CONTAMINAZIONI DIGITALI PER LE IMPRESE DEL FUTURO
Contaminazioni digitali per le imprese del futuro
Mario Baccini, Presidente ENM
Il villaggio globale sempre più interconnesso ci offre possibilità esponenziali di dare vita a nuove idee e nuove imprese. Il microcredito, in forma diretta, e la microfinanza in generale si sono dotate di strumenti tecnologicamente avanzati per poter supportare quelle che sono le necessità di educazione economica e finanziaria che permettono poi all’individuo di potersi autodeterminare creando la propria attività attraverso gli strumenti microcreditizi.
La necessità di riconvertire rapidamente i processi e attivare nuovi canali digitali per gestire le attività che vedevano impegnate in prima persona diverse entità e soprattutto differenti attori nell’ambito del processo di microcredito, dalla formazione alla concessione dell’erogazione, hanno accelerato in senso positivo quelle che sono le capacità di gestione di uno strumento utile alla lotta alla povertà e all’esclusione sociale e finanziaria.
Naturalmente questo cambio repentino, l’accelerazione della digitalizzazione e dell’uso delle nuove tecnologie a sostegno della finanza, ha permesso che molte attività fossero spostate dal mondo reale e quello virtuale. Questo switch avvenuto, purtroppo o per fortuna, a causa della crisi pandemica che ha colpito il mondo negli ultimi due anni ha dato l’imprinting a una nuova era per l’impresa e la formazione. L’Ente Nazionale per il Microcredito ha adeguato i propri standard e ha sostenuto progettualità nazionali ed internazionali, progetti europei e locali attivando fondi di garanzia per sostenere Microcredito Sociale e Microcredito per l’impresa spostando tutta o gran parte della formazione in modalità virtuale, assicurando una continuità nella creazione di nuove imprese che hanno generato un buon flusso economico nonostante il periodo di grave crisi.
La parte fondamentale del rapporto micro-finanziario, che si esplica attraverso l’incontro tra il tutor e il beneficiario di Microcredito, è l’unico momento di un’interazione umana imprescindibile che non può essere tradotto in forma digitale, o meglio, seppur utilizzando nuovi strumenti di incontro virtuale, la necessità di valutare attraverso l’interazione umana le capacità imprenditoriali del soggetto restano un momento necessario e non convertibile del processo di microcredito.
L’attività umana, lo scambio di esperienze, tra tutor e beneficiario nel modello ENM è fondamentale e precorre la digitalizzazione dei processi finanziari che rende il modello vincente, determinando quindi una contaminazione tra due attività che possono non solo coesistere ma soprattutto indirizzare l’azione in senso positivo nella costituzione di un’impresa. In futuro, grazie all’intelligenza artificiale, potremmo forse affidare questa interazione al rapporto uomo/macchina in grado di valutare le possibilità umane, ma la necessità e la complessità di queste scelte per ora sono imprescindibili da un rapporto diretto tra due essere viventi, nell’auspicio che sia necessario umanizzare e non de umanizzare anche i processi tecnologici. Economia e finanza si servono largamente della tecnologia e dell’informatica per essere gestite: dalla fintech alla blockchain molti processi sono stati standardizzati oltre i limiti di una umanità che ancora stenta a capire le basi della virtualizzazione: la scomparsa del denaro e del contante a favore delle monete virtuali sono ancora lungi a venire. Per ora questa estrema digitalizzazione ha solo reso meno accessibili e più complesse le operazioni bancarie per chi non ha una formazione digitale ed economica adeguata, ossia per la maggior parte dei cittadini.
Il compito dell’ENM è quello di sostenere quelle fasce di popolazione che sono in difficoltà. Il nostro compito è quello di non lasciare indietro nessuno; o meglio di portare fuori da quelle risacche di inerzia lavorativa e sociale quei soggetti borderline, in grado di costruire un proprio futuro economico attraverso un’idea di impresa, sostenendo il loro progetto attraverso la “mano pubblica”, offrendo loro le garanzie che non hanno per realizzare un progetto, sostenendo la loro formazione economica e finanziaria attraverso gli strumenti propri della Microfinanza, secondo quella che noi definiamo “via italiana al microcredito”.
