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DALLE IMPRESE ALLO SVILUPPO SOSTENIBILE LA VIA PER LA RIPRESA E RESILIENZA PASSA ATTRAVERSO L’ATTENZIONE ALLA PMI, ALL’ARTIGIANATO E ALL’AGRICOLTURA

Emma Evangelista

Il Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea è il maggiore gruppo bancario cooperativo italiano ed è in prima linea nel promuovere un radicale cambio di paradigma nel modo di fare banca. Nato con la riforma del credito cooperativo italiano, il Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea riunisce oltre 130 Banche di Credito Cooperativo che hanno scelto di affidarsi a Iccrea Banca per crescere insieme e mettere a disposizione dei propri clienti un’offerta di servizi e prodotti della massima qualità.Il Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea è il terzo gruppo bancario nazionale per sportelli e il quarto per attivi. La sua storia inizia nel 1963. Conta in totale 2.529 sportelli in oltre 1.700 comuni italiani; oltre 3 milioni di clienti, di cui circa 825 mila soci; attivi per oltre 169 miliardi di euro. Presenta, inoltre, una raccolta pari a 140 miliardi di euro e impieghi lordi per 92,8 miliardi di euro. L’Ente Nazionale per il Microcredito ha ratificato accordi quadro con ICCREA per sostenere la microfinanza come strumento operativo per la ripresa economica. Di seguito abbiamo intervistato l’AD, Mauro Pastore, sulle potenzialità ancora da sviluppare.

Direttore Pastore, il Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea è il terzo gruppo bancario italiano con una forte connotazione territoriale e un’attenzione alle esigenze della persona. Potrebbe farci un bilancio economico in termini di investimenti durante il periodo pandemico? La pandemia ha ancora effetti sulla popolazione italiana e mondiale, con conseguenze sotto diversi profili, sociali ed economici. Se in Italia i vaccini stanno dando i risultati attesi, non possiamo avere la certezza di quanto sarà lunga l’onda delle difficoltà legate all’economia reale. Sul territorio è emerso con immediatezza l’esigenza di rappresentare, fin dal marzo del 2020, un punto di ascolto e di riferimento per le famiglie e le piccole e medie imprese, primarie interlocutrici delle Banche di Credito Cooperativo del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea. Oggi sono 128 le BCC aderenti al Gruppo, e se siamo tra i primi gruppi bancari come articolazione sul territorio, lo siamo stati e lo continueremo a essere anche verso le esigenze locali del nostro Paese. Basti pensare che circa 1/4 dei nostri impieghi era soggetto a moratorie, per un valore di quasi 22 miliardi di euro. Questo conferma quanto è rilevante il nostro ruolo di attenzione e di stretto legame con le piccole, a volte micro, aziende e artigiani che popolano l’economia italiana. Una dinamica di sostegno che oggi, fortunatamente, apprezza segnali di ripresa, dove nel nostro caso le moratorie residue sono scese a poco più di 5,5 miliardi di euro. Sul fronte poi dell’essenziale impegno per la liquidità delle aziende, come Gruppo abbiamo realizzato nuovi finanziamenti coperti da garanzia pubblica, con importo sia superiore che inferiore a 30 mila euro, per oltre 9 miliardi di euro. Il nostro lavoro certamente non finisce qui. Perché appunto le esigenze di attenzione all’economia reale permangono, e l’obiettivo di ogni Banca di Credito Cooperativo è di preservare lo sviluppo sostenibile del territorio in cui opera, auspicando che vengano promosse, insieme, iniziative di carattere pubblico sul fronte fiscale e industriale, volte ad agevolare gli investimenti sia interni che dall’estero. Possiamo affermare che il microcredito e lo straordinario prodotto che oggi conosciamo e che ha contribuito a creare oltre 16mila imprese in Italia nasce con le BCC. Oggi il Gruppo Iccrea sostiene la Microfinanza in modo organico e contribuisce a sviluppare le iniziative a livello locale delle BCC aderenti. Qual è il suo personale bilancio dopo aver vissuto la nascita di questi progetti? Ad oggi possiamo affermare che, in Italia, un’operazione di microcredito imprenditoriale su quattro (garantita dall’apposita sezione del Fondo di Garanzia per le PMI) è stata veicolata dalle BCC aderenti al Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea. Un numero che rappresenta un’autentica evidenza, e che premia il ruolo di ogni BCC come fulcro dello sviluppo locale che determina l’ossatura della nostra economia, oltre a essere una risorsa da preservare. Il Gruppo nel tempo ha quindi guadagnato un posizionamento nazionale di rilievo, rappresentando il primo player in Italia per operazioni con queste caratteristiche sia per volumi complessivi (ben oltre i 70 milioni di euro realizzati dal 2015) che per numero di operazioni, più