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È UN’IMPRESA DIRE NO ALLA VIOLENZA L’EVENTO - SFILATA DI EVALAB E ENM PER L’EMANCIPAZIONE ECONOMICA DELLE DONNE
È UN’IMPRESA DIRE NO ALLA VIOLENZA
L’EVENTO - SFILATA DI EVALAB E ENM PER L’EMANCIPAZIONE ECONOMICA DELLE DONNE
Elisa Pandolfi
L’evento, “È un’impresa dire no alla violenza” è stata un’occasione per presentare lo strumento Microcredito di Libertà e per promuovere la rinascita e l’emancipazione economica di donne in uscita da percorsi di violenza che, grazie all’imprenditoria, stanno scrivendo un nuovo capitolo della loro vita.
Questo evento che ha visto come focus la sfilata delle donne del progetto EvaLab nel foier del Teatro San Ferdinando di Napoli è stato ideato e voluto dalla capoprogetto MDL Daniela Brancati e dalla Presidente della Cooperativa sociale EVA, Lella Palladino, che l’hanno progettato pensando alle tante donne vittime di violenza che vogliono riscattarsi attraverso l’autoimpresa. In particolare, le donne che hanno realizzato gli abiti della sfilata, hanno trovato il coraggio e la forza di prendere in mano la propria vita e di entrare in un settore, come quello della moda, che offre molteplici opportunità lavorative.
Sotto le luci dei riflettori ha aperto la serata l’attrice partenopea, Giovanna Sannino, volto noto della serie televisiva Rai “Mare Fuori” e grande promessa del cinema italiano, che ha recitato un monologo scritto da lei pochi giorni dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin, ennesima vittima di femminicidio. L’attrice nel monologo esprime la necessità e l’esigenza di un cambiamento culturale per porre fine alla violenza maschile contro le donne e lo fa promuovendo l’amore, un amore puro e autentico come quello verso un figlio, da qui la scelta di intitolare il soliloquio “lettera a mio figlio”: un elogio alla bellezza della fragilità e della sensibilità, “l’essere fragili ci rende ancora più speciali” - ha dichiarato l’attrice.
Al termine della performance della Sannino, la musica di “Carmina Burana” ha introdotto la sfilata che ha visto come protagoniste le donne di EvaLab (laboratorio sartoriale della cooperativa EVA per l’inserimento lavorativo di donne in uscita da percorsi di violenza) che hanno indossato gli abiti creati da loro e dagli studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli. La collaborazione con l’Accademia è la testimonianza concreta di come fare rete crei delle partnership collaborative che danno vita a preziose opportunità.
Le nove donne sono scese dalle due scalinate laterali che incorniciavano il palco, per ritrovarsi poi tutte insieme al centro ad accogliere gli applausi e lo stupore del pubblico. Si percepiva l’emozione sui volti e la soddisfazione nella consapevolezza di aver riconquistato una piccola parte di libertà. La bellezza dell’essere libere, frutto del tanto lavoro individuale che queste donne hanno fatto su se stesse.
Dopo la sfilata la serata è proseguita con la Capoprogetto MDL Daniela Brancati e la direttrice di EVA e fondatrice della cooperativa EvaLab, Lella Palladino, che hanno spiegato come il microcredito di libertà possa essere una valida opportunità per uscire dalla violenza economica grazie all’imprenditorialità. La Palladino ha dichiarato: “Nei nostri territori l’unico lavoro che si trova è un lavoro precario, è un lavoro saltuario, mentre il messaggio che abbiamo voluto dare organizzando questa serata è che, non solo dalla violenza si può uscire ma lo si può fare ricostruendo la propria vita e credendo in una imprenditoria sana”.
Il messaggio trasmesso da questo evento è che il settore della moda può essere un ambito di eccellenza verso cui orientare le donne in uscita da percorsi difficili e il Microcredito di Libertà in questa ottica, può essere un valido supporto.
A sostenere e rafforzare l’idea che il mondo della fashion può essere un settore da sfruttare, sono intervenuti importanti nomi della moda e dell’impresa che si sono alternati sulla scena con i rappresentanti dei CAV e delle Case Rifugio che hanno testimoniato l’importanza degli strumenti di sostegno economico all’impresa per sostenere l’uscita dai percorsi di violenza.
