Bcc roma, dagli alBori dEl microcrEdito ad oggi la lunga tradizionE dEl crEdito coopErativo
Intervista a Giuseppe Cuccurese DG Banco di Sardegna e presidente della commissione regionale ABI Sardegna
Giovanni Antonio Forte
La tradizione delle Banche cooperative nasce agli albori della finanza italiana e oggi sono una realtà fondamentale per il sostegno al territorio anche in termini di sussisiarietà ed investimento in attività sociali in un complesso sistema di ‘restituzione’ in termini di sostegno economico e morale che la finanza etica contiene nel suo dna.
Presidente la BCC Roma è stato il primo istituto finanziario a credere nello strumento del microcredito. In cinque anni di attività sono nate oltre 16mila imprese in Italia, ma voi siete stati, assieme all’Ente, pionieri di questo progetto. Qual è il suo personale bilancio dopo aver vissuto la nascita di questi progetti?
La nostra Banca si è sempre considerata partner dell’Ente e quindi ha svolto il ruolo di apripista quando il regolamento del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI ha istituito una sezione speciale per il microcredito. Il nostro è stato il primo accordo con l’Ente Nazionale per il Microcredito a livello nazionale sulla gestione dei servizi di tutoraggio aprendo la strada anche ad altri intermediari sensibili al tema, a partire ovviamente dalle altre BCC aderenti al Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea (con il quale da un anno è stato firmato un accordo dai contenuti analoghi per tutte le altre banche aderenti). Ad oggi abbiamo in ammortamento 1.150 finanziamenti di microcredito per 26,5 milioni di erogato. Ovviamente la situazione pandemica ha frenato la domanda, soprattutto in quei settori come il turismo, la ristorazione ed il commercio al dettaglio che dalla nostra esperienza rappresentano i settori trainanti per la creazione di nuove imprese finanziate dal microcredito nei nostri territori (tasso: 5,40% per la clientela ordinaria; 5,20% per i soci; 4,30% per i giovani soci). Il progetto ha dato sicuramente dei risultati positivi, sia in termini di margine di contribuzione, ma ancor più in termini sociali viste le centinaia di nuove imprese che sono nate o si sono rafforzate in nuovi investimenti grazie a questa iniziativa. Anche dal punto vista del rischio creditizio ad oggi l’iniziativa appare sostenibile: infatti, il connaturato più alto rischio di credito (finanziare una start up è naturalmente più rischioso che finanziare un’impresa già costituita e con una serie storica di bilanci approvati) è ampiamente compensato dalla forte presenza di garanzia pubblica del fondo che, come noto, è a prima richiesta ed a ponderazione zero.
Potrebbe farci un bilancio economico in termini di investimenti relativo al periodo pandemico e una prospettiva per la ripresa?
Voglio ricordare innanzitutto che l’assemblea dei Soci BCC Roma (che rimane la prima Banca di Credito Cooperativo in Italia con 188 agenzie e 18 tesorerie dislocate in quattro regioni: Lazio, Abruzzo Veneto e Molise), il 23 aprile scorso ha approvato il Bilancio 2020 con numeri più che confortanti. I dati della semestrale, poi, ci dicono che nei primi sei mesi del 2021, malgrado il degrado del quadro economico generale per le conseguenze della pandemia, la Banca ha continuato il suo trend positivo, dando seguito alla propria storica funzione creditizia a fianco di famiglie e imprese. Al 30 giugno 2021 gli impieghi a favore del tessuto economico dei nostri territori sono cresciuti del 4,4% (+12% rispetto al 30 giugno 2020) raggiungendo i 9,2 miliardi di euro (ricordo che la variazione del sistema bancario rispetto a dicembre 2020 è stata dello 0,9%). È cresciuta anche la nostra raccolta, che ha toccato i 13,4 miliardi di euro, con un aumento del 5,1% nei primi 2 trimestri (+11,1% rispetto a giugno 2020). L’utile netto è di 24,8 milioni di euro (in crescita del 36,3%). Tutto ciò si riflette positivamente sugli assetti patrimoniali: il patrimonio netto della Banca al 30 giugno è di 763 miliardi di euro (+2,7% rispetto al 31 dicembre 2020) mentre Il CET1 è pari al 16,4% a fronte del 15,9% di dicembre 2020. Insomma, i numeri ribadiscono la saldezza e la solidità della nostra Banca, che si conferma come punto di riferimento essenziale per famiglie e piccole imprese. Questo risultato complessivo ha anche un valore morale, perché non abbiamo mai fatto mancare la continuità del servizio a soci e clienti, anche nei momenti più duri del lock-down. Soprattutto nella rete delle agenzie abbiamo dato continuità alla nostra missione localistica e di prossimità, rimanendo vicini alla gente nelle grandi città come nei centri minori, non smettendo mai di parlare con le persone per risolvere i problemi più impellenti.
Alla luce della normativa EBA sul default bancario quale è stato sinora il bilancio e come BCC Roma ha saputo mediare tra le esigenze di una clientela in difficoltà e le norme per evitare che la platea dei ‘non bancabili’ (che il microcredito cerca di recuperare) si ampli ulteriormente?
