IL CRASH TEST DELLE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO E L’OPPORTUNITÀ DELL’AUTOIMPIEGO

Print Friendly, PDF & Email

IL CRASH TEST DELLE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO E L’OPPORTUNITÀ DELL’AUTOIMPIEGO

Annarita Lazzarini - Responsabile attuazione Programma Garanzia Giovani Regione Calabria

Gli elevati tassi di disoccupazione registrati a livello regionale, 18% con punte di quasi il 40% per quella giovanile, e la consapevolezza che la Pubblica Amministrazione non può costituire/rappresentare l’unico datore di lavoro, perlomeno non a queste latitudini, si è deciso di utilizzare i fondi messi a disposizione del Programma Garanzia Giovani per dare avvio a una serie di politiche attive che, pur limitate dalle rigide regole del Programma, hanno di fatto dimostrato, nella fase di programmazione e attuazione, la capacità di essere dinamiche adattandosi alle differenti necessità, contesti e urgenze. Così ad esempio, allo scopo di garantire l’erogazione di misure di orientamento di primo e secondo livello, erogate da personale qualificato e competente come quello in forza presso i centri per l’impiego regionali e gli enti accreditati all’erogazione delle politiche del lavoro, si è, in brevissimo tempo, riusciti a sostituire, pur garantendo un’elevata qualità del servizio, un colloquio in presenza con un colloquio a distanza, dimostrando che le nuove procedure hanno consentito un orientamento ancor più puntuale avvantaggianti dal fatto che i giovani, trovandosi in un contesto a loro più familiare (la propria abitazione), erano disponibili ad un confronto più sereno accettando osservazioni e/o critiche, talvolta scomode, con una maturità e un approccio costruttivo spesso, erroneamente, non attribuiti ai soggetti giovani a cui il Programma si rivolge.

La ferma convinzione che la sinergia tra pubblico e privato, se mossa da un obiettivo comune, è in grado di accorciare le distanze tra i giovani e il mondo del lavoro, ha costituito in fase di redazione degli avvisi relativi alla formazione, un faro per l’individuazione di percorsi di qualifica capaci di ridurre il mismatch tra le competenze e le figure professionali richieste dal mercato del lavoro.

Hanno così preso avvio in Calabria percorsi formativi rivolti a settori considerati strategici grazie al finanziamento di corsi di qualifica per figure professionali richieste ad esempio nel comparto portuale di Gioia Tauro, dove spesso la mano d’opera qualificata è spesso reperita fuori regione, o percorsi formativi ricadenti in settori come quello dell’ICT sempre in affanno per la carenza di personale qualificato o ancora settori come quello della cultura e dello spettacolo spesso poco considerati ma di fatto importanti per l’elevata valenza culturale.

Vengono avviati contestualmente i percorsi formativi rivolti a giovani 15-18 anni offrendo una valida alternativa alla formazione tradizionale anche allo scopo di intercettare gli interessi dei giovani in dispersione scolastica, circa il 14% degli studenti calabresi non finisce le superiori, rispetto al 12,7% nazionale. Vibo Valentia, Cosenza e Crotone, sono tra le ultime 10 province in Italia.

Le due misure complessivamente hanno ad oggi consentito l’avvio di 200 percorsi formativi riuscendo a coinvolgere e a formare circa 1.200 giovani.

Anche la misura della formazione ha mostrato la sua duttilità rispetto alle necessità di un mercato del lavoro estremamente dinamico e il contesto in cui le attività vengono a realizzarsi. La crisi pandemica e il conseguente isolamento, non sono stati sufficienti ad arrestare l’interesse a tale politica capace che è riuscita ad adeguarsi alle mutate esigenze consentendo in brevissimo tempo l’erogazione di una formazione a distanza nel pieno rispetto delle normative nazionali e regionali vigenti.

I giovani, isolati nei propri appartamenti e spesso distanti a volte chilometri dalla propria residenza, hanno saputo cogliere l’occasione per arricchire le proprie competenze mediante percorsi di qualificazione e riqualificazione senza sostenere alcun tipo di costo e attribuendo una funzione aggregante a questo tipo di esperienza che durante il lockdown ha facilitato il confronto tra giovani appartenenti a realtà distanti fra loro. Sono nate così collaborazioni tra giovani con attitudini e/o propensioni differenti fra loro ma che hanno saputo, col tempo, dare vita ad attività talvolta tradizionali a volte innovative riscuotendo un indubbio interesse non solo a livello locale.

Un’analisi merita invece la misura di accompagnamento al lavoro. La mancanza di bonus assunzionali prima e la crisi pandemica poi hanno di fatto determinato una brusca frenata all’inserimento occupazionale. Il blocco dei licenziamenti ostacolando il turn-over e l’introduzione di misure nazionali finalizzati alla riqualificazione del personale hanno contratto la richiesta di figure professionali qualificate all’esterno dei contesti aziendali. La regione Calabria, in linea con le altre regioni d’Italia ha fatto registrare una contrattura alle assunzioni.

