Archivio opinioni
Il nuovo pacchetto aiuti dell’UE per la competitività e resilienza delle PMI
Tiziana Lang - Ricercatrice ANPAL, esperta di politiche del mercato del lavoro
The European Commission’s recent Communication on “SME Relief Package” presents 19 policy actions to be implemented in the coming months to strengthen the long-term competitiveness and resilience of SMEs. It follows up on the European strategy for small and medium-sized enterprises launched, also by the Commission, in 2020 with the aim of enhancing the contribution of the enterprises to the sustainability of the economy and the digital transition.
- Un nuovo pacchetto di aiuti per le piccole e medie imprese europee
A settembre 2023, la Commissione Europea ha rilasciato una comunicazione in materia di aiuti europei alle piccole e medie imprese1. La comunicazione poggia su 19 Azioni da attuare nel prossimo futuro, e sulla misurazione dell’impatto di iniziative e programmi pre-esistenti, per rafforzare la competitività e resilienza delle PMI a lungo termine. La comunicazione è in continuità con la strategia europea per le piccole e medie imprese lanciata, sempre dalla Commissione, nel 20202 con il fine di valorizzare il contributo delle imprese alla sostenibilità dell’economia e alla transizione digitale.
1.1 La situazione delle micro, piccole e medie imprese nell’UE
L’attuale contesto economico vede le piccole e medie imprese destreggiarsi con le molte incertezze derivanti dal persistere di alti livelli di inflazione e da una situazione geopolitica critica che influisce negativamente sulle catene di approvvigionamento globali. Tale situazione è stata richiamata, tra l’altro, nel recente rapporto del Joint Research Centre (JRC)3 della Commissione Europea, dedicato alle performance delle PMI (2023): “The situation for the EU SMEs is perilous and will remain so in the foreseeable future. Since early 2020, due to the Covid-19 pandemic, the 24 million EU-27 SMEs, and more generally, SMEs throughout the world, have faced unprecedented economic uncertainty and turmoil. Moreover, through part of 2021 and 2022, SMEs faced difficulties in hiring new staff to meet an unexpectedly strong rebound in demand, while also having to deal with numerous new challenges. The inflation rates augmented drastically, especially during 2022, also provoking rises in interest rates, which in turn reduces access to finance. The increased energy costs and the increased raw material prices put extra pressure on enterprises”.4
Dunque, anche la forte ripresa dell’attività produttiva post pandemia ha costituito una sfida per le micro, piccole e medie imprese5; da un lato, per la difficoltà a reperire personale sul mercato e, dall’altro lato, per l’aumento repentino dell’inflazione e dei tassi di interesse, che hanno reso più complesso l’accesso ai finanziamenti proprio nel momento in cui si riducevano gli aiuti finanziari pubblici per le imprese, comprese le ingenti risorse europee destinate alla protezione dei posti di lavoro e alla ripresa produttiva (strumento SURE6, fondi della coesione7, InvestEU8).
Secondo il rapporto del JRC il 93,5 per cento delle imprese europee conta meno di 10 addetti (pari a 38,8 milioni di lavoratori), si tratta di microimprese con un valore aggiunto di 1,419 miliardi di euro. Con le piccole e medie imprese rappresentano il 99,8 per cento del totale delle imprese dell’UE per un numero complessivo di addetti pari a 85 milioni (il 64,4 per cento del totale). Le grandi imprese (più di 250 addetti) rappresentano lo 0,2 per cento del totale e occupano circa 47 milioni di lavoratori, il 35,6 per cento del totale degli addetti. Il valore aggiunto dei 24 milioni di micro e PMI europee è pari a 3,945 miliardi mentre quello delle 43.112 grandi imprese è di 3,673 miliardi. Pertanto, le tre classi dimensionali delle PMI (micro, piccolo media) generano occupazione per un valore del 20 per cento circa superiore al lavoro creato dalle grandi imprese.
La maggioranza delle PMI opera in settori a bassa intensità di conoscenze (59,3 per cento) contro il 30,3 per cento che appartengono a settori ad alta intensità di conoscenze. Il 5,5 per cento appartiene all’industria low-tech e il 4,7 per cento a quella a media tecnologia, mentre solo lo 0,2 per cento fa parte dei settori ad alta tecnologia. Mentre le prime attraggono il 57 per cento degli occupati totali delle PMI dell’UE, le medium e high tech occupano rispettivamente l’11.5 per cento e lo 0,7 per cento dei lavoratori totali. La forza lavoro delle piccole e medie imprese, nel 2022, si concentra in pochi settori produttivi: commercio (24 per cento di tutte le PMI nell’UE); attività professionali, scientifiche e tecniche (20 per cento) e costruzioni (15 per cento), seguiti a una certa distanza dai servizi di ospitalità e ristorazione e dal manifatturiero (entrambi 8,5 per cento). Tra questi è soprattutto il manifatturiero a trascinare l’occupazione e il valore aggiunto con il 18 per cento e il 19 per cento rispettivamente del totale a livello UE.