Con le nuove regole imposte dalla vigilanza per la prevenzione delle crisi, è vero che oggi è più difficile supportare la clientela in difficoltà, ma la Banca si sta attivando nell’ambito di un progetto a livello di Gruppo Iccrea per il miglioramento del presidio del rischio di credito e del conseguente potenziamento degli strumenti di monitoraggio della clientela (“Sistema Predittivo” - PAS). Con un’azione preventiva efficace si può continuare ad alimentare il credito anche per quelle posizioni più delicate che richiedono attenzione continua a fronte di regole che prevedono una maggiore severità dei criteri di arretrato (per i privati e per le piccole e medie imprese la soglia di rilevanza di arretrato negli ultimi 90 giorni passa a 500 euro a 100 euro). In ogni caso intendiamo proseguire a supportare i più bisognosi, come abbiamo fatto nell’ultimo anno e mezzo. Soprattutto, cercando di essere protagonisti sul tema delle operazioni garantite dallo Stato. Mi riferisco in primo luogo alle moratorie sui mutui che, peraltro, secondo i dati più recenti restituiscono un quadro positivo in relazione all’andamento economico generale. L’andamento delle moratorie BCC Roma mostra infatti una riduzione di oltre il 60% rispetto ai valori iniziali. Un dato che sorprende positivamente. All’inizio la consistenza era pari a 1,5 miliardi. Circa 500 milioni di moratorie sono andate a scadenza. Del restante miliardo, i titolari di operazioni per complessivamente più di 500 milioni, hanno scelto di ricominciare a pagare. Sono rimaste in essere operazioni per 480 milioni circa, che fruiscono di ulteriori moratorie. In tema di prestiti garantiti a fine settembre scorso erano stati erogati circa 1,1 miliardi di euro di finanziamenti con garanzia del fondo per le Pmi a 3.175 imprese (oltre i 30 mila euro) e 238,5 milioni di euro a 12.282 (entro i 30 mila euro). Importante anche l’impegno nel campo dei finanziamenti collegati ai bonus fiscali per interventi edilizi di riqualificazione energetica, ristrutturazione e rischio sismico con 12,1 milioni già deliberati o erogati agli inizi di luglio. Inoltre, l’importo complessivo di crediti in cessione supera i 48,8 milioni. Per quanto riguarda i mutui fondiari con intervento del Fondo Garanzia Prima Casa, nei primi 7 mesi dell’anno sono stati erogati 376,5 milioni a 2.813 richiedenti (nel 2020 452,3 milioni a 3.390 richiedenti). Da segnalare infine l’impegno nel Microcredito, settore nel quale la Banca è tra i principali operatori italiani. Dal 2018 ad oggi sono stati finanziati 647 progetti in collaborazione con l’Ente Nazionale per il Microcredito per 15,2 milioni di euro.
Secondo l’Istat i consumi tornano a crescere ma il risparmio è in sofferenza. Quali le prospettive per le famiglie e le imprese nel prossimo futuro?
Dopo le difficoltà del 2020, quest’anno i consumi stanno aumentando, ma soprattutto stanno aumentando gli investimenti delle imprese. Secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale diffuse pochi giorni fa il nostro Pil è previsto in crescita quest’anno a +5,8%, con un aggiustamento di 0,9 punti rispetto alla valutazione fatta a luglio e addirittura di +1,6 punti su aprile scorso. Si tratta di una delle poche revisioni al rialzo - e quella di maggiore entità fra le principali economie - contenute nel rapporto del FMI, che invece abbassa leggermente la stima del Pil globale, nonché quella di grandi economie come Stati Uniti e Germania. Sul fronte lavoro, il Fondo prevede - una volta esaurite le tutele applicate in occasione della crisi pandemica - per l’Italia un leggero aumento della disoccupazione quest’anno e un ulteriore incremento nel 2022. Il risparmio, invece, è effettivamente in flessione. Secondo l’ISTAT nel secondo trimestre la propensione al risparmio delle famiglie è diminuita di 4,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. D’altro canto, con l’allentarsi dell’emergenza pandemica e la crescita dei consumi era fisiologico aspettarsi un calo della propensione al risparmio degli italiani, che però era schizzata a livelli record con la pandemia (al 15,8% mediamente nel 2020 contro l’8,2% del 2019). D’alto canto anche nel resto dell’Eurozona in questi mesi il tasso di risparmio delle famiglie sta scendendo. Nel complesso, il biennio 2021-22 dovrebbe portare al pieno recupero della perdita di Pil subita nel corso della pandemia, anche se questo non consentirà di tornare sui livelli massimi del 2007. Quello è un obiettivo ancora lontano e per il cui raggiungimento sarà di fondamentale importanza utilizzare al meglio le risorse di Next Generation Eu e le azioni previste dal PNRR. Sul prossimo futuro, inoltre, pesa l’incognita rappresentata da possibili pressioni inflazionistiche, con prezzi che secondo alcune previsioni crescerebbero dell’1,9% medio quest’anno e di oltre il 3% nel 2022. Ciò ridurrebbe il potere di acquisto e, quindi, i consumi delle famiglie, incidendo negativamente sulla ripresa. Oggi la fiducia