Solo negli ultimi mesi, dopo quasi 3 anni di pandemia e con l’economia italiana calata quasi a picco, si registra la ripartenza della misura direttamente collegata, i dati Istat registrano un incremento delle assunzioni rispetto al 2021 dell’1,4% soprattutto nella fascia di età 25/49. Secondo uno studio della Fondazione Nazionale dei Commercialisti la crisi energetica e la guerra in Ucraina stanno mettendo in crisi il 29,3% delle piccole attività commerciali. Si tratta di imprese, che danno però lavoro a oltre 445 mila dipendenti, e che subiscono pesanti limitazioni alla mobilità, all’impennata dei costi dovuti all’inflazione e al caro energia, alle tasse e, ovviamente, al calo dei consumi.

La misura di tirocinio extra curriculare anche in mobilità geografica ha anch’essa subito le conseguenze della crisi pandemica. In particolare, la chiusura delle attività disposte dai vari DPCM nel periodo di lockdown hanno di fatto impedito l’avvio della misura e il ricorso alla cassa integrazione accompagnata alla difficoltà della PA di verificare il regolare svolgimento delle attività nel rispetto della norma vigente hanno fatto sì che questa misura venisse disincentivata. La crisi energetica determinata dalla guerra ha poi in molti casi, ulteriormente aggravato la situazione, rappresentando per le aziende ospitanti un ulteriore costo difficilmente sostenibile.

L’assunto iniziale, e quindi l’impossibilità che la PA possa costituire l’unico o il più interessante datore di lavoro, ha spinto la regione Calabria a rivolgere un’attenzione maggiore alle misure finalizzate alla creazione di impresa. Partendo dai dati estremamente poco confortanti riguardanti l’imprenditoria giovanile e la consapevolezza che la cultura d’impresa possa rappresentare per la nostra regione, ricca di risorse turistiche e alimentari, la chiave di volta per la riduzione degli elevati tassi di disoccupazione, l’ultima proiezione ISTAT relativa al mercato del lavoro, fotografato ad agosto, attesta che la disoccupazione giovanile è al 21,2% (dato nazionale) e la Calabria oltre il 39,8%.

Si è deciso di interloquire principalmente con i referenti di INVITALIA, maggior Ente erogatore di finanziamenti alla creazione di impresa in Garanzia Giovani attraverso lo strumento Selfiemployement o Resto al Sud, al fine di individuare gli aspetti critici di una misura scarsamente appetibile nella prima fase del Programma sviluppando un format che nel giro di pochi anni ha consentito alla Calabria di essere oggi una regione virtuosa in questo settore.

Così facendo la regione Calabria ha realizzato una misura, che come si vedrà nei passaggi successivi, è stata capace di soddisfare un bisogno lavorativo manifestato da soggetti che, in possesso di idee estremamente interessanti e privi di risorse economiche, hanno visto nei bandi regionali e nazionali un’importante spinta alla realizzazione di un’attività imprenditoriale capace di garantire loro una stabilità economica.

In brevissimo tempo giovani volenterosi hanno avuto l’opportunità di fare il salto del fossato passando dall’essere disoccupati a essere imprenditori e datori di lavoro grazie all’affiancamento di personale qualificato.

L’andamento della partecipazione dei giovani (18-35 anni) è stato in costante crescita fatto salvo il periodo coincidente con il primo lockdown. D’intesa con l’Ente Nazionale per il Microcredito, si è proceduto prontamente a garantire l’adesione dei giovani e l’erogazione dei percorsi di accompagnamento con nuove modalità. L’Ente Nazionale per il Microcredito è riuscito in brevissimo tempo a realizzare una piattaforma per la gestione del progetto in Calabria comprendendo anche la fruizione del supporto a distanza e garantendo una ripresa della erogazione dei percorsi di accompagnamento Yes I Start Up Calabria.

Il progetto “Yes I Start Up Calabria” è stato capace di stimolare la cultura d’impresa partendo da misure di orientamento di primo e di secondo livello erogate dagli operatori dei CPI regionali grazie a strumenti come la profilazione e il bilancio delle competenze che hanno reso i giovani calabresi più consapevoli del proprio potenziale e indirizzandoli successivamente verso soggetti in possesso delle competenze necessarie all’accompagnamento alla creazione di impresa. Qui i giovani sono stati supportati nella redazione di un piano di impresa che possedesse i requisiti richiesti per la concessione del finanziamento necessario alla realizzazione dell’idea. I soggetti coinvolti in tale misura sono stati 2.088 e le attività finanziate ad oggi ammontano a 728, distribuite in tutti i settori economici con maggiore ricaduta in quello del commercio e della ristorazione.

Alla luce di quanto sopra descritto e contrariamente a quanto spesso si afferma nella seconda fase il Programma Garanzia Giovani ha dimostrato di essere un valido strumento per l’inserimento e il reinserimento lavorativo dei giovani nonostante la presenza di un competitor forte quale il reddito di cittadinanza. Ha, attraverso i numeri degli iscritti e delle politiche erogate, raccontato il bisogno dei giovani all’orientamento e la fiducia che si ripone nel Programma.

Ma soprattutto è stato in grado di mostrare che al di là dei vincoli tipici delle politiche attive in cui si articola il Programma ha avuto la capacità di adattarsi, adeguarsi ed evolversi in contesti sociali ed economici completamente diversi da quelli sulla cui base era stato programmato riuscendo anche a creare delle sinergie tra le differenti misure la cui ricaduta, in termini assoluti, ha prodotto effetti maggiori se attuate singolarmente.

Print Friendly, PDF & Email