Non deve sorprendere che l’occupazione nelle PMI, nonostante la forte ripresa registrata nel 2022 (+2,4 per cento), non sia riuscita a recuperare completamente le perdite occupazionali indotte dalla pandemia nel 2020. In termini di valore aggiunto e occupazione le PMI dell’UE sono ancora indietro rispetto ai risultati ottenuti prima della pandemia (2019). A questo ritardo si aggiunge la difficoltà a reclutare lavoratori qualificati che contraddistingue le piccole e medie imprese di tutta l’Unione.
Inoltre, ma non ultimo, devono essere considerati gli ostacoli normativi e gli oneri amministrativi, con i ritardi di pagamento, che sono segnalati dalle PMI tra le principali sfide che devono affrontare nella loro attività (sondaggio Eurobarometro9 Flash 486). I “red tapes” pesano ancora per il 55 per cento delle PMI, il 35 per cento dei micro e piccoli imprenditori segnala i ritardi nei pagamenti, il 21 per cento problemi di accesso ai finanziamenti e il 17 per cento l’assenza di competenze adeguate (comprese quelle manageriali), nell’ultimo caso, la carenza di competenze ostacola le attività imprenditoriali del 63 per cento delle piccole e medie imprese e ne frena gli sforzi di digitalizzazione (45 per cento delle imprese intervistate) e di transizione ecologica (39 per cento).
In ragione dei loro numeri e della capillare diffusione nei territori, in particolare nelle zone rurali, le micro e PMI sono state destinatarie di politiche e di attenzione specifiche da parte delle istituzioni europee, sin dallo Small Business Act (2008) e il “think small first”10 che rafforzando le micro e PMI puntava a rendere l’economia europea più competitiva e dinamica, in grado di offrire più lavoro di qualità e di migliorare la coesione sociale.
A inizio 2020, questo intento è stato ripreso dalla Strategia per le PMI per un’Europa sostenibile e digitale11 che riconosce le diverse esigenze delle micro, piccole e medie imprese per aiutarle “non soltanto a crescere e espandersi, bensì anche ad essere competitive, resilienti e sostenibili” (ibid) e, a tal fine, propone alcune azioni basate su tre pilastri: migliorare le capacità e sostenere la transizione verso la sostenibilità e la digitalizzazione, ridurre l’onere normativo e migliorare l’accesso al mercato, migliorare l’accesso ai finanziamenti. La governance della strategia prevede una stretta collaborazione tra UE e Stati membri (partenariato) per il miglior utilizzo da parte delle imprese dei programmi di investimento dell’Unione finalizzati alla digitalizzazione e alla sostenibilità nonché all’internazionalizzazione delle PMI.
Tre anni - e una pandemia - dopo la Commissione ha inteso ribadire gli obiettivi della strategia con la nuova comunicazione sul pacchetto di aiuti alle PMI rilasciata il 12 settembre 2023. Una comunicazione tempestiva in un contesto difficile, che va ad integrare i programmi di sostegno già esistenti. L’intento è far si che l’Unione e i singoli paesi membri continuino a sostenere le micro e PMI, per consolidare la ripresa e per sfruttare appieno il loro potenziale, dalla piccola azienda familiare alle start up innovative e tecnologiche possano contribuire a rafforzare la competitività e la prosperità europee.
Di particolare interesse, in questo senso, la ricostruzione del quadro di aiuti alle imprese nell’attuale quadro finanziario pluriennale (2021-2027) e del NextGenerationEU12.
Grazie ai vari programmi di finanziamento le piccole e medie imprese europee potranno avvalersi di oltre 200 miliardi di euro nell’intero periodo considerato resi disponibili da diversi programmi. Ad esempio, dallo strumento di ripresa e resilienza (RFF)13 e relativi PNRR sono investiti nelle micro e PMI circa 45 miliardi di euro. Grazie al cruscotto disponibile sul sito della Commissione Europea14 è possibile verificare il numero di imprese sostenute attraverso i piani nazionali di ripresa e resilienza per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva (Pilastro 3 del RRF) sia con aiuti monetari sia in natura. Come si riscontra nei grafici che seguono, relativi all’indicatore comune n.9, nell’arco di dodici mesi si è passati da 102mila imprese sostenute (31 dicembre 2021) a 990mila imprese del secondo semestre 2022 per un totale di 1.429.820 imprese finanziate. Le imprese che hanno ricevuto il supporto del RFF sono in prevalenza micro e piccole imprese (960mila, pari al 97 per cento del totale), per il 2,2 per cento sono imprese di medie dimensioni (22.500) e una quota residua è rappresentata da grandi imprese (7.700 pari all’0,8 per cento).
L’indicatore “imprese sostenute” riflette, come si evince dai grafici, la distribuzione assoluta delle imprese per dimensioni (micro-piccole, medie, grandi) con le micro e piccole imprese che assorbono la gran parte delle risorse.