di 3.000 in tutto il Paese. Questo ritmo è stato mantenuto dalle nostre BCC anche nel difficile 2020, nel quale il ruolo di prossimità di ogni Banca del Gruppo ha fatto spesso la differenza. Per venire ai protocolli che abbiamo sottoscritto assieme, certamente vogliamo intensificare le attività delle BCC verso le proprie comunità di riferimento, confrontandoci con loro per l’avvio di nuovi progetti di micro imprenditoria, e affiancando a questo le iniziative di microcredito sociale con nuovi progetti che riceveranno la garanzia di un fondo attivato con risorse private. Stiamo incontrando con una certa continuità tutte le BCC del Gruppo per tenerle costantemente aggiornate sulle prospettive e le opportunità che possono essere valorizzate grazie all’accordo con l’Ente Nazionale per il Microcredito. Alla luce della normativa EBA sul default bancario quale è stato sinora il bilancio e come Iccrea ha saputo mediare tra le esigenze di una clientela in difficoltà e le norme per evitare che la platea dei ‘non bancabili’ (che il microcredito cerca di recuperare) si ampli ulteriormente? Le novità normative di maggior impatto legate alla recente introduzione della Nuova Definizione di default, sono riferite ai termini più stringenti per la classificazione a credito deteriorato (operazioni da considerare “past due” superati i 90 giorni di scaduto, con una soglia di rilevanza abbassata all’1%) nonché alla introduzione della regola della “ridotta obbligazione finanziaria”, per la quale è obbligatoria la classificazione a credito deteriorato in caso di ristrutturazione o variazione di una posizione che comporta una “perdita finanziaria” per la banca per oltre l’1%. Pur in presenza di un notevole inasprimento da un punto di vista regolamentare, il ruolo di Banca di prossimità delle BCC sta in ogni caso aiutando a contenere il default della clientela, soprattutto per quella di piccole e medie dimensioni, considerando che la conoscenza diretta del cliente consente più agevolmente di intervenire in maniera tempestiva ai primi segnali di crisi. Le BCC, anche con l’aiuto della Capogruppo Iccrea Banca, si sono ormai dotate di strutture specializzate nella gestione del credito che manifesta i primi segnali di difficoltà, assistendo la clientela anche con una funzione di consulenza, per individuare le soluzioni più tempestive ed efficaci. Tale attenzione, insieme a una filiera decisionale tradizionalmente più snella rispetto a quella dei competitor nazionali, ci consente di attuare interventi in maniera rapida. In tal modo si evita l’aggravamento della situazione finanziaria di imprese che hanno comunque tutte le potenzialità per continuare a dare valore ai territori in cui operano e che, ancorché spesso di ridotte dimensioni, giocano comunque un ruolo importante nell’ambito delle nostre “filiere produttive”. È inoltre da sottolineare che le misure governative di supporto all’economia, sia in termini di moratorie che di accesso alla liquidità – con il supporto del Fondo di Garanzia – sono state una leva preziosa per sostenere le micro-imprese e le PMI a contenere gli effetti della crisi. Abbiamo notato il trend di forte crescita dei risparmi da parte delle famiglie. Quali possono essere i prossimi passi, per un gruppo bancario radicato sul territorio come il vostro, per valorizzare queste importanti risorse finanziarie? Con l’inizio della pandemia le famiglie e le imprese hanno depositato sui conti correnti ingenti disponibilità finanziarie. Questo, essenzialmente per due motivi: nei momenti di incertezza prudentemente non vengono investiti risparmi poiché si tende a conservare un patrimonio di ‘riserva’ verso ciò che può rappresentare un futuro ignoto, come appunto è stato quando il virus ha travolto la nostra quotidianità, generando preoccupazioni per il futuro. Il secondo motivo, legato al primo, è che fino a poco tempo fa vi era una profonda incertezza sulla capacità di spesa da parte dei consumatori. Motivo per cui le imprese che hanno avuto le capacità di rimanere sul mercato, hanno in larga parte rallentato gli standard di produzione, e conseguentemente, aumentato le disponibilità sui propri conti. Oggi la fiducia, specialmente in Italia, sta tornando, e stiamo apprezzando un significativo aumento dell’acquisto di beni durevoli e di macchinari per la produzione. Questa dinamica alimenta così la propensione verso una continua crescita della domanda e, di conseguenza, una potenziale riduzione delle risorse finanziarie presso i conti correnti. Ecco allora che, se da una parte le BCC del Gruppo Iccrea possono avere un ruolo sostanziale di consulenza verso imprese e famiglie per effettuare adeguati investimenti, dall’altra parte l’aver depositato un’ingente somma di denaro