MICROFINANZA, LA “NUOVA NORMALITÀ”

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MICROFINANZA, LA “NUOVA NORMALITÀ”

Stefano Battaggia | Consulente in affari europei

ABSTRACT

Last October 27, a conference titled ‘Subsidiary services from the microfinance sector: a key tool to address the refugee crisis’ was held in Brussels, at the premises of the Economic and Social Committee (EESC). In the organisers’ statements, the European Microfinance Network (EMN), represented by Mr Jorge Ramirez Puerto and Microfinance Centre (MFC), represented by Mr Cristian Jurma, the purpose of the event was threefold: witnessing the success of the experience gained during the Second European Day of Microfinance, celebrated across Europe a week before with a score of events (in Italy, among other things, with the Third Forum on Microfinance); Presenting the results of a joint MFC-EMN report about a survey carried out on the microfinance sector in Europe during 2014-15; Analysing the existing possibilities of financing non-financial services offered by the microfinance sector by exploring the alternatives offered at EU level, with a special regard to the crisis of refugees and migrants.

Il 27 ottobre scorso si è svolta a Brussel, presso il Comitato Economico e Sociale (CESE), una conferenza dal titolo ‘Servizi ausiliari dal settore microfinanziario: uno strumento fondamentale per affrontare la crisi dei rifugiati’. Nelle dichiarazioni degli organizzatori, lo European Microfinance Network (EMN), rappresentato dal Sig. Jorge Ramirez Puerto e il Microfinance Centre (MFC), rappresentato dal Sig. Cristian Jurma, lo scopo dell’evento era triplice: testimoniare il successo delle esperienze raccolte durante la Seconda Giornata Europea della Microfinanza, celebrata nel continente una settimana prima con una ventina di eventi (in Italia, fra l’altro, col Terzo Forum sulla Microfinanza); presentare la relazione sui risultati dell’indagine congiunta EMN-MFC sul settore della microfinanza in Europa 2014-15; analizzare le attuali possibilità di finanziamento dei servizi non finanziari offerti dal settore della microfinanza, anche con riferimento alla crisi dei rifugiati e dei migranti, esplorando le alternative offerte a livello comunitario. L’evento ha confermato un ‘new normal’, un quadro in cui la microfinanza in Europa non è più vista come una cavia di laboratorio, oggetto di esperimenti sulla propria bontà, bensì uno strumento provato, da applicare efficacemente nel più ampio spettro possibile, non solo nella lotta contro l’esclusione finanziaria e la povertà, ma anche in presenza di fenomeni straordinari, come quello della crisi dei rifugiati. La conferenza è stata aperta dall’olandese Joost Van Iersel, presidente della Sezione per l’Unione Economica e Monetaria e la Coesione Economica e Sociale del CESE, che ha sottolineato l’impegno che la sua organizzazione profonde per le problematiche del finanziamento alle piccole e medie imprese, vulnerabili ma cruciali nella lotta alla disoccupazione e all’esclusione sociale. Resta molto da fare – spiega Van Iersel - perché la maggior parte dei Paesi UE non ha ancora una legislazione sulla microfinanza. Cristian Jurma, presidente del MFC, un’associazione che riunisce le imprese di microfinanza dell’Europa Orientale, sottolinea l’importanza di questo evento per promuovere l’industria della microfinanza ed aumentarne la visibilità presso i governi, nonché condividere esperienze e buone pratiche. Commentando i risultati della Seconda Giornata della Microfinanza, riferisce che dei 27 membri della UE, 16 hanno partecipato all’evento, più tre Paesi extra UE: Georgia, Kazakistan e Mongolia. Tra i 28 membri del MFC, si sono contate ben 32 azioni individuali, tra cui: addestramento ed eventi informativi (Ungheria), conferenze tematiche (Bosnia-Erzegovina, Italia, Paesi Bassi, Mongolia), dibattiti serali sulla finanza impegnata nel sociale (Francia), colazioni d’affari per i piccoli imprenditori locali (Ungheria, Spagna), un anniversario (10 anni di Coopest, Belgio), una campagna nazionale di pubbliche relazioni (Irlanda), lancio di siti web dedicati all’evento (Georgia). Katarzyna Pawlak, direttrice del MFC, ha presentato un’anticipazione di un report voluto dalla Commissione Europea che verrà pubblicato a breve: ‘The Microfinance sector in Europe at a glance – Main findings of a Survey of ENM-MFC members 2014-2015’. In quasi un centinaio di pagine vengono analizzate 149 imprese di microfinanza di 22 Paesi, imprese leader partner di ENM o MFC, quindi sufficientemente rappresentative dell’industria. La buona notizia è che il settore è in crescita: alla fine del 2015 l’outreach è cresciuto del 10% con quasi un milione di clienti serviti (933.000), per un portafoglio di 2,5 miliardi di euro (+15%). Sono stati erogati 553.000 prestiti (+12%) pari a 1,6 miliardi di euro (+16%). Anche gli indici finanziari riferiti al 2015 ci comunicano che il settore è in buona salute: PAR30 9,7% (10,4% nel 2014), ROE 5,7% (2,8% nel 2014), crediti inesigibili: 2,6% (2,8% nel 2014). I prestiti per le attività imprenditoriali rappresentano il 58%, con un valore medio di €7.947, mentre i prestiti personali costituiscono il rimanente 42%, con un valore medio di €1.697. In merito alla performance sociale, a differenti mercati corrispondono differenti gruppi target dell’inclusione finanziaria: imprese informali, lavoratori autonomi e imprese con meno di cinque addetti. L’80% dei clienti sono persone escluse dal sistema bancario, soprattutto donne (35%) o clienti rurali (29%) per un totale di circa 500.000 di clienti di cui 207.983 imprese (+8,6%). In ordine ai servizi ausiliari (per es. l’educazione finanziaria, il tutoraggio), le IMF che erogano crediti facendone a meno sono una minoranza: il 42% infatti non li offre; il 58% li offre, così suddivisi: 22% consulenze sul debito; 32% piano finanziario; 27% formazione imprenditoriale; 31% educazione finanziaria; 30% tutoraggio; 3% corsi a distanza in rete; 7% altro. Il numero dei servizi ammontava nel 2014 a 200.000, con un incremento del 50% rispetto al 2005. In termini di prodotti finanziari, i microprestiti personali fanno ancora la parte del leone e le IMF dell’Europa Orientale sono le più sostenibili. A testimonianza di come possano esser svolti professionalmente i servizi ausiliari al microcredito, l’olandese Elwin Groenevelt, dopo aver premesso quanto avesse imparato da attori e strumenti esterni al settore della micro finanza (coach, riviste di marketing, etc.), ha illustrato i servizi che offre IMF Qredits, azienda privata non profit che ha fondato nel 2009 nei Paesi Bassi. Quest’azienda olandese, come la belga Microstart, è spesso portata ad esempio nelle conferenze di Brussel, sia per la prossimità geografica che per la circostanza di aver beneficiato di finanziamenti europei attraverso i programmi Progress, EaSI o COSME. Qredits, attiva oltre che nei Paesi Bassi anche nei Caraibi, si è posta fin dall’inizio tre obiettivi strategici: raggiungere il punto di pareggio entro 3 anni; coniugare un approccio personale al cliente con le nuove tecnologie IT; collaborare con le banche convenzionali, viste non come concorrenti, bensì come partner. In azienda, i servizi ausiliari vengono svolti grazie ad una rete di 600 volontari, la maggior parte ex imprenditori, che completano un corso a distanza di microfinanza e si riuniscono con cadenza quadrimestrale. Fino a giugno 2016 Qredits ha erogato 8.000 prestiti per €156 milioni, creando oltre 10.000 posti di lavoro. Due i prodotti principali: microprestiti fino a 50.000 euro e prestiti da 50.000-250.000 euro per le PMI. I business development services (mentoring, training, coaching e capacity building ovvero servizi di orientamento, formazione, preparazione e rafforzamento delle capacità, in seguito: BDS) sono estremamente importanti ma vanno calibrati al target: per es. per le persone con cultura universitaria a volte bastano dei modelli o del tutoraggio. Nel sito internet di Qredits i clienti possono usufruire di una pletora di servizi: fare il test attitudinale per l’imprenditorialità; scaricare gratis i modelli (template) del piano d’impresa e del piano finanziario (in media si registrano 100 scaricamenti giornalieri); se non sono sufficienti si organizzano servizi ad hoc a pagamento in modalità di apprendimento a distanza (e-learning) - in media 15 a settimana - utilizzati anche dalle scuole professionali. Oltre all’olandese, le lingue disponibili sono l’inglese, lo spagnolo, l’italiano e il papiamento. Sempre sul sito web si può scegliere il proprio addestratore professionale (coach) e pagare una cifra modesta, da 50 a 200 euro/addestratore per anno. Ovviamente non si tratta di prezzi di mercato, ma si ritiene importante far pagare i servizi per sottolineare la professionalità offerta. Quest’anno Qredits ha fatturato coi BDS €400.000, di cui €70.000 reinvestiti in tecnologia informatica. Fatto singolare, il tutoraggio viene offerto sia in presenza che in assenza di un microprestito. Le lezioni apprese si possono riassumere con un motto: “Run BDS like a business” (“Gestire i servizi ausiliari come un’attività economica”), che si concreta nello sviluppo di strumenti in rete per abbassare i costi, nella collaborazione di volontari, nel far pagare i servizi, nel definire target finanziari anche per i BDS. Nella seconda parte della conferenza, Patrick Sapy, direttore di Microstart e presidente di ENM, modera un panel di specialisti che discutono sul come i servizi ausiliari possano aiutare i rifugiati ad integrarsi nella società che li accoglie fintantoché non possano far ritorno al loro Paese di origine.

