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Un impegno condiviso per un futuro senza violenza
ABSTRACT - Il 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, non è solo una data sul calendario: è un grido di battaglia, un momento di riflessione e un simbolo di speranza. Ogni anno, in questa giornata, ci uniamo per combattere contro la violenza di genere e per celebrare il coraggio di chi, giorno dopo giorno, lotta affinché ogni donna possa vivere libera da ogni forma di abuso. In questa occasione, si celebra anche il lavoro delle istituzioni e delle associazioni che combattono per garantire alle donne il diritto di vivere libere da ogni forma di abuso. Tra le iniziative più significative nel contesto della lotta alla violenza, il “Microcredito di Libertà” emerge come uno strumento concreto per promuovere l’autonomia economica delle donne vittime di violenza. Il progetto lanciato nel 2022 dal Dipartimento per le Pari Opportunità, coordinato dall’Ente Nazionale per il Microcredito in collaborazione con Caritas, ABI e Federcasse, ha l’obiettivo di sostenere le donne che, dopo aver subito violenza, intendono riappropriarsi della propria indipendenza economica e sociale.
Il microcredito, infatti, consente a coloro che sono uscite da percorsi nei centri antiviolenza o dalle case rifugio di avviare piccole attività imprenditoriali o reinserirsi nel mondo del lavoro, superando così uno dei principali ostacoli alla libertà: la dipendenza economica. In occasione della giornata del 25 novembre, la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Eugenia Roccella, insieme al Presidente dell’Ente Nazionale per il Microcredito, Mario Baccini, hanno dato il via, da Palazzo Inail a Roma, alla seconda edizione dell’ENM Award, dedicato al “Microcredito di Libertà”.
“La nostra missione è quella di percorrere l’ultimo miglio tra il bisogno e la sua soddisfazione; con questo progetto stiamo sostenendo l’indipendenza economica di donne che, provenendo da percorsi difficili, desiderano riappropriarsi della propria libertà”, ha dichiarato Mario Baccino, Presidente dell’ENM.
KEYWORDS: DIVARIO DI GENERE, DONNE, VIOLENZA CONTRO LE DONNE, GENDER GAP, 25 NOVEMBRE
- Il progetto “Microcredito di Libertà” come strumento di riscatto economico
Il “Microcredito di Libertà” è nato con l’obiettivo di rispondere a una delle forme più pericolose di violenza: quella economica. Molte donne che subiscono abusi si trovano infatti intrappolate in un circolo vizioso di dipendenza economica che le rende incapaci di uscire da situazioni di violenza. A questo si aggiunge la difficoltà di accesso ai servizi bancari e finanziari, che amplifica il divario economico e sociale.
Secondo un report della Banca Mondiale, infatti, circa 1,4 miliardi di persone nel mondo sono unbanked1 ovvero non hanno accesso ai servizi bancari e finanziari, una situazione che colpisce in particolare le donne. In Italia, il microcredito si presenta come uno strumento innovativo per colmare questo gap, dando la possibilità alle donne di avviare attività imprenditoriali, migliorare la propria formazione e accedere a risorse economiche indispensabili per una vita indipendente.
“È fondamentale che il governo offra alle donne vittime di abusi e soprusi gli strumenti capaci di superare le più difficili situazioni di violenza. L’autonomia economica è il primo e più importante degli strumenti che possiamo fornire”, ha dichiarato con fermezza la Roccella, davanti ad un pubblico attento, durante la seconda edizione dell’Enm Awards: “Il microcredito, tra i vari strumenti a disposizione, presenta un elemento in più: è flessibile, innovativo e offre alle donne la possibilità di esprimere non solo i propri bisogni, ma anche i propri talenti e progetti “.
Il progetto “Microcredito di Libertà” non si limita dunque ad offrire prestiti, ma fornisce anche un supporto psicologico e formativo. Ogni donna che aderisce al programma riceve una guida nel percorso di reinserimento sociale ed economico, con un accompagnamento che include consulenze, formazione professionale e, in alcuni casi, mentoring per lo sviluppo di progetti imprenditoriali. Questo approccio integrato è fondamentale per garantire che le donne non solo abbiano accesso al credito, ma anche gli strumenti per costruire una nuova vita.
