per emanciparsi i giovani afferrano le opportunità europee Divisi tra voglia Di lavorare e attenzione a non farsi sfruttare scelgono l’autoimpresa
Emma Evangelista - Direttore Microfinanza
L’Italia post pandemica non é , come alcuni la descrivono, una landa brulla e senza speranza. Se il lockdown ha segnato pesantemente una generazione lasciando pesanti strascichi psicologici e sociali, oltre che economici, paragonabili solo a quelli segnati dalle guerre mondiali, è pur vero che esistono strumenti utili alla ripresa. In questo scenario post apocalittico sono i giovani e le donne, dati alla mano, che hanno subito i danni maggiori: gli uni perché la battuta di arresto dovuta alla pandemia ha rallentato l’ingresso nel circuito economico e le altre per la forte contrazione occupazionale subita. Tra domanda e offerta i dati non sembrano confortanti: se da una parte ci sono 1,2 milioni di giovani disoccupati (1.163.000 disoccupati under34) - Fonte Istat settembre 2020. Dall’altra, 791.000 offerte di lavoro (Fonte Unioncamere giugno 2020) per le quali non si riesce a trovare il giusto profilo. Sta nella distanza tra questi numeri la migliore spiegazione di quanto grande sia la necessità della formazione dei giovani per il loro percorso verso il mondo del lavoro. Tutto sommato esiste una ‘via di mezzo’ in cui le necessità della generazione “Z” ipertecnologica e social si scontrano con le opportunità e la voglia di crearsi un futuro. I giovani tra i 19 e i 30 anni, infatti, durante la pandemia hanno imparato a ridurre le distanze attraverso la tecnologia è proprio grazie alle nuove offerte informative e formative non hanno abdicato all’idea di crearsi un’opportunità e di inventare il proprio futuro. Due sono i fattori che spesso spingono un giovane e volersi avventurare nel mondo dell’auto impiego: la necessità di entrare nel circuito economico-produttivo, e quindi di avere un reddito, e la voglia di non farsi “sfruttare” con tirocini massacranti e mal retribuiti. Questa generazione ha ben chiaro che esistono possibilità per rendersi autonomi e guardare oltre quello che i padri e i nonni consideravano la migliore occasione della vita: il posto fisso. Oggi chi approccia al mercato del lavoro deve essere supportato necessariamente per supplire alle carenze informative, alle necessità di educazione economica, al sostegno nel l’incontrò con la burocrazia. Questi sono gli ostacoli che la gran parte dei programmi nazionali ed europei cercano di rimuovere per sostenere l’autoimpiego giovanile. Un esempio, in Italia, sono i progetti realizzati grazie ai fondi Pon Spao di Garanzia Giovani. In particolare modo si fa riferimento alle misure Yes I Start Up e Selfiemployment che, diventate addirittura best practices europee, hanno segnato il passo di un nuovo modo di realizzarsi ed uscire da una condizione di limbo per i giovani tra i 18 e i 29 anni etichettati come neet. La speranza è il successo dei nuovi programmi e l’attenzione del Governo per una programmazione attenta è focalizzata sul sostegno ai giovani è nelle parole del presidente del Consiglio Mario Draghi che sul tema 'Employment e Jobs' al Social Summit di Porto ha ribadito che “troppi Paesi dell'Ue hanno un mercato del lavoro a doppio binario, che avvantaggia i 'garantiti' – in genere i lavoratori più anziani e maschi – a spese dei 'non garantiti', come le donne e i giovani. Mentre i cosiddetti garantiti sono meglio retribuiti e godono di una maggiore sicurezza del lavoro, i non garantiti soffrono un vita lavorativa precaria. Questo sistema è profondamente ingiusto e costituisce un ostacolo alla nostra capacità di crescere e di innovare”, concetto già espresso dal neoeletto presidente del Consiglio nel discorso alle Camere in cui, Mario Draghi, fece riferimento alle “risorse straordinarie” del programma europeo Next Generation Eu, aggiungendo subito dopo: “Abbiamo l’occasione di fare molto per il nostro Paese, con uno sguardo attento al futuro delle giovani generazioni”. L’importanza del capitale umano per una società che abbia per obiettivo lo sviluppo, non solo economico dell’individuo è alla base di quei programmi microfinanziari che l’ENM sostiene ed implementa e che, con successo, persegue attraverso una diffusione della educazione finanziaria di base, che è poi strumento base di una possibile attività di auto impresa.