A queste risorse devono aggiungersi le risorse della politica di coesione per un importo complessivo di circa 65 miliardi (circa 43 miliardi del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e 22 miliardi di investimenti della politica di coesione e di REACT-EU attivati per la ripresa dalla crisi pandemica)15.
Le PMI stanno inoltre beneficiando di un finanziamento di un miliardo di euro nell’ambito del programma per il mercato unico, destinato alla loro competitività e internazionalizzazione con il sostegno - nel ruolo di intermediari - delle reti di imprese quali Enterprise Europe e gli Euroclusters incaricate di canalizzare il sostegno alle PMI mediante la piattaforma europea di collaborazione tra cluster.
Il pacchetto di aiuti alle PMI: una sintesi
In considerazione della situazione sopra descritta, oltre al sostegno a breve termine, gli altri due obiettivi del pacchetto di aiuti dell’UE sono la promozione della competitività e della resilienza delle PMI europee a lungo termine e la creazione di un contesto imprenditoriale più equo e favorevole a queste imprese. Il pacchetto comprende, tra l’altro: una proposta di regolamento sui ritardi di pagamento; una proposta di direttiva sulla semplificazione fiscale per le PMI, una serie di misure per agevolare le PMI, migliorare l’accesso ai finanziamenti e a una forza lavoro qualificata e fornire sostegno alle PMI lungo tutto il loro ciclo di vita. Nel riquadro seguente sono riepilogate le 19 azioni del pacchetto.
Con riferimento alla semplificazione fiscale per le PMI che operano in attività transfrontaliere, soggette ai regimi di tassazione di diversi Paesi, la Commissione propone di autorizzare il calcolo della base imponibile conformemente alle norme dello Stato membro in cui mantengono la sede principale. Secondo lo studio previsionale sugli effetti di questa norma, i costi di conformità fiscale delle piccole e medie imprese potrebbero ridursi del 32 per cento, con economie pari a 3,4 miliardi di euro all’anno. Un ulteriore norma di favore per le PMI è rappresentata dalla nuova direttiva (UE) 2020/285 sul sistema comune d’imposta sul valore aggiunto nel regime speciale per le piccole imprese che, modificando la normativa precedente in materia, consente alle PMI che operano in più paesi di scegliere di esentare dall’IVA le cessioni di beni e prestazioni effettuate in uno Stato membro diverso da quello di stabilimento.
Di notevole importanza l’accelerazione che il pacchetto di aiuti vuole imporre alla progressiva digitalizzazione delle piccole e medie imprese finalizzata a migliorare la competitività, la resilienza e la capacità di innovazione dell’intero settore. A questo fine, la Commissione richiama le opportunità offerte dal programma strategico per il decennio digitale dell’UE, che mira a far raggiungere un livello di intensità digitale minimo (di base) a oltre il 90 per cento delle PMI entro il 203020. Lo strumento chiave a supporto di questo obiettivo è rappresentato dai “Poli europei dell’innovazione digitale” che sostengono le imprese, in particolare le PMI, nel loro percorso di digitalizzazione con il supporto del programma Europa digitale21. Tra le norme che dovranno semplificare gli obblighi di comunicazione per le PMI è inclusa una metodologia semplice e standardizzata, su base volontaria, per riferire in merito alle questioni ambientali, sociali e di governance che mira a ridurre gli oneri e a facilitare l’accesso delle piccole e medie imprese ai finanziamenti sostenibili.
Riguardo al regolamento sui ritardi di pagamento, che abrogherà e sostituirà la direttiva vigente, la Commissione intende introdurre termini massimi di pagamento di 30 giorni per tutte le transazioni commerciali, nonché creare degli automatismi per le commissioni di risarcimento e gli interessi nei casi di ritardo dei pagamenti22. Il regolamento dovrebbe consentire alle imprese di far valere più facilmente i propri diritti riducendo i carichi sul sistema giudiziario e favorendo la mediazione per l’accesso ai ricorsi.
Poiché le piccole e medie imprese incontrano difficoltà nel partecipare agli appalti pubblici, il pacchetto di aiuti della commissione propone iniziative - quali le clausole standardizzate nei documenti di gara per i contratti a basso rischio o a basso valore - tese ad aumentare la quota di appalti pubblici che le PMI riescono ad aggiudicarsi, in proporzione più adeguata al peso che esse rivestono nell’economia dell’Unione.
Infine, in relazione ai fallimenti d’impresa, in considerazione dell’elevata quota di nuove imprese che falliscono entro i cinque anni dalla creazione (circa il 50 per cento), la Commissione intende presentare entro il 2026 una valutazione dell’attuazione della direttiva sulla ristrutturazione e i fallimenti per verificarne l’efficacia nel limitare i casi di fallimento e nel sostenere le imprese insolventi a risollevarsi23. Inoltre, nel 2022, nell’ambito dell’Unione dei mercati dei capitali la Commissione ha proposto una direttiva sull’armonizzazione del diritto in materia di insolvenza che contiene una importante novità connessa all’introduzione di una procedura di liquidazione semplificata, rapida ed efficiente in termini di costi per le microimprese24.
