RESTARE UMANI EDUCANDO ALLA TECNOLOGIA: PREVENIAMO GLI EFFETTI NEGATIVI DI IOT E AI FORMANDO PERSONE
Restare umani educando alla tecnologia: preveniamo gli effetti negativi di IoT e AI formando Persone
Emma Evangelista, Direttore Microfinanza
Parlare oggi di privacy, sicurezza, nuove tecnologie e strumenti per avviare la propria idea imprenditoriale significa confrontarsi con un mondo che è molto distante da quello industriale che ha aperto questo secolo e che ha dominato la scena fino all’alba degli anni ‘80. Per Interagire nel mondo economico e sociale oggi è necessario dominare gli strumenti tecnologici e per immaginare quello che sarà il futuro, inteso come costruzione del mondo e di tutte le reti di relazioni possibili, non si può prescindere dalla ricerca scientifica nei settori che riguardano da un lato la nostra biologia dall’altro le applicazioni dei nuovi strumenti per la realizzazione di progetti. Se parliamo di Internet of Things (IoT), oppure semplicemente di come svolgere una ricerca in rete di un lemma, o assolutamente di social media, la parola chiave è ormai formazione continua perché è necessario riconvertire o riconvertirsi a quelli che sono gli strumenti utili alla gestione di tutto quel mondo tecnologico che ormai è imprescindibile ad ogni attività quotidiana. Perché questa tecnologia non diventi tecnocrazia e sia davvero strumento utile al progresso è necessario formare l’individuo perché possa sfruttarne al massimo tutte quelle che sono le potenzialità di sviluppo, immaginare di creare un’impresa oggi, significa saper gestire quegli strumenti tecnologici che ci permettono di accedere a una educazione e una formazione economica, tecnologica, social, nel campo del marketing e della promozione utili allo sviluppo della nostra idea imprenditoriale. Ma saper dominare tutti gli strumenti tecnologici significa anche conoscerne bene i limiti e le possibilità potenzialmente dannose per noi e per la nostra impresa: una volta focalizzato il nostro obiettivo dobbiamo assicurarci che questo sia protetto da eventuali danni secondari dovuti proprio ai vulnus delle nuove tecnologie. Prima di avviare la nostra impresa dobbiamo assicurarci che essa sia protetta e immessa in un circuito virtuale che allo stesso tempo deve essere da un lato utile a realizzare il nostro profitto e la nostra idea e dall’altro deve essere sicura dal punto di vista economico e di protezione dei dati. Oggi la più grande ricchezza di un individuo, o di un’azienda, sono sicuramente i suoi dati. Sono anni ormai che le più grandi multinazionali che si occupano di gestione dati, raccolgono e collezionano le nostre vite, da un lato per sostenere il progresso scientifico, dall’altro naturalmente per fare profitto grazie alla incoscienza della maggior parte dei consumatori. I nostri dati sono una fonte di reddito ma anche potenzialmente il nostro vulnus più grande. L’obiettivo è, dunque, capire come poter gestire la nostra privacy, i nostri dati, e le nostre risorse e, allo stesso tempo, inserirsi in quel circuito costruttivo attraverso il quale poter esprimere le nostre peculiarità, creare la nostra impresa e generare quel circuito virtuoso utile a noi, ma anche con un impatto sociale che sappia costruire una rete economica che crei benessere diffuso e sostenga (in un mondo che potrebbe non essere solo ideale) una integrazione dell’individuo che parte dal locale per diffondersi attraverso la rete nel globo. Lo sviluppo di un’intelligenza collettiva che diventa tecnologica e si sovrappone a quella che è la necessità di un sistema, di una rete di attività sociali ed economiche sotto il controllo di un individuo pensante, di una Persona, che diventino benessere diffuso. Questa è la grande sfida del millennio che guarda allo sviluppo dell’intelligenza artificiale come strumento di inclusione e non come alternativa all’uomo e alla capacità di quest’ultimo di affrontare scelte e di creare soluzioni delegando ogni responsabilità e ogni potere. Formare l’individuo e sostenere la sua integrità etica sono le scelte operative da attivare per raggiungere gli obiettivi dell’era ipertecnologica nello spazio reale e soprattutto in quello virtuale di Meta e realtà aumentata. Nell’agenda 2030 è chiaro che la digitalizzazione è lo strumento utile a raggiungere gli obiettivi per favorire la lotta alla povertà, il sostegno ad un’economia e ad una finanza etica a vantaggio di un abbattimento delle disuguaglianze educative e di genere per un’educazione globale, unica via per lo sviluppo. L'infodemia è un altro dei gravi problemi connessi alla iper digitalizzazione e alla diffusione delle tecnologie e dei social media, che se da un lato sono utili ad una promozione per l’individuo e per l’impresa, dall’altro sono assolutamente una cassa di risonanza per qualsiasi tipo di contro informazione. L’economia e la formazione dell’individuo ad una finanza etica svolgono un ruolo di primaria importanza poiché attraverso la libertà economica dell’individuo si riescono a far valere tutti quelli che sono i diritti e i valori dell’individuo proiettato nella collettività: dalla libertà di pensiero e di espressione alla propria capacità di autodeterminarsi in un ambiente che sia ricettivo a nuove idee, nuove proposte a sostegno della natura e degli altri individui. La necessità in questo ambiente ormai iper tecnologico è dunque quella di formare individui pensanti che sappiano utilizzare gli strumenti della tecnologia e dell’economia per costruire un mondo migliore senza esserne vittime.