delle famiglie, su livelli storicamente molto elevati, è prevalentemente determinata dalle sensazioni riguardo al buon andamento dell’economia in generale. Per le imprese, l’ottimismo sembra legato alle buone condizioni per la prosecuzione del ciclo di investimenti: questa appare una buona premessa per realizzare la necessaria complementarità tra investimenti pubblici, sviluppati dalle risorse europee, e investimenti privati. Famiglie e imprese sono, comunque, concordi nel ritenere l’aumento delle tasse, la perdita di posti di lavoro e l’aumento dei prezzi i principali ostacoli al consolidamento della ripresa economica. Il PNRR può favorire gli investimenti e le imprese, come la BCC Roma e il mondo bancario potranno attrarre parte delle risorse e come le investiranno in termini di tecnologie e nuovi strumenti per avvicinare gli utenti? Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (il programma di investimenti per accedere alle risorse europee del Next Generation EU) è un’occasione irripetibile per il Paese. L’Italia è la prima beneficiaria, in valore assoluto perché la pandemia di Covid-19 ha colpito l’economia italiana più di altri Paesi europei. Nel 2020, il prodotto interno lordo si è ridotto dell’8,9%, a fronte di un calo nell’Unione Europea del 6,2%. L’Italia con oltre 130 mila vittime è tra i Paesi che hanno subito la maggior perdita di vite nell’Unione Europea. Ricordo che la crisi indotta dal Covid si è abbattuta su un Paese già fragile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale. Tra il 1999 e il 2019, il Pil in Italia è cresciuto in totale del 7,9%. Nello stesso periodo in Germania l’aumento è stato del 30,2% e in Spagna del 43,6%. Nel PNRR non si parla direttamente delle banche, ma le banche saranno il canale primario per coinvolgere il mondo economico facendo confluire i finanziamenti alle migliaia di imprese interessate, in gran parte piccole e medie, nei tanti settori coinvolti, dall’agricoltura alle costruzioni, alla tecnologia dell’informazione, trasporti, turismo, manifattura elettronica, energia, sanità. Inoltre, gli istituti di credito sono pronti a cofinanziare i progetti del PNRR raddoppiando il valore. Parliamo quindi di oltre 200 miliardi aggiuntivi a quelli messi a disposizione del Piano. Ciò premesso, come abbiamo sempre fatto nel passato, anche in questa occasione noi BCC di Roma siamo in prima linea e vogliamo essere un punto di riferimento nei nostri territori di insediamento per le imprese, offrendo il nostro completo supporto, grazie alla professionalità dei nostri collaboratori e a strumenti di finanziamento dedicati alla realizzazione di progetti innovativi e sostenibili. Il microcredito come possibilità di impresa ma anche come sostegno sociale in momenti di difficoltà temporanea per soggetti fragili. La legge prevede la possibilità di erogare Microcredito sociale ma effettivamente non esiste un fondo di garanzia che lo permetta. Potrebbe essere una opportunità da valutare con il gruppo? In mancanza di un supporto di garanzia pubblica a sostegno del Microcredito Sociale, parimenti a quanto invece è previsto per il Microcredito imprenditoriale attraverso il fondo Centrale per le PMI, abbiamo costituito delle partnership con enti del terzo settore per costituire i necessari fondi di garanzia al fine di rendere bancabili soggetti che normalmente non riescono ad accedere al credito bancario. In fondo le Banche di Credito Cooperativo nascono in Italia alla fine del 1800 proprio per rispondere, già allora, a queste istanze sociali e creditizie e quindi la nostra Banca è particolarmente sensibile a tali tematiche, coerentemente con la nostra mission aziendale di operare una finanza per lo sviluppo delle imprese e per l’inclusione sociale, e non una finanza per la finanza. Mi piace citare in questo contesto l’iniziativa “MamHabitat”, che ha lo scopo ambizioso di ridisegnare a Roma le politiche di accompagnamento all’inclusione sociale di nuclei «mamma con bambino» in fase di svincolo dai sistemi socio assistenziali residenziali, ma anche di nuclei mai presi in carico dai servizi sociali. Nell’ambito della pianificazione operativa di MamHabitat è stata realizzata con la Banca, in partnership con l’Ente Nazionale per il Microcredito, una specifica progettualità per una iniziativa di Finanziamenti di Microcredito Sociale, destinati ai fruitori del progetto MamHabitat per agevolare il loro reinserimento sociale, lavorativo ed abitativo. A tale scopo è stato istituito il Fondo di Garanzia Microcredito MamHabitat, gestito dall’ Ente Nazionale per il Microcredito, a cui il partenariato promotore ha affidato la gestione del Fondo di garanzia per consentire le erogazioni dei prestiti di microcredito Si tratta di microprestiti del valore massimo di 5 mila euro destinati all’acquisto di beni o servizi necessari al soddisfacimento di bisogni primari tra cui, per esempio, spese mediche, canoni di locazione, utenze, i servizi di trasporto, istruzione ecc