Sostenere le attività di finanza etica e di educazione economica e finanziaria significa anche formare al meglio professionisti in grado di valutare le idee di impresa, valutare la fattibilità di un progetto, creare insieme all’eventuale beneficiario un business plan sostenibile, essere attenti a quelle che sono le esigenze del mercato e allo stesso tempo alle necessità della persona, dell’ecologia, dell’ambiente, della circolarità. La selezione dei tutor e delle loro capacità professionali ed anche qualità umane nel saper riconoscere e sostenere le progettualità altrui diventa una attività delicata e fondamentale per poi poter basare sulle capacità tecniche e digitali dell’individuo lo sviluppo di un’impresa.
In questo quadro naturalmente l’avvio di start up da parte di giovani è sicuramente un’attività favorita per quanto gli under 35 sono tra coloro che potenzialmente possono sviluppare creatività e competenza, ma che non hanno cognizione di quelli che sono gli strumenti economici utili a raggiungimento dello scopo.
Anche per questo motivo la figura del tutor diventa centrale nel sostegno ai Neet, come già individuato da una programmazione europea che è molto orientata alla professionalizzazione e alla digitalizzazione così come il Ministero delle Politiche Giovanili italiano sostiene per offrire maggiori chances ai nostri ragazzi. Statisticamente l’auto-impiego e l’autodeterminazione economica sono uno dei principali obiettivi che i giovani italiani vogliono raggiungere e, secondo l’Istat i ragazzi si propongono di realizzare entro i quarant’anni la propria idea d’impresa, ma attualmente i dati relativi alla disoccupazione e al livello di istruzione attestano che spesso non sono in grado di realizzare i propri desideri perché non hanno a disposizione gli strumenti adatti. Le alternative esistono e il microcredito e una di queste. Il nostro obiettivo, dunque, come ente di Stato è promuovere un’attività di finanza etica in grado di fare la differenza e che produce effetti di impatto sia sull’economia locale che sulla popolazione, sicuramente un’azione che potrebbe rientrare di diritto in quella che è la nuova teoria della Concuranza in cui ogni azione diventa un nodo di rete in un’attività che porta e crea beneficio diffuso per tutti coloro con cui viene a contatto, che possono insieme, attraverso le proprie individualità, sostenere una progettualità collettiva. La propria impresa, il profitto, non diventano più solamente una esclusività dell’individuo che le propone, ma lo strumento utile a tutti coloro che vi partecipano direttamente o indirettamente per uno sviluppo sociale con effetti di lungo termine. Creare un’impresa dunque, anche attraverso il microcredito, la micro finanza, diventa un’attività collettiva. Sostenere la digitalizzazione delle imprese è un compito utile per la promozione delle nuove idee ma anche di quelle che sono le strutture preesistenti o addirittura le attività artigianali che attraverso nuovi canali, come quelli offerti dalla rete e dal web, possono rinvigorire la propria produttività e diffondersi in modo capillare. Nuovi paradigmi e nuove tecnologie devono essere implementati per sostenere tutte quelle attività tradizionali come le piccole e medie imprese che hanno reso grande il nostro sistema Paese. Dobbiamo altresì imparare dai giovani e insegnare ai giovani che dai valori e dalla tradizione possono scaturire innovazioni che rimettono al centro la persona e le sue necessità seguendo una semplice legge della natura che permette l’evoluzione senza sacrificare quelli che sono i benefici per l’individuo, anzi sostenendo una visione più ampia di un’economia sostenibile e proiettata verso un futuro sempre più digitale, verso un mondo che diventa duale e diviso tra tecnologia e razionalità, che non necessariamente sono alternative l’una all’altra ma che possono coesistere e reciprocamente sostenersi in nuovi paradigmi economici e sociali, di cui la micro finanza ne è un esempio lampante