1.3 Gli aiuti economici e finanziari alle PMI
Nella comunicazione sul pacchetto di aiuti alle piccole e medie imprese la Commissione dedica una particolare attenzione all’utilizzo da parte delle PMI delle potenziali risorse presenti nei programmi e strumenti finanziari dell’UE che ammontano a oltre 200 miliardi di euro nel periodo 2021-2027. Più specificamente le misure attuali cercano di risolvere le difficoltà di accesso ai finanziamenti segnalate dalle PMI nel corso della programmazione 2014-2020. Ciononostante, è utile richiamare il successo dello strumento di garanzia offerto dal programma COSME nel precedente quadro finanziario pluriennale, che ha permesso di erogare 68 miliardi di euro di finanziamenti a favore di quasi 900.000 piccole e medie imprese, contribuendo alla creazione o al mantenimento di oltre quattro milioni di posti di lavoro. Tra le muove misure si segnala, in primo luogo, l’ambito di intervento relativo alle PMI del programma InvestEU25 creato per facilitare l’accesso ai finanziamenti grazie a condizioni di finanziamento più favorevoli. L’ambito di intervento relativo alle piccole e medie imprese consente a queste ultime di adeguarsi a pratiche commerciali sostenibili e, al contempo, rende disponibili maggiori finanziamenti per le start-up innovative nell’ambito delle tecnologie per la sostenibilità. La Commissione ha anche proposto di aumentare la garanzia offerta dall’UE (ora pari a 7,5 miliardi di euro) nella Piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (STEP)26 con la creazione di un ulteriore “ambito dedicato” di InvestEU27. Da sottolineare che nel contesto di STEP la Commissione ha previsto la possibilità per gli Stati membri di utilizzare dette risorse aumentando l’importo destinato alle PMI nel quadro di InvestEU, tale sostegno non ricadrebbe negli aiuti di stato laddove si applicasse il principio di “non arrecare un danno significativo” (DNSH)28. I trasferimenti di risorse dalla gestione condivisa (ad esempio dal FESR), dal dispositivo di ripresa e resilienza (RRF) o dai bilanci nazionali, inoltre, possono essere indirizzati dagli Stati membri ai finanziamenti per le piccole e medie imprese, senza oneri aggiuntivi di comunicazione rispetto a quelli richiesti dallo strumento InvestEU. Gli Stati membri e le regioni, che gestiscono le risorse della politica di coesione, possono a loro volta istituire strumenti finanziari cofinanziati specificamente diretti alle PMI per vari prodotti finanziari (prestiti, garanzie, azioni e altri meccanismi di rischio) e nella progettazione di questi strumenti possono avvalersi della piattaforma fi-compass29 appositamente creata dalla Commissione Europea per l’assistenza alle autorità di gestione dei fondi di sviluppo e coesione.
Anche il Consiglio Europeo per l’innovazione (CEI) sostiene con sovvenzioni e strumenti azionari e semi-azionari le PMI innovative e start up che stanno perseguendo innovazioni pionieristiche. I finanziamenti azionari vanno da 0,5 milioni a 15 milioni di euro sfruttando un bilancio di 10 miliardi per raccogliere da 30 a 50 miliardi di euro da investitori privati.
_____________________________
BOX 1 – Le 19 azioni del Pacchetto aiuti alle PMI dell’UE
Azione 1: produrre una proposta di direttiva di semplificazione fiscale per le piccole e medie imprese che istituisce un sistema di tassazione in base alla sede centrale.
Azione 2: prevedere disposizioni specifiche favorevoli alle PMI in ogni nuova proposta legislativa, se del caso, giustificate e in linea con gli obiettivi strategici dell’Unione.
Azione 3: nominare un rappresentante dell’UE per le piccole e medie imprese per fornire orientamenti e consulenza alla Commissione sulle questioni relative a queste imprese e per difendere i loro interessi verso l’esterno.
Azione 4: garantire che il rappresentante dell’UE per le PMI partecipi alle audizioni del Comitato per il controllo normativo assieme alle direzioni generali sulle iniziative che hanno un forte impatto sulle piccole e medie imprese.
Azione 5: promuovere, unitamente al Parlamento europeo e al Consiglio, la realizzazione di una valutazione ad hoc dell’impatto sulle PMI e sulla competitività delle modifiche sostanziali suggerite alle proposte della Commissione da parte dei co-legislatori.
Azione 6: collaborare con le Agenzie dell’UE al fine di individuare e promuovere le buone pratiche a supporto delle PMI e per facilitare il ricorso da parte loro ai servizi delle stesse Agenzie.
Azione 7: collaborare con gli Stati membri per promuovere la sperimentazione e l’innovazione per le start-up anche grazie a norme innovative.
Azione 8: avviare entro fine 2023 il sistema tecnico “una tantum” (OOTS) in collaborazione con gli Stati membri per consentire lo scambio transfrontaliero di documenti chiave tra autorità pubbliche16 e ampliare ulteriormente lo Sportello unico digitale per includere nuove procedure che rispondano alle esigenze delle PMI.