Micol Pistelli, rappresentante della UNHCR (Agenzia della Nazioni Unite fondata nel 1950 e con sede a Ginevra, con la missione di dare protezione e servizi per rifugiati in tutte le fasi del processo, dal momento in cui lasciano il loro paese di origine fino al momento in cui vi fanno ritorno) sottolinea come UNHCR non sia un organo politico come la Commissione Europea, per cui la collaborazione non sempre avviene in condizioni ideali. Nel passato, UNHCR si è occupata anche di inclusione finanziaria dei rifugiati, in questo momento però la scala è diversa e si richiede un’altra strategia. La Sig.a Pistelli che ha lavorato per il MIX prima di entrare in UNHCR, sottolinea come ad ogni fase del processo il rifugiato abbia bisogno di assistenza finanziaria, in termini di fabbisogno di contanti alla partenza, di erogazione di microcredito, assistenza ai risparmi e di trasmissione delle rimesse. Holger Seifert, della Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa (CEB) dopo aver presentato la sua istituzione, fondata nel dopoguerra per alleviare i disagi dei rifugiati (organizzando scuole, ospedali ecc.), comunica che, per quanto concerne la protezione degli sfollati, nell’ottobre 2015 è stato creato un fondo per assistere queste persone che arrivano in Europa, con interventi nei Balcani, per es. in Slovenia, Croazia e Grecia. Edvardas Bumsteinas del Fondo Europeo d’Investimenti, spiega come i programmi di microfinanza possano venir adattati alla crisi dei migranti e rifugiati. In proposito, riferisce di due strumenti quali il “Resilience initiative for EU’s Southern Neighbourhood and Western Balkans” e l’Impact Financing Envelope (IFE) con stanziamento di 300 milioni supplementari per il ‘migration package’. Dal mondo accademico, Bumsteinas segnala l’iniziativa “University meets microfinance” che si è conclusa l’anno scorso e ha affrontato anche le tematiche dell’inclusione finanziaria dei migranti. Cristina Dumitrescu, investment manager presso il FEI presenta l’ultimo rapporto sull’inclusione finanziaria, il quale riporta che in Europa sono stati mobilizzati 1 miliardo di euro per 100.000 microimprenditori attraverso garanzie e controgaranzie a titolo gratuito. Per ciò che concerne il tema del dibattito, la Sig.a Dimitrescu afferma che il 21% delle IMF dichiara di includere nella propria missione sociale l’inclusione finanziaria dei migranti. Ann Branch, della Commissione Europea, DG EMPL, dopo aver illustrato le iniziative per il microcredito dal 2010 con Progress Microfinance, a EASI per il periodo 2014-2020, illustra quanto prioritaria sia l’agenda della Commissione Europea per l’aiuto ai migranti e rifugiati. Fra le iniziative che testimoniano l’impegno della Commissione, cita EU migration agenda del 2015 e il follow-up “Action plan for third country nationals” del giugno 2016. Prima della crisi dei rifugiati, già il piano Entrepreneurship 2020 Action Plan del 2012, riconosceva l’importanza dell’imprenditorialità fra i migranti, uno più recente segnala le buone pratiche per finanziare progetti pilota. Pur riconoscendo che l’imprenditorialità non è una panacea