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INTERVISTA AL COMANDANTE GENERALE GIUSEPPE ZAFARANA


EMMA EVANGELISTA

Raccontare la situazione economica italiana significa anche raccogliere quelle che sono le testimonianze di coloro che quotidianamente operano nel rispetto della legalità e vigilano sulle norme che regolano il mercato e i suoi attori. Per questo particolare attenzione va posta alle attività della Guardia di Finanza a supporto delle Stato e delle imprese. Microfinanza ha colto l’occasione per fare il punto con il Comandante Generale del Corpo, Giuseppe Zafarana, per comprendere meglio le attività in funzione anche della situazione economica nazionale nel contesto europeo degli aiuti del PNRR; e soprattutto per conoscere il quadro dell’attività di contrasto all’evasione e al sommerso che la Guardia di Finanza svolge sul territorio nazionale per poter garantire il nostro assetto economico.

Un manuale operativo per contrastare l’evasione fiscale, cosa significa oggi e quanto vale in italia il sommerso?

Il manuale operativo in materia di contrasto all’evasione e alle frodi fiscali (circolare 1/2018) propone una visione evoluta della verifica e del controllo fiscale, che valica i confini del procedimento tributario per collocarsi, in ragione dell’evoluzione dei compiti istituzionali del corpo, sul più ampio sfondo della tutela della sicurezza economico-finanziaria del Paese. Questo “cambio di rotta” risponde alla crescente complessità degli scenari investigativi, che impongono un’osmosi sempre più stretta tra le tradizionali metodologie di controllo e le tecniche d’indagine proprie di una forza di polizia. L’esperienza operativa evidenzia, infatti, che i reati tributari sono molto versatili e sono spesso strumentali ad altri illeciti a sfondo economico-finanziario, come il riciclaggio, la corruzione, l’indebita percezione di provvidenze pubbliche e la bancarotta. Da qui la crescente valorizzazione ai fini fiscali delle segnalazioni di operazioni sospette e delle indagini di polizia giudiziaria in tutti gli ambiti della missione istituzionale. Dall’ultima relazione sull’economia non osservata si rileva che il tax gap del nostro Paese, pur essendo in diminuzione (da 107,7 a 104,6 miliardi di euro tra il 2017 e il 2018), rimane ancora molto elevato, soprattutto a causa dell’evasione dell’iva e dell’irpef da attività di lavoro autonomo e d’impresa. Lo stesso documento sottolinea che la propensione a evadere si muove in direzione opposta rispetto all’economia nazionale, tendendo ad aumentare negli anni di recessione e a ridursi negli anni di espansione. Per questo motivo, abbiamo intensificato i controlli orientandoli, in modo sempre più selettivo, sui soggetti a rischio di frode o di evasione fiscale internazionale.

Criminalità organizzata, oggi quali sono le nuove forme di delinquenza e quale la penetrazione delle mafie straniere nel territorio?

La pandemia ha reso ancora più visibile la capacità della criminalità di essere “liquida”, ossia mutevole e dinamica, e la sua abilità nel cogliere ogni opportunità di guadagno, anche la più spregevole, e, in funzione di questa, di tessere alleanze e di insinuarsi e confondersi nell’economia sana del Paese. Le mafie, avendo un rilevante potere finanziario, possono presentarsi, infatti, alle imprese in crisi con il volto rassicurante del socio “occulto”, disposto a fornire liquidità immediata con l’intento di acquisirne il controllo. Possono garantire, inoltre, forme di “welfare criminale”, rafforzando il controllo del territorio e il consenso sociale. Questi rischi non si esauriranno con il riassorbimento dell’emergenza sanitaria: se non adeguatamente fronteggiati, continueranno a gravare sul nostro futuro, trovando ulteriori importanti opportunità anche nei nuovi interventi pubblici. Non sono estranee a tale scenario le organizzazioni criminali di origine straniera. le indagini confermano l’operatività sia di gruppi di basso livello, dediti prevalentemente alla commissione di reati comuni, sia di organizzazioni più articolate caratterizzate da una struttura gerarchica di tipo “verticistico”, in grado di interagire con quelle autoctone e di gestire traffici illeciti, anche internazionali.