Azione 9: presentare unitamente al programma di lavoro del prossimo anno, una serie di proposte volte a semplificare le procedure e razionalizzare gli obblighi di comunicazione, al fine di ridurre del 25 per cento la rendicontazione.
Azione 10: proporre un nuovo regolamento sui ritardi di pagamento per contrastare i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, che impattano in modo negativo soprattutto sulle PMI (che fanno affidamento soprattutto su flussi di cassa regolari e prevedibili e hanno un accesso più limitato alla liquidità rispetto alle grandi imprese).
Azione 11: incoraggiare gli Stati membri ad assegnare risorse supplementari ai “comparti nazionali” di InvestEU e a facilitare l’apporto di contributi da parte dello strumento di ripresa e resilienza (RRF) a InvestEU, fornendo ulteriori orientamenti sull’applicazione del principio del “non arrecare un danno significativo” entro il mese di ottobre 202317.
Azione 12: collaborare con il Fondo europeo per gli investimenti (FEI) per l’istituzione di un meccanismo pilota volto a consentire alle agenzie per il credito all’esportazione di sostenere le PMI nei loro scambi commerciali con l’Ucraina (entro il 2024).
Azione 13: promuovere l’uso di disposizioni standardizzate per gli appalti e adeguate condizioni per migliorare la partecipazione delle PMI agli appalti pubblici.
Azione 14: mettere a disposizione delle piccole e medie imprese strumenti semplici e standardizzati per riferire in merito alle questioni ambientali, sociali e di governance, limitando il rischio di ripercussioni sulle PMI degli obblighi di informativa relativi alle imprese quotate che rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva sulla rendicontazione societaria di sostenibilità (CRSD) assicurando al contempo l’emanazione di norme volontarie per le PMI non quotate.
Azione 15: incoraggiare le istituzioni finanziarie a includere finanziamenti verdi per le PMI nei loro modelli di business mediante una norma sui prestiti verdi o una definizione degli stessi (rispettosa del prossimo parere dell’Autorità bancaria europea), e grazie a un adeguamento del coefficiente di attivi verdi nel possibile aggiornamento dell’atto delegato sull’informativa prevista dalla tassonomia verde dell’UE18.
Azione 16: entro la fine dell’Anno europeo delle competenze 2023, presentare una proposta per un “bacino di talenti dell’UE” e un’iniziativa per migliorare il riconoscimento delle qualifiche e delle competenze dei cittadini di paesi terzi nell’UE al fine di contribuire alla carenza di personale qualificato nel mercato del lavoro europeo.
Azione 17: favorire il potenziale imprenditoriale non sufficientemente valorizzato di donne, giovani e persone con disabilità, attraverso campagne di sensibilizzazione, tutoraggio e coaching.
Azione 18: prestare attenzione alle esigenze delle imprese che superano le soglie della definizione di PMI e della più ampia gamma di piccole imprese a media capitalizzazione, entro la fine del 202319.
Azione 19: valutare le condizioni quadro per i trasferimenti di imprese negli Stati membri insieme alla rete di rappresentanti nazionali per le PMI entro il secondo trimestre del 2024.
_____________________________
1.4 Misure per le competenze nelle PMI
Per fronteggiare le sfide tecnologiche, amministrative e finanziarie tratteggiate nei paragrafi precedenti le piccole e medie imprese hanno bisogno sia di imprenditori competenti sia di una forza lavoro qualificata. Come si è avuto modo di trattare in precedenza su queste pagine, le modalità di apprendimento possono variare a seconda della tipologia d’impresa: dalla formazione imprenditoriale all’affiancamento delle start up innovative, fino alle competenze tecnologiche necessarie alla conduzione delle attività quotidiane. Imprenditori e dipendenti devono poter aggiornare costantemente le rispettive conoscenze e competenze al fine di garantire la resilienza dell’impresa e contribuire alla crescita della società, alla produttività e all’innovazione.
L’agenda per le competenze per l’Europa30 sostiene la partecipazione alla formazione degli adulti in età lavorativa al fine di raggiungere l’obiettivo fissato dal piano d’azione del Pilastro sociale31 del 60 per cento degli adulti in età lavorativa che partecipa ogni anno a programmi di formazione. Gli Stati membri possono prevedere attività a valere sul Fondo sociale europeo Plus e sul PNRR per interventi formativi nelle PMI per l’acquisizione, ad esempio, di competenze tecnologiche e digitali; infatti, il quadro finanziario pluriennale 2021-2027 destina alla formazione circa 65 miliardi di euro tra RFF e FSE+ nell’intera UE.