per tutti, afferma che occorre rimuovere gli ostacoli all’inclusione finanziaria, che sono superiori alla norma per il motivo che queste persone sono degli sfollati, con problemi di comprensione dei regolamenti, della lingua ecc. Di converso, il report “The missing entrepreneurs” del 2014 sottolineava il contributo anche culturale che i migranti possono dare allo sviluppo dell’economia. Tra le iniziative in corso dedicate all’integrazione dei rifugiati nel mondo del lavoro, si distinguono gli interventi finanziari da quelli non finanziari. Fra i primi, si segnalano: Dal piano di investimenti ‘Juncker’ si aggiungono ulteriori garanzie da parte del FEI di 100 milioni di euro per finanziare il microcredito e l’impresa sociale, anche per i rifugiati; Un nuovo strumento equity del FEI per finanziare le imprese sociali; Uno schema payment by result e impact bonds per integrare i rifugiati; Rientrano nei secondi: Uno schema pilota che sarà lanciato dal FEI nel 2017 per finanziare i maggiori costi dei servizi ausiliari destinati ai migranti (somme forfait alle IMF che ricevono supporto finanziario); DG Growth ha pubblicato a settembre due call per un ammontare totale di 3 milioni di euro: una sul training e mentoring per migranti ed una sul networking fra le imprese (non solo le IMF) che gestiscono il fenomeno delle migrazioni; La European Social Innovation Competition, iniziata nel 2013: quest’anno il tema era sull’innovazione sociale con riferimento ai rifugiati e ai migranti; La European Skills Agenda, con azioni specifiche per i migranti con uno strumento atto a rilevare, fra l’altro, le loro capacità imprenditoriali; La costruzione di un sito per l’apprendimento delle lingue online, orientato ai rifugiati e migranti. Infine, Michel Servoz, Direttore Generale di DG EMPL, chiude i lavori affermando che per creare occupazione occorre promuovere l’imprenditorialità e la microfinanza è uno strumento molto importante al riguardo. Visto il successo di Progress Microfinance, che dal 2010 ha aiutato 50.000 microimprenditori europei creando e preservando 85.000 posti di lavoro in 23 Paesi membri, invita a guardare al futuro con ottimismo. Col nuovo programma EaSI, lanciato nel 2015, sono già state siglate 32 transazioni con intermediari finanziari in 18 Paesi per €51,6 milioni (metà del budget disponibile per il periodo 2014-2020) che generano €640 milioni di finanziamenti iniettati nell’industria della microfinanza e nel settore dell’impresa sociale. Inoltre, grazie ai fondi EFSI (European Fund for Strategic Investments, cd. Piano Juncker), iniziativa lanciata per il periodo 2017-2020, sono 200.000 le microimprese che hanno avuto un miglior accesso alla finanza. Per quanto riguarda il tema della conferenza, il Sig. Servoz anticipa nel 2017 sarà lanciato un progetto pilota di rafforzamento delle capacità dal valore di 1 milione di Euro che coinvolgerà i rifugiati. Da ultimo, ha annunciato che un nuovo portale sarà lanciato a breve: sarà un luogo di scambio nel mercato del microcredito, ne aumenterà le opportunità e la trasparenza.

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