presso i propri conti, tocca il tema più ampio dell’educazione al risparmio. Su quest’ultimo punto, le BCC del Gruppo Iccrea sono particolarmente attive, non solo perché hanno una rete di sportelli che garantisce una adeguata copertura territoriale e di confronto con le famiglie, ma perché conoscono la loro clientela e possono essere parti attive e propositive verso essa. Per questo, a ottobre, anche Iccrea è stata inserita nel calendario degli eventi dedicati al mese dell’educazione finanziaria, con il lancio della campagna “Ottobre in BCC”. Le BCC in questo ambito possono fare la differenza, possono informare e, contestualmente, formare. Essere quindi coprotagoniste del rilancio del Paese, promuovendo una cultura del risparmio e dell’investimento, in grado di tutelare il futuro e il benessere economico della persona e delle famiglie, a cominciare dai più giovani. Le BCC del Gruppo Iccrea hanno, ciascuna, la propria peculiarità e si confrontano con diverse complessità di ogni territorio. Anche per una sana, ma possibilmente fruttifera, gestione del risparmio abbiamo messo in pista percorsi di cultura e, insieme, strategie industriali per offrire alle famiglie un’offerta di alta qualità che, necessariamente, si avvale anche dell’uso delle moderne tecnologie. PNRR investimenti e tecnologia, come il sistema bancario potrà favorire la ripresa e il sostegno all’utente? Il PNRR è un’occasione sensazionale, per tutta l’economia italiana. Ma le risorse devono essere gestite con intelligenza, anche perché le verifiche da parte dell’Europa sugli avanzamenti del progetto sono rigorosi. Noi, come Gruppo Iccrea, vogliamo fare la nostra parte e in modo efficace. Questo sostanzialmente si traduce con l’impegno, da parte di ogni BCC e con il coordinamento di Iccrea, per far confluire parte delle risorse previste nel PNRR alle PMI, ed evitare così che solo le grandi imprese o le grandi stazioni appaltanti possano beneficiare dei fondi europei. È una dinamica, questa, non scontata nella quale, come gruppo bancario che si affianca in modo responsabile accanto ai propri clienti, vogliamo esprimere e proporre le nostre progettualità. Non mi riferisco solo alla salvaguardia delle imprese più piccole, ma anche ad una equa distribuzione delle risorse su tutto il territorio italiano. Su questo, infatti, credo che il PNRR sia l’occasione per un vero rilancio anche del nostro Mezzogiorno. Come Iccrea abbiamo avviato una cabina di regia che sarà in grado di interloquire sia con le imprese, sia con le pubbliche amministrazioni, per tutte le esigenze che riguardano la gestione e valorizzazione delle risorse generate dal Piano. Rispetto alle imprese, poi, il ruolo del Gruppo sarà quello di accompagnarle, sotto il profilo anzitutto consulenziale e poi finanziario, per una gestione sapiente dei fondi europei. Il microcredito come possibilità di impresa ma anche come sostegno sociale in momenti di difficoltà temporanea per soggetti fragili. La legge prevede la possibilità di erogare Microcredito sociale ma effettivamente non esiste un fondo di garanzia che lo permetta. Potrebbe essere una opportunità da valutare con il gruppo? Le Banche di Credito Cooperativo hanno da sempre affiancato le iniziative di microcredito, e nella quasi totalità in forte sinergia con l’Ente Nazionale per il Microcredito. Questo perché vi è sempre stato, da parte delle nostre BCC, una significativa e, aggiungerei, appassionata sensibilità verso le persone e le piccole e medie imprese che, per diversi motivi, possono non raggiungere caratteristiche adeguate per accedere al credito bancario tradizionale. Adoperarsi al riguardo significa mettere la propria organizzazione a disposizione di chi beneficia del credito, con successivi e inevitabili costi a carico delle nostre Banche in quanto parte della loro missione sociale. Il rischio di credito conseguente, che è maggiore rispetto ad altre iniziative che possono verificarsi sul territorio, non può restare a carico delle BCC in quanto già realizzano quotidianamente questa attività con un forte spirito di servizio senza finalità di lucro. Ecco perché i fondi di garanzia devono essere e rimanere uno strumento necessario sul fronte del microcredito sociale. Saremo pronti a valutare soluzioni che l’Ente potrà individuare e proporre, con la definizione di soglie da mettere a disposizione di eventuali situazioni di deficit legate a queste tipologie di iniziative che, nel tempo, potrebbero sorgere e accumularsi. Non a caso, uno dei protocolli d’intesa siglati con l’Ente ha riguardato uno studio di fattibilità per la costituzione di un fondo di garanzia nazionale destinato esplicitamente al supporto del microcredito sociale.

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