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RECUPERARE AUTOSTIMA E LIBERTA’: L’OBIETTIVO PER RINASCERE
RECUPERARE AUTOSTIMA E LIBERTA’: L’OBIETTIVO PER RINASCERE
Intervista a Francesca Innocenti direttrice del più antico centro antiviolenza d’Italia.
Elisa Pandolfi
Il Centro Donna Lilith è un’associazione che da più di trent’anni opera nel territorio di Latina e provincia per sostenere le donne che vogliono dire basta alla violenza domestica e di genere. Il Centro Lilith, nasce esattamente 10 anni dopo “Il massacro del Circeo” avvenuto nel 1975, un caso di rapimento, stupro e omicidio nel comune di San Felice Circeo, provincia di Latina, in cui due giovani donne vennero picchiate e stuprate da tre coetanei fino a provocare la morte di una di loro.
Il delitto, provocò nel nostro Paese un’indignazione pubblica tale da mobilitare migliaia di donne che, nell’ottobre dello stesso anno, organizzarono a Roma, per la prima volta, una manifestazione nazionale contro la violenza sessuale.
Lilith nasce, in questo territorio martoriato, proprio con l’intento di prevenire e combattere la violenza contro le donne. Ad oggi l’associazione gestisce tre centri antiviolenza, uno a Latina, uno ad Aprilia e uno a Priverno, più tre sportelli antiviolenza e dal 2003 anche una Casa rifugio, dove le donne, anche con figli minori, possono trovare un rifugio sicuro. L’Associazione interviene anche attraverso iniziative di formazione e aggiornamento, per conto di Enti locali e altre Associazioni, sulle tematiche legate alla violenza su donne e minori.
Abbiamo intervistato per Microfinanza, Francesca Innocenti - direttrice del Centro Lilith, che ha partecipato all’evento - sfilata “È un’ impresa dire no alla violenza” tenutosi a Napoli lo scorso gennaio presso il Teatro San Ferdinando.
La Direttrice, del Centro Antiviolenza più antico d’Italia, ci ha raccontato di cosa si occupa l’associazione Lilith e quali sono secondo lei le potenzialità del Microcredito di Libertà.
Direttrice, può raccontarci di cosa si occupa il Centro Donna Lilith e quali sono le attività che vengono svolte all’interno dell’associazione?
Il Centro Donna Lilith di Latina è un’associazione di promozione sociale attiva dal 1986 sul territorio di Latina e provincia per il contrasto e la prevenzione alla violenza di genere e domestica. Sono quindi 38 anni che siamo al fianco delle donne del nostro territorio che vogliono dire basta a una qualsiasi forma di violenza che hanno subito.
Nel concreto, gestiamo tre centri antiviolenza di cui quello di Latina nato nel 1991 è uno dei primi in Italia. Accogliamo, ascoltiamo e supportiamo le donne. All’interno dei centri antiviolenza opera esclusivamente personale femminile e creiamo con loro quello che è un progetto di fuoriuscita dalla violenza, lo condividiamo con loro e capiamo quali sono gli obiettivi che vogliono raggiungere.
Effettuare un percorso di fuoriuscita dalla violenza è estremamente importante per riprendere in mano la propria vita. Inoltre abbiamo quella che è l’unica Casa rifugio della nostra provincia di Latina, la Casa Rifugio Emily, che l’anno scorso ha compiuto vent’anni di attività e ha sette posti letto, purtroppo molto pochi rispetto alla richiesta che abbiamo quotidianamente e ogni anno.
Dopo aver dotato il nostro territorio di servizi fondamentali, quali centri antiviolenza e la messa in protezione all’interno della Casa Rifugio, nel 2018 abbiamo deciso di rispondere a un avviso pubblico del Dipartimento delle Pari Opportunità proprio per l’implementazione degli inserimenti socio lavorativi delle donne vittime di violenza, che era l’ultimo anello mancante rispetto a quello di creare realmente una rete che potesse sostenere le nostre donne dall’inizio alla fine.
Questo bando, che è stato aggiudicato unitamente al comune di Latina, ci ha permesso di far sperimentare alle donne che si rivolgevano alla nostra associazione, a volte per la prima volta, come ci si approccia al mondo del lavoro, come si riscoprono competenze che si pensava di non avere e come si sogna un futuro libero da una qualsiasi forma di violenza.
Di questa progettualità abbiamo fatto una scommessa, unire cioè donne che non si erano mai viste ma che condividevano l’essere purtroppo vittime di violenza.
Questo è stato un percorso di formazione, generativo, abbiamo scommesso con loro e con delle imprenditrici del posto per farle diventare delle artigiane specializzate in pelletteria, una pelle particolare, la pelle di bufala che in Italia non viene utilizzata quasi mai se non per fare le cinghie di distribuzione delle macchine o le cinghie per ancorare gli armadi; noi l’abbiamo ripresa e utilizzata nel nostro territorio che è un territorio di bufale, e quei segni che noi vedevamo sulla pelle dell’animale, erano per molti imperfezioni ma per noi erano i segni visibili o invisibili che le nostre donne portavano.
È stato un percorso trasformativo sia per le donne ma anche per le operatrici che le hanno seguite perché abbiamo visto finalmente le donne trasformate, erano diventate sicure di loro stesse e delle proprie capacità. Le abbiamo accompagnate, finita la progettualità del Dipartimento delle Pari Opportunità, nel capire cosa volessero “fare da grandi”, liberandosi anche di noi come centro antiviolenza che eravamo un peso un po’ ingombrante. Quindi le abbiamo accompagnate verso il loro sogno di essere autonome e indipendenti da chiunque, libere di poter decidere di fare cose giuste o sbagliare e dallo sbaglio ripartire.
Queste donne si sono poi costituite e sono diventate una società che attraverso il loro laboratorio La.B, fanno inclusione di altre donne che come loro hanno seguito dei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. Questo è l’esempio di donne che ce l’hanno fatta!
Cosa pensa del Microcredito di Libertà? Può essere uno strumento utile alle donne vittime di violenza per riconquistare l’autostima, l’indipendenza economica e la libertà che hanno purtroppo perduto a causa delle violenze subite?
Il Microcredito di Libertà è uno strumento utile nel momento in cui, come operatrici, le riusciamo ad accompagnare nel capire che può diventare per loro l’opportunità che stavano aspettando.
Come centri antiviolenza noi lavoriamo sul loro bilancio di competenze, cerchiamo di fargli comprendere che si può uscire dalle mura domestiche e si può sognare un lavoro al di fuori del prendersi cura solo della casa, del marito e dei figli. Questo aspetto è importante per la loro formazione, per la loro riqualificazione, per il loro sogno. Ovviamente con un piano di realtà solido che le possa rendere autonome perché fin quando saranno in contatto con il maltrattante o in attesa che il maltrattante paghi loro il mantenimento per i propri figli, loro saranno sempre in connessione e sotto scacco di un qualcosa di violento.
Essere libere di poter scegliere cosa comprare, come investire; libere di potersi curare e non prendersi cura solo di “qualcos’altro o qualcun’altro” ma di loro stesse, grazie al microcredito di libertà loro sono in grado di farlo.