Ancora, l’UE sostiene con il programma Erasmus, i Centri di eccellenza professionale al fine di sviluppare “ecosistemi di competenze” locali che in sinergia con le imprese (dalla produzione avanzata all’intelligenza artificiale, dalle risorse idriche all’inverdimento urbano) contribuiscono allo sviluppo territoriale, all’imprenditoria, all’innovazione e alle strategie di specializzazione intelligente32. L’attuale programma Erasmus+ 2021-2027 fornisce un sostegno sostanziale all’iniziativa, con un budget indicativo di 400 milioni di euro per finanziare 100 Centri di eccellenza professionale. Queste risorse possono essere integrate da altri fondi europei da destinare agli investimenti in infrastrutture (il già citato RFF, i fondi della politica di coesione, ecc.) Da citare, infine, il ruolo che stanno svolgendo i “partenariati su vasta scala per le competenze”, nell’ambito del Patto europeo per le competenze33. Il Patto incoraggia, tra l’altro, la creazione di detti partenariati a livello regionale per facilitare l’aggiornamento e la riqualificazione della forza lavoro, compreso il personale delle PMI. Dal 2020 più di due milioni di persone hanno partecipato alle attività formative di aggiornamento e riqualificazione delle competenze (up-skilling e reskilling), con un investimento complessivo pari a circa 160 milioni di euro. Secondo stime della Commissione entro il 2030 i partenariati su vasta scala per le competenze formeranno e riqualificheranno le competenze di 10 milioni di addetti, anche delle piccole e medie imprese, le quali - grazie alla collaborazione in questi partenariati - accedono a programmi, contenuti e materiali formativi che sarebbero altrimenti di difficile realizzazione, a causa delle ridotte dimensioni e delle risorse economiche limitate delle PMI.
Infine, ma non ultimo, si richiama l’importanza della formazione delle capacità imprenditoriali che viene finanziata invece dal programma Erasmus giovani imprenditori nato per aiutare gli imprenditori a sviluppare le loro imprese e per incoraggiare lo spirito imprenditoriale nei cittadini. In particolare, ha sostenuto e continuerà a sostenere l’imprenditorialità femminile con attività di sensibilizzazione, sessioni formative, tutoraggio e assistenza tecnica, mentoring. Il Programma Erasmus per giovani imprenditori34 ha sostenuto, ad oggi, oltre 9.000 donne imprenditrici, mentre l’iniziativa WomenTechEU35 affronta il divario di genere nell’innovazione, sostenendo le start-up deep-tech guidate da donne nella fase iniziale e più rischiosa. Con un bilancio superiore a 10 milioni di euro, l’iniziativa offre un sostegno finanziario alle startup guidate da donne con sovvenzioni (fino a 74.000 euro cadauna) e l’assistenza e tutoraggio dell’EIC Business Acceleration Services (BAS) nel quadro del nuovo Women Leadership Programme.
_____________________________
BOX 2 - Il certificato europeo delle competenze digitali
Un’economia e una società in rapida evoluzione e basate sulla tecnologia richiedono che tutti abbiano competenze digitali. La Commissione europea sta conducendo uno studio di fattibilità su un certificato europeo delle competenze digitali (EDSC) affinché anche i datori di lavoro e gli enti di formazione possano riconoscere in modo rapido e agevole le competenze digitali acquisite dai cittadini. Le competenze digitali sono indispensabili - per lo studio, il lavoro e la vita di ogni giorno - tuttavia, risultano spesso poco intelligibili e non è semplice ottenerne il riconoscimento formale. Ciò si spiega, in parte, con l’ampia varietà di sistemi di formazione e certificazione delle competenze digitali elaborati da organizzazioni e governi. Allo studio di fattibilità si affianca un progetto pilota, condotto in collaborazione con alcuni Stati membri e stakeholder (Austria, Finlandia, Francia, Spagna, Romania), che testerà gli elementi costitutivi dei requisiti minimi di qualità per sostenere la trasparenza, l’accettazione e il riconoscimento reciproco del certificato europeo delle competenze digitali. A tal fine, le attività progettuali si svolgeranno in diversi settori del mercato del lavoro e in contesti di istruzione e formazione informali e non formali. I risultati confluiranno, quindi, nello studio di fattibilità sul possibile contributo della certificazione al rafforzamento della trasparenza e al riconoscimento delle competenze digitali e, indirettamente, dell’accesso da parte delle piccole e medie imprese alle competenze di cui hanno bisogno per la transizione digitale.
_____________________________
Conclusioni
Le misure proposte dalla Commissione nel nuovo pacchetto aiuti alle (micro) piccole e medie imprese sono declinate secondo 19 azioni che in parte prevedono nuovi interventi legislativi e, in parte, rilanciano programmi e iniziative pre-esistenti per migliorarne l’attuazione e l’efficacia nei confronti di queste imprese e imprenditori. La prima riflessione concerne la governance di queste misure che in molti casi richiede la stretta collaborazione di istituzioni europee, Stati membri e regioni che devono condividere non solo gli obiettivi, ma anche il metodo per far sì che si proceda verso una convergenza verso l’alto delle politiche destinate alle PMI nel quadro del mercato unico (upward convergence). Si tratta di collaborare sulla normativa di semplificazione degli oneri amministrativi e fiscali, e sulla verifica dell’impatto di direttive e raccomandazioni.