Qual è la dimensione della collaborazione con le strutture della difesa e del Ministero degli Interni? In quale particolare segmento completate la loro azione per i profili di competenza?

La collaborazione con il Ministero dell’Interno si sviluppa attraverso le attività connesse all’esercizio delle funzioni di polizia giudiziaria, il contrasto ai traffici illeciti e il concorso al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica. Lo scorso anno la guardia di finanza ha assicurato l’attuazione delle misure di contenimento della pandemia eseguendo 1 milione e 340 mila controlli, che hanno consentito di sanzionare circa 26.800 soggetti e di denunciarne all’autorità giudiziaria circa 6.000. In aggiunta, la nostra componente aerea ha fornito supporto al dipartimento della Protezione Civile eseguendo 40 missioni volo che hanno consentito il trasporto di oltre 35 tonnellate di materiale sanitario e di 535 unità di personale medico nelle aree maggiormente colpite dal contagio. Vorrei ricordare anche la preziosa azione di soccorso quotidianamente svolta dal Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, che lo scorso anno ha eseguito 1.531 interventi portando in salvo 1.718 persone. La Guardia di Finanza è, inoltre, responsabile dei servizi di ordine e sicurezza pubblica a mare, dove il contrasto ai traffici illeciti è assicurato da un dispositivo d’intervento unitario composto dai reparti speciali, territoriali e aeronavali.

Tutela della privacy e frodi tecnologiche, la Guardia di Finanza è il corpo scelto che opera in ausilio al garante. come è cambiata la percezione della sicurezza e quali sono le categorie più esposte alle nuove truffe tecnologiche?

La sinergia tra l’autorità garante e la guardia di finanza consente, da anni, al nostro Paese di poter contare su un dispositivo di controllo flessibile e articolato, in grado di integrare le attività ispettive del competente dipartimento dell’autorità con tutti i controlli in loco necessari a garantire il rispetto della protezione dei dati. Il rinnovo del protocollo d’intesa il 31 marzo scorso permetterà all’Authority di avvalersi della collaborazione del nostro nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche anche per la conduzione di ispezioni congiunte con altre autorità estere. Questo memorandum segna un deciso potenziamento dell’azione di controllo in un settore la cui importanza è venuta ulteriormente in rilievo nel pieno della fase pandemica, in ragione dell’accentuata vulnerabilità dei mercati e, più in generale, di relazioni che, per via delle limitazioni agli spostamenti, si sono trasferiti in larga parte online. Categorie che prima non erano esposte a truffe e raggiri lo sono diventate: basti pensare ai tanti consumatori che sono stati attratti da prodotti presentati, in modo ingannevole, come in grado di prevenire o di curare le infezioni da covid-19, oppure accompagnati da falsi certificati di conformità.

Microfinanza e microcredito, nuovi strumenti per supportare la ripresa economica e garantire un futuro a soggetti fragili e ‘non bancabili’. Strumenti economici che vedono centrale il ruolo umano nei servizi ausiliari, ma anche il controllo bancario sulla liquidità per evitare truffe e default. Ritiene che possano essere strumenti efficaci per il contrasto a usura e sommerso e come immagina il ruolo della moneta nell’economia?

Le iniziative di supporto alle piccolissime imprese e ai consumatori in difficoltà rappresentano fondamentali strumenti di inclusione finanziaria perché forniscono un sostegno a soggetti che, per le difficoltà di accesso al credito tradizionale, rischiano di essere vittime dell’usura, ancora di più in periodi di crisi come quello attuale. La guardia di finanza è impegnata nel contrastare ogni forma di abusivismo bancario e finanziario e nel prevenire i fenomeni usurari, e questo a garanzia dei cittadini. Vigiliamo, inoltre, per evitare il rischio che gli strumenti di sostegno finanziario, allorquando siano assistiti da provvidenze pubbliche, diventino oggetto di sviamento, vanificando le nobili finalità per le quali il Legislatore li ha previsti.

