IL MICROCREDITO COME OPPORTUNITÀ PER IL SISTEMA BANCARIO

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IL MICROCREDITO COME OPPORTUNITÀ PER IL SISTEMA BANCARIO

PERCHÉ CONVIENE AD UN ISTITUTO BANCARIO EROGARE SERVIZI DI FINANZIAMENTO DI MICROCREDITO

Andrea Loli | Segreteria Tecnico Amministrativa ENM

Il microcredito è uno strumento finanziario di lotta alla povertà e all’esclusione finanziaria che garantisce un sostegno economico a persone che non riescono ad attivare i tradizionali strumenti finanziari proposti dagli istituti bancari (mutui o semplici prestiti bancari) e che raggiunge, con aiuti concreti, quelle persone che altrimenti rischiano l’esclusione sociale, a causa delle proprie difficoltà economiche, e che pertanto si trovano in una condizione di estromissione dal tradizionale sistema finanziario e creditizio. La “via italiana al microcredito”, promossa dall’Ente Nazionale per il Microcredito, prevede il coinvolgimento attivo, in prima battuta, degli istituti bancari, ai sensi dell’art. 111, comma 5, del Decreto Legislativo del 1 settembre 1993 n. 385, ed in seconda battuta degli operatori di microcredito che prestano i servizi ausiliari di assistenza e monitoraggio, ai sensi del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 17 ottobre 2014 n. 176.

Sebbene il fenomeno del microcredito sia in netto aumento, non tutti gli istituti finanziari hanno colto l’utilità di tale strumento. In particolare, non tutti gli istituti bancari hanno ancora percepito il fatto che l’erogazione dei servizi di finanziamento di microcredito risulta a loro conveniente per tre ordini di motivi: a) sociale e b) economico e c) di immagine.

Per quanto riguarda l’aspetto sociale, l’istituto bancario, grazie ai finanziamenti di microcredito, consolida sia il proprio rapporto con il territorio che pone in essere quelle attività oggetto del “bilancio sociale”, documento, non obbligatorio, redatto dagli istituti bancari con cadenza annuale alla fine di ogni periodo di esercizio, di comunicazione del valore creato dalla banca per i propri “portatori di interesse” e di rendicontazione dell’attività svolta a sostegno del welfare, tra cui rientra a pieno titolo l’attività di finanziamenti di microcredito. Per quanto riguarda l’aspetto economico, l’istituto bancario ha pur sempre un ritorno economico diretto, dato dal tasso di interesse che viene applicato sui finanziamenti concessi, e indiretto, o futuro, in quanto i “clienti non bancabili”, che accedono ad un finanziamento di microcredito, tra pochi anni, al termine del periodo di finanziamento, si trasformano in “clienti ordinari”. Sotto il profilo economico, l’istituto bancario corre rischi assai contenuti se si considera che: a) ogni erogazione di finanziamento di microcredito, in base al Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 24 dicembre 2013, è garantita all’80% da un fondo di garanzia pubblico; b) ogni finanziamento, al fine di contenere i casi di default (storicamente la metà rispetto alle altre forme di finanziamento), risulta supportato dall’erogazione di servizi ausiliari di assistenza e di monitoraggio i quali, ove prestati correttamente anche secondo le linee guida emanate dall’Ente, consentono tra l’altro la diminuzione dei tassi di insolvenza.

Infine, ma non per ultimo, non occorre trascurare il fatto che la garanzia pubblica creata con il Fondo di garanzia a favore delle piccole e medie imprese riservata ad interventi di microcredito, istituito con l’art. 39, comma 7-bis della Legge 22 dicembre 2011 n. 214 e con il pocanzi richiamato, riduce, attraverso la c.d. “ponderazione 0”, il costo bancario degli accantonamenti di capitale ai fini del patrimonio di vigilanza. Trasversale a questi aspetti è il “ritorno di immagine” che un istituto bancario ottiene nell’erogazione di servizi di finanziamento di microcredito, consolidando sia il rapporto fiduciario con i clienti preesistenti che attraendone dei nuovi. In tale rappresentazione, l’Ente Nazionale per il Microcredito, al fine di tutelare la “fede pubblica” dei soggetti finanziati che hanno una legittima aspettativa di essere adeguatamente supportati ed al fine di diminuire ulteriormente il tasso medio di insolvenza dei finanziamenti di microcredito concessi dagli istituti finanziari, mette a disposizione del sistema bancario il proprio expertise.

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