Le dinamiche dei processi vincenti
Le dinamiche dei processi vincenti
Emma Evangelista, Direttore Microfinanza
Per progredire e sostenere lo sviluppo economico e sociale il primo obiettivo è quello di formare la popolazione con strumenti idonei alla creazione dell’indipendenza economica e sociale. L’Europa è da sempre convinta sostenitrice dei processi di educazione e formazione economica e il nostro Paese ha integrato queste discipline all’interno dei propri percorsi di studio a partire dalle scuole dell’obbligo, il gap che purtroppo deve essere ancora colmato e che può essere la discriminante tra un’interazione con i nuovi strumenti tecnologici di largo uso e consumo, gli strumenti di ingegneria finanziaria piuttosto che i progetti e i fondi a disposizione per lo sviluppo di progettualità è ancora un solco importante che vede il nostro Paese fanalino di coda tra gli stati europei.
L’obiettivo fissato dall’Agenda 2030 per l’auto impiego delle risorse attive che risultano come donne o giovani che non studiano e non lavorano - ossia NEET - è del 9%. Purtroppo ad oggi, secondo le statistiche dei maggiori istituti di rilevazione, la percentuale di coloro che non hanno una collocazione definita nel mondo accademico, né in quello lavorativo, è di circa il 18% della popolazione attiva, questo dato è molto rilevante in Italia dove la situazione è particolarmente problematica al centro-sud. L’obiettivo per il nostro Paese è di abbattere di circa la metà il dato in soli sei anni. La formazione economica è dunque il primo baluardo per sostenere una nuova economia, un tessuto economico del Paese che ritrovi nei giovani, nelle donne e nelle fasce più deboli un ulteriore sostegno e che proprio da queste fasce si possa ricevere un doppio beneficio da un punto di vista assistenziale, lo Stato si sgraverebbe di un problema importante e dall’altro nuovi soggetti verrebbero reimmessi nel circuito contributivo, tutto questo può avvenire attraverso l’investimento sull’educazione finanziaria. L’Europa che in queste dinamiche che generano processi di auto impiego e di sostegno all’economia crede e investe, continua a sostenere progettualità dedicate proprio ai Neet, tra questi progetti che nel corso degli anni sono stati individuati e fatti propri dai diversi stati vi è la best practice di Yes I Startup, che nel corso degli anni è stata sostenuta dall’expertise dell’Ente Nazionale per il Microcredito. Sul territorio nazionale sono nati dei progetti specifici a livello regionale che ne ricalcano l’impronta sostenendo quella formazione utile all’autoimpresa per i giovani del territorio che si traduce in un’educazione finanziaria non solo fine a se stessa ma anche di sostegno al tessuto economico locale con ricadute importanti sulle politiche attive del lavoro. Permettere a un giovane, a una donna, a un soggetto che altrimenti non avrebbe capacità autonome di investire su se stesso e scommettere sulla creazione di un’impresa è l’idea sostanzialmente vincente che muove queste progettualità nell’interesse della politica sociale e regionale che diventa, di fatto, un investimento che genera economia e produttività per il Paese.
In questo numero di microfinanza abbiamo raccontato di due specifiche progettualità relative alle regioni Toscana e Sicilia che, emulando il progetto nazionale, anno sostenuto l’autoimprenditorialità locale attraverso la formazione. Questi due progetti sono l’ennesima testimonianza dell’importanza di fornire gli strumenti per la conoscenza economica: come poter avviare un’impresa attraverso l’ideazione di un progetto complesso che passi da un business plan sostenibile per arrivare al finanziamento dello stesso e all’avvio dell’attività finalizzata a durare nel tempo grazie al sostegno di esperti del settore e strumenti economici con il concorso dello Stato che sostiene l’iniziativa privata; sono inoltre l’esempio di come la Pubblica Amministrazione si faccia carico dell’onere della formazione per lo sviluppo imprenditoriale del territorio, ossia di come la politica interpreta le necessità contingenti per poter programmare il futuro e sostenere lo sviluppo integrale della persona anche attraverso l’autoimprenditorialità di fasce svantaggiate o di persone che non hanno cognizione di come si fa impresa ma che hanno la volontà di sviluppare delle progettualità e che devono essere messe in grado di potersi attivare. La lungimiranza di questi progetti darà i suoi frutti nel medio e lungo periodo e contribuirà ad abbattere quel solco tra le percentuali che vedrà il nostro Paese attivo e produttivo nel 2030.