Cosa pensa dei sistemi di blockchain e delle nuove monete virtuali dai bitcoin alle transazioni elettroniche? Quali i metodi di controllo in campo?

Le transazioni in valuta virtuale sono un formidabile veicolo di business, poiché consentono agli operatori economici di interagire su scenari internazionali a costi ridotti e con la possibilità di perfezionare in modo istantaneo trasferimenti di ingenti somme di denaro. Per queste ragioni, la criptomoneta ha attirato su di sé l’attenzione dei criminali informatici. Basti considerare che, secondo il report annuale di chainalysis, la principale società di forensic blockchain al mondo, “nel 2019 l’attività illecita ha rappresentato il 2,1% del volume complessivo delle transazioni di criptovaluta o circa 21,4 miliardi di dollari”. Le innegabili potenzialità criminogene delle valute virtuali non debbono condurre, tuttavia, a conclusioni affrettate circa la natura del circolante virtuale e la legittimità del suo utilizzo. Infatti, una transazione in valuta virtuale – quale che sia l’infrastruttura o la base monetaria utilizzata – è di per sé neutra: l’illiceità dell’operazione potrebbe eventualmente dipendere dalla causa della transazione o dall’oggetto di essa. Ricordo che l’italia, con il d.lgs. 90/2017, nel recepire la iv direttiva antiriciclaggio, ha anticipato la normativa unionale contenuta nella successiva v direttiva, attribuendo agli operatori in valuta virtuale (exchangers e wallet service providers) lo status di soggetti obbligati ai fini antiriciclaggio, nei cui confronti sono oggi, quindi, esercitabili i poteri di polizia valutaria. A breve dovrebbe essere emanato il decreto ministeriale che avvierà il censimento di tali operatori: saranno in tale sede definiti i requisiti prescritti per svolgere legalmente l’attività, da parte di soggetti italiani ed esteri, e introdotti meccanismi di cooperazione tra le autorità per l’accertamento di comportamenti irregolari.

La tecnocrazia dei social spaventa, ma la Guardia di Finanza, si adegua con reparti sempre più specializzati, quale sarà l’evoluzione del corpo? Il finanziere del futuro sarà dotato di occhiali cyber o si farà sempre leva sulle capacità di indagine tradizionali in controtendenza? Nel suo programma c’è la volontà di inserire l’intelligenza artificiale per le nuove tecniche di indagine?

Alla luce delle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e nell’ottica di migliorare ulteriormente la capacità dei reparti di incidere sui più gravi e pericolosi fenomeni di illegalità economico-finanziaria, la guardia di finanza sta integrando le tradizionali metodologie operative con avanzate tecniche di analisi che mirano ad estrarre “conoscenza” dalle banche dati. L’obiettivo è quello di implementare modelli di analisi, anche basati su sistemi di intelligenza artificiale, che possano supportare il processo di individuazione dei target connotati da più elevati profili di rischio verso cui orientare l’azione investigativa, nel doveroso bilanciamento con la privacy dei cittadini. L’utilizzo di queste tecniche non potrà mai sostituire, però, le attività tipiche del finanziere, la cui “cifra” risiede, oggi, nelle sue competenze professionali e nella sua capacità di interpretare, con vitalità e modernità, l’azione di prevenzione, ricerca e repressione di tutti gli illeciti a sfondo economico e finanziario: un modello di ufficiale di polizia giudiziaria in grado di analizzare un bilancio d’esercizio; di svolgere accertamenti bancari e patrimoniali; di verificare la contabilità aziendale e quella degli enti pubblici. L’uomo rimarrà, quindi, sempre al centro della strategia operativa del corpo.

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