Il presidente della Maison Gattinoni, Stefano Dominella intervenuto per un sostegno e un saluto ha dichiarando: “lo spettacolo a cui ho assistito è un segno di forza e di rinascita per le donne ma anche per il settore della moda che può essere un veicolo per uscire da un problema subdolo e invisibile come quello della violenza economica”.
Il settore della moda, ha spiegato Dominella, richiede un grande impegno perché è un settore produttivo basilare per la nostra cultura che porta al nostro Paese una valuta straniera per ben 100 miliardi di euro, creando occupazione per 600.000 persone tra circa 280 piccole, medie e grandi aziende sul nostro territorio. La moda ha sempre più bisogno di artigianato e di manualità soprattutto in un momento come questo in cui le acquisizioni estere hanno rilevato le griffe italiane.
A Dominella hanno fatto eco con le proprie testimonianze: Elena Perella del marchio Schubert e Susanna Moccia Presidente del pastificio di Gragnano con un incoraggiamento alle donne che vogliono entrare nel mondo dell’imprenditoria femminile. La Perella ha dichiarato di sognare una società nuova fatta di maschi e femmine dove ci sia rispetto e stima reciproca, perché il rispetto è professionalità e la professionalità rompe gli argini e l’indipendenza economica rende liberi, liberi di emergere.
La Moccia ha raccontato che la strada imprenditoriale è ardua e piena di bivi da prendere ma l’importante è credere sempre in se stesse, non arrendersi mai e fissarsi degli obiettivi. Lei stessa ha raccontato di aver vissuto un’esperienza con un accento di discriminazione di genere in occasione della sua candidatura a presidente del gruppo “giovani imprenditori”, ma quell’esperienza l’ha spinta a impegnarsi ancora di più nell’ottenere gli obiettivi che si era prefissata.
In rappresentanza di uno dei centri antiviolenza più antichi d’Italia, il centro Lilith è intervenuta la Presidente Francesca Innocenti, spiegando il delicato e complicato lavoro che i centri antiviolenza svolgono ogni giorno con le donne vittime.
L’elemento chiave per affrontare un colloquio è l’ascolto: le donne hanno bisogno di essere ascoltate e di sentirsi al sicuro. “Quando si parla di inclusione - ha dichiarato la Presidente di Lilith - “Parliamo di sognare che un futuro diverso sia possibile, libero da qualsiasi forma di violenza. Il Microcredito di libertà è un’opportunità per queste donne, perché se non si è libere economicamente non si può sognare la libertà”.
Le testimonianze rendono la misura del grande lavoro che ogni giorno questi Centri Antiviolenza e le Case Rifugio fanno per le donne. Le accolgono, le accompagnano in un percorso difficile e le sostengono fino al momento in cui loro riescono a trovare la forza di reagire e sognare di nuovo. Sensibilizzato al tema, il Presidente della IUAD - Accademia della moda, Michele Lettieri che ha deciso di sostenere almeno uno di questi sogni offrendo la possibilità di frequentare un percorso di studi presso l’Accademia con una borsa di studio.
La manifestazione si è poi conclusa con uno scambio di domande tra la coordinatrice del laboratorio Ciak si cuce, Mariola Grodzka e il Segretario Generale dell’Ente Nazionale per il Microcredito, Riccardo Graziano che hanno affrontato insieme il problema del sostegno economico alle progettualità di impresa.
Quindi il Segretario Generale ha spiegato chi può accedere al microcredito, ribadendo come il Microcredito di Libertà sia un progetto di grande speranza che può creare indipendenza economica contribuendo a incrementare l’imprenditoria femminile e al contempo contrastare una delle forme più sottovalutate e persuasive di violenza sulle donne, quella economica.
A chiudere la serata, il giovane attore napoletano Gaetano Migliaccio, anche lui volto noto della fiction Rai “Mare Fuori” e compagno di Giovanna Sannino, che ha interpretato un monologo sulla libertà delle donne, tratto dal libro uscito postumo di Michela Murgia, “Dare la vita”.
Video integrale dell’evento: https://www.youtube.com/watch?v=NeqL7g3JPb8&t=1577s