Ripensare il Sistema Paese cominciando dai giovani

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Il lavoro è l’espressione di una libertà che sostiene il futuro. I giovani sono l’incarnazione di questo domani che deve essere costruito attraverso professionalità e certezze che possono essere formate grazie a un’educazione finanziaria ed economica che li vede impegnati già dai banchi di scuola.

Scegliere la propria occupazione, avviare un’impresa, comprare casa o semplicemente confrontarsi con un mondo economico e finanziario sempre più digitale e complesso diventa fondamentale per poter essere parte attiva di quel tessuto economico che costituisce la nazione. Ormai da un anno, attraverso il disegno di legge ‘Capitali’, l’educazione finanziaria è stata introdotta nelle scuole italiane come parte integrante dell’Educazione Civica.

L’obiettivo è formare cittadini consapevoli e responsabili in ambito economico, fornendo strumenti per comprendere risparmio, investimenti e rischi finanziari attraverso un percorso interdisciplinare dalla scuola primaria alla secondaria. La scelta di comprendere le materie economiche all’interno di un ambito specifico che riguarda la vita sociale e democratica si sposa con l’integrazione di problemi come la cittadinanza attiva e l’inclusione sociale. Queste attività scolastiche hanno il compito di creare una cultura finanziaria diffusa tra le giovani generazioni, rendendole protagoniste del proprio futuro economico, partendo dalle basi della finanza, risparmio, investimento e previdenza per permettere agli studenti di fare scelte consapevoli in futuro; distinguere tra bisogni e desideri, gestire entrate e uscite e pianificare obiettivi a lungo termine.

E quella soddisfazione del bisogno è proprio alla base del percorso micro creditizio che da venti anni sosteniamo come Ente Nazionale per il Microcredito e che si rivolge a quelle fasce di popolazioni ‘più deboli’, considerate ‘non bancabili’ o più fragili, che non hanno garanzie reali per poter accedere a linee di credito tradizionali e tra cui i giovani sono una grande parte. Spesso gli under 30 che, fino a oggi, erano spesso digiuni di nozioni economiche dopo i percorsi della scuola dell’obbligo venivano risucchiati nella voragine di un limbo che non permetteva loro l’inserimento nel mondo lavorativo, né un percorso alternativo di lavoro e contribuzione al Sistema Paese. Questa voragine li definisce NEET (not engaged in education and training). Il fenomeno ha un costo stimato di 24,5 miliardi di euro all’anno, pari all’1,23% del Pil. L’Italia è ancora il secondo Paese Ue per incidenza di Neet, con il 15,2% dei giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono in formazione. Tuttavia, quasi due terzi di questi giovani vorrebbero lavorare.1

L’analisi condotta sulle cause del fenomeno individua nella perdita di fiducia e disallineamento tra competenze e opportunità le ragioni di questa inattività. Ci sono giovani che non cercano più, convinti che non ci sia posto per loro. La Ministra del Lavoro Marina Calderone ha disegnato una road map che vede nella formazione e nelle nuove tecnologie il sostegno primario al contrasto di questo fenomeno. In questa cornice l’expertise maturata dall’Ente Nazionale per il Microcredito nel suo ventennio di attività ha condotto all’affidamento all’Ente della formazione e alla supervisione strutturale e capillare sul territorio italiano di quanti possano voler sviluppare un’idea di impresa secondo le progettualità fornite dal ministero. Un riconoscimento che, in termini, qualitativi e quantitativi, pone l’Ente in una posizione di sostegno concreto alle nuove generazioni in termini di capacità economica e sostegno alle politiche attive del lavoro.

L’autoimprenditorialità, attraverso la microfinanza, è uno degli strumenti utili al raggiungimento di un’indipendenza economica che diviene posizionamento sociale, ma alla base vi è naturalmente la necessità crescente di una formazione che non può essere dipendenza da professionisti del settore, ma vera e propria formazione di una coscienza critica. La mission dell’Ente, dunque si connatura di questa proprietà e oggi, attraverso le nuove progettualità portate avanti con il Ministero del Lavoro si preoccupa di avviare percorsi utili allo scopo. Oggi si lavora per creare una cultura finanziaria diffusa tra le giovani generazioni, rendendole protagoniste del proprio futuro economico.

Il Microcredito per i giovani

In dieci anni di attività del Fondo PMI dedicato alle attività microfinanziarie, delle oltre 15 mila richieste pervenute alle banche convenzionate ENM, il 27,8% proviene da Under 30. Delle 7.514 erogazioni di microcredito presso le banche convenzionate ENM, il 29% è stato erogato a Under 30, per un importo totale di 60,2 Milioni di euro. Il 35,8% delle richieste Under 30 proviene da microimprenditori. Il 4,6% delle richieste Under 30 proviene da soggetti di nazionalità estera. Le nazionalità estere maggiormente presenti sono Romania, Germania, Bangladesh, Ucraina e Marocco. Le regioni italiane con maggiore incidenza di microcredito Under 30 sono Lazio, Calabria, Campania e Sardegna, che insieme compongono l’80% delle richieste Under 30 pervenute alle banche convenzionate ENM. Le tipologie di microimpresa maggiormente utilizzate sono quella di ditta individuale (2 casi su 3) e s.r.l.s. (24%). Nei vari progetti YesIStartUp e nel progetto FASI, sono stati profilati oltre 21 mila soggetti, di cui il 49% sono Under 30. Escludendo il progetto YISU-NEET, che vede la quasi totalità dei profilati Under 30, negli altri progetti riscontriamo la seguente incidenza di Under 30:

  • FASI il 36,6%;
  • YISU-Calabria il 77,1%;
  • YISU dedicati a Donne inattive e disoccupati di lunga durata il 19%;
  • YISU-Toscana il 20,7%;
  • YISU-Sicilia il 34,2%.

I soggetti Under 30 profilati nei vari progetti sono per il 41,4% di nazionalità estera, ma fortemente influenzati dal progetto FASI, esclusivamente dedicato agli immigrati.

Nei restanti progetti la presenza di soggetti di nazionalità estera varia dal 3,1% del progetto YISU-Sicilia all’11,2% del progetto YISU-Toscana.

1 Elaborazione THEA Group per forum Ambrosetti su dati Istat 2025

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