La seconda riguarda l’utilizzo mirato delle risorse finanziarie (ingenti) disponibili del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 evitando la sovrapposizione tra iniziative e strumenti a gestione diretta dell’UE e gestione nazionale e regionale, come verificatosi nel passato con effetti di “cannibalizzazione” tra strumenti finanziari che agivano sui medesimi territori.
La terza considerazione attiene al rafforzamento e adeguamento delle competenze delle risorse umane delle micro, piccole e medie imprese, al fine di aumentare il contributo del comparto (24 milioni di imprese e 85 milioni di addetti) all’economia dell’UE e alla duplice transizione digitale e verde. Lavoratori e lavoratrici delle micro e PMI devono poter aggiornare e riqualificare le proprie competenze con regolarità, per affrontare le sfide produttive, sociali ed economiche attuali e future. La mobilità professionale deve poter poggiare su un sistema di certificazione delle competenze riconosciuto a livello UE e basato sulle micro-competenze che via via si aggiungono (e migliorano) nel corso della vita lavorativa.
Bibliografia essenziale
European Commission, Annual Report on European SMEs 2022/2023. SME Performance Review 2022/2023, GROW-JRC, Brussels, 2023.
COM (2020) 103 final, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni “Una strategia per le PMI per un’Europa sostenibile e digitale”, del 10.03.2020, Bruxelles.
COM (2020) 274 final, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni “Un’agenda per le competenze per l’Europa per la competitività sostenibile, l’equità sociale e la resilienza, del 1.07.2023, Bruxelles.
COM (2021) 250 final, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio relativa a “Una nuova strategia per il finanziamento di NextGenerationEU”, del 14.4.2021, Bruxelles.
COM (2021) 102 final, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sul “Piano d’azione sul pilastro europeo dei diritti sociali”, del 4.03.2021, Bruxelles.
COM (2022) 702 final, Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che armonizza taluni aspetti del diritto in materia di insolvenza, del 7.12.2022, Bruxelles.
COM (2023) 335 final, Proposal for a regulation of the European Parliament and of the Council establishing the Strategic Technologies for Europe Platform (‘STEP’), 20.06.2023, Bruxelles.
Lang, T., Le politiche per le competenze: un target del piano d’azione del pilastro sociale, in Microfinanza anno X, n. 41, 2022.
Lang, T., L’educazione finanziaria digitale quale opportunità di trasformazione digitale, in Microfinanza anno X, n. 39, 2022.
Lang, T., I numeri della parità di genere e qualche proposta di policy, in Microfinanza anno VIII, n. 31, 2020.
Lang, T., Donne e impresa corsa a ostacoli o specie protetta, in Microfinanza anno VII, n. 26, 2019
NOTE
1 COM (2023), 535 final, Pacchetto di aiuti per le PMI, 12 settembre 2023
2 COM (2020) 103 final, Una strategia per le PMI per un’Europa sostenibile e digitale, del 10 marzo 2020.
3 Joint Research Centre
4 European Union, JRC, Annual Report on European SMEs 2022/2023. SME Performance Review
2022/2023”, Luxemburg, 2023.
5 Convenzionalmente le imprese che occupano meno di 10 addetti sono definite microimprese, quelle che occupano tra 10 e 49 addetti sono piccole imprese, mentre quelle che occupano tra 50 e 249 lavoratori sono definite medie imprese.
6 Regolamento (UE) 2020/672 del Consiglio del 19 maggio 2020 che istituisce uno Strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza (SURE) a seguito dell’epidemia di COVID‐19.
7 Per maggiori dettagli sulla politica di coesione dell’UE è possibile consultare il dossier dedicato sul sito dell’Agenzia per la coesione territoriale: https://www.agenziacoesione.gov.it/dossier_tematici/la-nuova-politica-di-coesione-2021-2027/
8 Regolamento (UE) 2021/523 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 marzo 2021 che istituisce il Programma InvestEU e che modifica il Regolamento (UE) 2015/1017.
9 Eurobarometro Flash 486: PMI, start-up, scale-up e imprenditorialità, settembre 2020, https://europa.eu/eurobarometer/surveys/detail/2244
10 COM (2008) 394 def, Comunicazione della Commissione, “Una corsia preferenziale per la piccola impresa”. Alla ricerca di un nuovo quadro fondamentale per la Piccola Impresa (un “Small Business Act” per l’Europa), del 25.06.2008.
11 COM (2020) 103 final, Comunicazione della Commissione “Una Strategia per le PMI per un’Europa sostenibile e digitale, del 10.03.2020
12 COM (2021) 250 final, Comunicazione della Commissione relativa a una nuova strategia per il finanziamento di NextGenerationEU, del 14.04.2021.
13 Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza, 12.02.2021, Bruxelles.
14 Si tratta dello scoreboard per la ripresa e resilienza (https://ec.europa.eu/economy_finance/recovery-and-resilience-scoreboard/smart.html?lang=it) costantemente aggiornato in base ai target e milestone conseguiti e rendicontati dai singoli Stati membri.
