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LA BUONA TERRA
LA BUONA TERRA
Un’interessante opportunità di lavoro e di welfare
Enza Colagrosso
E’ uno sguardo diverso quello che viene indirizzato oggi al mondo dell’agricoltura, a cui si guarda non più solo per raccogliere i frutti di un’attività produttiva, ma per sviluppare quella qualità sociale che è il risultato di un welfare efficiente. Attenzione diversa che ci hanno rappresentato anche tutte le manifestazioni che si sono svolte, in questo anno che si sta chiudendo, nominato dalle Nazioni Unite: “anno dell’agricoltura familiare” e che continuerà a raccontarci Expo2015, con la sua scelta di ritagliare uno spazio importantissimo proprio al settore agricolo. Parlando però di qualità sociale in agricoltura, ovviamente si sta citando l’agricoltura sociale che, chiariamolo subito, non è un metodo buonista per svolgere il mestiere dell’agricoltore, ma è un sistema innovativo mirato a far nascere un tessuto di coesione diverso sul territorio, favorendo l’integrazione sociale e lavorativa alle persone diversamente abili e a quelle con svantaggio sociale o con fragilità psichica, attraverso la promozione di programmi sinergici tra istituzioni pubbliche, realtà del privato sociale e aziende agricole.
Una forma di “coesione” che potrebbe, anzi dovrebbe, andare a integrare, di fatto, il servizio pubblico tradizionale. Ad oggi non esistono dati certi sulla diffusione dell’agricoltura sociale in Italia, ma abbiamo delle rilevazioni dalle Regioni: Toscana, Lazio, Lombardia e Sicilia che attestano la presenza di alcune esperienze già avviate.
L’Europa ha destinato all’agricoltura sociale un fondo pari a circa 10 miliardi e 430 milioni di euro, ma per accedervi bisognerà esprimere la capacità di sviluppare, sul proprio territorio, l’inclusione sociale e lavorare affinché diminuisca la forbice economica/sociale, delle zone rurali, grazie alla diffusione dell’agricoltura sociale.
L’Ente nazionale per il Microcredito, alla cui conduzione c’è l’Onorevole Mario Baccini, nell’ambito del sistema dell’agricoltura sociale, si è riconosciuto in quella mission, che è anche sua, di creare e sviluppare opportunità lavorative per le fasce più deboli e, attestando e sostenendo l’importanza e le potenzialità di questa nuova interpretazione del mondo agricolo, ha contribuito alla creazione, attraverso il progetto pilota “La buona Terra”, di possibilità di lavoro per tutti coloro che decidono di “tornare alla terra” con un’idea nuova, un’idea di agricoltura sociale. Con il Microcredito stanno lavorando al progetto “la buona Terra”, dopo la sottoscrizione di un protocollo d’intesa siglato a maggio 2014, altri tre partner: AIAB, (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica), IDEA 2020 srl (spin-off dell’Università della Tuscia) e Avviso Pubblico (Associazione nazionale per la formazione civile contro le mafie), che nella fase attuativa avranno anche il compito di sviluppare competenze e capacità in coloro che sono interessati alla progettazione e gestione di un’attività imprenditoriale nell’ambito di questo programma che racchiude in sé diverse sfaccettature: agricoltura, ambiente, lavoro e sicurezza.
La formazione è, infatti, una delle richieste più pressanti espressa da coloro che si sentono interessati a sviluppare un’esperienza di agricoltura sociale e, anche per questo, il progetto “la buona Terra” ha predisposto un piano formativo che svilupperà nei suoi percorsi principali: i metodi di produzione agricola rispettosi dell’ambiente, il quadro normativo del settore, la gestione amministrativa di un’impresa agricola, le nuove tecnologie, gli aspetti legati alla sicurezza dei lavoratori, la commercializzazione dei prodotti e indirizzerà inoltre, i partecipanti, alla conoscenza dei bisogni del contesto sociale in cui s’intende operare e al funzionamento del welfare locale. Microcredito, AIAB, IDEA2020 srl e Avviso Pubblico stanno per questo operando insieme identificandosi come punto di congiunzione tra le nuove idee, il territorio e quegli enti che decideranno di accogliere questa loro iniziativa. Lo schema del progetto “la buona Terra” ripete quello con cui il Microcredito attiva la sua azione per sostenere i programmi volti alla creazione e allo sviluppo di un’offerta lavorativa attraverso l’avvio di microimpresa.