Iniziative coraggiose e innovative come questo progetto rivestono così un’importanza cruciale e questa seconda edizione del premio ha voluto essere proprio un riconoscimento tangibile per tutti coloro che hanno contribuito in modo significativo al successo del progetto e a diffondere la cultura microfinanziaria, in particolare quella dedicata al rafforzamento delle donne.
Durante l’evento un riconoscimento particolare è andato al mondo dei media rappresentato da Roberto Natale, Consigliere di amministrazione RAI, Lanfranco Palazzolo di Radio Radicale, Barbara Rachetti, di Donna Moderna, e Luigi Camilloni e Laura Camilloni di Agenparl per il loro ruolo cruciale nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica su tematiche così delicate e importanti. La presenza di figure istituzionali e di operatori del settore ha ribadito invece l’impegno collettivo necessario per combattere la violenza di genere e costruire una società più equa.
A tal proposito ha ricevuto il premio Valentina Romano, Direttrice del Dipartimento Welfare, per l’impegno della Regione Puglia nella promozione di politiche a favore delle pari opportunità e della lotta contro la violenza di genere e per la diffusione capillare del progetto sul territorio. Premiati i CAV, per il supporto diretto offerto alle donne in difficoltà nella persona di Gennarino Settevendemie, Presidente della Cooperativa Horizon, e di Laura Di Nicola, Coordinatrice dei Servizi antiviolenza. Una Menzione Speciale è stata conferita all’associazione di volontari UniGens, rappresentata per l’occasione da Alessandro La Porta, che ha dimostrato come il volontariato possa essere un valore fondamentale applicabile a qualunque settore della vita.
2. Il 25 novembre: un giorno di mobilitazione e speranza, il testo unico sulla violenza di genere
Il 25 novembre non è solo un momento per riflettere sulle sofferenze delle donne vittime di violenza, ma anche un’occasione di mobilitazione collettiva, in cui le istituzioni, le associazioni e la società civile si uniscono per dare un segnale forte contro ogni forma di abuso. Durante questa giornata, si sono svolte manifestazioni, eventi e campagne di sensibilizzazione in tutta Italia, tutte con lo scopo di promuovere la cultura del rispetto, dell’uguaglianza e della non violenza. Le piazze italiane si sono colorate di arancione, simbolo di un futuro libero dalla violenza, e sono stati organizzati eventi per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di un cambiamento culturale profondo. Inoltre, il numero verde 15222, attivo 24 ore su 24 per l’assistenza alle donne vittime di violenza, è stato al centro di numerose campagne di informazione, come strumento fondamentale per dare voce alle donne che vivono in condizioni di abuso. Questo perché la lotta contro la violenza di genere ha radici profonde e complesse nella storia sociale e culturale del nostro Paese. Però negli ultimi decenni, la crescente consapevolezza riguardo alle disuguaglianze di genere ha portato a un cambiamento significativo nel modo in cui la società affronta le problematiche legate alla violenza sulle donne. E proprio in questo contesto che nel corso della giornata del 25 novembre, la Ministra Eugenia Roccella ha anche annunciato una nuova iniziativa legislativa: la redazione di un Testo Unico sulla violenza di genere. Questo documento, che non introdurrà nuove leggi, ma raccoglierà in maniera sistematica tutte le normative esistenti, ha l’obiettivo di fornire un punto di riferimento chiaro per le donne, le associazioni e gli operatori del settore, rendendo più semplice l’accesso alle misure di protezione e sostegno.
“La possibilità di avere un testo di riferimento compatto rappresenta un vantaggio per tutti coloro che operano nel settore e un aiuto concreto per le donne che cercano di uscire da situazioni di violenza,” ha dichiarato la Ministra Roccella durante la conferenza stampa della Presidenza del Consiglio del 25 novembre, sottolineando l’importanza di questa iniziativa per facilitare il lavoro delle istituzioni e dei centri di supporto, nonché per promuovere una maggiore conoscenza delle normative esistenti.
- I dati e la situazione della violenza di genere in Italia. Conclusione.
