizi finanziari, come: la struttura organizzativa, il profilo dell’imprenditore, la carenza di competenze manageriali, un business basato sul talento personale dell’imprenditore, un approccio scoraggiato nel presentarsi molte volte all’operatore finanziario, sono tutti elementi che pesano considerevolmente in relazione anche al fatto che molto spesso possono esserci condizioni di particolare vulnerabilità dei soggetti beneficiari.
Quindi il mio primo passaggio fondamentale, per mettere in pratica quello che è stato appreso durante il corso, è evidenziare nei miei partner bancari l’ampiezza di questo mercato perché le potenzialità sono ampie.
Tanto per fare un piccolo esempio, all’Università Bocconi dal 1999, esiste un corso di laurea in economia della cultura: è un percorso importante che passa attraverso regole, business plan adeguati e fiducia nelle controparti.
Quali sono gli aspetti del corso Pro-CSS che ha apprezzato di più, e quali invece l’hanno delusa o ritiene possano essere migliorati?
Prendo l’argomento un po’ alla larga, intanto il passaggio importante riguarda il codice Europeo di buona condotta per l’erogazione del microcredito, che contiene già orientativamente la forma di buone pratiche, e quindi mi ricollego all’aspetto finanziario presso le banche; questo codice Europeo di buona condotta contiene regole fisse riguardanti la gestione, la governance, la rendicontazione, la gestione del rischio, i rapporti tra clienti e investitori, è utile a questo punto richiamare la citata e costituita Confindustria Cultura Italia, che rappresenta insieme a Confindustria le imprese editoriali, discografiche, multimediali, dei videogiochi, e contiene ben 17 mila imprese; se stipulasse una sorta di accordo tramite l’Ente Nazionale per il Microcredito per i finanziamenti di microcredito magari in modo sperimentale, sarebbe una buona iniziativa, io sarei anche disponibile a partecipare alla trattativa.
Oltre questi aspetti, in ambito locale, si potrebbe ipotizzare a forme di affiancamento erogabili da fondazioni bancarie o da enti locali, qualora ne esistessero i presupposti.
Per essere molto concreti, facendo io parte del direttivo di un’associazione no profit, in passato sono stati ottenuti patrocini da parte della fondazione Cariplo per l’evento culturale a ottobre 2022; recentemente ad agosto 2023 per un convegno culturale sul centenario della morte di Don Milani da parte della fondazione da CariPerugia. Sono tutti ambiti locali che, al di là dei grandi numeri e delle grandi istituzioni, danno un contenuto al settore, che è molto ampio.
Devono esserci ovviamente i requisiti, i tempi alle volte sono molto lunghi ma questa è comunque una strada che si può intraprendere.
Alle volte vengono richiesti dei finanziamenti tramite bandi, anche la regione Lombardia ne sta facendo uno in questo momento, però ci sono dei vincoli perché sono previste delle costituzioni societarie tipo le srl, che al momento all’interno del microcredito non sono previste.
Vi sono erogazioni liberali a opera di privati o di società che destinano parte del loro utile anche con detrazione fiscale a opere culturali, quindi parliamo di un mondo abbastanza ampio.
Per lo sviluppo del microcredito noi ci riferiamo in realtà alle microimprese, seppure non in misura esclusiva; penso in questo momento alle realtà locali che costituiscono un patrimonio enorme forse poco conosciuto, oggi parliamo di eventi live, ma dietro si muovono le persone, i contratti di locazione, sale, artisti, si muovono grandi numeri.
Quindi la prima sfida messa in evidenza durante il corso è indubbiamente quella di analizzare la bancabilità, la non bancabilità o la scarsa bancabilità dei beneficiari, in secondo luogo l’importo contenuto delle operazioni; teniamo conto che vi sono aggregazioni in modalità associativa anche con altre realtà, penso ad esempio al mondo ecclesiastico, alcune realtà possono godere anche della fideiussione della curia.
Quindi come prima cosa bisogna capire la sostenibilità determinata dalla misura in cui un ente riesce a coprire i costi con i ricavi, successivamente entra in campo la figura del tutor che ha un lavoro importante di accompagnamento del destinatario finale per l’assistenza, il monitoraggio, il tutoraggio e la formazione, ma non è soltanto un lavoro di tutoraggio finanziario, nel caso della cultura, bisogna verificare anche la sostenibilità psicologica di questi personaggi che non sono spesso dediti a un’attività di business.
Faccio un esempio personale che forse può essere utile per chiarire in qualche modo il discorso; qualche tempo fa ebbi l’incarico di istruire una pratica di microcredito che aveva una modalità di dialogo culturale, dei ragazzi volevano realizzare il primo Ateneo virtuale in Europa pensato per le donne, il finanziamento aveva richiesto di fatto la funzione di incrementare la disponibilità finanziaria dei soci e il progetto era per costruire una piattaforma, il logo, i costi di sviluppo e la procedura per la piattaforma personalizzata.
Certo il progetto guardava avanti, ma non fu facile riuscire a dialogare in questo senso con il mondo bancario, c’era soltanto di fatto una forte credibilità dei personaggi che erano culturalmente molto preparati. Il finanziamento andò in porto e oggi la piattaforma vive e dialoga a livello europeo e i soci stanno già pensando di far pubblicare un libro su questa loro esperienza.
Un altro esempio è la storia di un operatore finanziario che organizzava i grandi concerti a Rimini, un evento completamente diverso ma significativo, i concerti alla fine sono stati realizzati e l’evento ha avuto grande successo.
Ora alla specifica domanda, quali sono gli aspetti del corso che ho apprezzato di più, direi che la risposta è un po’ la conseguenza di questo preambolo, il corso ha affrontato l’argomento a 360 gradi, ha parlato di micro-assicurazione, ha parlato di micro leasing, aspetti nuovi che possono essere messi nel campo e che indubbiamente possono dare una svolta significativa a questo grande settore, perché ha già tutti i requisiti.