15 Si veda oltre par. 1.3
16 A titolo esemplificativo, si vedano le problematiche connesse al documento portatile A1, che determina la legislazione in materia di sicurezza sociale applicabile al titolare d’impresa. A partire da fine 2023, l’OOTS faciliterà le richieste ricorrenti di detto documento e consentirà la ricezione elettronica dell’output semplificando gli oneri amministrativi in capo ai piccoli imprenditori.
17 Si veda oltre par. 1.3
18 Sulla tassonomia per le attività sostenibili è possibile consultare le pagine dedicate sul sito della Commissione europea https://finance.ec.europa.eu/sustainable-finance/tools-and-standards/eu-taxonomy-sustainable-activities_en
19 La Commissione intende analizzare l’impatto dell’elevata inflazione e degli incrementi della produttività nel lungo periodo nonché l’interazione con eventuali misure supplementari per le imprese a media capitalizzazione, al fine di innalzare, ove giustificato, le soglie finanziarie dell’attuale definizione di PMI. Inoltre, si vuole giungere ad una definizione armonizzata per le piccole imprese a media capitalizzazione e, successivamente, adottare misure che rispecchino una definizione riveduta di piccola e media impresa nei pertinenti atti legislativi. Infine, la Commissione vuole creare una banca dati delle piccole imprese a media capitalizzazione e valutare eventuali misure per sostenere la crescita di dette imprese (compresa l’applicazione in forma adattata di alcune misure in favore delle PMI).
20 Decisione (UE) 2022/2481 che istituisce il programma strategico per il decennio digitale 2030
21 I poli europei, oltre a valutare la maturità digitale delle PMI, forniscono un’assistenza mirata, che spazia dalle competenze tecniche e dai test (“test before invest”) ai servizi di innovazione, come la consulenza finanziaria, la formazione e lo sviluppo delle competenze. Attualmente si trovano 151 poli di innovazione digitale in 30 diversi paesi europei. Entro la fine del 2025, dovrebbero sostenere circa 100.000 imprese ed enti del settore pubblico nell’UE.
22 Da analisi della Commissione un giorno di ritardo corrisponde a 158 milioni di euro in costi di finanziamento supplementari per le imprese europee, le nuove norme mirano a ridurre del 35 per cento i ritardi di pagamento. Inoltre, il tempo impiegato dalle imprese per sollecitare i debitori sarà ridotto significativamente, con un risparmio per le imprese europee di 340 milioni di ore-uomo, pari a 8,7 miliardi di euro.
23 La politica della Commissione europea per le PMI sostiene la “seconda possibilità” per gli imprenditori che incorrono nei fallimenti.
24 COM (2022) 702 final https://eur-lex.europa.eu/resource.html?uri=cellar:8adadc6c-76e9-11ed-9887-01aa75ed71a1.0018.02/DOC_1&format=PDF.
25 Maggiori dettagli sul programma InvestEU sono rinvenibili sul sito della Commissione europea al seguente link: https://investeu.europa.eu/index_en
26 COM (2023) 335 final, Proposal for a regulation of the European Parliament and of the Council establishing the Strategic Technologies for Europe Platform (‘STEP’), 20.06.2023.
27 Il negoziato è ancora in corso, se approvata la proposta STEP, la Commissione provvederà a rendere disponibili per le PMI le risorse supplementari stanziate per InvestEU.
28 Le risorse assegnate da uno Stato membro al comparto degli Stati membri in InvestEU per attuare un prodotto finanziario in InvestEU, sviluppato per il comparto UE da un istituto finanziario di portata internazionale in qualità di partner esecutivo (come il gruppo BEI o la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS)), non ricadrebbero nell’applicazione della normativa sugli aiuti di Stato (come spiegato dalla Commissione nella proposta relativa alla STEP).
29 Informazioni sulla piattaforma fi-compass sono rinvenibili al seguente indirizzo internet: https://www.fi-compass.eu
30 COM (2020) 274 final, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni “Agenda per le competenze per l’Europa per la competitività sostenibile, l’equità sociale e la resilienza”, del 1.07.2020.
31 Maggiori informazioni sul Piano d’azione del Pilastro sociale sono reperibili sul sito della Commissione europea al seguente link: https://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=1607&langId=en
32 Maggiori informazioni sui centri di eccellenza professionale sono reperibili sul sito della Commissione europea al seguente link: https://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=1501&langId=it
33 Sul Patto per le competenze si veda il sito della Commissione europea alla pagina dedicata: https://pact-for-skills.ec.europa.eu/index_it
34 Maggiori dettagli sul programma Erasmus giovani imprenditori sono reperibili sul sito della Commissione europea al seguente link: https://www.erasmus-entrepreneurs.eu/
35 Maggiori informazioni sull’iniziativa WomenTechEU sono reperibili sul sito della Commissione europea al seguente link: https://eismea.ec.europa.eu/programmes/european-innovation-ecosystems/women-techeu_en