Nonostante gli sforzi e i progressi degli ultimi decenni, la violenza di genere continua a essere una realtà drammatica in Italia. Secondo i dati Istat3, circa una donna su tre ha subito violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita. Inoltre, le richieste di aiuto ai centri antiviolenza (CAV) sono in costante aumento, segno che le donne stanno acquisendo maggiore consapevolezza riguardo alla possibilità di chiedere supporto e protezione. Nel 2023, i CAV hanno ricevuto 61.5144 richieste di aiuto, con un incremento del 41,5% rispetto al 2017, a dimostrazione non solo della crescita delle richieste, ma anche dell’efficacia delle campagne di sensibilizzazione. Questi dati, se da un lato mostrano un progresso nella consapevolezza delle vittime, dall’altro evidenziano quanto sia ancora urgente e necessario il rafforzamento delle politiche di protezione, supporto e integrazione sociale per le donne vittime di violenza. Questo perché la lotta contro la violenza sulle donne è un impegno che coinvolge tutti, dalle istituzioni alla società civile. Il 25 novembre, con le sue manifestazioni di solidarietà e riflessione, non è solo una data simbolica, ma un appello all’azione per tutti. Ogni donna e ogni uomo devono sentirsi responsabili del cambiamento, contribuendo a costruire una società più giusta, equa e rispettosa, dove ogni donna possa vivere senza paura. In questo cammino, iniziative come il “Microcredito di Libertà” sono fondamentali. Non solo perché aiutano a superare la violenza economica, ma anche perché danno alle donne la possibilità di riscoprire il proprio potenziale e di avviare una nuova vita, libera da ogni forma di abuso.
Le voci dei premiati
Roberto Natale, Consigliere di amministrazione RAI: “Rai per la sostenibilità non è un canale ma una struttura che spinge tutti i temi sociali nelle reti del palinsesto, ringrazio Nadia Naddur e Rossella Angelini e tutti quelli che hanno dato visibilità a questo progetto. Si fa meno fatica quando il progetto è così bello, penetrante, coinvolgente come quello di Microcredito di Libertà.”
Lanfranco Palazzolo di Radio Radicale: “Il fatto che noi siamo qui oggi a parlare di questo tema vuol dire che nella società si fa qualcosa, Ci sono molte realtà che si muovono contro la violenza sulla sulle donne ed io nel mio piccolo penso di aver fatto qualcosa. L’importante non fare immagine, iconografia nella lotta alla violenza ma creare impegno e consapevolezza su questo tema che penso sia la strada migliore per affrontarlo nella maniera giusta”
Barbara Rachetti, di Donna Moderna: “Mi occupo da 20 anni del tema della violenza contro le donne, questo è un progetto concreto anche di grande spessore e se riusciamo anche noi dei media in qualche modo a incidere sulla vita delle persone vuol dire che il nostro lavoro ha un senso profondo.”
Laura Camilloni di Agenparl: “Agenparl sostiene, racconta progetti come questi. Siamo accanto alle istituzioni e alle associazioni, diamo supporto alle donne che cercano di riappropriarsi della loro vita, della propria autonomia e dignità. Grazie a tutte le istituzioni, in questo caso all’Ente Nazionale per il Microcredito che danno l’opportunità di trasformare le storie di dolore in storie di riscatto e di rivincita”
Laura Di Nicola, Coordinatrice dei Servizi antiviolenza Regione Abruzzo: “È veramente un premio molto importante e in qualche modo un premio che va a favore proprio di tutte le donne che lavorano sia in centri antiviolenza e per tutte le donne che abbiamo potuto aiutare; quindi, è uno strumento che è stato veramente molto concreto e fattivo per i progetti di autonomia delle donne, sia per le donne che ospitiamo all’interno della Casa rifugio, che quelle che arrivano nei centri antiviolenza. È stato uno strumento che ci ha permesso veramente di dare delle prospettive concrete alle donne”.