Così, anche in questo caso, l’Ente destinerà una somma che poi, con i fondi di garanzia messi a disposizione dai Comuni o da quegli Enti che sposeranno l’iniziativa, servirà a finanziare la creazione, l’avvio e il consolidamento di forme imprenditoriali capaci di creare occupazione per il responsabile del progetto e, se ne sussistono le condizioni, anche per altri soggetti, magari con la creazione di cooperative. “La buona Terra” ha poi una particolarità: intende usare, per il suo sviluppo, terreni confiscati alle mafie e aree coltivabili abbandonate, che verranno così riqualificate. Tale specificità è valsa, a questo piano di lavoro, per ottenere il patrocinio del Presidente del Senato. Il progetto pilota partirà all’inizio del 2015 nella Tuscia, grazie a un accordo siglato con la Provincia di Viterbo, ma presto sarà portato su tutto il territorio nazionale pur se con una definizione specifica capace di rispondere ai diversi fabbisogni sociali locali. Un discorso è già stato aperto in Sicilia con la Fondazione “Risorsa donna” con cui si sta imbastendo un piano che seppur ispirato al “rosa” non è rivolto alle solo donne.
La Provincia di Viterbo, che ha condiviso e accolto il progetto del Microcredito, ha già destinato la somma che andrà a costituire il fondo di garanzia, e così con l’inizio del nuovo anno sarà possibile presentare i progetti che si intendono sviluppare. Questi saranno poi attentamente visionati da un tavolo tecnico che avrà il compito di valutare l’idea che rappresentano, ma anche di stabilire se la sua realizzazione permetterà di finanziare il lavoro almeno del suo curatore. Questo anche per tutelarlo, permettendogli di lavorare nella tranquillità che sia in grado di restituire ciò che gli è stato erogato, in termini di finanziamento. Non va infatti dimenticato che il denaro ricevuto per un progetto di Microcredito deve essere sempre restituito pur se usufruendo di condizioni vantaggiosissime come: una rateizzazione lunga, un tasso d’interesse normato proprio per i prestiti di Microcredito, che risulta essere sempre molto inferiore rispetto a quello corrente applicato nelle Banche o negli Istituti di Credito. Percorriamo ora insieme tutte le tappe per accedere a “la buona Terra”.
Quando il tavolo tecnico avrà selezionato i progetti che riterrà idonei, questi verranno finanziati con una cifra che potrà raggiungere un massimo di 25.000 euro; al modello sarà quindi destinato un terreno e inizierà per il suo responsabile, e per coloro che saranno coinvolti nell’iniziativa, un percorso di formazione. Si cerca così di trasmettere, a questi nuovi imprenditori agricoli, la consapevolezza che oggi, con l’agricoltura, non si devono o si possono produrre solo ortaggi o frutta ma, in un rinnovato contatto con la terra, si devono cercare di ripristinare, sicuramente in veste moderna, servizi ambientali che daranno la possibilità di riaccostarsi ad essa ristabilendo quel contatto curativo, oltre che economico, perso nel passaggio operato in passato, dall’economia agricola a quella industriale. La trasformazione dell’attività di produzione di materie prime e di cibo, a quella di produzione di servizi dovrà poter rappresentare un’importantissima opportunità di sviluppo economico e di lavoro.
Patrocinio Presidenza del Senato - 25000,00 euro di finanziamento massimo
Disponibilità di terreni da coltivare proveniente da beni confiscati alle mafie o dalla rimessa a regime di aree abbandonate
Formazione: Metodi di produzione rispettosi dell’ambiente; Gestione amministrativa di un’impresa agricola; Nuove tecnologie; Aspetti legati alla sicurezza dei lavoratori; Commercializzazione dei prodotti; Lettura dei bisogni del contesto sociale e funzionamento del welfare locale.
Sistema Agricolo in Italia: Il sistema agricolo rappresenta il 17,5% del Pil. Il 7% dei titolari di impresa ha meno di 35 anni. il 70% opera in attività multifunzionali: agriturismo, fattorie didattiche, vendita diretta dei prodotti tipici e del vino, trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, gelati e addirittura cosmetici.
Trend occupazionale del settore (dati Coldiretti): Nord +13,7% / Sud +3,5% / Centro -3,2% / 1 impresa su 3 è nata negli ultimi 10 anni