Alessandro La Porta di Unigens: “Noi di Unigens siamo tutti bancari, veniamo da un mondo che purtroppo, per una serie di vicende, non si è sempre dimostrato al cospetto dell’opinione pubblica in modo positivo. Però alcuni di noi hanno creduto che le nostre competenze potessero essere utilizzate in modo produttivo. Come un’interfaccia con chi ha bisogno di essere supportato a presentare una domanda di credito e chi deve erogare il credito. Quando ci è stato proposto dall’Ente di aderire a questo progetto noi lo abbiamo fatto con una grandissima disponibilità e anche con grandissima emozione. Noi abbiamo messo a disposizione le nostre competenze su due fronti, quello della formazione e l’accompagnamento al credito alle donne che hanno aderito a questo progetto”
Un po’ di numeri da fonti Istat
Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).
Ha subìto violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner il 13,6% delle donne (2 milioni 800 mila), in particolare il 5,2% (855 mila) da partner attuale e il 18,9% (2 milioni 44 mila) dall’ex partner. La maggior parte delle donne che avevano un partner violento in passato lo hanno lasciato proprio a causa della violenza subita (68,6%). In particolare, per il 41,7% è stata la causa principale per interrompere la relazione, per il 26,8% è stato un elemento importante della decisione.
Il 24,7% delle donne ha subìto almeno una violenza fisica o sessuale da parte di uomini non partner: il 13,2% da estranei e il 13% da persone conosciute. In particolare, il 6,3% da conoscenti, il 3% da amici, il 2,6% da parenti e il 2,5% da colleghi di lavoro.
Le donne subiscono minacce (12,3%), sono spintonate o strattonate (11,5%), sono oggetto di schiaffi, calci, pugni e morsi (7,3%). Altre volte sono colpite con oggetti che possono fare male (6,1%). Meno frequenti le forme più gravi come il tentato strangolamento, l’ustione, il soffocamento e la minaccia o l’uso di armi. Tra le donne che hanno subìto violenze sessuali, le più diffuse sono le molestie fisiche, cioè l’essere toccate o abbracciate o baciate contro la propria volontà (15,6%), i rapporti indesiderati vissuti come violenze (4,7%), gli stupri (3%) e i tentati stupri (3,5%).
Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici. Anche le violenze fisiche (come gli schiaffi, i calci, i pugni e i morsi) sono per la maggior parte opera dei partner o ex. Gli sconosciuti sono autori soprattutto di molestie sessuali (76,8% fra tutte le violenze commesse da sconosciuti).
Le donne straniere hanno subìto violenza fisica o sessuale in misura simile alle italiane nel corso della vita (31,3% e 31,5%). La violenza fisica è più frequente fra le straniere (25,7% contro 19,6%), mentre quella sessuale più tra le italiane (21,5% contro 16,2%). Le straniere sono molto più soggette a stupri e tentati stupri (7,7% contro 5,1%). Le donne moldave (37,3%), rumene (33,9%) e ucraine (33,2%) subiscono più violenze.
Le donne straniere, contrariamente alle italiane, subiscono soprattutto violenze (fisiche o sessuali) da partner o ex partner (20,4% contro 12,9%) e meno da altri uomini (18,2% contro 25,3%). Le donne straniere che hanno subìto violenze da un ex partner sono il 27,9%, ma per il 46,6% di queste, la relazione è finita prima dell’arrivo in Italia.
Donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito nel corso della vita violenza fisica o sessuale da un uomo per tipo di autore, tipo di violenza subita e cittadinanza. Anno 2014 (per 100 donne con le stesse caratteristiche)
NOTE
1 https://www.worldbank.org/en/news/feature/2022/07/21/covid-19-boosted-the-adoption-of-digital-financial-services#:~:text=Globally%2C%20some%201.4%20billion%20adults,go%2C%20much%20more%20is%20needed
#2 https://www.pariopportunita.gov.it/it/numeri-utili/1522-numero-antiviolenza-e-antistalking/
#3 https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_notizie_6692_0_file.pdf
#4 Altre 3.264 donne sono invece quelle hanno iniziato il percorso di uscita dalla violenza in CAV nati nel 2023 o in CAV che non avevano risposto all’Indagine nel 2022. Dati riportati https://www.istat.it/wp-content/uploads/2024/11/stat-report-utenza-cav-2023_def.pdf